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Autore: anywhereoutoftheworld    05/08/2009    3 recensioni
Cosa succederebbe se i Volturi decidessero di arrivare prima? E se Bella non fosse così sicura delle decisioni prese?Trama alternativa a Breaking Dawn.
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA:

Nonostante abbia adorato questa saga meravigliosa, sono rimasta un po' delusa dalle vicende svoltesi nell'ultimo libro. E' da un po' di tempo che ci pensavo su ed ho deciso di scrivere una trama alternativa a Breaking Dawn. I fatti e gli eventi originali sono completamente ribaltati nella mio racconto personale, così come alcuni personaggi prendono ruoli decisamente diversi. Ho in ogni caso tentato di conservare i protagonisti il più possibile verosimili  a quelli descritti dalla Meyer. Non vi voglio svelare nulla. Dico solamente che quello che ho in testa è qualcosa di decisamente diverso dall'originale: colpi di scena e d’azione si mescoleranno ai punti di vista dei diversi personaggi. Spero di avervi incuriosito

HARVEST MOON

 

CAPITOLO 1- MATRIMONIO ED ALTRI IMPREVISTI

JACOB

La spiaggia. Milioni di granelli bianchi che si confondevano con la schiuma rabbiosa dell’oceano che si riversava ad ondate intermittenti sul bagnasciuga solitario.

Il cielo. Gigantesca coltre di nubi che a tratti mostrava fasce di raggi giocosi scendere sul panorama; le onde catturavano la luce diventando argento liquido e si avvicinavano alla baia in sinuosi riccioli alabastro.

La foresta. Luogo animato dagli spiriti del passato di questa terra, sospiri nel vento, sussurri immersi nella quiete di questa mattinata riportavano ai miei occhi di lupo ricordi di una vita lontana, eppure così presente nella mia mente.

Non mi ero più trasformato da settimane, oramai; il mio corpo era abituato a seguire gli istinti primari della fame, della stanchezza, della sopravvivenza. Il resto non importava più, era diventato superfluo. Eppure anche nelle mie sembianze attuali, quest’angolo di mondo mi aveva richiamato a sé, come un incantesimo potentissimo attirava la mia presenza e costringeva la mia memoria umana a ricordare. A sentire. A sanguinare.

Ad un tratto dal bosco si fece più nitida un’ombra nera che si avvicinava al tronco bianco su cui avevo appoggiato il muso; tanto valeva voltarsi, sapevo perfettamente che sarebbe giunto il momento delle spiegazioni.

-Ehi fratello, finalmente sei tornato. Ci sei mancato-

-Ciao Sam-

-Che dici, potremmo continuare la conversazione con un tono più “umano”?

Eccoci qui, dunque: il momento della resa dei conti. Avevo trascorso così tanto tempo a scappare da me stesso solo per tornare in questo posto, come ultima destinazione. Conclusione piuttosto deprimente, direi. Mi alzai in piedi e la mia colonna vertebrale si allungò fino a ritrovare la parvenza umana che per un po’ aveva dimenticato di possedere. Mi trasformai in pochi secondi ed allungai il mio sguardo verso l’amico che mi aspettava.

Sam rimase immobile con gli occhi poi si allungò per abbracciarmi: non erano da lui questi slanci affettuosi.

-Bentornato a casa, Jake-

Camminammo per un po’ lungo la foresta: avevo i bermuda maciullati di fango, erano settimane che conservavo quel pezzo di vestito avvolto dietro la zampa; certo quei pantaloni ne avevano viste di migliori...

-Jake, lei è stata qui. Più volte- azzardò Sam con un tono di voce strano.

-Non ti so spiegare il motivo; pare che il matrimonio si celebri domani da quanto ne so e da quello che mi ha detto Emily, non credo sia stato annullato-

Un ringhio soffocato mi salì dallo stomaco ed inarcai la mandibola per nasconderlo in gola: merda, dovevo abituarmi di nuovo alle usanze umane, gli istinti lupeschi mi si erano installati definitivamente nel corpo. Me la immaginavo, Bella qui, in questo posto che tanto aveva frequentato in passato e mi si stringeva il cuore.

-Perché me lo stai dicendo Sam?-

-Probabilmente per la stessa ragione per cui tu sei tornato-

Mi voltai e lo fissai dritto negli occhi: ovviamente il branco sapeva già, si erano intrufolati continuamente nella mia mente in questo periodo di lontananza, almeno per sapere se stavo bene.

-Già. Non so se servirà ormai. –

-Lei ti ama amico-.

-Si, ma non abbastanza- Scalciai polvere da terra ed alzai lo sguardo per osservare le nuvole sopra l’oceano.

- Buona fortuna. Grazie di essere tornato- Mi accompagnò silenzioso verso casa, poi scuotendo la testa con un cenno di approvazione voltò le spalle; in lontananza si scorgevano altre due figure che immobili, mi sorridevano soddisfatte. Paul e Jared. Non avevano resistito ad aspettare, ma preferivano lasciare il campo a Sam e a mio padre per primi. Erano dei grandi scocciatori, ma mi volevano bene; erano i miei amici. La mia famiglia. Sorrisi da lontano quasi commosso, infine mi incamminai  a passi lenti verso la casetta rossa.

- Casa, dolce casa... - mi dissi sarcastico prima di varcare la porta. Mio padre aveva accolto il mio ritorno a casa come se fosse passato un giorno da quando ero partito.

-Ehi Jake, –fece avvicinandosi con la sedia- ti trovo bene direi. Sei un po’dimagrito però-

-Ciao papà. Ho deciso che fosse il caso di fare una doccia calda... - Gli sorrisi e mi diressi verso camera poi mi voltai un attimo – e... mi sei mancato-.

-Anche tu. L’importante è che adesso tu sia qui-

-Certo certo-.

Eccoci di nuovo qui... dovevo ammettere che veramente quel posto mi era mancato. Ma se avevo deciso di tornare, dovevo concludere ciò per cui ero venuto... Mi voltai di scatto e aggiunsi:

-Ti dispiace se esco un attimo? Non ci metto molto giuro-

-L’ultima volta che l’hai detto, sei stato fuori settimane-

- Questa volta non tarderò, prometto. Devo solo fare una cosa-

-Non andare Jake... -sussurrò piano mio padre. Ma io ero già fuori, sfilai i pantaloni nella corsa, puntando già verso la meta del mio viaggio.

 

BELLA

Mancava solo un giorno... MATRIMONIO... Santo cielo, mi sposavo! No, non era uno scherzo. Negli ultimi due anni me ne erano capitate di cose strane e, in un modo o nell’altro, ci avevo fatto l’abitudine. Questa situazione però continuava a scivolarmi via dalla pelle: più ci pensavo, maggiore era la mia confusione.

Edward pareva più raggiante e determinato ogni giorno che passava, io ero ancora un tornado d’insicurezze. La sua famiglia d’altro canto non aiutava: Alice s’era fatta prendere dall’ossessione dell’acquisto pre-nozze. Com’era possibile che si potesse ammucchiare così tanta roba inutile insieme? A cosa mai sarebbe servito un intero servizio di porcellane d’epoca in una casa in cui nessuno mangiava o beveva? Quando mai avrei indossato vestiti da pin-up griffati?  Io ero sempre stata un tipo da jeans e t-shirt... ed Edward mi amava anche per questo...

Mi sentivo un pesce fuor d’acqua in mezzo a tutto questo caos: mio padre fingeva che tutto andasse bene, si ritirava nella sua poltrona davanti alla TV e si estraniava da quest’atmosfera di grande attesa. Io avevo bisogno di ritrovare il mio equilibrio, e di questo con lui certo non potevo parlare; già era stata dura per me annunciargli che la figlia si sarebbe sposata a diciotto anni.

Mi mancava Jake, terribilmente: quando Edward mi lasciava sola era il mio pensiero costante, senza censure. Avrei tanto desiderato avere sue notizie, ma le poche informazioni che mi erano giunte da La Push non risultavano confortanti come avrei sperato fossero. Non aveva intenzione di tornare. Ed io lo sentivo lontano ogni istante di più.

 Quando ne avevo la possibilità, mi precipitavo sul pick up per seguire la strada che mi portava a La Push; vedere la spiaggia, la NOSTRA spiaggia e sedermi sul tronco in cui mi sedevo con lui mi faceva uno strano effetto: mi sentivo svuotata e rincuorata nello stesso tempo. Sapevo che da una qualche parte lontana lui c’era, e stava pensando esattamente ciò che pensavo io.

Mi aveva lasciato un vuoto alla sua partenza, una sensazione che conoscevo bene, perché l’avevo provata anche con Edward. Ma allora era diverso, perché avevo Jake al mio fianco: lui era l’antidoto a qualsiasi male. Buffo realizzarlo poco prima delle nozze.

Edward non sarebbe rimasto da me, stanotte: Emmett e Jasper avevano organizzato per lui una sorta di addio al celibato e sarebbero andati a caccia per le foreste durante la notte. Mi stavo per addormentare quando sentii un tonfo sordo sul pavimento: mi alzai di scatto e vidi il mio fidanzato avvicinarsi al letto con uno sguardo strano sul volto.

-Cosa ci fai qui? Non dovevi essere in giro per puma con i tuoi fratelli?-.

- Ho deciso di passare a trovarti per sapere come stavi... - Rispose mellifluo prima di abbracciarmi.

Non me la dava a bere: se era venuto c’era una ragione:

-Edward, come vuoi che stia? Sono sfinita, Alice mi ha fatto girare come una trottola impazzita per tutta la giornata, la casa è un casino e stavo per svenire di stanchezza sul letto... -.

- Bene! Cioè, non intendevo dire che sono felice della tua stanchezza... -.

- Piantala con i giri di parole. Perché sei piombato quando fino a poco fa hai sempre detto che non saresti rimasto con me stanotte?-

Non dovetti aspettare molto per conoscere la mia risposta: dalla finestra entrò un’ombra nera talmente veloce che dovetti attendere che la mia visuale non fosse più sfocata per riconoscerlo. Era Jacob.

-Jake!- Piombai  fra le sue braccia e non riuscii a trattenere le lacrime che copiose scendevano sul suo torace caldo. Il suo odore.. la sua stretta stritolante.. mi sentivo  girare la testa dall’emozione.

- Ciao Bells- Mi dondolò un poco fra le sue spalle, abbassava il mento per accarezzarmi i capelli- Deduco di esserti mancato, almeno un po’..- Rise.

- Non sai quanto. –

-Buonasera, Jacob- Fece Edward dall’angolo della camera.

Il mio amico rispose con un ringhio soffocato:- Non sono l’unica visita.. e sono sicuro che tu non ne sia poi così tanto sorpreso, vero?-

-Alice non ha più visto niente ed ho immaginato fossi tu.-Almeno era sincero. Si svelava la ragione del suo sguardo ansioso.

-Non ti preoccupare, sono passato a confermare la mia presenza al matrimonio, domani. Io ci sarò- mi alzò il mento per osservare meglio il mio sguardo- te lo volevo solo dire. Io ci sarò sempre. E scusami se sono scappato-

-Jake..- risposi con un suono strozzato. Questa confusione aumentava la mia confusione. Lui era tornato. Lui era qui. Per me. Come avrei fatto a varcare la sala in vestito bianco se sapevo che Jake era tornato, se sapevo perfettamente cosa provavo per lui e avevo capito quanto fosse triste la mia vita senza la sua presenza accanto?

 

******************

 

Un milione di dubbi mi affollava la mente: non mi sentivo tranquilla, stavo per compiere una scelta che avrebbe cambiato radicalmente la mia vita.  E sapere che Jake sarebbe stato fra i presenti al matrimonio non mi aiutava. Per niente. Stare con Edward  era sempre stato il mio desiderio più grande, oggi avrei coronato il sogno  che cullavo da quando l’avevo conosciuto.. ma allora perché  tremavo? Alice mi stava stringendo il corpetto di perline sulla schiena e temette di avermi punto con uno spillo:

-Tutto bene Bella ? Ti ho fatto male?-

- No, sono solo sovrappensiero-

-La sala si sta riempiendo al piano di sotto;  ormai ci siamo . Sei pronta a scendere?-

Mio padre mi aspettava davanti alla porta, Alice mi spinse entusiasta verso il braccio alzato di mio padre per scendere, poi si precipitò giù per le scale, nel modo più umano possibile, anche se sembrava corresse  danzando giù per gli scalini. Ecco arrivato il momento.

L’enorme salone di casa Cullen era gremito di ospiti; dall’angolo sinistro intravidi il gruppo di La Push che aveva deciso di presenziare all’evento nonostante fosse nella casa di una famiglia di vampiri:il vecchio Billy, Sam ed Emily che si tenevano per mano, Seth accompagnato da sua sorella Leah e Jake. Vederlo indossare un vestito completo faceva quasi impressione, sembrava ancora più grosso. E lo rendeva ancora più bello. Aveva gli occhi pieni di dolore puntati nei miei, ma cercava di nasconderlo. Conoscevo bene i suoi modi di celare le emozioni: quello sguardo austero e accigliato stonava sui primi ricordi che avevo di lui, quando il mondo reale ancora non si era confuso con quello delle leggende.

Bloccai il passo e mio padre se ne accorse:

-Tutto bene, Bells?- Alzai il viso ed osservai il mio futuro marito che mi aspettava alla fine del corridoio. Edward mi aspettava con uno sguardo adorante alla fine della sala. Due sguardi diversi, eppure così impressi nella mia mente e nel mio cuore che le due immagini cozzavano fra loro dentro la mia testa e mi confondevano talmente da farmi impazzire.

Tutto accadde in un istante: Alice si irrigidì improvvisamente e lo sguardo di Edward, dapprima puntato su di me, si spostò su quello di sua sorella con orrore e smarrimento.  Dalla sua bocca ne uscì un suono appena udibile ma che rendeva tutta l’angoscia che l’aveva invaso.   Quasi nessuno se ne accorse. A parte Jacob.

Edward allungò le mani istintivamente come per proteggermi da lontano ma Jake fu più pronto: aveva già scaravoltato un paio di sedie per correre verso il centro del salone, verso me e Charlie.

-Bella!- Mi chiamarono quasi all’unisono le tre voci: Edward, Jacob, Alice.

 Ad un tratto capii. Alice aveva appena avuto una visione ed Edward l’aveva vista. I Volturi avevano deciso di intervenire quanto prima. E proprio il giorno del mio matrimonio.

-Che cazzo sta succedendo qui? Perché la guardi con quel ghigno malefico Cullen? Non vorrai mica ammazzarla, perché sappi che non te lo permetterò!- Sbraitò Jacob, visibilmente irritato: tremava dalla rabbia e cercava senza successo di diminuire gli spasmi che  avvolgevano tutto il suo corpo.

-Black, ti prego di non immischiarti- Rispose Edward che mi aveva già raggiunto al centro della sala e mi stringeva fra le braccia protettivo.

La sala si trasformò in un  brusio assordante di voci  confuse e spaventate. Solo l’angolo degli invitati provenienti dalla riserva erano rimasti seduti, con uno sguardo duro che tradiva una certa rabbia .

-Cosa sta succedendo qui? Jacob? Ma ti sembra il caso di irrompere in questo modo? Capisco i tuoi sentimenti ma non puoi proprio pensare di comportarti in questo modo!-Sbottò mio padre

-Bella..-Sussurrò Edward in tono angosciato, ignorando la richiesta di spiegazioni da parte di mio padre.- Stanno arrivando, amore-

-Chi? Chi sta arrivando?- Jake si frappose fra me ed Edward e mi guardò con uno sguardo interrogativo.

-Jacob, te lo chiedo un’ultima volta: stanne fuori-

-No, Edward! Ha ragione Jacob. Lui deve sapere- Spinsi entrambi in un angolo perché mio padre e gli altri non sentissero- Jake.. ti ricordi della primavera scorsa e ti quello che ti ho raccontato?-

Jake strinse  i denti in una smorfia rabbiosa e sbottò:- Mi spiegherai tutto con calma. L’unica cosa che ho capito è che sei in pericolo ed io non ti lascio nelle mani di quel succhiasangue. Ha già combinato troppi casini.-

Vidi Edward assumere una posa straziata: si sentiva in colpa e non sapeva come rispondere.

-Vieni con me, Bella. Se si tratta dei vampiri reali o come si chiamano loro, li saprò affrontare.-

-Jake, tu non capisci. Loro mi troveranno-

-No, Bella- Mi interruppe Edward,- Forse per quanto sconnessi e confusi siano i progetti di questo cane, può avere ragione. Loro non conoscono la natura dei licantropi; il tuo odore si confonderà con il loro e non riusciranno a trovarti. Io..non ti abbandonerò in ogni caso, verrò da te non appena le acque si saranno calmate-

Non ci fu molto tempo per riflettere: Jacob mi aveva già  preso per mano e mi spingeva  fuori dalla casa, dove ci aspettava la sua moto che partì a gran velocità, lasciando  una nube di polvere  che si dissolveva verso la foresta.

LEAH

Incredibile. Non avrei mai creduto che una giornata di merda si potesse trasformare in un casino ancora più sconvolgente.

Jacob era scappato con Bella in moto , lasciando come unica traccia solo il velo della sposa lacerato sul cortile di casa Cullen. Gli ospiti erano in preda al  delirio: nessuno era riuscito a capirci qualcosa, tranne noi che da lontano avevamo captato i dialoghi spezzati dei quasi-sposi e di Jake. Non ci bastava una famiglia di vampiri   dietro casa, con tutte le conseguenze che aveva portato ai Quileute; ora ci si metteva in mezzo anche una schiera reale  assetata di sangue.

Di male in peggio.

-Ma che è successo? Io non ci ho capito niente. Prima  Bella si stava per sposare e poco dopo scappa con un gigante di due metri. Probabilmente non era poi tanto convinta di fare il grande passo.. –

Ecco un altro idiota che commenta a sproposito. Non mi voltai nemmeno per rispondere:- Tu che ne sai? Forse ti converrebbe tacere anziché muovere la bocca all’aria- Non sopportavo la gente di quel tipo.

-Io faccio parte  dell’orchestra che suona. Dovevamo eseguire repertori classici  durante il ricevimento: in realtà è stato meglio così, è piuttosto deprimente quella roba, io sono venuto solo per essere pagato. Peccato per la mancata commissione..-

Mi voltai per commentare il suo sproloquio inutile ma non ne ebbi il tempo:

-Probabilmente è ora che t..-

 Nel momento stesso in cui posai il mio sguardo su di lui mi sentii come legata da una potenza irresistibile a quel ragazzo biondo. E capii. Era lui. Era il mio imprinting. Tutto il mondo che conoscevo prima prese improvvisamente una direzione diversa. Non mi importava più di niente: la confusione del luogo, l’odore nauseante di vampiro, le minacce apocalittiche di morte.. tutto era confuso, svanito in un posto nascosto della mia mente che si riempiva ora di una nuova immagine e di un unico pensiero.

Lui mi sorrise inarcando le sopracciglia in segno di approvazione, allungò la mano mentre la sua voce, un suono melodioso nell’aria, diceva:

-Ciao, sono Andrew-.

 

 



 

  
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