Questa storia partecipa al COWT di Lande di Fandom
Settimana: quarta
Missione: M1
Prompt: Spokon
N° parole: 520
 

«Ma come fa?»
Tsukishima si ritrovò a mormorare tra sé e sé per l’ennesima volta, osservando l’interno del suo armadietto senza riuscire a trattenere un sospiro. Come ormai succedeva da diverse mattine, infatti, anche quel giorno una volta aperto lo sportello metallico per sistemare le sue cose, aveva trovato ben sistemato al centro del ripiano un piccolo dolcetto. Per la precisione, in quel caso si trattava nientemeno che di una strawberry shortcake, solo che per renderla comoda da mangiare era stata cotta a mo’ di cupcake. Il ragazzo la prese tra il pollice e l’indice e osservò la delicata formina di carta bianca con dei piccoli cuoricini rossi stampati sopra, il morbido pan di spagna ed il topping cremoso su cui era spalmato un generoso strato di confettura di fragola, sopra il quale si adagiava una mezza fragola lucida, rossa e succosa. Anche solo guardandolo gli veniva l’acquolina in bocca, ma la sua domanda rimaneva sempre la stessa. Come diamine faceva Kuroo ad intrufolarsi lì tutte le mattine per mettergli nell’armadietto un dolcetto, considerando anche che quei due non frequentavano nemmeno la stessa scuola? Qualcuno sicuramente lo stava aiutando, e Tsukishima era davvero curioso di scoprire chi.
E poi, tra tutte le cose che quel moretto poteva fare, come gli era venuto in mente di puntare proprio sui dolci? Insomma, non era sicuramente mai uscito dalle sue labbra che fosse un amante delle torte, quindi Kuroo doveva aver tirato ad indovinare. E ci aveva preso in pieno, soprattutto con il dolce di quella mattina, che tra tutti era in assoluto il suo preferito.
«Maledetto cresta mora» disse, ma non ci credeva davvero. Avrebbe voluto odiarlo per tutte le attenzioni che gli stava riservando, per quel corteggiamento apparentemente non richiesto, ma la verità era che la cosa gli piaceva, e gli piaceva davvero. Non ci era voluto molto a Kuroo per capire che Tsukishima non era un ragazzo semplice, uno di quelli che alla prima smanceria si buttano a capofitto in chissà quale relazione, anzi lui alle relazioni era sempre stato piuttosto allergico. Quindi, da questa sua mania di tirare su un muro era partita una strategia molto più subdola, eppure estremamente efficace. Kuroo manteneva apparentemente le distanze, ci andava piano, non lo pressava mai, ma in qualche modo era sempre lì pronto per qualsiasi passo in avanti che il biondino compiva, accogliendolo con uno dei suoi tipici sorrisi.
E a proposito di questo, non sarebbe passato molto tempo prima che Kei vedesse nuovamente quel sorriso, dato che entro un paio di settimane si sarebbero nuovamente incontrati per una partita amichevole di allenamento. Non aveva nemmeno fatto in tempo a pensarci che subito si accorse di essere arrossito fino alla punta delle orecchie, riusciva a sentire il calore che si propagava sul suo viso a causa di quel pensiero fugace.
Chiuse l’armadietto con un movimento brusco facendolo sbattere, per quel giorno non ci avrebbe pensato oltre, se lo ripromise mentre scartava con cura la piccola strawberry cake e la mandava giù in un solo boccone prima di entrare in aula e sedersi sul suo banco.
Promessa da marinaio, pensò mentre sorrideva.