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Autore: Claire087    08/02/2020    2 recensioni
Nonostante i tragici eventi accaduti nel 1995, il nuovo e ambizioso Capo dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici è determinato a organizzare una nuova competizione che coinvolgerà ancora una volta le Scuole di Magia di Beauxbatons, Durmstrang e Hogwarts. Tre campioni si affronteranno in una nuova sfida e per una giovane strega sarà l'occasione per mettersi alla prova.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Lucy Weasley, Molly Weasley Jr, Nuova generazione di streghe e maghi, Roxanne Weasley | Coppie: Angelina/George, Arthur/Molly, Audrey/Percy, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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I morti ritornano. In ritardo, ma ritornano. Come al solito, spero che il nuovo capitolo vi piaccia. Come al solito, siate clementi e pacati come Silente, altrimenti andrete in punizione con la Umbridge a scrivere "non devo insultare" sulla vostra carne.

P.s.: nel secondo capitolo ho modificato un dettaglio: Angelina lavora come guaritrice al St. Mungo, non come infermiera! I maghi hanno paura degli infermieri!


Capitolo sette: Gli ospiti
 
Settembre passò più velocemente di quanto Molly si fosse aspettata. La brezza estiva fu presto sostituita da un vento gelido e pungente che sembrava penetrare attraverso i muri di Hogwarts. 

L'argomento del Torneo era sempre al primo posto nelle pagine di tutte le riviste e nelle conversazioni degli studenti. Ormai non sapevano più cosa inventarsi: i giornalisti continuavano ad aggiornarli senza riuscire a tirare fuori qualche novità. Poiché Cyrus Clawson non era intenzionato a rilasciare dichiarazioni di alcun genere, ricorrevano spesso ai loro cavalli di battaglia - la tragica storia dell'innocentissimo Cedric e il coraggio del famosissimo Harry Potter, troppo giovane per essere stato sottoposto a una prova simile. Una volta furono menzionati anche i due campioni stranieri. A Molly il nome del campione di Durmstrang non diceva nulla, per questo fu aggredita da Fred ("Si tratta solo del più grande campione di Quidditch della storia dell'universo... c'eri anche tu alla Coppa del Mondo... come diavolo fai a chiamarti Weasley?!"). La campionessa di Beauxbatons era nientemeno che sua zia, solo che nell'articolo non era stata descritta con toni molto lusinghieri: la giornalista addirittura suggeriva che la bellissima ma stupida Fleur Delacour avrebbe potuto impiegare i suoi sforzi più nelle strategie che rimirarsi allo specchio. L'articolo suscitò la rabbia e il disgusto in tutti i membri della famiglia. Louis, nonostante fosse schizzinoso, inviò una lettera piena di pus alla redazione della Gazzetta del Profeta.

Si erano diffuse alcune voci - probabilmente la maggior parte false come l'oro dei Lepricani - delle prove a cui sarebbero stati sottoposti i tre campioni: il gruppo di Rose - campeggiato perennemente in Sala Comune - continuava a raccontare a tutti che, come prima prova, si sarebbe dovuto sconfiggere un gigante. James, Fred e Louis blateravano di vampiri, licantropi e altre creature mostruose. Anche loro prendevano molto sul serio tutte le dicerie che circolavano su Clawson. 

"Quello è pazzo!" continuava a dire James. "Dicono che una volta sia sopravvissuto a un attacco di un Lethifold, è riuscito a respingerlo con un Incanto Patronus... ancora un secondo e ci avrebbe rimesso la pelle!"

Tuttavia, le voci circolanti sulla presunta follia del nuovo Capo del Dipartimento dei Giochi e degli Sport Magici non fermarono il loro desiderio di iscriversi. James approfittava di ogni momento libero per andare a far visita all'insegnante di Cura delle Creature Magiche e a farsi rivelare ogni più piccolo segreto riguardo alle bestie più pericolose. Una sera ritornò alla Torre con la divisa strappata e il braccio tutto graffiato. Fred e Louis - ben decisi a salvarsi la pelle almeno fino alla prima prova - si rintanavano spesso in biblioteca per fare ricerca sui più svariati argomenti: animali fantastici, pozioni, maledizioni e contro-maledizioni.

"Non è assolutamente da lui" commentò Roxanne una sera, mentre il fratello arrivava in Sala Comune trasportando una pila di volumi. "Neanche per i G.U.F.O. ha studiato così tanto... Secondo me tutta questa faccenda sta cominciando a dare alla testa ad alcune persone".

"Beh, meglio così. no?" le rispose Molly. "In fondo, ci voleva qualche novità. È da un secolo che non succede qualcosa di emozionante, in questa scuola".

A dire il vero, non era mai successo qualcosa di così emozionante, ad Hogwarts. Lo si capiva dall'atmosfera di eccitazione che aleggiava nelle classi e nei corridoi. Molly stessa era in fibrillazione, e non solo per la faccenda del Torneo: non sapeva spiegarsi esattamente il perché, ma in qualche modo si sentiva più coinvolta nella sua vita scolastica.

Tanto per cominciare, Molly riusciva a gestire - nonostante i numerosi corsi seguiti - tutti i compiti e a riservarsi un po' di tempo libero da trascorrere in compagnia con le sue amiche. Riusciva addirittura a leggere un libro a settimana.

Durante i weekend, lei usciva nel cortile della scuola con i fratelli e cugini, a godersi gli ultimi raggi di sole regalati dal tempo. Anche Lucy e Rose riuscivano ad unirsi a loro, nonostante le ore supplementari che dovevano dedicare allo studio. Molly notò che sua sorella era un po' giù di morale. Ogni tanto lei, James, Rose e Roxanne prendevano le loro scope e facevano delle piccole partite di Quidditch nel campo abbandonato; tuttavia questo non bastava a consolarla dall'assenza di vere partite. Suo fratello divideva il suo tempo libero tra la famiglia e gli amici del Club delle Gobbiglie. Fred, James e Louis - quando non erano impegnati a prepararsi per il Torneo - ne combinavano una delle loro almeno due volte a settimana. Anche Roxanne era già riuscita a mettersi nei guai un paio di occasioni: l'ultima volta aveva lanciato una fattura addosso a Dodd dopo che quest'ultimo aveva tentato di alzarle la divisa. Sfortunatamente, la Turpin stava passando proprio nel momento in cui sua cugina lanciava l'incantesimo, e la professoressa l'aveva messa in punizione seduta stante. Molly trovò la cosa profondamente ingiusta, soprattutto perchè la Turpin non tentò neppure di sentire le sue ragioni.

Le lettere da casa arrivavano regolarmente, tuttavia sembrava sempre che non ci fosse nessuna notizia degna di nota. Contro ogni aspettativa, nessun giornale in circolazione aveva parlato del sequestro alla casa di Clawson da parte dell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Nel Cavillo era uscito un articolo che parlava di tutto una strana vicenda riguardante degli apparenti traffici illegali di piante carnivore tra il Direttore dell'Ufficio dei Giochi e degli Sport Magici e dei vampiri della Transilvania, ma nessun accenno alla vicenda narrata nella lettera di Shirley. In ogni caso, chi avrebbe creduto al Cavillo?

"Ma le persone hanno bisogno di essere informate!" continuava a insistere Artie, mentre ne discuteva con le sorelle. "Come possono nascondere una cosa del genere?"

"Secondo me, non vogliono seminare il panico tra la gente" disse Lucy, dopo averci pensato su. "Può essere che Clawson abbia chiesto ti tenere segreta la faccenda, visto che quello dei vicini è stato un falso allarme".

Shirley li teneva aggiornati entusiasticamente su tutto ciò che apprendeva dal suo insegnante, ma non aveva novità da raccontare per quanto riguardava Clawson. Evidentemente i loro genitori preferivano evitare di parlare di lui mentre Shirley era nei paraggi. Molly s'immaginava le conversazioni tra suo padre e il signor Farley mentre erano al Ministero, al sicuro dall'orecchio dell'amica, e non poteva fare a meno di infastidirsi. Più volte pensò di prendere in prestito Astrid e di scrivere a suo padre per chiedergli spiegazioni, ma poi riconobbe l'inutilità dell'impresa. Magari avrebbe potuto parlargli a faccia a faccia durante le vacanze di Natale.

Le lezioni di storia si stavano facendo più interessanti grazie ad Evie Montgomery. Molly non riusciva a credere al fatto che fino a un mese e mezzo prima non sapeva neanche che suono avesse la voce della sua compagna di banco, mentre ora si ritrovava ad aver scambiato più parole con lei che con altri di Grifondoro. I suoi sentimenti verso Evie erano ancora confusi: anche se - per qualche oscura ragione interiore che non riusciva bene a comprendere - non era ancora pronta a offrirle la sua completa fiducia, non poteva non accorgersi che la sua stima verso Evie cresceva ogni giorno di più. Dietro la Serpeverde silenziosa e riservata, in realtà c'era una ragazza piuttosto allegra e intelligente, della cui conversazione era impossibile stancarsi: era informata su un'incredibile varietà di argomenti e sapeva coinvolgere i suoi ascoltatori - almeno i pochi che erano riusciti ad avvicinarsi a lei. Tra le altre cose, aveva scoperto che faceva parte del LumaClub (Molly non si sorprese) e che frequentava molti dei suoi corsi, tra i quali Rune Antiche.

"Dopo Storia, io vado in biblioteca. Sono decisa a risolvere l'enigma di Babbling" le sussurrò un giorno, durante una lezione di storia particolarmente noiosa. "Ti piacerebbe darmi una mano con la ricerca?"

Molly fu presa un po' in contropiede da quella domanda. "In verità... sì, mi piacerebbe, ma non so quanto possa esserti utile. Fino ad ora non avevo mai pensato di partecipare seriamente... ci sono un sacco di persone che lo saprebbero risolvere prima di me".

"Tanto, cosa abbiamo da perdere? Il professore ha ragione, non dobbiamo tirarci indietro alle occasioni che ci si presentano. Possiamo almeno provare. Inoltre, due teste sono meglio di una".

"Beh, questo è vero. Purtroppo la mia testa non è tra le migliori".

Evie rise, ma poi ridiventò subito seria. "Da sola non penso di farcela, ma insieme dovremo riuscire a combinare qualcosa".

A quel punto, Molly alzò le spalle. "Come vuoi. Ma sappi che con me parti svantaggiata. Ti ci vorrebbe una specie di genio..." si fece un attimo pensierosa. Poi riprese a parlare più lentamente: "A proposito... ti dispiacerebbe se coinvolgessimo una terza testa?"

Molly non perse tempo a presentare Evie ad Edward e a chiedergli di partecipare alla loro impresa. Da principio il ragazzo si dimostrò titubante: anche lavorando insieme, non avevano molte probabilità di successo, molti studenti del settimo anno si erano già messi al lavoro e avevano un anno di studi rispetto a loro tre. Questo era quello che disse Edward; tuttavia Molly riuscì a scorgere negli occhi del ragazzo un mix di emozioni che comprendevano dubbio, diffidenza e sospetto: non si fidava della ragazza. 

Non seppe dire se Evie fosse consapevole o meno dello sguardo strano con cui il Grifondoro la esaminava, in ogni caso non diede segno di essersene accorta. Con molta tranquillità, espose al ragazzo tutte le motivazioni per cui era un peccato non tentare. Alla fine, il ragazzo si lasciò convincere e accettò di incontrarsi insieme in biblioteca il giovedì pomeriggio, dopo le lezioni. Per ora, le ricerche non avevano prodotto molti risultati, avevano sfogliato due volumi interi senza trovare informazioni utili; per lo meno Edward iniziava a sentirsi a suo agio insieme ad Evie. 

"Sembra una ragazza a posto" commentò una sera Edward con tono pomposo, mentre lui e Molly facevano la guardia a un corridoio. "Voglio dire, a posto per essere una..."

"Solo perché è una Serpeverde, non significa che sia un mostro" sbottò lei. "Cosa credevi che fosse? Una Mangiamorte?"

"Certo che no!" rispose il suo compagno, indignato. "E' solo che loro - i Serpeverde, voglio dire - sono un po'... Sai come... Beh, non tutti, per fortuna".

Molly non gli rispose ma, segretamente, si sentì un po' ipocrita. Gli stessi sentimenti che Edward aveva provato nei confronti di Evie, li aveva avvertiti lei stessa durante le prime lezioni di storia della magia. Scoprire - suo malgrado - di non essere immune alla visione che la maggior parte degli studenti aveva contro i Serpeverde le ferì l'orgoglio; soprattutto perché si era sempre autoconvinta di non avere alcun problema contro di loro. Si ripeteva sempre che il suo insegnante di Pozioni era una buona persona nonostante avesse fatto parte di quella Casa, che suo cugino Albus non aveva alcun motivo di prendersela, che era stupido giudicare un figlio di un Mangiamorte per le azioni dei suoi genitori o nonni... Ma si rese conto che, nei fatti, lei interagiva di rado con loro. In realtà, non era abituata a relazionarsi con altre persone al di fuori della propria Casa: fino ad allora, quasi tutte le persone con cui aveva stretto amicizia erano dei Grifondoro. Certo, c'era stato Mark che era di Corvonero, ma non si erano mai rivolti la parola da quando lui l'aveva mollata. Era amica di un Tassorosso, tuttavia negli ultimi tempi Jack faticava a pronunciare due parole in croce di fronte a lei. Poi... c'erano Sophia, Theodore, Noriko, che durante le vacanze trascorrevano spesso qualche giorno a casa loro... ma erano amici dei suoi fratelli, non suoi.

Forse, non c'è nulla di male, rifletté tra sé e sé. Insomma, è normale legarsi di più alle persone della propria Casa. In fondo, è quello che ci hanno detto prima dello Smistamento: la vostra Casa sarà la vostra famiglia. E, forse, è anche normale avere dei pregiudizi sui Serpeverde... dopotutto, se quella Casa ha una brutta nomea ci sarà pure un motivo, no?

Quest'ultimo pensiero la fece arrossire di vergogna. Davvero aveva avuto un pensiero del genere? Anche lei, come la maggior parte degli studenti, temeva - o addirittura, disprezzava - i Serpeverde? Si era davvero sentita a suo agio quando suo cugino era stato smistato lì? Aveva veramente provato ad avvicinarlo quando lui aveva smesso di parlare con loro? E lui, aveva forse percepito dei sentimenti da parte di sua cugina - anzi, da parte di tutti i cugini - e ne era rimasto ferito? E lei, era davvero una persona meschina come McLaggen e Dodd?

Per tutta la sera, la sua mente fu invasa da innumerevoli dubbi e domande sul conto della propria persona. A malapena riusciva a seguire quello che Edward le stava dicendo. Solo quando ebbe chiuso le tendine del suo baldacchino e posata la testa sul cuscino, Molly riuscì a mettersi il cuore in pace, almeno un poco.

Non è mai troppo tardi per rimediare! Dimostrerò a me stessa che non ho pregiudizi, che posso tranquillamente essere amica di una Serpeverde senza compromettere la fedeltà a Grifondoro, e... oh Merlino, l'ho pensato veramente?
 
~o~
 
Finalmente, arrivò il giorno previsto dell'arrivo degli ospiti stranieri. Era venerdì. Gli studenti faticavano a rimanere attenti durante le lezioni, che fortunatamente terminarono a mezzogiorno. Per Fred, James, Louis, questo fatto rappresentò una buona occasione per fare festa: con l'aiuto di Roxanne, tirarono fuori tutto l'armamentario dei prodotti Tiri Vispi. Molly dovette ricorrere a tutte le sue qualità di buon prefetto per convincere una contrariata Rose e un titubante Edward che non c'era nulla di sbagliato in quello che stavano facendo. Qualcuno tirò fuori una radio, qualcun altro portò dei dolci dalle cucine. 

Bastarono pochi minuti, perché la Torre dei Grifondoro fosse sommersa dal caos: musica a tutto volume, studenti che esultavano, urlavano e ridevano. Ogni tanto, qualcuno si trasformava improvvisamente un canarino, suscitando l'ilarità generale. La Chapman parlava con Rose ad alta voce per sovrastare gli altri suoni. James imitava i professori (gli veniva particolarmente bene la Turpin con il suo "Eppure credevo di essere stata chiara!"). Kate rimase attaccata a Louis per tutto il tempo.

Fortunatamente, la loro Caposcuola si trovava da qual che parte fuori dalla Torre dei Grifondoro e nessun insegnante vi entrò, dato che erano tutti impegnati a decorare la Sala Grande. L'unica cosa che rovinò il divertimento a Molly fu McLaggen, che continuava a girarle intorno. 

Roxanne non fu così sfortunata: Dodd si era subito stancato di darle fastidio e si era rintanato con una studentessa del quinto anno su un angolo della stanza. Uno spettacolo non proprio piacevole, ma almeno sua cugina fu libera di respirare. Quel giorno, era di ottimo umore: rideva di continuo, manifestava improvvisi slanci di affetto verso le amiche, ad un certo punto si mise a ballare attorno ad un confuso e imbarazzato Edward. Caratterialmente, non era mai stata una persona musona o incline alla malinconia, ma in quel momento sprizzava felicità da tutti i pori.

A Molly invece, privilegio di essere allegra e vivace non fu concesso. Come se non bastasse, si dovette pure sorbire delle occhiatacce di alcune ragazze, invidiose delle fortunate attenzioni che quel campione di Quidditch le riservava.

"Hogwarts ha un sacco di gente talentuosa, non c'è dubbio" continuava a dire, "insomma, Ramsey di Corvonero ha il massimo dei voti in quasi tutte le materie, Marius Finbok di Tassorosso è un asso in Pozioni... Ma, per amore della verità, non posso certo fingere di non essere un mago assai dotato: ho preso nove Eccezionale ai G.U.F.O., volo perfettamente e al quarto anno ho ricevuto una Medaglia al Merito Magico... quel Finnigan mi deve la vita. Mi sorprenderei, se non venissi scelto io come Campione di Hogwarts".

"Tutto molto interessante, ricordati di mandarmi un gufo più avanti..." gli rispose sbadigliando, ma il ragazzo non seppe cogliere la sua ironia e il suo fastidio e continuò ad elencare altre eccellenti qualità.

Era da ben due mesi che cercava di impressionarla con i suoi discorsi sul Torneo, e lei era ormai annoiata fino alla morte. Quel tipo era riuscito a mettere in seria discussione la sua capacità di sopportare i casi umani: neppure Gertrude Gray aveva mai raggiunto un livello simile. Più volte lei aveva tentato di fargli capire in tutti i modi che lei non era assolutamente interessata a lui, ma McLaggen sembrava non riconoscere l'esistenza di una possibilità in cui una ragazza gli diceva di no.

"Lo sai, spero che sia il tuo nome ad uscire dal calice" Molly interruppe nuovamente. "Magari alla prima prova vieni mangiato da un drago, o strangolato dalla piovra gigante... E io sarò lì, a guardare... anzi, a godermi lo spettacolo".

McLaggen, prendendo la sua risposta per un tentativo di flirt, si fece più vicino. "Oh sì, dopo che tu ti sarai goduta il mio trionfo, sarò io a godere te". 

La ragazza indietreggiò, senza neanche nascondere la ripugnanza che provava. Non riusciva a comprendere come in un ragazzo così bello e così talentuoso si celasse un animo così viscido. "Sei disgustoso. Ti avverto, stammi lontano, altrimenti...".

Il sorriso sulla faccia di McLaggen mostrava quanto poco il ragazzo fosse intimorito. Ridacchiò. "Mi piacciono le ragazze difficili. Lo devo ammettere, sei una bella sfida. Nessuna delle mie ex è resistita così tanto. Ma, come ti ho già detto, so essere paziente".

Molly afferrò la bacchetta ma, prima che potesse anche solo pensare alla fattura che intendeva lanciargli addosso, fu trascinata via da Roxanne. "Scusa bello! Questa incantevole signorina è richiesta alla presenza della meravigliosa qui presente. In ogni caso, è meglio che la porti via... mi sembra nell'orlo del suicidio... e del tuo omicidio!"

Molly si sentì improvvisamente sollevata, ma anche se non poté trattenersi dal rimproverare sua cugina: "E' da mezz'ora che cerco di attirare la tua attenzione e proprio sul più bello vieni in mio soccorso! Quando gli stavo per lanciare una fattura!"

Roxanne sbuffò, senza perdere la sua allegria. "La fattura gliela dovevi lanciare mezz'ora fa! Comunque, lascia perdere l'idiota... È tutto il giorno che ti devo raccontare una cosa che mi è successa prima... Però andiamo di sopra".

Le due si rifugiarono nel dormitorio vuoto, lontano dalla musica e dal caos della festa. Roxanne controllò che nel bagno non ci fosse nessuno prima di girarsi verso la sua migliore amica. Gli occhi castani erano luminosi, quasi lucidi per l'emozione, la sua bocca era curvata in un sorriso brillante ed era impaziente di gridare il motivo di tutta la sua felicità. Molly, contagiata da quel sorriso e impaziente anch'essa di ascoltarla, sentì crescere in lei tutta l'eccitazione.

"Roxie, cosa ti succede?" il tono malizioso le uscì spontaneo. "E' forse quello che penso?"

"Mi ha baciata!" gridò Roxanne. "Luke Davies! Prima! Nella foresta! Subito dopo Cura delle Creature Magiche... quando tutti stavano andando via... lui è venuto da me... e mi ha baciata!"

"Ok, Rox, calma!" la interruppe Molly, ridendo. "Fai un bel respiro profondo e raccontami tutto".

Ma Roxanne non sembrava in grado di interrompere il suo flusso di parole neanche per un momento. "Mi ha raccontato tutto! Gli piaccio io! Gli sono sempre piaciuta! Mi ha detto che Rhea Hyslop ha avuto dei problemi in famiglia, che aveva bisogno di qualcuno che le stesse vicino, e che quindi non se l'è sentita di ferirla. Ma ha detto che ha intenzione di lasciarla, deve solo trovare un momento buono!"

Molly spalancò gli occhi. "L'avrai picchiato, spero!"

"Certo che l'ho picchiato!" esclamò Roxanne. "Gli ho tirato la borsa in testa, l'ho chiamato in tutti i modi peggiori possibili... Poi l'ho baciato di nuovo".

Molly non riusciva a credere alle sue orecchie. "Ma Ro', come fai ad essere sicura che non ti stia mentendo? Come mai non ti ha mai scritto durante l'estate?"

"Perché quest'estate è sempre stato quasi sempre con gli Hyslop. Non voleva rischiare che lo scoprissero... Ha dovuto nascondere tutte le mie lettere... È molto legato alla sua famiglia... Si sentiva come se li stesse tradendo... Ma poi ha capito che non può continuare così e che deve essere sincero con Rhea". 

"Beh, era ora, direi!"

Molly non era totalmente rassicurata. Se quello che le stava raccontando sua cugina era vero, allora Luke non aveva molto fegato. Era rimasto per tutto il tempo con una ragazza per cui non provava nulla e allo stesso tempo era innamorato di un'altra. Tenere il piede in due scarpe non era un atteggiamento che rendeva giustizia né a Rhea, né a Roxanne.

Nella peggiore delle ipotesi era un bugiardo e un manipolatore. E lei, avendo già avuto dei trascorsi con un ragazzo bugiardo e manipolatore, non voleva che la sua migliore amica sperimentasse la stessa brutta esperienza.


Ma Roxanne non la pensava allo stesso modo. "Tu non eri lì! Si vedeva che era sincero, te lo posso assicurare!"

Molly distolse per un attimo lo sguardo dal viso eccitato di sua cugina e guardò fuori dalla finestra, nella direzione della Foresta Proibita. Non era ancora buio. Mancava qualche ora all'arrivo degli ospiti. Ad un certo punto, la ragazza notò qualcosa che la fece distrarre dal discorso. Una figura incappucciata si stava dirigendo verso la foresta. Da come correva, sembrava che fosse inseguito, tuttavia non c'era nessuno dietro di lui - o di lei. Molly provò a stringere gli occhi per tentare di riconoscerlo, ma fu impossibile. Probabilmente era uno studente... ma cosa stava facendo? Perché andava in giro con questo freddo?

"Oh, Molly!" disse Roxanne, distogliendola dalla finestra. "Lui non è come gli altri. È dolce, sensibile, altruista... e se fossi impazzita del tutto direi che è anche intelligente!"

Fece una piroetta e si lasciò cadere su un letto. Molly non aveva mai visto sua cugina così. Era già uscita con molti ragazzi, e nessuno le era piaciuto come Luke Davies. Roxanne non era una che si faceva prendere in giro dagli altri, lo notava subito quando una persona non era sincera. L'anno scorso, più volte l'aveva più volte avvertita che Mark Williams era un bastardo... e ci aveva azzeccato in pieno. Forse non era lo stesso per Luke, se sua cugina ne era sicura. Molly poteva solo sperare che fosse così. Per il momento, non voleva rovinarle il buon umore. Sorrise e si distese nel letto accanto a lei.

"E' anche molto bello. Uno dei ragazzi più belli della scuola. Forse è anche più bello del professor Paciock".

"Siamo seri, nessuno è più bello del professor Paciock!" rispose Roxanne, "Però devo ammettere che gli fa concorrenza. Quando un ragazzo è moro con gli occhi azzurri, è un perfetto candidato per diventare il futuro Signor Roxanne Weasley!"

Dal basso si sentiva la musica a tutto volume. All'improvviso attaccò una canzone di Katrina Underwood. Le due ragazze si guardarono complici, si alzarono e si misero a saltare sul letto e a cantare a squarciagola le parole del loro idolo, stonatissime come solo loro sapevano essere.

~o~

Gli studenti stranieri arrivarono alle sei in punto. Tutti gli abitanti di Hogwarts si radunarono nel cortile per accoglierli. Quelli di Beauxbatons - usciti da una carrozza trainata da cavalli volanti ("Pegaso! Si chiamano pegaso, non cavalli volanti!" continuava a sussurrare Artie alle sorelle) - erano accompagnati da una donna enorme, con folti capelli neri striati di grigio e una carnagione olivastra. In passato doveva essere stata una bella donna. La preside francese avanzò verso la McGrannit e le strinse calorosamente la mano. Le due iniziarono a discorrere animatamente. Sembravano conoscersi da tempo.

Lo stesso non poteva dirsi per la preside di Durmstrang, che arrivò pochi minuti dopo a bordo di una nave - spuntata direttamente dalle profondità del lago - assieme alla sua scolaresca. Era una donna molto più giovane delle altre due (doveva avere all'incirca l'età dei loro genitori, forse qualche anno in più). I lunghi capelli biondi legati in uno chignon, gli occhi e le labbra - pesantemente truccati - facevano da contrasto alla carnagione cadaverica. Non aveva un bel viso. Forse sarebbe stata più carina senza quel mascherone addosso. Strinse la mano alle altre due presidi e ringraziò la McGrannit con formalità. Era sicuramente molto cortese, ma il suo sorriso era privo di calore, i suoi occhi parevano spenti. 

I due gruppetti degli studenti stranieri era composto da una dozzina ciascuno. Mentre si guardava in giro, i loro volti erano attraversati da diverse espressioni di curiosità, eccitazione, sbalordimento, timidezza, derisione, altezzosità e indifferenza. Si stringevano nei loro mantelli e pellicce e si sussurravano tra loro parole incomprensibili, indicando il lago, il castello, la foresta e tutto ciò che passava sotto i loro occhi. Gli alunni di Hogwarts, radunati nel cortile per l'occasione, non potevano fare a meno di fissarli e sussurrare a loro volta. Come al solito, Polly Chapman non perse l'occasione di dire la sua. 

"Ho sentito dire che quelli di Durmstrang sono tutti parenti di Mangiamorte, oppure discendenti di seguaci di Grindewald! Guardate che brutte facce!"

"Che scemenza!" le gridò Lucy, un po' troppo forte. La McGrannit la udì e le lanciò un'occhiataccia.

"Beh, effettivamente, non deve essere piacevole studiare lì" intervenne Rose, sicura di sé. "Mio padre ha una certa antipatia per quel posto. Non ne ha mai parlato bene. Forse perché praticano ancora le arti oscure. In ogni caso, Hogwarts resta la scuola migliore".

Tutta la sua cerchia annuì. D'altro canto, potevano forse pensarla diversamente da Rose Weasley? Invece Scorpius, che si trovava nelle vicinanze assieme ad Albus, intervenne: "Secondo me non è giusto giudicarli così. Non è colpa loro se sono costretti a imparare certe cose, o se hanno dei parenti criminali".

Rose arrossì. La sua amica fece una smorfia di scherno e gli rispose: "E' vero. In fondo, anche qui ad Hogwarts c'è gente che ha delle brutte parentele. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti".

Il volto pallido del ragazzo divenne tutto rosa. Questo fu un colpo basso crudele, anche per una ragazza come Polly Chapman. Albus rivolse a sua cugina e alla sua amica uno sguardo furente. Molly non l’aveva mai visto rivolgerne uno così alla sua famiglia, neanche ai primi tempi in cui si rifiutava di parlare con loro. E mai aveva visto Rose così a disagio.

In ogni caso, la Chapman non aveva finito: "Poi quelli di Beuxbatons... ma chi si credono di essere? Secondo me si credono al di sopra del mondo e non sanno fare un cavolo. La campionessa dello scorso Torneo è stata scarsissima...".

Fu una fortuna per lei che Louis non fosse nei paraggi, altrimenti sarebbe stata trasformata immediatamente in qualcosa di viscido e disgustoso.

Lucy sbuffò e sussurrò adirata a Molly e Roxanne. "A quella lì dovrebbero togliere il diritto di parlare!".

"E di scrivere" gli rispose Molly.

"E di mimare, tanto per essere sicuri" aggiunse Roxanne.

Ulteriori chiacchere vennero interrotte dalla preside di Hogwarts, che intimò i suoi studenti ad accogliere i loro ospiti con l'inno della loro scuola. Centinaia di voci risuonarono incerte nel cortile (questa volta, Molly e Roxanne evitarono di imitare Katrina Underwood) e ne seguì un timido applauso da parte degli stranieri. Il risultato non fu tra i migliori, ma la McGrannit fu comunque soddisfatta. Senza altro indugiò, scortò tutti all'interno del castello.

La Sala Grande era più suntuosa del solito, con gli stendardi di Hogwarts, Durmastrang e Beuxbatons appesi alle pareti. Il soffitto rifletteva un cielo stellato privo di nuvole.
Gli alunni di Durmstrang presero posto al tavolo di Serpeverde, quelli di Beauxbatons si sistemarono all'estremità di quello di Grifondoro. Molly e Roxanne, insieme alle amiche, riuscirono a sistemarsi a poca distanza da loro. Li osservarono: Katie fu delusa nel constatare che ci fossero più ragazze che ragazzi. Sicuramente, erano molto più disciplinati rispetto agli studenti di Hogwarts: erano rimasti in piedi ad attendere che la loro preside si fosse seduta prima di fare altrettanto. Alcuni di loro sorrisero e si presentarono, altri si limitarono a guardarsi intorno intimiditi. L'unica eccezione fu rappresentata da due ragazze, che non degnarono di uno sguardo i loro coetanei britannici. Una aveva un cespuglio di capelli biondi, non molto dissimile da quello di Rose e della zia Hermione, l'altra era una bellissima ragazza dai lunghi capelli castani che scendevano lungo la schiena.

Il banchetto offriva un'enorme quantità di piatti tipici della cucina inglese, francese e del Nord Europa; nonostante questo le due ragazze trovarono lo stesso qualcosa da ridire. "Sai Angelica", esclamò la ragazza con il cespuglio in testa, rivolgendosi alla compagna, "dicono che gli inglosi cuscinano male. Io ponso invesce che non cuscinino affatto. Quosta carne è cruda".

Era evidente che la sua intenzione era quella di manifestare il proprio disprezzo, visto che aveva parlato con un tono di voce alto e in una lingua che non era la sua. Angelica aggrottò le sopracciglia e piluccò nel suo piatto. "Tu as raison, Monique, non so come riuscirò a sopravvivere qui".

Roxanne alzò gli occhi al cielo. Girandosi verso Monique e Angelica, gridò loro: "Oui, oui, ragazze, nionte paura! E' così che noi inglosi cusciniamo la carne di Acromantula!"

Le amiche sghignazzarono di fronte allo sguardo atterrito delle due ospiti straniere. Fortunatamente, queste ultime non trovarono nulla di cui lamentarsi quando i piatti di carne, pesce e verdure furono sostituiti dal dessert.

Ogni tanto, Molly lanciava un'occhiata al tavolo degli insegnanti. La McGrannit era al centro e cercava di fare conversazione con la preside di Durmstrang. Madama Maxime (Molly sapeva che si chiamava così per via dei racconti della zia Fleur) discorreva con il professor Hagrid. Sembrava esserci una certa simpatia tra loro. Notò anche una presenza nuova: un ometto basso e panciuto, che parlava con Babbling e la Spinnet. Doveva essere un impiegato ministeriale, di sicuro uno che aveva preso parte alla realizzazione del Torneo, anche se Molly non aveva idea di chi fosse. Alla sua destra sedeva il professor Lumacorno. Stranamente, quest'ultimo non stava prendendo parte alla conversazione dell'ospite; non sembrava proprio in vena di chiacchere quella sera. Appariva turbato e distratto, un atteggiamento che non gli si addiceva.

"Ehi, ragazze! Cosa gli è preso a Lumacorno?"

Le sue amiche si voltarono immediatamente, ma nessuna seppe rispondere. Nick-Quasi-Senza-Testa, il quale stava fluttuando nelle loro vicinanze, si avvicinò e sussurrò loro: "Non lo avete ancora saputo? Qualcuno ha rubato degli ingredienti dalla scorta personale del professore!"

"Che cosa?" 

Il fantasma di Grifondoro annuì. "Mentre Lumacorno aiutava gli altri insegnanti a decorare la Sala Grande, qualcuno è entrato nel suo studio e ha forzato l'armadietto".

Molly pensò istintivamente alla figura che aveva visto correre verso la foresta. Si domandò se fosse il caso di avvertire Lumacorno... In fondo, non era sicuro che lui (o lei) centrasse con il furto. Non voleva mettere nei guai nessuno.

Lanciò un'occhiata verso James, Fred e Louis. No, è impossibile... Erano alla festa. Se si fossero allontanati, qualcuno avrebbe notato la loro assenza. Inoltre non arriverebbero mai a rubare, nemmeno per uno scherzo... oppure sì?

Guardò in direzione degli altri tavoli. Osservò rapidamente i suoi compagni di scuola, senza riuscire ad individuare nessun palpabile sospettato. I suoi fratelli erano seduti, come al solito, vicino ai loro amici. Al tavolo dei Serpeverde, Evie era accanto a un ragazzo. Non sembrava godersi troppo la sua compagnia, però.

Non ho proprio idea di chi possa essere... Chi può essere talmente imbecille da rischiare l'espulsione? Aspetta, chi lo dice che il colpevole sia proprio uno studente? E se fosse un insegnante?

Il suo sguardò ritornò verso Lumarcorno e passò in rassegna gli altri professori. Si accorse che, a fianco della Turpin, c'era un posto vuoto. Qualcuno mancava all'appello, eppure tutti gli insegnanti e i presidi sembravano lì. Quale altro ospite era atteso?

Come a rispondere alla sua domanda, le porte della Sala Grande si aprirono improvvisamente.

"Buonasera a tutti! Scusate il ritardo..."

Tutti gli occhi erano puntati verso l'individuo che si stava dirigendo verso il tavolo degli insegnanti. Era un uomo alto e ben costruito. I suoi capelli erano neri e folti, i lineamenti del volto ben marcati, con una mascella squadrata. Anche se zoppicava leggermente, il suo passo era deciso. Qualunque fosse la sua età, non dimostrava più di una trentina d'anni. 

Molly lo riconobbe all'istante. Senza rendersi conto, afferrò il braccio di sua cugina ed esclamò: "Roxanne, è lui!"

"Ahi! Ma che ti prende?"

"Non l'hai riconosciuto?"

"Certo che l'ho riconosciuto... Adesso calmati però!"

Ma Molly non fu l'unica ad aver avuto quella reazione. Kate si era lasciata sfuggire un urletto. Molte persone si erano messe a sussurrare. 

"L'ho già visto nella Gazzetta del Profeta!"

"Per la barba di Merlino, ma è davvero lui?"

"E' davvero... Cyrus Clawson!"

Il Direttore dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici arrivò di fronte al tavolo degli insegnanti e tese una mano alla preside. "Mia cara Minerva, mi dispiace di essermi perso la cena, ma sono stato trattenuto da affari urgenti. In ogni caso, sono lieto di essere qui e ci tenevo a ringraziarla per aver accettato di tenere nella sua scuola questo meraviglioso evento".

La McGrannit lo fissò un attimo sbigottita - forse per la sua entrata improvvisa, o per la confidenza con cui le si rivolgeva - poi accettò la stretta di mano, mormorando un insicuro "Il piacere è mio".

Dopo che Clawson ebbe stretto la mano anche alle altre due presidi, si girò verso i quattro tavoli della Sala Grande. I suoi occhi brillavano di gioia, il suo sorriso era smagliante e sicuro di sé, la sua figura imponente faceva scomparire tutto quello che aveva dietro di sé. Molly, che non aveva dimenticato tutte le raccomandazioni dei suoi genitori, né quello che Shirley le aveva raccontato nella lettera, non poté fare a meno di provare ammirazione per lui. Quell'individuo era - non c'era altro modo per descriverlo - attraente


"Signore e signori" annunciò alla Sala, "il mio nome è Cyrus Clawson. Attualmente ricopro l'incarico di Capo del Dipartimento dei Giochi e gli Sport Magici. Ma, come immagino avrete già letto nella Gazzetta del Profeta e negli altri giornalacci in circolazione, sono prima di tutto un esploratore e un ricercatore. Non lavoro per un capo, ma sono al servizio della società magica".

Parlava con un tono solenne, quasi teatrale. Tutti nella Sala Grande avevano smesso di mangiare e tenevano gli occhi puntati su Clawson. Gli insegnanti lo guardarono increduli, spostando lo sguardo da lui alla McGrannit, la quale riuscì a mantenere un'espressione impassibile.

"Ma adesso basta parlare di quello che faccio" aggiunse poi frettolosamente, "ci tenevo piuttosto a presentarvi l'uomo il cui operato - insieme al mio, s'intende - ha reso possibile l'attuarsi di questo magnifico evento. Signori, facciamo un bel applauso al nostro Direttore dell'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale, il signor Alfred Gibbons".

Partirono alcuni applausi. L'ometto di mezza età seduto vicino al professor Babbling si alzò goffamente, facendo un cenno imbarazzato agli studenti. Il suo aspetto era nettamente diverso da quello di Clawson: oltre ad essere pingue ed avere i capelli diradati, aveva un'aria mite e tranquilla, nettamente in contrasto con quella esuberante del collega.

Molly, anche se non l'aveva riconosciuto all'istante, ne aveva già sentito nominare più volte da suo padre. Percy ne parlava sempre con rispetto, tuttavia molto spesso si lasciava sfuggire dei commenti del tipo "Se solo il signor Gibbons facesse questo" o "Spero che il signor Gibbons sistemi quest'altro", o addirittura "Possibile che il signor Gibbons non si opponga?".

"Bene," continuò Clawson, prima che gli applausi si fossero del tutto spenti. "Ora, è con mio più grande piacere - e onore - che annuncio l'inizio del Torneo Tremaghi. Prima di... Oh, Minerva! Hai anticipato il mio desiderio".

La McGrannit si era alzata e le si era affiancata. 

"Vi ringrazio, signor Clawson" disse con un sorriso forzato. "So bene quanto voi e il signor Gibbons abbiate lavorato nella realizzazione di questo Torneo. Sono certa che ricoprirete l'incarico di giudici in modo ottimo... assieme a me e alle altre presidi".

"Naturalmente...".

"Ora, come ben sapete..." la McGrannit si rivolse alla Sala, interrompendo Clawson prima che avesse nuovamente la possibilità di aprire la bocca. "... nel Torneo verranno selezionati tre campioni, uno per ciascuna scuola. Si possono candidare solamente gli studenti che hanno raggiunto la maggiore età. Ripeto, non verranno fatte eccezioni".

"Giusto, giusto... anche se, per quanto riguarda me, vi farei partecipare tutti", disse Clawson, rimirando la folla studentesca.

"Come stavo dicendo..." disse la preside, lanciandogli un'occhiataccia, "... ci sono delle istruzioni da seguire".

La McGrannit parlò per più di un quarto d'ora. Nel frattempo, Gazza trasportò un baule fino al tavolo degli insegnanti e lo posò sopra: da esso fu prelevato un enorme calice di legno, colmo fino all'orlo di alcune fiammelle blu.

"Questo è il Calice di Fuoco, lo strumento usato per selezionare i campioni. Naturalmente, attorno ad esso verrà tracciata una Linea dell'Età che impedirà ai minorenni di partecipare. Avete tempo fino al pomeriggio 31 ottobre per iscrivervi. Io, mi raccomando di una cosa..." qui la McGrannit esitò per un secondo. "... pensateci bene prima di mettere il vostro nome nel Calice. Questo non è un gioco. Le sfide che dovete affrontare sono vere. Non sottovalutate i pericoli a cui potreste andare incontro e non sopravvalutate voi stessi e le vostre capacità".

"Oh, suvvia, Minerva" disse Clawson, ridendo. "Per me si sta ingigantendo la cosa. Quale altra occasione migliore per i ragazzi di dimostrare il proprio valore? Pensi a quanto sono fortunati. Devo ammettere che li invidio. Se fossi in loro, farei carte false pur di partecipare a questo Torneo".

La preside fu sul punto di rispondergli un modo sgarbato, poi ci ripensò e disse agli studenti: "Vi prego, non fatevi ingannare dal premio. Una somma di denaro, per quanto grande possa essere, non vale di certo la vostra vita, né la vostra salute...".

"Denaro? Ma quale denaro!" esclamò Clawson, con una risata. "Mia cara Minerva, lei banalizza tutto il senso del Torneo e sottovaluta questi ragazzi. Come se si facessero sedurre facilmente da una vile somma di denaro... la sfida, il pericolo, l'avventura, la fama... queste sono le cose per cui vale la pena di vivere la vita".

La McGrannit contrasse le labbra e corrugò le sopracciglia. Sembrava sul punto di aggiungere qualcosa, ma poi concluse: "Credo che questo sia tutto. Mi raccomando, ricordate le mie parole. Buonanotte a tutti".

Gli studenti di Hogwarts attesero l'uscita di quelli di Beuxbatons e Durmstrang, prima di recarsi ai propri dormitori. Fred, James, Louis e Roxanne si misero a discutere energicamente davanti al fuoco. Molly si sarebbe unita a loro, ma in quel momento la sua testa era così colma di tutte le questioni della giornata - Luke Davies, il furto ai danni di Lumacorno, Cyrus Clawson - che preferì andarsene a letto. Per sua fortuna, tutte le ragazze erano ancora giù, e Molly fu libera di svestirsi e lavarsi in pace, dando libero sfogo ai suoi pensieri senza essere disturbata.  
 
~o~

Durante il weekend, Molly riuscì a malapena a concentrarsi sui compiti. Appena iniziava a scrivere un tema, oppure a rileggere un paragrafo, la sua mente iniziava a vagare. Non che fosse una novità. In fondo, le capitava spesso di perdersi nei meandri dei suoi pensieri. Tuttavia, questa volta si stava addentrando in sentieri pericolosi. Un'idea folle le si stava formando nella mente tuttavia, prima che potesse darle la possibilità di assumere una forma definita, lei la scacciava via. Poi però, la stessa idea si rigenerava e le si ripresentava in forme più allettanti.

Molly sperò di distrarsi un po' durante il pomeriggio, mentre era con la sua famiglia. Tuttavia, anche ora i pensieri continuavano ad assalirla. Artie le stava parlando, ma lei non lo sentiva. Fred e Roxanne discutevano ad alta voce, ma sembravano lontani. Lei rideva automaticamente e rispondeva a monosillabi, senza però prestare attenzione a cosa le stavano dicendo. Lucy si accorse che lei stava rimuginando su qualcosa, ma lei rispose di essere solo stanca.

Nel frattempo, il Calice aveva già accolto le prime iscrizioni e rifiutato diversi tentativi da parte di minorenni. I ragazzi di Beuxbatons entrarono ordinati e vi misero dentro i propri foglietti. Lo stesso fecero James, Louis e Fred; suscitando una sorta di baraonda attorno a loro. Mason e Dood aspettarono il momento buono in cui la Sala Grande fosse piena di gente e, soprattutto, di farlo sotto gli occhi di Molly e Roxanne. Anche se non la videro di persona, vennero a sapere che anche Gertrude Gray aveva messo il proprio nome nel Calice. 

Durante la lezione di Rune Antiche, Evie (che si era seduta vicino a lei e ad Edward) disse: "Se potessi, mi iscriverei. Purtroppo il mio compleanno è a dicembre. Triste, eh?"

Molly le chiese: "Te sai chi sono quelli della tua Casa che vorrebbero partecipare?"

"Praticamente tutti. Alcuni minorenni sono finiti in Infermeria per aver tentato di attraversare la linea d'età", Evie ridacchiò, poi aggiunse, "Mulciber aveva una barba lunga tre metri".

Il numero degli iscritti ingrandiva sempre di più. Durante i pasti, Polly Chapman forniva l'elenco ad alta voce di tutti quelli che erano passati - anche per sbaglio - davanti al Calice: "Patricia Dahl e Nathan Smith si sono iscritti questa mattina" diceva tra un boccone e l'altro, "poi ho anche visto che Ralph Finnigan continua a girarci intorno... come se avesse il coraggio di partecipare al Torneo! Anche se mettesse il proprio nome, non diventerebbe mai campione di Hogwarts!"

Molly ascoltava rapita tutti questi discorsi, fissando il vuoto. Era la prima volta che provava interesse per i discorsi della Chapman. 

"Ehi, tutto bene?" fu Roxanne a distoglierla dai suoi pensieri.

Sbatté le palpebre. Si accorse con imbarazzo che le sue amiche la stavano fissando. Si rese conto, suo malgrado, di arrossire. Riuscì a mormorare: "Eh? Ah, sì. Certo".

Chloe le disse: "Non hai toccato cibo".

Molly fissò per un attimo il suo piatto colmo di pollo e patate arrosto che si era servita senza rendersene conto, prima di allontanarlo leggermente. "Lo so, il fatto è che... non ho molta fame. Stavo pensando... che sono un po' indietro con i compiti".

Sua cugina sollevò un sopracciglio. Non se la beveva. La conosceva fin troppo bene. "A cosa stai rimuginando?"

Riuscì ad inventare volo una ragione per spiegare la sua apatia. "Stavo pensando che... è strano che Clawson e Gibbons siano andati via. Non dovevano rimanere qui?"

"Per quale ragione?" esclamò Roxanne. "'Noi uomini del Ministero siamo molto impegnati', come dice lo zio Perce, vero?"

Molly fece un sorrisetto forzato. Lauren la fissò: "Sul serio stavi pensando a quei due? Fossi in te, non starei più nella pelle per domani!"
 
Questa volta, il suo sorriso fu più sincero. I suoi compleanni la mettevano sempre di buon umore, ma questo sarebbe stato ancora più speciale. Ora che ci pensava, quelle erano le ultime ore che trascorreva come strega minorenne. Forse è meglio che mi goda quel che resta di questo giorno. Domani invece prenderò la mia decisione.

In questo capitolo abbiamo conosciuto - anche se non ancora del tutto - gli organizzatori del Torneo. Domani sarà una giornata speciale per la nostra Molly. Non solo perchè compie gli anni, ma anche perchè dovrà fare una scelta che potrà cambiare o meno il corso della sua vita. Sarà una scelta saggia? Vedremo.

Intanto, cosa ne dite di questo capitolo?

Stay tuned ;)
 
   
 
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