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Autore: Andrea Micky    11/02/2020    0 recensioni
[animaniacs]
Sebbene non siano fra i personaggi più seguiti, adoro Rita e Runt e li ho resi protagonisti di questa storia, ambientata nella capitale del Nevada.
ANIMANIACS and relative characters are copyright of WARNER BROS
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mille luci di Las Vegas
by Andrea Micky

Rita e Runt erano in cammino da diversi giorni nel deserto del Nevada, quando finalmente scorsero in lontananza la scintillante Las Vegas.
“Guarda là Rita: quella é Las Vegas, decisamente Las Vegas” disse eccitato Runt.
“Bene” rispose Rita, che guardando il cielo cantò:
“A Las vegas si scommettono le fiches
ma noi puntiamo il nostro futuro
e se vinciamo niente più notti all'addiaccio e solitudine
ma un riparo assicurato e tanto amore ci sarà per noi”
“Accidenti Rita, sei un cane che canta veramente bene” si complimentò Runt.
“Una di queste volte dovrò dirglielo” borbottò la gatta sotto voce.

I 2 randagi erano a pochi chilometri dalla loro destinazione, quando incrociarono 2 uomini che andavano in senso opposto a loro: uno era grasso e pelato, con indosso una maglietta bianca e dei pantaloni blu, mentre l'altro aveva i baffi, portava gli occhiali e indossava un maglione verde con dei pantaloni grigi.
Quest'ultimo, vedendo i 2 randagi, disse “Ecco una scusa per le nostri mogli: abbiamo dovuto cercare il padrone di quei 2 animali”.
Ma il primo ribatté sospirando “Oh Ned, non sei proprio capace di inventare delle scuse credibili. Piuttosto, ripassiamo la storia del rapimento alieno”.
“Ehi Rita, ma quei 2 non li abbiamo già visti da qualche parte?” domandò Runt.
“No!” rispose la gatta, senza neppure voltarsi per verificare.

Una volta arrivati in città, Rita e Runt si ritrovarono immersi un mare di gente, che sciamava illuminata dalle lucenti insegne dei casinò.
“Accidenti Rita, guarda quante belle luci ci sono” disse Runt.
“Lascia perdere le luci e tieni gli occhi aperti per degli eventuali padroni” gli ordinò Rita.
Obbedendo agli ordini, Runt si guardò intorno e indicando un bar domandò “Che ne dici di quello?”.
Guardando nella direzione indicata, Rita vide un uomo (simile a Nicholas Cage) che si stava scolando una bottiglia di vino dopo l'altra, mentre una donna (simile a Elisabeth Shue) gli diceva “Penso che tu abbia già bevuto abbastanza”.
“No, quello é troppo problematico” sentenziò Rita.
“E di quell'altro che ne dici?” domandò Runt, indicando una gioielleria.
Guardando nella direzione indicata, Rita vide un uomo (simile a William Petersen) che stava dicendo al suo team “Transennate la scena col nastro della polizia. Dopo di che, cercate eventuali prove, ma state attenti a non contaminarle durante la catalogazione”.
“No, quello é troppo attaccato al suo lavoro” sentenziò Rita.
“E di quei 2 che ne pensi?” chiese Runt, indicando un coppia seduta al tavolo di un ristorante.
Tendendo le orecchie, Rita sentì che l'uomo (simile a Robert Redford) diceva “Coraggio, devi solo uscire con quel miliardario e lui ci darà un milione di dollari in cambio” e la donna (simile a Demi Moore) rispondeva “Effettivamente, é una grande occasione”.
“Meglio che non ti dica ciò che penso” brontolò disgustata Rita, mentre si dirigeva verso una nuova zona.

Da un autobus scese una coppia di mezza età, seguita da un facchino che portava in braccio le loro valige.
“Eccoci a Las Vegas per la nostra seconda luna di miele, cara Janet” disse il marito.
“Oh Reginald, hai avuto un'idea bellissima” ammise la moglie.
“Ecco la coppia che fa per noi: affiatata e senza grilli per la testa” stabilì Rita.
La coppia interessata stava per entrare in un lussuoso hotel, quando i 2 randagi l'affiancarono e si misero in posa.
Ma infastidito, il marito sbottò “E questi 2 sacchi di pulci cosa vogliono? Walterson, interviene subito”.
A quelle parole, il facchino della coppia mollò il suo carico di valige e si rivelò essere un poliziotto, che subito estrasse la pistola.
“Diamocela a gambe, Runt!” incitò la gatta, partendo a tutta velocità.

Rita e Runt corsero a perdifiato, fino a quando giunsero in un vicolo buio.
“Accidenti Rita, e ora che si fa?” chiese Runt.
“Per adesso cerchiamo qualcosa da mangiare e poi ricominceremo la nostra ricerca di un padrone” stabilì la gatta.
Immediatamente, alle narici dei 2 animali giunse un delizioso odore di carne, che proveniva da una bistecca lasciata a pochi metri da loro.
“Guarda Rita: si mangia, decisamente si mangia” esultò Runt, correndo verso il cibo.
“Non mi fido, Runt. E neanche tu dovresti....” disse, Rita, mentre il suo compagno addentava la carne.
E fu proprio quello il momento in cui un grosso retino intrappolò i 2 randagi, mentre una voce diceva “Ne abbiamo presi altri 2”.
Successivamente, Rita e Runt vennero caricati a bordo di un furgone, che partì a tutta velocità.
“Oh, ma che gentili. Prima ci offrono la cena ed ora ci portano in una nuova casa” disse Runt.
“Oh Runt, quando vorrei avere la tua stessa ottimistica stupidità” sospirò Rita.

Il furgone concluse la sua corsa davanti ad un fatiscente capannone.
All'interno dell'edificio c'era un stanza piena di gabbie contenenti diversi cani e fu proprio in una di queste gabbie che Rita e Runt vennero sbattuti.
“Hey Rita, questa casa mi ricorda il canile in cui ci siamo conosciuti” ammise Runt.
“Io temo che sia molto peggio” ribatté Rita mentre si guardava intorno.
E come conferma di quell'impressione, nella stanza entrò un uomo alto e secco con indosso un camicie da dottore.
“Allora dottore, che ne pensa della nostra caccia?” chiese uno dei 2 uomini.
Esaminando le gabbie, il dottore sentenziò “Niente male. Ma qui c'é un gatto”.
“Oh, ci scusi” disse l'altro uomo.
“Non fa niente: prendetelo e portatelo nel mio laboratorio” ordinò il dottore.
“Oh-ho!” esclamò spaventata Rita.
Premendo un pulsante su di una console, il dottore aprì la gabbia, mentre uno dei suoi scagnozzi prendeva Rita e la metteva in un trasportino.
Di fronte a quella scena, la sola cosa che Runt riuscì a fare fu chiedersi “Ma se qui c'e un gatto, perché hanno preso Rita?”.

Il trasportino di Rita venne appoggiato sopra un tavolo di metallo, accanto ad una gabbia contenente un criceto. 
Contemporaneamente, il dottore impugnò una siringa piena di liquido verde e Rita sfoderò le unghie dicendo “Se quel tipo mi sforacchia, gli affetto la faccia”.
“Il mio composto é pronto, ma prima di tutto bisogna provarlo su  un soggetto di piccole dimensioni” spiegò il dottore, mentre praticava un'iniezione al criceto che stava nella gabbia.
Sotto lo sguardo attento di tutti i presenti, il piccolo roditore cominciò a girare rapidamente su se stesso e quando smise, era diventato una versione in miniatura di Taz (il celebre diavolo della Tasmania) e cominciò ad accanirsi ferocemente contro gli oggetti presenti nella sua piccola prigione.
“Funziona! -esultò il dottore- Iniettando il mio composto nei cani che avete preso, vinceremo tutti i combattimenti clandestini di Las Vegas”.
“Ecco cosa c'é sotto” pensò Rita.
“Ma prima di provarlo su cani, urge un secondo test” precisò il dottore, aprendo la gabbia di Rita.
Ma la felina, tenendo fede alla parola data, graffiò con decisione la mano dell'umano e schizzò fuori dal trasportino più veloce che poteva; gli altri 2 uomini cercarono di fermarla, ma riuscirono solo a darsi una reciproca testata.
Con una serie di balzi, Rita saltò su di un armadio posizionato accanto ad una finestrella, da cui la gatta uscì.
Una volta fuori dall'edificio, Rita si fermò un momento a riprendere fiato e sentì il dottore dire “Non importa: useremo il mio composto per vincere l'incontro clandestino di stasera”.
“E che cane usiamo?” gli chiese uno dei complici.
Il dottore rifletté “Per massimizzare la nostra vincita, tutti dovrebbero scommetterci contro. E perché tale avvenimento si realizzi, ce ne servirebbe uno dall'aspetto pacifico”.
“Allora suggerirei di usare l'ultimo che abbiamo preso” propose l'altro complice, alludendo a Runt.
“Ottima idea. Preparo subito una dose del mio composto” disse il dottore, mettendosi subito al lavoro.
“Devo fare subito qualcosa” rifletté Rita, a cui venne presto  un'idea.

La coppia di mezza età era seduta al tavolo di un ristorante in attesa di essere servita, mentre Walterson aspettava fuori dal locale.
Ma proprio quando la cena venne servita alla coppia, Rita balzò all'improvviso dentro al ristorante attraverso una finestra aperta ed arraffò la portata principale (un succulento arrosto), per poi svignarsela rapidamente.
“Ehi gattaccia, riporta subito qui la nostra cena” le ordinò l'uomo, ottenendo come risposta una linguaccia da parte della felina.
Furioso, l'uomo ordinò “Walterson, prendi quella gatta e dalle una bella lezione”.
“Subito, signor commissario” rispose Walterson, che borbottò “Quante grane si devono sopportare per far felici i propri superiori”.
“Si, bravo. Seguimi senza fare storie” disse Rita, mentre fuggiva.

Inseguita dal poliziotto, Rita corse a perdifiato fino all'edifico da cui era fuggita alcuni minuti prima.
Un volta giunta a destinazione, la gatta si sedette vicino alla finestrella usata per la sua fuga e lì rimase fino all'arrivo di Walterson.
Questi aveva appena detto “Ti ho presa, finalmente” quando udì i discorsi del dottore e dei suoi complici a proposito di incontri clandestini e composti illegali; e capito cosa bolliva in pentola, Walterson usò il suo walkie-talkie per chiamare i rinforzi.

Il dottore aveva appena finito di preparare una dose abbondante del suo composto, quando una voce proveniente da fuori intimò “Polizia! Uscite con le mani alzate”.
“Svignamocela dall'uscita d'emergenza” propose uno dei furfanti, parlando a bassa voce.
In silenzio, il dottore e i suoi scagnozzi lasciarono il laboratorio e si diressero verso l'uscita d'emergenza del capannone, che si trovava nella stanza con le gabbie dei cani.
Ma non appena il trio mise piede nella stanza in questione, si ritrovò faccia a faccia con tutti i cani che aveva catturato, liberi e sopratutto infuriati.
“Ma come hanno fatto a liberarsi?” chiese il dottore, il cui sguardo si posò su Rita e Runt: la gatta era seduta nei pressi della console con un sorriso malizioso sul muso, mentre il cane era intento a premere i vari pulsanti col naso.
A quel punto, ai cani non restò altro da fare che avventarsi sui 3 uomini e ottenere la giusta vendetta.

Rita e Runt se la svignarono subito prima prima che la polizia facesse irruzione nell'edificio e tornarono in città.
“Beh, non si può dire che Las Vegas ci abbia portato fortuna” brontolò Rita.
“E ora che si fa?” chiese Runt.
In quello stesso istante, una coppia vestita da texani uscì da un casinò dichiarando “Yupii! Abbiamo sbancato. E adesso, ce ne torniamo a Huston”.
“Yeah! Nel nostro amato Texas” confermò la donna, mentre apriva la porta di un camper.
“Che ne dici, Runt? Seguiamo quei 2?” propose Rita.
“Per me va bene, decisamente bene” rispose il cane.
E salendo sulla scaletta posteriore del camper, Rita e Runt si nascosero sul tetto del veicolo, che partì conducendoli verso una nuova avventura.

FINE

   
 
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