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Autore: Mile    05/08/2009    1 recensioni
Pensieri martellanti (lei) nella testa di ogni ragazzo (ed anche più giù all’altezza dell’inguine). Pensieri martellanti (lui) nella testa di ogni ragazza (ed anche più giù all’altezza del cuore). Una cosa vecchissima... giusto per rifarmi sentire
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zanzare

Zanzare

 

Erano in una zona un po’ isolata del paese.

Non vi passavano mai perché c’erano solo i carabinieri (i carramba) e i campi di grano.

Quella sera vi passarono.

Procedevano in gruppetti di due, tre o quattro persone (gruppi nel gruppo) a cinque passi circa di distanza gli uni dagli altri.

Alcuni ridevano e schiamazzavano.

Altri piangevano e si massaggiavano le tempie doloranti.

Pensieri martellanti (lei) nella testa di ogni ragazzo (ed anche più giù all’altezza dell’inguine).

Pensieri martellanti (lui) nella testa di ogni ragazza (ed anche più giù all’altezza del cuore).

Messaggi sul cellulare.

Bip sommessi.

Esultanti grida di trionfo.

Sbuffi impazienti e tristi e sguardi che controllano se c’è campo.

C’è.

È lui (lei) che non chiama.

Non è il cellulare che è rotto.

Spiacente.

Nuvole di zanzare.

Alcune cadono in battaglia.

Altre, approfittando del sacrificio delle compagne, portano via il loro bottino (sangue).

 

Marta schiacciò con forza una zanzara che si era posata su una spalla di Dario.

“Odio le zanzare” disse Marta uccidendone una seconda sulla borsetta.

“NO! Lascia che mi mangino! Ho la maglia bianca” si preoccupò Dario cercando di controllare che la t-shirt fosse pulita.

“Non c’è niente” disse Marta sferrandosi una manata sul collo “Urge una boccetta di off!”

“sì” rispose semplicemente Dario.

 

Notte e zanzare e poi parole.

Parole senza senso piene di significato.

Parole profonde ma vuote dentro.

Parole di chi le parole non le sa usare.

Parole finte e scherzose.

Parole finte che fanno male.

Sguardi veri smentiscono le parole.

(sguardi…)

 

Eleonora che era con loro annuì in silenzio.

Estrasse dalla borsa uno spray antizanzare.

Se lo spruzzò sulle braccia e inzuppò gli altri due.

“chiedi e ti sarà dato” disse Marta sollevata.

Eleonora rise (scordatelo)

Dario passò un braccio sulle spalle di Marta.

“davvero Marty?” un sorriso malizioso stampato sulle labbra. Il suo profumo pungente pizzicava le narici di Marta con la sua famigliarità.

Marta non capiva. Aggrottò un po’ la fronte. Odiava le sue manacce su di se’.

“posso leccarti?” chiese il ragazzo.

Marta rilassò il viso. un altro dei suoi stupidi scherzi.

“No” disse calma quasi riuscendo a sorridere.

Eleonora rise (scoop).

 

Notte e zanzare e poi parole.

I carramba dormivano e le cicale cantavano (facevano casino).

I ragazzi finivano le loro birre.

Chi per riuscire a continuare a reggere il peso che li opprimeva.

Chi per dimenticare.

Chi perché doveva brindare a se’ stesso che era quello che era.

Chi per allegra abitudine.

 

Le ragazze ridevano alle battute di quei mezzi brilli che le accompagnavano.

Oppure tacevano.

 

“Ma perché sempre no?” chiese Dario assumendo un’espressione di falsa (bastarda) profonda tristezza.

“Perché no” Rispose la ragazza

“Uffa, io volevo leccarti”

“la vita.” Disse Marta.

Eleonora ascoltava da lontano ormai.

 

I carramba dormivano.

Notte e zanzare e poi parole.

 

“Mi piaci davvero” disse Dario improvvisamente serio.

“Bugiardo” rispose Marta.

“Perché?” chiese indignato
“odio le zanzare”

Marta raggiunse Eleonora e Dario raggiunse Marta.

La trascinò in disparte.

Ma è un’altra storia.

Non di notte, né di zanzare, né di parole.

  
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