Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Martin1256    19/02/2020    0 recensioni
Atena era convinta al cento per cento che tutto quello che le succedeva non era solo per le scelte sbagliate che aveva Fatto, di certo non era nemmeno colpa del suo nome totalmente ridicolo. Per questo non riesce a capire come mai si ritrova di nuovo in situazione decisamente poco piacevole. Eppure aveva solo diciannove anni, era davvero troppo giovane per morire.
Forse è proprio per questo che l'universo decide di darle una seconda possibilità. Per questo Di certo non si aspetta di svegliarsi nel mondo del suo fumetto preferito, davanti ai pirati che l'hanno accompagnata fin dall'inizio della sua adolescenza.
Ff parecchio personale, ho deciso di raffigurare il mondo e i Personaggi di One Piece in chiave più realistica, sopratutto i personaggi che sono resi molto meno personaggi da fumetto e più come personaggi da libro. Ho cercato di immaginare come un mondo pieno di pirati spietati, guerre e schiavitù possa realmente essere.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“ Perfetto, quel manico mi ha drogato, molto probamente stuprato e poi mi ha uccisa e scaricata in un pozzo. Non è vero qualsiasi divinità ci sia la sopra? Mi hai dato una vita problematica, una carattere del cazzo e una sfiga della madonna, poi mi hai fatto morire in quel modo merdoso, cos’è questo un modo per chiedermi scusa? Bhè visto come sono andate le cose fino ad ora, sappi che sono delle scusa proprio merdose!”
“ Scusa, ma tu dovresti lasciare che il nostro dottore ti visiti, non sembri stare molto bene.”
Atena guardò la gatta ladra davanti a lei che la fissava preoccupata, ma in fondo lei era morta ed ora si trovava in quel mondo creato come suo aldilà, tanto non aveva nulla da pardere. Guardò la ragazza, si sentiva ancora un po’ ubriaca, la droga doveva essere ancora in circolo.
“ Voi volete davvero curarmi? Perché in molti si sono offerti di farlo anche se in realtà volevano fare ben altro.”
“ Certo che volgiamo curarti! Ma che modi!”
“ Sicura? Nessuno che mi vuole picchiare? Stuprare? Uccidere? Legare ed usare come oggetto sessuale fino a che non schiatto? Perché tutte le richieste che ho avuto fino ad ora sono state queste?”
Lei sapeva che nei fumetti loro non lo avrebbero mai fatto, ma quello non era un fottuto fumetto, era uno strano mondo dopo la morte e in fondo erano comunque dei pirati. Guardò oltre ragazza e si soffermò ad osservare il ragazzo muscoloso con i capelli verdi e le tre katane nella cintola, come nerd si era follemente innamorata di Zoro a tredici anni, poi era cresciuta e a diciannove lo riteneva ancora il suo sogno erotico più bello e invitante, certo Chris Hemsworth gli dava del filo da torcere ma Zoro aveva sempre il primo posto nel suo cuore, una volta ad una fiera del fumetto era anche riuscita a farsi un cosplayer parecchio credibile. Quello però era lui, più figo di quello che poteva immaginare e nemmeno il cuoco non se la cavava male, per niente male. Si mise una mano sulla faccia, doveva tenere a freno quella sua mente pervertita maniaca. Tutti la stavano osservando, soprattutto Rufy, con sorriso furbetto sul volto che Atena riusciva a riconoscere, sospirò e pensò al tatuaggio, subito la calma la pervase.
“ Scusatemi, ho un carattere del cavolo però questo non mi giustifica. Diciamo che non sono dell’umore migliore possibile, credo di essere morta questa notte e forse ho una commozione celebrale. Io mhmm, accetterei con piacere il vostro aiuto.”
Si passò la mano tra i capelli, stanca e imbarazzata, venne afferrata con una sorprendente e inaspettata delicatezza dal ragazzo con il capello di paglia che la osservava sorridente.
“ Bene Allora! Nami, Chopper, Zoro ed io la portiamo alla nave. Voi altri andate a fare gli acuisti necessari.”
“CHE?! Tu non ti aspetti sul serio che io lasci questa bellissima ragazza in difficoltà nelle mani di quel buzzurro, dai capelli verdi vero?”
“ Forse il capitano vuole evitare che un altro pervertito le rivolga la parola fino a che non si riprendere, Brutte sopracciglia a girandola!”
“ Come se quello lì avesse ascoltato quello che questo angelo diceva! Testa d’alghe!”
“ Prova a ripeterlo brutto . . “
Due colpi ben assestati da parte della navigatrice ed entrambi si zittirono.
“State zitti! Sanji tu devi comprare il cibo perché sei il cuoco razza id  idiota, vuoi lasciare che sia Usopp a scegliere? No?! bene quindi fila! Tu invece vedi tenere il tuo caratteraccio a bada . . . “
Forse fù colpa della stanchezza, o del sangue che ancora le colava dalla testa, o magari per le droghe che ancora non se ne erano del tutto andate, molto più probabilmente fù per tutto quanto assieme che si ritrovò ad essere presa al volo dalla forma semi umana di Chopper.
“Hei tutto bene! Serve un dottore!”
“ Sei tu il dottore idiota! Hei tutto bene? Come ti chiami?”
Guardò la figura della ragazza che si faceva sempre più sfocata.
“ Sono Atena . . . vi ho detto che sono stata drogata . . . no perché mi sembra importante . . . “
Non finì la frase, divenne tutto nero svenne tra le braccia morbidose e muscolose della renna.
 
 
“Aspettate un secondo? Mi stai dicendo Robin che io non sono morta? che questo non è una specie di mondo dopo la morte o cazzate del genere?”
“ Esattamente Atena chan, tu sei viva e vegeta hai solo attraversato una porta che ti ha portato dal tuo mondo al nostro. Ci hai raccontato quello che è successo e un po’ mentre deliravi perla febbre un po’ per esasperazione ci hai raccontato della sua presunta vita da viva. Credo che tu viva lo sia ancora, solo in un altro mondo.”
Ok Atena ricordava quella parte in qui si aera vegliata e si era sfogata prima di ricadere nel sonno, però insomma viaggiare tra i mondi? Troppa fantascienza per un contesto del genere.
“ Spiegati meglio Robin, perché sono un paio di cose sui viaggi inter dimensionali, sempre nell’ambito della fantascienza e nerdate del genere e credimi non sembra che questo mondo sia portato per cose del genere.”
La donna si sistemò sulla sedia calma e sorridente, ok lo ammetteva, per quanto le stava simpatica quel suo essere sempre calma la innervosiva e un po’ la irritava.
“ Siamo venuti su quest’isola per studiare dei reperti antichi, leggende sui frutti del diavolo e sull’isola. Una leggenda, la più antica in realtà e quella che sembra più plausibile visto che il cambiamento che racconta e basato su fatti reali raccontati dei libri di storia dell’isola è esattamente in linea con quello che è successo. Si dice che un tempo l’isola non fosse altro che un cumulo di terra arida e senza vita, un gruppo di uomini donne e bambini aveva fatto un patto con una nave pirata che, come loro voleva fuggire dalla guerra allora in corso, in cambio di ospitalità e un posto per nascondersi e aspettare avevano raccattato un passaggio verso un’isola ignota molto lontana dalla guerra. Una volta arrivati qui però, a corto di provviste e di acqua si trovarono in mezzo a terra morta e inabitabile, disperati i pirati tirarono fuori un frutto del diavolo di ignota natura e potenza. Senza sempre se avrebbe funzionato in qualche modo piantarono il frutto al centro dell’isola pregando per tre giorni e tre notti, versando nella terra dove era sepolto il frutto il loro stesso sangue, visto che non possedevano acqua. All’alba del quarto giorno, quando tutti erano oramai alla fine della loro vita l’isola cambiò. Crebbero montagne, fiumi e piccoli laghi, una fitta vegetazione apparve dal nulla così come anche molte specie di animali, apparve tutto così dal nulla totale sotto una strana nebbia violacea. Si dice che il frutto abbia deciso che quelle persone erano degne di essere salvate. Quelle persone poi divennero i pionieri del villaggio di quell’isola, un’isola che accoglie i pirati senza problemi e offre un ottimo rifugio per chi vuole staccare un attimo dalla pirateria.  Le persone dell’isola, ogni anno ricordano quei tre giorni di preghiere offrendo doni al frutto del diavolo e ogni anno quella strana nebbiolina viola si presentava all’alba del quarto giorno per portare sempre più fertilità all’isola. Con il tempo le preghiere si sono trasformate in una festa folkloristica di tre giorni che si celebra ogni anno, si dice che questa strana nebbia appaia ancora ogni volta che qualcuno di degno si trova in pericolo, se quella persone è degna di essere salvata allora la nebbia appare e fa ciò che è necessario per salvarla.”
“ Bhè questo è seriamente interessante, ma non capisco cosa centra con il fatto che non sono morta?”
“ Bhè non ho finito, ci devo arrivare. Normalmente la nebbia aiuta l’isola a rimanere il paradiso che è, ma ogni cento anni, quando il potere accumulato glielo permette fa apparire sull’isola delle persone bisognose. A quanto pare circa cento anni fa, fu trovato vicino al porto un uomo sulla sessantina, vestito in modo strano, che parlava in modo strano, credeva di essere morto e che il suo dio lo avesse mandato in quel posto per dargli la possibilità di vivere libero almeno dopo la sua morte, tutti dicevano che farneticava su un mondo diverso e che sapeva delle lingue sconosciuto. L’uomo si auto imposto l’isolamento ed ha vissuto fino alla sua morte in mezzo alla natura, secondo le testimonianze era l’uomo più felice di tutta l’isola!”
Atena deglutì, quella storia era fin troppo simile alla sua, certo l’uomo non aveva i suoi stessi strani poteri ma per il resto era come lei.
“ Fatemi indovinare, vi siete svegliati presto per poter arrivare primi al mercato, fare provviste e partire il prima possibile e guarda un po’ c’è una strana nebbia di colore viola e poi puff ecco che vedete una ragazza decisamente diversa dal solito picchiare un tizio ubriaco con un bastone che crede id essere morta eccetera, eccetera.”
Atena guardo tutti i presenti negli occhi, erano tutti piuttosto stralunati e incuriositi, soprattutto Rufy, che non faceva altro che guardare prima Atena poi Nami, saltellando con sguardo implorante.
“Esattamente come hai detto Atena Chan. Credo tu fosse sul serio in pericolo di vita, quel tizio di avrebbe ucciso e invece eccoti qui.”
Non riusciva più a atre seduta, sapeva che non era totalmente ristabilita, a detta del piccolo dottore sembrava che il suo corpo si stesse assestando, come se si dovesse abituare ad un nuovo ambiente. Sinceramente in quel momento Atena avrebbe potuto anche avere una gamba ingessata ma non le interessava, quella cucina era troppo affollata e troppo chiusa, si alzò anche fin troppo in fretta e usci dalla porta barcollando.
“Hei ti ho detto che devi stare a riposo”
“ Con tutto il rispetto dottore, non me ne può fregare dimeno. Ho bisogno di aria e di solitudine.”
Oramai aveva smesso di preoccuparsi se il carattere potesse in qualche modo ferire qualcuno, batté la porta alle sue spalle e respirò l’aria fresca di mare, scese le scale tenendosi stretta al corrimano, arrivò fino al parapetto della nave e osservò il mare aperto, non gli era mai piaciuto il mare, i suoi ci abitavano e spesso la domenica andava da loro e si godeva la calma della città semi vuota, le piaceva camminare sulla spiaggia, però odiava l’acqua salata, soffriva d mal di mare e il pensiero dell’acqua profonda le faceva venire uno strano senso di vertigine. Aveva ancora un mal di testa del cazzo, si mise le mani sulla testa e digrignò i denti, si trovava come nei suoi sogni più vividi nel suo fumetto preferito e non era felice come doveva essere, un piccola lampadina si illuminò nella sua mente, si ricordava di un’altra scritta questa volta in giapponese che si era tatuata tempo prima, in un periodo parecchio brutto della sua vita. Pensò alla tatuaggio e immediatamente si sentì bene, la testa smise di farle male, la sua pelle smise di avere un colorito mezzo smorto e il graffio sulla fronte se ne andò. Si guardò le mani e fece un paio di saltelli, era fresca come una rosa.
“ Non dovresti tipo essere nel letto?”
Atena si girò, lo spadaccino stava scendendo dall’albero maestro evidentemente aveva appena finito il suo turno di guardia.
“ Ho dormito per due giorni interi Zoro, sto alla grande!”
Il ragazzo la guardò poco convinto.
“ Due ore fa agonizzante nel letto dell’infermieri non mi sembrava proprio.”
“ diciamo che ho scoperto un trucchetto per riuscire a guarire più fretta.”
Conoscendo a mena dito il fumetto si aspettò che lo spadaccino avrebbe assunto la sua solita aria da menefreghista e se ne sarebbe andato, invece lo vide venire verso di lei e poi posizionarsi di fianco a lei appoggiato al parapetto.
“Quindi ora cosa farai? Visto che sei guarita puoi andartene.”
Atena riprese a guardare il mare, non le faceva lo stesso affetto, sapeva che per lei era pericoloso ma per altri motivi dalle sue solite paure, quel mondo l’aveva cambiata e la cosa non le piaceva. Tutto in quel mondo si stava rivelando diverso dalle sue aspettative, ma in fondo quello non era un fumetto, era la realtà ed era normale che fosse diversa, solo era rimasta delusa nel vedere che lo scheletro non le aveva chiesto di farle vedere le mutandine e che il cuoco non era così maniaco come lo dipingevano nei fumetti, Rufy sembrava lo stesso solo più riflessivo. Doveva abituarsi.
“ Si io potrei farlo in realtà, non che io abbia un posto dove andare, la mia casa è in un’altra dimensione, non che fosse un posto di felicità per me ma almeno era casa. Qui invece ho solo la mia gonna di pelle e i poteri che mi ha dato il frutto del diavolo tatuato sulla mia pelle, ma credo che dovrò farmelo bastare.”
Atena osservò il mare, non voleva realmente lasciare queste persone, insomma non le conosceva come pensava ma erano le uniche di cui si fidava, insomma li idolatrava da tutta una vita, certo magari con un po’ di fortuna poteva trovare Law in qualche modo e convincerlo a prenderla con se, conosceva anche lui e se doveva essere sincera con se stessa con Barbabianca morto quelle erano le uniche due ciurme in cui voleva sul serio entrare, di certo non si sarebbe infilata sulla nave di Kidd o altre della nuova generazione.  Sapeva anche che la vita da sedentaria in un’isola non faceva per lei, insomma Bologna non era mai bastata a contenerla e ogni posto che visitava non era mai abbastanza, quindi un’isola del cazzo non era proprio nel suo stile. Di certo non voleva mettersi a pregare perché la volessero con loro, doveva essere il capitano a chiederglielo assolutamente non lei.
“ Dovrò solo chiedere al Capitano se mi da un passaggio per la prossima isola, non ho nessuna intenzione di rimanere qui, più che altro mi butto in mare e affondo.”
Si girò per ritornare nella cucina dove aveva visto il capitano ingozzarsi come un maialino, ma bhè a quanto pareva quell’essere di gomma esaltato l’aveva preceduta, due mani si agganciarono al parapetto ai lati dei suoi fianchi e il ragazzo si sparò contro di lei andandole addosso e rischiando di far finire entrambi in mare, ovviamente lo spadaccino li aveva presi al volo imprecando mentre Rufy se la rideva. Atena dal canto si incazzò, chiuse il pugno colpì il ragazzo di gomma in testa, tanto non gli avrebbe fatto male, era di gomma.
“ Mai cretino! Mi sono appena ristabilita e vuoi buttarmi in mare! Forse è meglio chiedere aiuto a qualcun altro, mi dovrò sorbire avances non richieste ma almeno non  . . . Avanti sei di gomma Rufy Capello di paglia, non fare tante moine non ti ho fatto male sul serio!”
Il ragazzo di fianco a lei però continuava a tenersi un lato della testa con espressione dolorante. Atena si avvicinò preoccupata ma quando fu a dieci centimetri di distanza lui sembrò riprendersi, le mise le mani sulle spalle e la fissò sorridente come non mai.
“ Sei forte per essere una donna! Hai appena usato l’haki!! Mi hai fatto male sul serio! Non me lo aspettavo da una ragazza!”
Si bhè Atena non sapeva se essere contenta di possedere un potere del genere oppure no e non sapeva nemmeno se intendere le parole del ragazzo esaltato davanti a lei come un’offesa o un complimento.
“ Bene! Atena combatti con Zoro!”
Il ragazzo si allontanò da lei e andò a chiamare tutti i suoi compagni ancora chiusi in cucina, dal canto suo Atena sbatte le palpebre un paio do volte, si forse aveva capito male, insomma non poteva averle chiesto sul serio di combattere contro Zoro, insomma era il fottuto Roronoa Zoro, il suo vice, l’uomo più figo del mondo che tagliava le nevai con la spada, le invece era Atena, gli prendeva fuoco una mano e l’altra creava una piccola frusta d’acqua, aveva un brutto carattere e sapeva prendere a pungi i maniaci. Soprattutto l’idea di farsi pestare a sangue non la invitava per nulla. Guardò lo spadaccino di fianco a lei, e strabuzzò gli occhi quando vide che stava muovendo le braccia per riscaldarsi, si no, no non doveva andare in quel modo.
“ Tranquilla ragazzina, niente colpi mortali, se arriverò ad usare le spade non userò la parte affilata. Non startene impalata preparati, ordini del capitano.”
Atena fece qualche passò indietro, usò di nuovo il suo potere per calmarsi. Aveva il potete di un frutto del diavolo che a quanto pareva dava una sorta di potere ai suoi tatuaggi, fortuna voleva che lei ne avesse parecchi, in entrambe le braccia, sulle spalle, un po’ sulle scapole e un paio sul resto del collo, tutte frasi, simboli e oggetti persi dal mondo che amava per darle la forza di andare avanti nella sua vita, diciamo he sarebbe stato il modo giusto per vedere che coda era in grado di fare, visto che poi alcuni tatuaggi erano parecchio singolari. Partendo dal simbolo del demone, al cerchio alchemico fino alla spade incrociate disegnate da lei proveniente dalla prima storia che aveva scritto quando aveva quattordici anni. poi bhè aveva iniziato arti marziali miste quando aveva circa sette anni, le era sempre piaciuto combattere, poi aveva provato un po’ di pugilato e alla fine negli ultimi anni aveva trovato la scuola di spada laser e si rese conto che nel suo mendo era sempre stata lei quella forte da battere, certo Zoro era Zoro ma lei era forte. Magari non sarebbe finita dopo soli due colpi. Si allontanò fino al centro della nave e fece un paio di saltelli sul posto muovendo le braccia, grazie a dio Nami le aveva prestato dei pantaloncini e una maglietta, per quanto amasse la sua gonna di pelle, era troppo rigida per combattere. Concentrata sul riscaldarsi osservò e ascoltò il brusio di voci che uscivano dalla cucina.
“ Ma sei scemo! Quella povera ragazza! deve ancora riprendersi!”
“Naaaaa, stai tranquilla Nami, è una forte! Sa usare l’haki!”
“ Rufy, io davvero non so se è una buona idea, magari falla combattere con Robin o Nami è? Dai Zoro mi sembra un po’ esagerato ecco.”
“ Usopp vi sto dicendo che è molto forte per essere una ragazza! Molto più di Nami e Robin! Piu forte anche di te Usopp!”
Atena si rese conto per gli standard di quel mondo doveva essere parecchio strano considerare una ragazza forte, in fondo non erano molte le figure femminili davvero potenti in quel mondo, una era più una bestia che una donna, una era lo stereotipo della donna perfetta che alla fine non fa altro che sedurre gli uomini e c’era quella che mangiava come un maiale, poi c’era quella Marines al fianco di Smoke di cui dimenticava sempre il nome, che era fortina certo, ma aveva il carattere una pera cotta. Sarebbe stata molto contenta di dimostrare a quegli uomini che le donne erano più che capaci di fargli il culo a strisce. Osservò lo spadaccino mentre si preparava, era determinata come non mai in vita sua, in fondo le era capitato già molte volte di farsi strada tra gli uomini che non volevano combattere con lei perché era una ragazza, non l’avevano mai fermata, li aveva lasciati sempre agonizzanti sul tappettino o in lacrime perché la loro spada laser da nerd i era rotta combattendo contro di lei.
“Pronta ragazzina? Prometto di non fati male.”
Avrebbe voluto davvero tanto dirle allo spadaccino che se voleva poteva farle davvero quel cazzo che voleva, ma non lo fece, prese un respiro profondo e lo guardò negli occhi.
“ Sono pronta. Tranquillo non ti farò troppo male, solo il giusto.”
La attaccò senza spade, caricando un pugno che le schivò con facilità, il ragazzo continuò a cercare di colpirla e lei continuò a schivare, aveva sempre saputo che come donna era più debole fisicamente rispetto agli uomini, così era semplicemente diventata più veloce e più sveglia di loro. Schivò un paio di colpì e cercò di metterne e segno qualcuno, ma anche lo spadaccino sapeva schivare, quando vide che i semplici pugni non bastavano iniziò ad usare anche le gambe. Iniziò a saltellare attorno all’uomo colpendolo un po’ dappertutto, lui ovviamente iniziò a stufarsi iniziò ad utilizzare quella strana tecnica di spade senza spade, rinforzando le sue braccia con L’haki dell’armatura, e lei lo seguì a ruota, certo l’haki non le veniva poi molto bene visto che serviva parecchio allenamento per poterlo usare, ma rafforzò il suo corpo con il potere del suo frutto, la sua pelle divenne dura come l’acciaio. Andarono avanti per un po’, Zoro che cercava di colpirla e lei che parava tutti i suoi colpi, un po’ le dispiaceva ma in fondo nel corpo a corpo era difficile che qualcuno la battesse in maniera normale, così lo spadaccino iniziò ad impugnare le spade e per un po’ fu  lui ad avere la meglio iniziando a colpirla più volte di quanto le piaceva ammettere, venne colpita particolarmente forte al fianco e per mezzo secondo dovette fermarsi. Guardò in cagnesco lo spadaccino, certo lui aveva il naso sanguinante e alcuni lividi già evidenti sulla faccia, ma con le spade lui era in vantaggio e Atena sapeva solo usare delle spade laser di plastica, le vennero in mente le due spade che erano tatuate sulla sua spalla, o almeno una volta erano lì, certo era uno stile molto più agile e scenografico di quello a tra spade di Zoro e poteva usarne solo una, però in quel modo avrebbe potuto parare  e deviare i colpi per magari riuscire ad utilizzare i suoi nuovi poteri del frutto, sempre se ci sarebbe riuscita. Pensò alla spada e quella subito si materializzò nelle sua mani, un po’ più corta del suo braccio, larga solo tre dita e con un doppio taglio forse poteva essere utilizzata, con u po’ di allenamento, con lo stesso stile delle spade laser di plastica. La prese in mano e la fece volteggiare testando il peso, era leggera e Atena sperò anche resistente.
Alla fine dovette ammettere la sconfitta, certo si poteva dire che quello non fosse proprio un combattimento leale, aveva tenuto testa allo spadaccino per un po’ cercando di capire come utilizzare la spada nel modo corretto, non are abituata ad un utilizzo del genere, poi aveva tentato di utilizzare i suoi poteri, aveva aumentato la sua forza fisica e la velocità, poi era arrivato l’errore fatale, senza sapere esattamente quello stava facendo aveva per sbaglio attivato il fuoco nella su mano destra, dove teneva la spada, le fiamme non la ferivano però dopo un po’ la spada era diventata incandescente e lei l’aveva lanciata in aria facendola scomparire lanciando un’imprecazione, Zoro l’aveva colpita un paio di volte, la perdita della concentrazione e la rabbia l’avevano fatta inciampare e alla fine lo spadaccino le aveva puntato una spada alla gola. In realtà si sarebbe potuta alzare e riprovare, ma alla fine decise di rassegnarsi alla momentanea sconfitta.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Martin1256