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Autore: Andrea Micky    11/02/2020    0 recensioni
[animaniacs]
Questa storia é la parodia del più celebre canto dell'odissea, ossia l'incontro tra Ulisse e Polifemo, a cui si aggiungono i Warner.
ANIMANIACS and relative characters are copyright of WARNER BROS
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Polifemo e i Warner
by Andrea Micky

La nave del prode Ulisse ,diretta verso Itaca, stava solcando il mare in tempesta, quando la vedetta urlò “Naufraghi a babordo”.
Infatti, in lontananza si vedevano 3 sagome che cercavano di rimanere in piedi su quella che sembrava una lunga ma stretta zattera di legno e Ulisse ordinò “Cerchiamo di avvicinarci e traiamo in salvo quei naufraghi”.
Ma non fu necessario fare nulla, poiché una gigantesca onda si innalzò dal mare e sollevò la zattera con i suoi 3 passeggeri in alto, dirigendosi poi verso la nave.
Ulisse udì i 3 naufraghi urlare “cowabunga” prima che l'onda si abbattesse sul ponte, travolgendolo.

Quando l'eroe greco si riprese, vide davanti a se 3 strane creature simili ad animali antropomorfi, ovvero Yakko, Wakko e Dot Warner.
“E voi chi siete?” domandò sorpreso.
“Noi siamo i Warner brothers” si presentarono i 2 maschi.
“E la Warner sister” si presentò la femmina.
“Non mi pare di avervi visto durante l'assedio di Troia” rifletté Ulisse.
“Assedio di che? Ma tu chi sei?” domandò Yakko.
“Io sono Ulisse, re di Itaca e grande condottiero greco” si presentò l'eroe.
“Al solito: i protagonisti di un cartone non possono andare a fare surf, senza ritrovarsi in qualche vecchia storia” brontolò Wakko.
“Almeno adesso possiamo fare un toga party” notò Dot.
I 3 fratelli ruotarono su se stessi e quando smisero indossavano delle toghe e si misero a danzare, ripetendo “Toga, toga, Toga!”.
“Forse farei meglio a ributtarli in acqua” rifletté Ulisse.
 
“Signore, cosa ne facciamo dei 3 naufraghi?” chiese uno dei soldati, interrompendo le riflessioni di Ulisse.
Questi osservò i 3 fratelli ,ancora intenti a ballare, e ordinò “Per adesso mettiamoli nella stiva, poi si vedrà”
Il soldato ubbidì, ma poco dopo arrivò di corsa il cuoco di bordo, che avvertì “Ulisse, siamo rimasti senza viveri”.
“Come é possibile? Avevamo la stiva piena” obbiettò Ulisse.
“Uno dei 3 naufraghi si é pappato tutto” spiegò il cuoco.
Sbalordito, Ulisse corse nella stiva e ci trovò Wakko, con la pancia gonfia come un otre.
“Come hai fatto a papparti tutto?” sbraitò Ulisse, afferrando il Warner e scuotendolo energicamente.
“Avevo fame e ho fatto uno spuntino” spiegò Wakko.
“Io non lo scuoterei così, se fossi in lei” suggerì Yakko.
“E perché?” volle sapere Ulisse, nello stesso istante in cui Wakko emise un rutto tremendo che lo spogliò, lasciandolo in mutande.
“Ecco perché” rispose Yakko.
“Dobbiamo raggiungere qualche isola e fare rifornimento, ma potrebbero volerci dei giorni per trovarne una” disse preoccupato Ulisse, mentre si rivestiva.
“Isola a prua” avvertì in quel momento la vedetta.
“Una gran bella coincidenza” disse Dot.
“Dirigiamoci là, allora!” ordinò Ulisse, guardando con diffidenza i 3 Warner.

La nave greca raggiunse presto l'isola, ma proprio quando venne gettata l'ancora, l'equipaggio notò un cartello con su scritto ATTENZIONE: PERICOLO CICLOPI.
“Cos'é un ciclope?” chiese Dot.
“E sopratutto sarà buono da mangiare?” volle sapere Wakko.
“Non lo so, ma deve essere qualcosa di grosso” ipotizzò Yakko.
“E come fai a dirlo?” domandò Dot.
“Guarda lì” rispose Yakko, indicando una gigantesca orma.
“Prendo la padella grande” disse Wakko, frugando nel suo sacco speciale.
Alla vista di quell'orma gigantesca, all'equipaggio si gelò il sangue nelle vene, ma Ulisse disse risoluto “Dobbiamo scendere a terra per procurarci delle provviste. Chi é con me?”.
Tutti i membri dell'equipaggio si dileguarono istantaneamente e il condottiero greco sbraitò “Siete degli smidollati!”.
“Coraggio Ulisse, ti accompagneremo noi” promise Yakko.
“Che bello: una gita di famiglia” disse Dot, già vestita per l'occasione.
“Meno male che ho la macchina fotografica” rincarò Wakko, estraendo una fotocamera dal suo sacco speciale.
Ma inavvertitamente, Wakko scattò una foto e Ulisse venne abbagliato dal flash e indietreggiò, finendo così fuori bordo.
“Capitano in mare” avvertì Yakko.
“Ma cosa ho fatto di male per meritarmi voi?” chiese Ulisse.

Una volta sceso a terra, il quartetto si diresse verso una grotta lì vicino.
Una volta entrati, i 4 visitatori trovarono un grande mucchio di formaggi accatastati, numerose conche piene di latte ed un recinto pieno di pecore; ma la cosa che li interessò maggiormente, fu un giaciglio abbastanza grande da contenere una mezza dozzina di persone nello stesso momento.
Wakko si avvicinò ad uno dei formaggi, ne staccò un pezzetto ed ingoiò il resto, dichiarando “Questo formaggio é squisito”.
“Allora prendiamone più che possiamo e torniamo subito alla nave!” ordinò Ulisse.
“Quello che hai in mente di fare non é molto onesto” obbiettò Dot.
Improvvisamente, sulla soglia della grotta apparve un essere gigantesco simile ad un uomo barbuto, ma con un solo occhio in mezzo alla fronte.
“Un mostro!” urlò terrorizzato Ulisse.
“Io sono Polifemo. E voi chi siete?” domandò il mostro, mentre chiudeva l'entrata della grotta con un grosso macigno.
“Nessuno” rispose Ulisse, nascondendosi dietro una pecora.
“Io mi chiamo Voi siete” si presentò Yakko.
“Io mi chiamo Un branco” si presentò Wakko.
“Io mi chiamo Di idioti” si presentò Dot.
“Bene, Bene! Adesso vi papperò tutti” annunciò ghignando Polifemo.

“Un momento!” si oppose Yakko, vestito da cameriere con tanto di baffi alla francese.
“Che c'é?” volle sapere il ciclope.
“Lei non può mangiarci senza aver prima gustato il nostro antipasto speciale a base di pollo” spiegò il Warner, spingendo un carrellino con sopra un grosso pollo arrosto (in realtà, una botte di TNT con la miccia accesa).
Polifemo alzò le spalle e ingoiò in un sol boccone la pietanza, che subito gli esplose nello stomaco facendolo crollare a terra, mentre dalle sua bocca usciva una nuvola di fumo nero.
“Quì ci vuole un dottore” sentenziò Wakko, con indosso un camice.

I 3 Warner entrarono nella bocca dell'esanime Polifemo e si dedicarono alle attività più svariate: Dot si mise a giocherellare con le tonsille, Wakko iniziò a scalpellare i denti e infine Yakko spruzzò del deodorante nella bocca del ciclope.
Tali attività finirono però col destare Polifemo, che pensò bene di masticare i suoi ospiti; ma questi gli bloccarono tempestivamente la mascella con dei cric.
Sforzandosi al massimo, Polifemo cercò di masticare e dopo molti tentativi ci riuscì, sentendo però solo uno sgradevole sapore di ferro in bocca, seguito da un acuto dolore, perché si era morso la lingua.
E fu quello il momento in cui il ciclope notò che i Warner erano usciti dalla sua bocca e lo fissavano sorridenti.
“La sua bocca é a posto. E adesso che si fa?” chiese Wakko.
“Adesso si mangia!” ringhiò il ciclope infuriato, avvicinandosi alle sue prede.

“Altolà! Non puoi mangiarci finché non sarai in ordine” intimò Dot, estraendo una valigetta contenente tutto l'occorrente per truccarsi.
E prima che il ciclope potesse protestare, Dot gli si arrampicò sulla testa e a super velocità gli fece delle treccine con fiocco rosa a barba e capelli, gli incipriò la faccia e gli applicò l'ombretto sulla palpebra.
“Quasi perfetto” giudicò Dot, strappando un pelo dal naso di Polifemo.
Questi cacciò un urlo di dolore e spiccò un gran salto, andando a sbattere contro una stalattite, per poi cadere a terra svenuto. 
I 3 Warner gli si avvicinarono, ma subito il ciclope si riprese e li bloccò, coprendoli con le mani.
“Poveretti! Sono spacciati” sentenziò Ulisse, che non si era mai mosso dal suo nascondiglio.

Ma non appena Polifemo aprì le mani, vide che i 3 Warner erano seduti in cerchio, ad ammirare il contenuto di una scatoletta, facendo commenti estasiati.
Incuriosito, il ciclope tentò di sbirciare ma i Warner se ne accorsero e cambiarono posizione impedendoglielo; la cosa si ripeté un paio di volte, fino a che Yakko gli chiese “Vuoi guardare anche tu?”.
“Certo” rispose il ciclope.
Yakko allora gli mise davanti alla faccia la scatoletta, da cui uscì un gigantesco guantone da boxe, che colpì Polifemo proprio nell'occhio.
“Aaaaah!!!Il mio povero occhio! Mi avete accecato!” urlò il ciclope furioso.

I 3 Warner si nascosero in mezzo alle pecore proprio quando una voce proveniente da fuori chiese “Polifemo, chi ti ha accecato?”.
“Nessuno e Voi siete Un branco Di idioti” rispose Polifemo che ,solo in un secondo momento, si rese conto di ciò che aveva detto. Ma Polifemo non ebbe il tempo di chiarire la situazione, perché il masso che bloccava l'entrata venne improvvisamente spostato e 3 ciclopi infuriati ,al cui confronto Polifemo era uno scricciolo, entrarono nella grotta.
E senza dire nulla, i 3 ciclopi circondarono il loro compagno e si misero a picchiarlo, senza notare Ulisse e i Warner uscire dalla grotta, nascosti sotto il ventre di altrettante pecore.
Prima di lasciare la grotta però, il gruppo riuscì a mettere buona parte del formaggio di Polifemo nella borsa di Wakko, risolvendo così il problema dei rifornimenti.

Il viaggio fu lungo, ma alla fine la nave di Ulisse approdò ad Itaca.
“Ah, casa dolce casa! Non vedo l'ora di riabbracciare la mia dolce sposa Penelope” dichiarò Ulisse che ,una volta sbarcato, si diresse subito verso la sua casa, che era piuttosto vicina al punto d'attracco.
“Penelope, sono tornato!” annunciò il condottiero, entrando nella sua dimora.
E subito, una voce femminile infuriata gli rispose “Ah, sei qui brutto furfante. Dove ti eri cacciato? Sono anni che ti aspetto!”.
Alla voce di Ulisse che si giustificava dicendo “Ma cara, io....” seguì una lunga serie di rumori, che si concluse solo quando Ulisse uscì di corsa dalla sua casa, inseguito dalla moglie (una donna grande e grossa) armata di mattarello.
Dalla nave, i 3 Warner osservarono tutta la scena e ,rivolgendosi direttamente al pubblico, commentarono all'unisono “Quella é proprio una dolce mogliettina!”.

FINE

   
 
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