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Autore: Allyii    31/01/2020    3 recensioni
Severus Piton si domandò cosa ci fosse dopo la morte la notte del 2 Maggio 1998, all’età di 38 anni, con una ferita aperta sul collo e con Potter che lo sovrastava.
«Guar…da…mi» gli sussurrò con fatica. Voleva portarsi gli occhi di Lily nella tomba, a lei voleva dedicare il suo ultimo pensiero.
Potter lo guardò e le iridi di Lily furono le ultime cose che Piton vide prima di spirare.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Con Me, Oltre La Morte.

 

 

 

Scendi con me in fondo al mare

a cercare ciò che non abbiamo qua

vieni con me e inizia a capire

com’è inutile soffrire.

[Cu’mme – Mia Martini]

 

 

 

 

 

Severus Piton non era mai stato un uomo religioso.

Non è che non credesse…. Semplicemente, non si era mai posto il problema.

Non aveva mai avuto Dei, Dio o Santi a cui appellarsi, non erano mai stati pervenuti nella sua vita.

Non si era mai domandato cosa ci fosse dopo la morte.

C’era la vita, c’era la morte, c’erano i fantasmi. Punto.

A lui era sempre bastato sapere queste cose, anche perché nessuno avrebbe mai potuto dire con certezza cosa ci fosse dopo, dato che nemmeno i fantasmi ne avevano mai fatto esperienza, avendo preferito rimanere delle eterne impronte sulla terra.

Severus Piton si domandò cosa ci fosse dopo la morte la notte del 2 Maggio 1998, all’età di 38 anni, con una ferita aperta sul collo e con Potter che lo sovrastava.

«Guar…da…mi» gli sussurrò con fatica. Voleva portarsi gli occhi di Lily nella tomba, a lei voleva dedicare il suo ultimo pensiero.

Potter lo guardò e le iridi di Lily furono le ultime cose che Piton vide prima di spirare.

 

*

 

Piton era nella Stramberga Strillante.

Il Signore Oscuro stava parlando a tutta Hogwarts e intimava Potter di consegnarsi a lui entro un’ora.

Potter andò via e Severus rimase ad osservare il suo stesso cadavere, bianco e inutile, un guscio vuoto.

Piton non capiva. Era diventato un fantasma? Ne dubitava, non gli era mai passato nemmeno per l’anticamera del cervello di non andare oltre, qualunque cosa ci fosse oltre.

«No Severus, non sei un fantasma».

Una voce dolce rispose ai dubbi di Piton. Una voce giovane, di ragazza, calda. Una voce così meravigliosamente e dolorosamente familiare, che aveva sognato molte notti, a cui aveva pensato ogni giorno della sua vita.

Non la udiva da quasi diciassette anni, ma Piton ne rammentava ogni nota, il ricordo immutato nel tempo.

Si voltò.

Una ragazza lo guardava sorridendo. I capelli erano lunghi, di un bel rosso scuro, gli occhi di un verde stupefacente.

La sua Lily.

«Lily…» sussurrò, incredulo.

C’era questo oltre la morte? C’era Lily? Severus non aveva mai osato sperarlo: qualunque luogo esistesse dopo la dipartita, riteneva altamente improbabile che sarebbe stato lo stesso di lei, date le loro diverse scelte di vita.

Ma eccola, giovane e bella come la ricordava.

L’ampio sorriso che le incorniciava il volto era lo stesso che gli aveva rivolto milioni di volte quando erano insieme a Hogwarts, caldo e amichevole.

«Ciao, Severus» disse lei, avvicinandosi «sono felice di rivederti, anche se avrei preferito che fosse accaduto molto più avanti, e in modo diverso».

«Lily…» ripeté Severus, incapace di pronunciare altro.

«Sembri sorpreso, Severus» commentò lei, fermandosi a pochi centimetri da Piton. Gli toccò il braccio.

E Piton lo sentì. Lily, in quella dimensione, era solida, era reale.

Senza pensare, allungò le braccia verso di lei e l’abbracciò. L’abbracciò come aveva sempre voluto fare in vita e mai aveva osato.

Lei ricambiò la stretta con fierezza.

«Com’è possibile?» chiese lui, senza sciogliere l’abbraccio.

«Siamo morti, Sev».

«Si, questo lo so, ma dove siamo? Come facciamo a essere nella stessa dimensione? Tu, così buona, nello stesso luogo in cui vi sono io…»

«Anche tu sei buono, Severus».

Piton rise amaramente. Si scostò appena per guardarla nelle verdi iridi.

«Non sono mai stato buono, Lily. Lo sai».

«Con me lo eri».

«Ti ho ferita in modo imperdonabile».

«Hai fatto i tuoi errori e li hai pagati, Sev».

«Ma non l’ho fatto perché sono una persona buona. L’ho fatto perché sei stata coinvolta tu. Se, al vostro posto, il Signore Oscuro avesse scelto Frank e Alice Paciock io, molto probabilmente, avrei continuato a servirlo; non avrei cambiato fazione».

«È inutile continuare con i ‘se’ e con i ‘ma’ crogiolandosi nella sofferenza, Sev» lo ammonì lei, sostenendo il suo sguardo «vieni con me, resta con me. Inizia a capire com’è inutile soffrire».

«Cosa vuoi che faccia?»

«Stiamo vicino a Harry» lo supplicò lei «è questo che c’è dopo la morte. Oltrepassiamo la soglia e continuiamo a vivere accanto ai nostri cari, proteggendoli e guidandoli silenziosamente».

«Io non ho cari da proteggere» disse amaramente Piton «l’unica persona cara eri tu, e ho fallito».

«Severus, ragazzo mio, non essere troppo duro con te stesso» disse un’altra voce, maschile e anziana.

Severus si voltò, distogliendo di malavoglia lo sguardo da Lily, per poter osservare Silente avvicinarsi a lui e mettergli una mano sulla spalla «ti ringrazio per avermi ucciso e risparmiato questa condanna al giovane Draco. So che ti è costato molto».

«Signore» rispose Piton, incapace di dire altro.

«Forza, Mocciosus, andiamo a proteggere Harry!» disse un’altra voce, gioiosa, alle spalle di Silente.

E Piton rivide Sirius Black, giovane e bello come ai tempi della scuola.

Accanto a Black c’erano un altrettanto giovane Lupin e James Potter, notò Severus con disappunto.

Potter andò accanto a Lily e le strinse la mano «Severus, in questo momento Harry sta guardando i tuoi ricordi nell’Ufficio del Professor Silente. Sa ogni cosa ormai» lo informò.

Piton annuì.

Potter, Black e Lupin continuavano a non piacergli, ma scoprì, sorprendentemente, che ormai l’antico astio era scomparso.

D’improvviso, si vergognò un po’ per come aveva trattato suo figlio per tutti quegli anni. Non perché tutto a un tratto si fosse reso conto di provare affetto per quell’orribile ragazzo, assolutamente, ma perché lui aveva visto in Harry solo e unicamente la vittoria del suo rivale, James, e probabilmente l’incredibile somiglianza fisica tra i due aveva accentuato la cosa. Non aveva mai realmente pensato che, effettivamente, Harry fosse il figlio di Lily.

Lui si era comportato da bullo. Forse perché, per tutta la sua vita, egli stesso non aveva conosciuto altro tipo di trattamento.

Piton aprì la bocca per dire qualcosa a Lily, ma lei gli toccò un braccio e scosse la testa, sorridendo, ma con una nuova punta di durezza nell’espressione.

Aveva di nuovo anticipato i suoi pensieri.

«Ci sarà tempo più avanti per scuse e chiarimenti» disse, severa «abbiamo l’eternità a disposizione. Adesso dobbiamo stare vicino a Harry».

«Lily, amore, Harry sta andando a consegnarsi a Voldemort» la informò James «tra poco userà la Pietra della Resurrezione».

«Dobbiamo andare allora!» esclamò Sirius. Gli altri annuirono e uscirono dalla Stramberga.

Rimasero solo Piton e Silente, che allargò le braccia, con i vividi occhi azzurri che scintillavano dietro agli occhiali a mezza luna.

«Andiamo anche noi, ragazzo mio» disse «andiamo dove si trova Lord Voldemort, Harry avrà bisogno anche di noi per vincere questa guerra».

Piton non disse niente e annuì, prima di seguire il suo mentore nella Foresta Proibita.

 

 

 

 

 

 

 

NdA:

 

Ciao belli!

 

Questa storia è stata scritta come ‘Obbligo’ sotto a un giochino carino carino indetto sul gruppo Facebook ‘Il Giardino di EFP’.
Il mio obbligo, dettatomi da Miryel EFP, recitava ‘scrivi una storia, one shot, drabble, flash su quello che ti pare e quello che vuoi, usando questa frase […]’ la frase è quella di inizio FF.

 

Analizzando le parole della canzone, mi è venuto in mente di immaginarmi una sottospecie di riscattino di Piton, almeno post-mortem, e me lo immagino a proteggere Harry insieme a tutti gli altri, spero sia stata di vostro gradimento!!!

 

Bacioni

   
 
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