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Autore: Nexys    23/02/2020    2 recensioni
Scorcio di vita quotidiana tra i Kagehina. Senza nessuna vera pretesa, se non quella di strappare un sorriso ad una cara amica. Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Adrenalinico


 

Ecco che cos’è, per Hinata, giocare a pallavolo, scendere in campo, agire.

Non è solamente uno sport, ma il sogno di una vita, l’occasione della sua esistenza, l’aria da respirare. C’è solo un odore che Hinata preferisce a quello della gomma del pallone regolamentare, ed è il profumo di Kageyama. Il torvo e scostante Tobio che con la sua bravura innata ha reso la sua pallavolo ancora più entusiasmante, eccitante, adrenalinica appunto.

Ci sono molti tratti della sua personalità che il piccoletto non sopporta, come la tendenza ad essere arrogante, il suo chiudersi a riccio, il troppo silenzio e le espressioni inquietanti. Eppure, nessuno lo ha mai fatto sentire tanto importante quanto lui. Nessuno ha creduto tanto nel suo talento. E quando il pallone si posa sulla sua mano, dopo un’alzata calcolata al millimetro, in quella frazione di secondo Hinata si sente invincibile nel concludere l’azione schiacciando per la vittoria. La sensazione che prova nel colpire quel pallone con forza, una forza che Kageyama conosce perfettamente, è quanto di più vicino al sentirsi un Dio conosca. Ogni volta in cui un punto va a segno, voltarsi a guardare Tobio è un trionfo. Nei suoi occhi scuri brilla un fuoco complice, un entusiasmo condiviso, ed improvvisamente tutto il resto del campo smette di esistere. 

 

Nessuno ama la pallavolo tanto quanto lui e Kageyama. Nessuno può capire il significato intrinseco del loro gioco, l’amore viscerale che ogni loro azione esplica nei confronti di quello sport. Ogni giocata vincente, ogni schiacciata sfociata in un punto, è un trionfo per la squadra, ma soprattutto una dimostrazione inequivocabile della forza del loro duo. Hinata crede profondamente nel gioco di squadra, ma formare un duo con Kageyama va infinitamente oltre. C’è un equilibrio naturale tra di loro, un principio fisico innegabile, che trasuda l’idea di perfezione alla quale chiunque aspira nella propria vita. A occhio nudo, forse può sembrare solo un gioco, ma per Tobio e Hinata c’è molto altro e molto di più. Il torvo e scostante Kageyama, ha trovato in Hinata un raggio di sole, una mano tesa dopo l’isolamento da Re esiliato, per via del suo carattere. Allo stesso modo Hinata ha trovato in lui un trampolino di lancio verso la perfezione, e l’accettazione della sua statura. 

Nonostante i caratteri opposti, le litigate, le discussioni e gli sbagli, il loro legame è indissolubile. Possono giocare con chiunque, ma dare il meglio solo tra di loro.

Hinata ammira profondamente la fierezza del suo partner. É serio, distaccato, forse troppo ai suoi luminosi occhi di giovane promessa, ma mostra un orgoglio di fronte al quale è impossibile rimanere indifferenti.

 

 

Perso nei propri pensieri, Hinata non si accorse di essere rimasto seduto per venti minuti buoni a fissare il vuoto dentro allo spogliatoio, quando tutti se n’erano già andati, o quasi.

Aveva a malapena fatto una doccia rapida post allenamento ed era rimasto mezzo svestito e con i capelli fradici a pensare, perdersi nel suo stesso entusiasmo, senza accorgersi di essere rimasto da solo e con un Kageyama convinto che se ne fosse già andato, magari con tutti gli altri.

Quando uscì dalla doccia avvolto in un grosso asciugamano, e si diresse verso il proprio borsone, lo vide. Per una frazione di secondo pensò quasi di cacciarlo, ma stringendosi nel tessuto, sbuffò.

“Sei ancora qui?”

Hinata cadde dalle nuvole e si scosse muovendo il capo, non aspettandosi proprio lui e men che meno di sentirlo parlare per primo. Come se non bastasse, era praticamente nudo e fradicio. Non vide nemmeno un asciugamano arrivare dritto contro la propria faccia. “AH-”.

“Copriti, che se ti prendi l’influenza non potremo giocare.”

Non potremo giocare.

Shouyo sapeva che cosa intendesse. Era ovvio che il Karasuno avrebbe giocato, ma Tobio intendeva che non avrebbero giocato loro, come al solito, per vincere, in simbiosi perfetta.

Nella sua piccola mente semplice ed entusiasta, quella dichiarazione era di puro affetto, quanto di più vicino ad un “non ammalarti, perché ci tengo a giocare con te, proprio con te”, potesse mai aspettarsi da Kageyama. Si coprì la testa e il viso con l’asciugamano - riconobbe l’odore, era suo davvero - ed arrossì senza poter far nulla per impedirlo. Tacque, e a quel punto Tobio si avvicinò accigliato. “Oi, cosa ti prende?”, domandò, vedendo poi il colore del suo viso.

“Niente! Va tutto bene, e hai ragione ma vedrai che non mi ammalo!”.

“Perché sei rosso in viso?”.

“NON SONO ROSSO IN VISO!”.

Tobio gli diede una manata in testa e per poco non gli cadde l’asciugamano di dosso. Hinata lo notò e si coprì il viso con le mani.

Cadde un silenzio imbarazzante, in cui i due ci misero un momento prima di scambiarsi uno sguardo complice. Fradici, stanchi, imbarazzati ma complici.

Fecero scontrare i pugni con delicatezza, prima di finire entrambi di cambiarsi per andare a mangiare qualcosa insieme.

 

 

 

Il giorno dopo, un febbricitante Hinata costretto a letto, tenne sulla fronte l’asciugamano di Kageyama, in attesa che il proprietario tornasse a recuperarlo, ed a sbattergli in faccia uno spiacente “Te l’avevo detto”.

 

 

 

 

 

 

NdA.

Dedicata di cuore alla mia Saeko.

Ed è solo l’inizio.

  
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