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Autore: Minako_86    05/08/2009    6 recensioni
[...] Aveva perso tanto. Tutto, per una scelta che credeva sarebbe stata la migliore e che, ormai, non poteva cancellare.[...]
One shot nata in seguito alla notizia delle future nozze di Kevin. Il mio modo di "celebrare" questo matrimonio. Enjoy.x3
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kevin Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' passato un po' di tempo, ormai, ma tutte saprete, credo, che qualche tempo fa Kevin ha fatto la fatidica proposta alla sua fidanzata.

 

Ebbene, ecco quanto, fanficcisticamente parlando, la mia mente ha partorito in proposito!xD

 

Diciamo che, in qualche modo, è la mia maniera di "celebrare" la notizia.*risata malvagia*

 

Dedicata alle persone che mi fanno stare bene, quelle che, quando penso a loro, non posso fare a meno di sorridere.<3

 

(Se mi lasciate un commentino, anche piccolo, mi fate molto felice!x3)

***Nota: Michael, Bridget, Adrienne e Rachel non mi appartengono, ma sono 4 delle meravigliose creazioni di Chiara, alias Ice_Bubble.<3

 

 

 

Just Married

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Continuerai ad ammirarti tanto, da volerti portare al dito?
Farai l'amore per amore
o per avercelo garantito?

[...]

O resterai, più semplicemente, dove un attimo vale un altro...
Senza chiederti "come mai".

 

- Gabrielle... Devo parlarti. Subito. -

 

Coco alzò gli occhi chiari dal mazzetto di negativi, fissandoli sul viso tirato del suo amico. Colpita dal fatto che avesse usato il suo nome per intero, più che da altro.

 

Beata incoscienza.

 

- Dimmi, Joe. - Mormorò, sistemandosi meglio il fermaglio di onice fra i capelli.

 

- No... - Abbozzò lui, visibilmente nervoso. - Ti prego, vieni qui. Siediti. -

 

Stranita, si alzò dal pavimento per accomodarsi sul letto accanto a lui. Un brutto, bruttissimo presentimento si impossessò di lei.

 

- Dai, cosa c'è? - Lo incalzò, sforzandosi per sembrare ancora disinteressata.

 

Joe non parlò. Si morse il labbro fin quasi a farlo sanguinare, mentre tratteneva a stento la voglia di spaccare tutto quello che aveva sottomano.

 

- Joe...? - Soffiò, posando la mano sottile su quella di lui.

 

I suoi occhi color caramello brillarono per un momento, dietro le ciglia scure.

 

- Kevin si sposa. -

 

E, a quel punto, Coco non riuscì a vedere più nulla.

Affondò una mano nella trapunta morbida, facendo leva per sorreggersi, mentre l'altra saliva a strizzare il petto. All'altezza dello sterno, dove tutto l'ossigeno dei suoi polmoni sembrava essersi fermato.

 

- Mi dispiace... - Sussurrò lui, chinando il capo. Come se fosse colpa sua.

 

Gabrielle strinse la stoffa sottile cercando di non crollare, di inspirare aria.

 

- Non... Respiro. - Esalò a volume inudibile, prendendo febbrilmente fiato. Le dita fredde di Joe le sfiorarono delicatamente la fronte e le guance, in un timido tentativo di calmarla.

 

- Ehi, guardami. - La incoraggiò, sollevandole appena il mento. - Cucciola, guardami. - Ripetè, facendole cenno di rilassare le spalle.

 

Lasciò scivolare le dita lungo le sue braccia, fermando la stretta sui polsi minuti.

 

- Piano. Così. - Annuì, mentre Coco tornava a respirare appena un po' di più e riprendeva un po' di colore. Per quanto il petto continuasse a bruciarle come se l'avessero pugnalata.

 

- Joe, io... Scusami. - Bisbigliò, scuotendo appena il capo. - Quando imparerò a controllare queste maledette crisi, sarà sempre troppo tardi. -

 

Sbuffò, stirando le labbra in un pallido sorriso.

 

- Coco... -

 

- Quindi si sposa...! - Mormorò, interrompendolo. - Con... -

 

- Lei, sì. - Concluse Joe, senza nemmeno permettersi di nominarla.

 

- Quando... -

 

- Un mese. - La anticipò di nuovo.

 

Gabrielle abbassò lo sguardo, strizzando gli occhi lucidi in un disperato tentativo di trattenersi. E prese un paio di respiri profondi, per quanto riusciva in quel momento.

 

- Digli... - Soffiò, agitando appena le spalle, prima di puntare fermamente lo sguardo in quello di lui. - Digli che gli faccio le mie congratulazioni. E che gli auguro tutta la felicità del mondo. -

 

Sorrideva, con enorme, disperata volontà. Sorrideva davvero, ma una microscopica lacrima le segnava la guancia.

Unica, lampante nota stonata che a Joe suonava come un urlo silenzioso. Represso.

 

La fissò, serrando le labbra, mentre un nodo assurdamente soffocante gli si formava in gola.

 

- Smettila...! - Soffiò, quasi in un ringhio. - Smettila di essere forte, Coco! Così ti fai solamente del male. -

 

Scattò in avanti di slancio, abbracciandola.

E se la strinse addosso con una foga per certi versi tranquillamente comparabile alla disperazione. Lasciandosi cadere a peso morto sul materasso, mentre lei gli si rannicchiava contro, scossa da irrefrenabili singhizozzi.

 

 

***

 

 

Il piatto decorato si schiantò al suolo, in un assordante rumore di ceramiche infrante.

 

Una cinquantina di teste si voltarono simultaneamente nella sua direzione. Fissandola. Scatenando in lei un'ondata di nervosismo perfino superiore a quella provocatale dal sorriso orrendamente felice apparso poc'anzi sul viso della pecora.

 

- Rain...! - Lo fulminò con lo sguardo, mentre si allontanava da quel suo pianoforte bianco per correrle incontro. - Tutto bene? -

 

Oh no. Bene no. Non si sarebbe proprio detto.

 

- Io non ci vengo. - Sibilò.

 

- Come? - Replicò Nick, piuttosto confuso.

 

- Il matrimonio. - Abbaiò, lanciando un calcio stizzito ai cocci più grossi. - Se Kevin vuole fare questa gran stronzata, la faccia. Senza di me. -

 

- Ma non dire assurdità...! - Boccheggiò lui, allentandosi leggermente il nodo della cravatta. - E' una così bella cosa...! Insomma, mio fratello- -

 

Si fermò, osservando la smorfia tesa apparsa sul viso di lei.

Rachel scuoteva appena il capo, ridacchiando sommessamente come se le stessero raccontando chissà quale divertente storiella.

 

- Certo. Tuo fratello si sposa. - Soffiò. - Tanta felicità e annunci in pompa magna... - Strinse gli occhi grigi in due gelide fessure, prima di afferrare un altro piatto con mani tremanti.

 

Senza distogliere lo sguardo lo gettò a terra, questa volta di totale, premeditato proposito.

 

- E a Coco non pensi, eh? -

 

Gli occhi scuri di Nick si dilatarono impercettibilmente, mentre la voce gli moriva in gola. Si sentì improvvisamente debole, come se si fosse appena reso conto di stare dentro una scatola.

 

Scatola che qualcuno aveva appena afferrato e capovolto di netto.

 

Pensò a Kevin in piedi sull'altare e, improvvisamente non ci trovò più nulla di piacevole. La sposa nemmeno la vedeva più, riusciva a distinguere solamente Coco, nella sua immaginazione.

Seduta in cima alla navata. Accanto a Joe, raggomitolata nel suo abbraccio.

Avvolta in un abito di chiffon che la rendeva perfino più bella del solito, non fosse stato per le guance pallide, rigate di dolorosissime lacrime.

 

- Esatto. - Annuì tetramente Rain. - Scommetto che l'hai vista precisamente come la immagino io. Ti rendi conto di cosa le state facendo?!? -

 

- Stiamo...? Non sono io che mi sposo. - Scattò lui, strizzando la tovaglia di lino bianco posata sul tavolo lì a fianco.

 

- Oh, certo. Prova a dirlo alla tua Gabrielle e vedi se l'aiuta a sentirsi meglio. -

 

- Rachel... -

 

- No. - Esclamò, puntandogli contro un dito. - Io non verrò ad applaudire Kevin che spezza il cuore della mia migliore amica. Con lui ho chiuso. -

 

- Non... Non puoi fargli una colpa di questo. - Mormorò Nick, convincendo stesso perfino meno di quanto avesse fatto con lei.

 

- No? - Scattò Rain, trattenendosi a stento dall'afferrare un terzo piatto per lanciarglielo addosso. - Quel... Quel coglione di tuo fratello ha appena deciso di ferire Coco. Volontariamente. Ha scelto lui d farlo! - Soffiò, strizzando gli occhi umidi.

 

- Non voleva... -

 

- Gabrielle lo ama. Lo so io, lo sai tu e lo sa lui. Spiegami perchè cazzo sposa un'altra, e se non l'ha deciso lui... Chi? - Ringhiò. - No, Nick, la questione è un'altra. La questione è che è venuto il momento di fare una scelta. Io non ho dubbi, scelgo Coco... La sceglierei altre cento, mille volte. Tu...? - Si fermò, fissandolo in attesa di una risposta che, purtroppo per entrambi, non arrivò.

 

Lui chinò il capo ricciuto, nascondendo una lacrima nel suo silenzio contrito.

Rain annuì impercettibilmente, con flemma quasi surreale, prima di spingere elegantemente una pila di fondine oltre il bordo del tavolo.

 

Il rumore assordante coprì completamente il ticchettio dei suoi sandali sul piastrellato di marmo, mentre scappava.

 

 

***

 

 

Rilassò la schiena contro la parete, passandosi il dorso della mano sulla guancia bagnata.

La brezza marina si alzava leggera dal mare color smeraldo, soffiando il profumo di salsedine fin sul tetto del Blue Palace.

 

Il cielo era pallido, luminoso. Azzurro esattamente come gli occhi di Gabrielle.

 

Rain odiava Kevin. Coco, probabilmente, odiava Kevin... e lo amava, anche. Joe. Perfino Joe odiava Kevin. Solo lui non riusciva a trovare la forza per farlo.

 

O, almeno, per scegliere.

 

Ma ciò non significava che amasse Gabrielle, la sua Gabrielle, come l'aveva definita Rain, meno della stessa Rachel o di Joe, che avevano avuto il coraggio di difenderla.

 

- Tu... tu lo capiresti, vero? - Mormorò, come se lei potesse sentirlo.

 

- Ehilà. -

 

Uno scoppio leggero lo riportò alla realtà, spingendolo a staccare lo sguardo dall'orizzonte. Adrienne si richiuse la porta di metallo verniciato alle spalle, masticando con noncuranza il suo chewing gum alla menta piperita.

 

- Che fai, Dolcezza, parli anche da solo, ora? - Infilò le mani nelle microscopiche tasche dei jeans, chinandosi impercettibilmente su di lui.

 

Nick lasciò che gli si sedesse accanto, senza proferire parola. Si sfregò le guancie coi palmi bollenti, pregando che le lacrime trattenute non avessero avuto il tempo di gonfiargli gli occhi come due palloncini.

 

- Posso venirci. -

 

Esordì lei, arricciando le labbra piene.

La fissò, senza riuscire a nascondere un guizzo di genuino stupore.

 

- Scusa? - Abbozzò.

 

- Il matrimonio. - Replicò. - Per quel che vale. Per me saranno solo due fidanzatini che si danno un bacio con addosso l'abito della festa...! -

 

Gettò il capo all'indietro, scrollando i folti capelli color del grano, prima di gonfiare l'ennesimo palloncino. Soffiò piano, dilatandolo fino a che anche quello esplose, con un sonoro schiocco.

 

Non aveva mai avuto troppa fiducia nell'amore, Adrienne. Figurarsi credere nel matrimonio, la regina fra le ipocrisie...!

 

Disillusa e pragmatica quanto Nicholas era puro e credulone, in un certo senso. Ovvio, fuorchè nei momenti che condividevano segretamente, nascosti sotto le lenzuola asettiche e ricamate dell'albergo. Si trasformava, il piccolo, in quel frangente.  

 

- Certo, ammesso che le loro maestà tollerino la presenza di una poco di buono come me. - Aggiunse, con una smorfietta ironica.

 

Nick si alzò dal pavimento, con un movimento sicuro.

 

- Sei mia ospite. - Decretò. - E Kevin sarà felice di aggiungerti alla lista. -

 

Tese la mano, invitandola ad aggrapparsi. Drie sorrise, chinando il capo, prima di rimettersi in piedi da . Diede un paio di colpetti all'orlo impolverato degli shorts, scrutandolo di sottecchi.

 

- Se lo dici tu...! - Soffiò. - E dove vai, ora? -

 

Si fermò davanti alla porta di servizio, le dita serrate alla maniglia antipanico leggermente arrugginita.

 

- Devo fare una telefonata, prima che ricominci il mio turno. E' importante. - Mormorò, fissandola distrattamente. - Ma può darsi che mi avanzi del tempo, dopo. - Aggiunse, focalizzando improvvisamente l'attenzione su di lei.

 

Adrienne annuì impercettibilmente, stringendo le dita minute attorno al passepartout che teneva nella tasca anteriore dei pantaloni.

 

- 318...! - Esclamò, che lui era già sulla prima rampa di scale.

 

Corse alla porta, affacciandosi giusto in tempo per cogliere il suo rapido cenno d'assenso.

 

 

***

 

 

Bridget spinse con la spalla contro l'imponente porta a vetri della biblioteca comunale, caracollando nell'atrio silenzioso con un'ingombrante pila di libri ammassata sulle braccia sottili. Un vecchio volume di istologia, sulla cima, barcollò e finì a terra davanti ai suoi piedi. Se Mike non l'avesse chiamata, distogliendola da ciò che stava facendo, forse l'avrebbe visto.

 

Forse.

 

Ci inciampò in pieno e ruzzolò sul pavimento lucido, schiacciando il manuale di chimica organica elementare.

 

- Bee...! - Esclamò il fratello, correndo verso di lei.

 

Si inginocchiò, spostando i tomi polverosi per darle la possibilità di rimettersi almeno seduta.

 

- Piccola, tutto a posto? - Soffiò, poi, tastandole premurosamente il braccio alla ricerca di possibili traumi. - Ti sei fatta male? -

 

Lei si alzò tossicchiando goffamente e soffiò una ciocca di lisci capelli castani lontano dal naso lentigginoso.

 

- Sto bene. - Pigolò, radunando i libri e sistemandoli nuovamente uno sull'altro. - Sono solo un po' agitata perchè Kev... Oh, Michael, è incredibile! - Cinguettò, con occhi improvvisamente brillanti.

 

- Incredibile... cosa? - Inarcò un sopracciglio, guardandola con l'espressione tipica di chi sa che quanto sta per essere detto non gli piacerà affatto.

 

Bee afferrò distrattamente "Anatomia Umana - Volume I" e se lo strinse al petto con aria sognante.

           

- Si sposano. - Sussurrò. - Kevin e la sua fidanzata! Con la cerimonia, l'abito bianco, la torta e tutto quanto...! Sarà bellissimo! -

 

Sicuramente la reazione del fratello fu tutto, tutto, fuorchè quella che lei si aspettava.

 

- Cazzo...! - Sibilò Mike, passandosi le dita affusolate fra i corti capelli scuri. - Ma sei sicura? -

 

Bridget ritornò bruscamente sulla terra, agitando le lunghe ciglia pallide. Gattonò rapidamente in direzione del fratello e gli si fermò davanti. Fissandolo apprensivamente, in quella surreale cornice di libri sversi e pagine staccate.

 

- Certo. Me... Me l'ha detto proprio adesso. - Balbettò. - Ma che cosa succede, perchè fai quella faccia...? -

 

- Cazzo, cazzo, cazzo. - Ripetè lui, frugando febbrilmente nelle ampie tasche della giacca.

 

Compose un numero, tanto velocemente che Bee quasi non riuscì a distinguere quali tasti avesse premuto, poi si portò il telefonino all'orecchio, in attesa.

 

Dopo il primo squillo, una voce maschile decisamente familiare lo raggiunse dall'altro lato del cavo. Non rispose. Annuì impercettibilmente e chiuse la chiamata, sospirando almeno in parte di sollievo.

 

- C'è Joe con lei. - Mormorò, poggiando una mano sul pavimento freddo. - Non è sola, se non altro... -

 

Sollevò piano lo sguardo, incontrando quello interrogativo della sorella.

 

- Coco. - Mormorò, puntando gli occhi color ghiaccio su un punto imprecisato oltre la spalla sinistra di Bridget.

 

Se non fosse stato Michael J.Allen, esclusivamente se non fosse stato lui, si sarebbe detto che fosse arrossito.

 

Bee, al contrario, era impallidita improvvisamente e lo scrutava allarmata, nascondendo le guance nivee dietro le piccole mani nervose.

 

- M-ma lei... - Farfugliò, arpigliandogli un braccio. - Lei non lo ama più. -

 

Trattenne il fiato, aspettando bramosamente un movimento, un cenno da lui. Qualunque cosa potesse confermarle quella affermazione. Michael, però, rimase ostinatamente zitto, fin quando il singhiozzo strozzato della sorella lo riportò alla realtà.    

 

- Sono una sciocca...! - Mormorò.

 

Due enormi lucciconi solcarono il viso lentigginoso, quando si rannicchiò nell'abbraccio di lui.

 

- Gabrielle non ha mai smesso di amarlo. - Soffiò Mike, accarezzandole la schiena nel tentativo di calmarla. - Ma tu non potevi immaginare... -

 

Posò il mento sulla spalla minuta, indugiando con le lunghe dita affusolate sul braccio scoperto della sorella.

 

- Non ha nemmeno provato a farsi valere, a discapito di qualcun'altro. Non ne è capace, lei... E' dannatamente incapace di essere egoista. - Mormorò, lasciandosi scappare un sorrisino sghembo. - E' incredibile. -

 

Bridget si scostò, sciogliendo goffamente la sua presa prima di rimettersi in piedi.

 

- Tu vuoi andare da lei...? - Pigolò, reimpilando i libri ordinatamente.

 

Michael sgranò gli occhi, fissandola con crescente inquietudine. Era così evidente? Tanto che perfino Bee cominciava ad intuire qualcosa...?

 

- Non... Non ho detto questo. - Borbottò, raccogliendo un volumetto che giaceva aperto sul dorso. accanto al suo piede destro.

 

Lei lo afferrò, riponendolo in cima al mucchio e gli sorrise comprensiva.

 

- Lo hai pensato, però, Mike. L'hai pensato forte. -

 

 

***

 

 

Rachel premette furiosamente sul campanello, facendolo trillare meccanicamente.

 

Qualcuno, prima o poi le avrebbe aperto.

E qualcuno, in effetti, arrivò bofonchiando all'altro lato della porta. Joe fece scattare il meccanismo della serratura e aprì, sbadigliando.

 

- Rach...? - Mugugnò, passandosi una mano fra i capelli scompigliati.

 

Lei non rispose.

Lo ignorò deliberatamente, lasciando guizzare gli occhi color tempesta all'interno dell'appartamento, oltre la sua spalla tornita.

 

Trovò Coco, ancora profondamente addormentata fra le lenzuola del divano-letto. E un vuoto, accanto a lei, dove queste ultime erano stropicciate in maniera inequivocabile. Lo urlavano, quasi, che c'era stato sdraiato qualcun'altro, lì, fino a qualche attimo prima.

 

- Che... cosa hai fatto? - Ringhiò, tornando improvvisamente a focalizzare la sua attenzione su di lui. Come se si fosse improvvisamente resa conto della sua presenza.

 

- Ho dormito con la mia migliore amica. - Rispose Joseph, serrando nervosamente il pugno contro lo stipite.

 

Sostenne fermamente lo sguardo accusatore di lei, serrando rabbiosamente le labbra.

Avrebbe voluto continuare e replicare con qualcosa di più pungente, ma il mugolio sommesso di Gabrielle interruppe il corso dei suoi pensieri, scollegandolo completamente.

 

- Mmmh... Joe? - Chiamò, sfregandosi gli occhi lucidi, prima di allungare la mano sottile sul materasso vuoto.

 

Si voltò e lasciò su due piedi Rain e tutti i suoi sospetti.

Tornò sul letto con un agile saltello, mentre l'altra si richiudeva seccamente la porta alle spalle ed entrava nel piccolo bilocale.

 

- Sono qui, cucciola. - Mormorò, premuroso, aiutando Coco a mettersi seduta.

 

Lei si rilassò e gli si accucciò fra le braccia, sollevata, stringendolo alla ricerca di calore. Le sorrise, lambendole morbidamente le spalle minute.

 

- E' arrivata Rachel, la aspettavi? - Chiese, poi, posandole un bacio leggero sulla tempia.

 

- Ti ho portato il vestito. - Si intromise la diretta interessata, adagiando di fronte all'amica la custodia per abiti che si era portata dietro.

 

- Vestito...? - Ripetè Gabrielle, chinandosi leggermente in avanti e prendendo a scrutare apprensivamente la busta.

 

- Per il matrimonio. - Continuò Rain, annuendo. - Hai detto che ci vuoi andare, no? Beh, se vai davvero, ti metti questo perchè è perfetto. Perfetto per te. -

 

Ricambiò lo sguardo pienamente risoluto di Rachel, prima di aprire la zip. Le braccia di Joseph, seduto accanto a lei, si legarono ai suoi fianchi sottili.

 

Un piccolo singhiozzo stupito le sfuggì dalle labbra socchiuse, quando la stoffa candida scivolò sotto i suoi occhi. Si girò leggermente verso Joe, che guardava ostinatamente davanti a , aggrottando le sopracciglia.  

 

- Cosa significa questo? - Soffiò, stringendosi addosso Gabrielle in maniera quasi inconsapevole.

 

- Rach... - Pigolò Coco, col fiato corto. - E' bianco. -

 

- Lo so. -

 

- E sai anche che non si può vestire di bianco, ad un matrimonio?! - Sbottò Joe, con voce irritata.

 

Coco si agitò leggermente nel suo abbraccio, stringendo le piccole mani attorno ai polsi di lui.

 

- E'... Dovrebbe essere esclusiva della sposa. - Soffiò, intimorita.

 

Rain assentì, chinandosi a sfilare l'abito di morbido chiffon dalla custodia. Lo sollevò, lasciando oscillare la gonna frusciante.

 

- Proprio per questo. - Decretò, lisciando una piccola piega sull'orlo. - Perchè la sua sposa sei tu, Coco! - Continuò con veemenza.

 

Gabrielle trattenne bruscamente il fiato, arrossendo impercettibilmente.

 

- Anche se sull'altare ci sarà un'altra, la sposa di Kevin sei solo ed unicamente tu. - Soffiò, trovando improvvisamente interessantissima la punta delle proprie scarpe.

 

Un velo di imbarazzo imporporò le guance pallide, appena sotto le lunghe ciglia. Senza parlare, Coco sciolse la presa di Joe, lasciandolo per scattare in avanti e catturare Rachel in un abbraccio imprevisto.

 

- Ehi...! - Brontolò goffamente lei, barcollando leggermente nel tentativo di districarsi.

 

- Grazie, piccola. - Soffiò, prima di liberarla. - Ma non so, se posso... -

 

- Mettilo. - Replicò Rain, porgendole il vestito. - La cerimonia inizia fra tre ore. E tu smettila, subito! - Abbaiò, lanciando la custodia vuota addosso a Joe, che rideva apertamente del suo imbarazzo.

 

- Va bene, va bene! - Sghignazzò lui, sollevando le braccia in segno di resa.

 

Si rotolò ridacchiando sulle coperte stropicciate, fermandosi giusto in tempo per incrociare i luminosi occhi azzurri di Gabrielle, che lo fissava piuttosto divertita.

Rilassò la schiena contro il materasso, mentre si chinava appena su di lui.

 

- Lo indosserai...? - Mormorò, sollevando una mano a carezzarle la guancia nivea e leggermente fredda.

 

- Credo... Credo di sì. - Rispose lei, in un fil di voce.

 

Si scambiarono uno sguardo più che eloquente, prima che Rachel arpionasse la spalla dell'amica, tirandola bruscamente all'indietro.

 

- Dai, ti aiuto a prepararti. - Soffiò, strizzando l'abito bianco. - Tu. Fuori. Subito. - Ordinò, indicando, con un cenno del capo, prima Joseph e poi la porta che dava sulla cucina.

 

Lui scattò in piedi, ma, ancora una volta, esitò nel risponderle a tono. Si blocco, nel sentire la mano di Coco stringersi attorno alla sua.

 

- Non ci vorrà molto. - Lo rassicurò, con un piccolo sorriso al quale lui rispose immediatamente.    

 

Si chinò a posarle un bacio sulla fronte. E poi un altro sula guancia, prima di andarsene, senza aver trascurato di lanciare un'occhiatina di scherno, ma anche di un pizzico di malcelata gelosia, in direzione di Rain.

 

 

***

 

 

- E' perfetto. - Mormorò Rachel, continuando a spazzolare il lunghi capelli di Gabrielle.

 

Lei si guardava allo specchio, titubante. Lisciò un'invisibile piega appena sotto il fianco destro, inumidendosi nervosamente le labbra.

 

- Non lo so...! - Pigolò.

 

C'erano tante di quelle cose che sembravano non andar bene... Le spalline sottili, il modo in cui la gonna leggera cadeva sulle gambe snelle o si arricciava appena sopra le ginocchia. La scollatura troppo pronunciata che, nella parte posteriore, le lasciava scoperta più di metà schiena.

 

- Stai- - Il suo rimbrotto venne bloccato sul nascere dallo squillo secco del campanello.

 

Coco si voltò di scatto, abbandonando le scarpe di vernice, prima di correre a piedi nudi sul pavimento freddo, fin davanti alla porta. La aprì, trafelata, incrociando due occhi grigi decisamente familiari.

 

- Mike...! - Esclamò, gettandogli le braccia al collo.

 

Si aggrappò letteralmente alle sue spalle, quando lui la strinse con veemenza tale, da sollevarla quasi da terra. La stoffa lucida del vestito frusciava sotto le sue mani affusolate, incredibilmente bianca contro la sua giacca blu scuro.

 

- Sei bellissima. - Mormorò, allentando leggermente la presa per permetterle di allontanarsi il minimo indispensabile.

 

- Ah...! - Abbozzò lei, arrossendo violentemente. In un istintivo quanto inutile gesto di protezione si strinse nelle braccia, tentando di coprirsi.

 

- E' quello che dico anche io...! - Esclamò Joe, sbucando dalla cucina.

 

Attraversò la stanza, fermandosi accanto a lei prima di circondarle le spalle minute, stringendola appena.

 

 - Sei veramente bellissima, Coco. - Si chinò, quasi sussurrandole all'orecchio. - E quel deficiente di Kevin si mangerà le mani, per aver rinunciato a te. - Continuò, scostandole le braccia e spingendola a lasciarle lungo i fianchi. - O, magari, gliele farò mangiare io... Per averti fatta soffrire così. -

 

- Joe...! - Soffiò lei, trattenendo impercettibilmente il respiro.

 

- Sopracciglio, qui, ha perfettamente ragione. - Sogghignò Mike, sollevandole delicatamente il viso. - Solo un deficiente rinuncerebbe a te. -

 

Gabrielle si lasciò scappare un sorriso, mentre Joseph era ad un passo dal saltare alla giugulare dell'altro.

 

- Senti, Gambalunga-

 

- Ok, ok. Time out! - Lo interruppe Rain, frapponendosi bruscamente fra loro. - Voi due continuate pure a sfogare la vostra virilità in cucina, passerò poi a pulire le macchie di testosterone...! Io e Coco non abbiamo finito qui. -  

 

- Spero almeno ci sia una birra, in frigorifero. - Sospirò Michael, avviandosi serafico dove gli era stato detto.

 

- Sul secondo ripiano. - Gli rispose Coco, mentre lui catturava un Joe recalcitrante per il braccio e se lo trascinava dietro. - Scura, come piace a te. -

 

- Grazie, principessa. - Si voltò appena, solo per dedicarle quel sorriso.

 

 

***

 

 

Gabrielle guardò per l'ennesima volta il suo riflesso nel grosso specchio affisso all'anta dell'armadio, stupendosi quasi di quello che vide. Rain aveva avuto pienamente ragione sia nel volerle far mettere quel nuovissimo paio di ballerine bianche, sia nell'imporle di lasciare i lunghi boccoli scuri, sciolti sulle spalle scoperte.

 

Incrociò lo sguardo di Mike, poi quello di Joe, seduti entrambi sul letto alle sue spalle e non potè fare a meno di arrossire, nel leggervi tanta tenera ammirazione.

 

- Smettetela di guardarmi così...! - Soffiò.

 

- Non credo di esserne capace. - Decretò Joseph, con un sorriso mascalzone, mentre Michael annuiva, sfoggiando la medesima espressione.

 

- Come dice lui. - Concordò.

 

- Scegline una. - La richiamò Rachel, porgendole due rose di stoffa. Una color crema, l'altra di lucidissimo raso nero.

 

- Quella. - Esclamò Mike, deciso, indicando la seconda. Gabrielle annuì, inumidendosi le labbra.

 

- Sì, quella. - Mormorò.

 

Il campanello squillò di nuovo, proprio mentre Rain le sistemava l'ultima forcina fra i capelli, fermando il fiore.

 

Coco scivolo via rapidamente, lasciando ticchettare le ballerine sul pavimento e aprì, con ancora il vestito che le si increspava attorno alle gambe.

 

- Devo parlarti. - Nick non le lasciò quasi il tempo di aprir bocca.

 

Si chiuse la porta alle spalle, nascondendo definitivamente alla vista una figura bionda appoggiata al muro del pianerottolo e strinse Gabrielle fra le braccia, fondendo quasi il bianco della sua camicia con quello dell'abito di lei.

 

- Piccolo... -

 

- Io non sono d'accordo con Kevin. Per niente. - Le sussurrò all'orecchio, bene attento a non farsi sentire da nessun altro. - Secondo me è una gran cazzata, quella che sta facendo. Però... -

 

- Però è tuo fratello. - Continuò Coco, per lui. - Ed è ovvio che venga prima. E io dopo. -

 

- NO! - Esclamò, stizzito. - Sei importante... Sei importantissima, per me, Coco. Tanto quanto lui. - Mormorò, accarezzandole la schiena. - Però non posso...! Non sono Joe. Io- - Lo bloccò, poggiandogli una mano sulle labbra.

 

- Non preoccuparti. E' giusto così. - Tentò di rassicurarlo.

 

- No. - Ripetè, scuotendo la testa ricciuta. - Non lo è affatto. Ma... Tu sai che, non per questo, ti amo meno di loro...? - Esitò, indicando Mike, Rain e Joe con un cenno impercettibile.

 

- Certo che lo so, stupido. - Sorrise lei, stringendolo. - Lo so benissimo... -

 

Gli posò un piccolo bacio sul collo, scostandogli appena il colletto della camicia, prima di lasciarlo andare.

 

- C'è qualcuno che ti aspetta, vero? - Chiese, poi, scompigliandogli affettuosamente i capelli. Lui annuì, arrossendo impercettibilmente.

 

- E allora vai. - Replicò Gabrielle, spingendolo appena all'indietro. - Ci vediamo . -

 

- Coco... - Esitò, abbassando lo sguardo.

 

Sollevando teatralmente gli occhi al cielo, si avvicinò di nuovo e lasciò scivolare le braccia sottili sotto quelle di lui. Lo strinse, sollevandosi appena in punta di piedi, per arrivare a parlargli all'orecchio.

 

- Ti amo, Nick. - Sussurrò, perfettamente consapevole che non le serviva precisare come.

 

- Ti amo. - Sorrise, altrettanto certo che neppure per lui sarebbe stato necessario specificare.

 

Il loro legame non ne aveva alcun bisogno.

 

 

***

 

 

Il paesaggio correva rapido, al di là del finestrino.

Coco appoggiò la testa alla spalla di Joe - che tuffò immediatamente una mano fra i lunghi capelli scuri - osservando un campo di lavanda picchiettato di fiori viola.

 

La chiesa in cui Kevin aveva deciso di sposarsi era piccola, piuttosto antica... E situata in mezzo alla campagna parigina.

 

Oltre il danno, la beffa.

 

- Sta' tranquilla, non ti lascio da sola. - Le soffiò Joe all'orecchio, lasciando scivolare le dita verso il basso, sulla sua spalla e poi lungo il braccio scoperto. - Se non ce la fai, io ti porto via. In qualunque momento... -

 

Annuì impercettibilmente e si strinse a lui tanto disperatamente, che nemmeno si accorse quando Mike accostò l'automobile. Le ruote scricchiolarono sulla ghiaia bianca e poi tacquero, quando lui sfilò la chiave dal cruscotto.

 

- Io non entro. - Rain che, incredibilmente, si era spinta fino al punto di accompagnarli alla chiesa, incrociò le braccia al petto, rilassando la schiena contro al sedile di cuoio sbiadito. - Non dovrei nemmeno essere qui. -

 

- Come vuoi. - Asserì Michael, scuotendo appena il capo. - Sai che, comunque, Gabrielle non te ne farà mai una colpa. - Concluse, sibillino. Chiuse la portiera con decisione, affrettandosi a raggiungere gli altri due sul sagrato già gremito di gente.

 

Rain si mordicchiò nervosamente il labbro, lanciando occhiate nervose attraverso il finestrino aperto per metà.

 

Coco stava entrando in chiesa, incredibilmente piccola fra le figure slanciate di Joe e suo fratello. Entrambi le stringevano le mani, premurosamente.

Poco distante, Nick parlava animatamente con sua madre. Il solito, disgustoso sorriso gli increspava le labbra sottili, mentre presentava Bridget e Adrienne qua e là.

 

Per una volta, Rachel apprezzò genuinamente la cugina e il temperamento dimostrato nell'indossare un irriverente abitino rosa shocking, con una gonna decisamente molto corta per gli standard dettati dalle circostanze.

I lunghi capelli biondi, acconciati in morbidi boccoli la facevano sembrare una graziosissima, anticonformista bambolina col broncio.

 

Rain constatò anche che Drie sembrava essere la sola persona, esclusa lei, a percepire l'assurda stomachevolezza di quella situazione.

 

 

***

 

 

Coco strinse la mano di Joe, aggrappandosi disperatamente a lui, mentre un velo di lacrime premeva contro le sue ciglia scure, impedendole di vedere bene il piccolo Frankie che avanzava impettito lungo la navata.

 

Il cuscino con le fedi, stretto fra le braccia del bimbo, le appariva come un informe macchia sbiadita. La voce del reverendo Jonas, intento a celebrare il rito, le risuonava nella testa quasi fosse una nenia lamentosa e tutta troppo uguale, per riuscire a distinguerne le parole.

 

Solo una frase, improvvisamente, arrivò limpida e cristallina alle sue orecchie, come se l'uomo avesse iniziato, di punto in bianco, a gridare ostinatamente.

 

- Vuoi tu, Paul Kevin Jonas II, prendere questa donna- - Non arrivò a udirne la conclusione. Per quanto non le servisse, considerando che la conosceva benissimo a memoria.

 

Si alzò di scatto, scavalcando le gambe di Mike e prese a correre lungo uno dei due corridoi laterali, lasciando ticchettare le scarpe sul pavimento di marmo italiano.

 

Non sentì l'urlo di Joe, che spezzò come uno schiocco il silenzio della fuzione.

Non vide gli occhi di Kevin abbandonare con incredibile leggerezza il viso della sua futura moglie, per seguire febbrilmente, spalancati di stupore, la sua ombra scivolare oltre il portone decorato. Non si accorse di Rain, silenziosamente appoggiata ad un'acquasantiera, nella penombra.

 

Le sfrecciò accanto e si ritrovò sul sagrato deserto. Senza fermarsi superò anche quello, rifugiandosi oltre un filare di tigli ritti sull'altro lato della strada.

Appoggiò la schiena ad un tronco nodoso, fissando con caparbietà il prato che si estendeva incredibilmente verde, oltre i suoi piedi.

 

Sentiva la carezza umida delle lacrime sulla pelle e si malediva, man mano che quelle le scivolavano lungo il mento, per perdersi sul terreno scuro.

 

- Stupida...! - Singhiozzò, accucciandosi in bilico sulle caviglie malferme.

 

Alla fine era crollata sul serio. Vedere Kevin dire di ad un'altra, davanti ai propri occhi era  davvero troppo. Troppo anche per lei e la sua forza ostinata.

 

Singhiozzando afferrò la sua borsa e prese a frugarci dentro, febbrilmente. Ne estrasse una vecchia, ampia kefiah bianca e nera e se la avvolse attorno alle spalle tremanti, a mo' di scialle.

 

I ricordi a cui era legata le grattavano addosso molto peggio che la stoffa ruvida e spessa.

 

Lo amava. Ancora. E quel sentimento era intenso, forte e soffocante quasi quanto il profumo inconfondibile di cui il tessuto era impregnato.

 

{Non sono capace di guardarti sposare un'altra.}

 

Sospirò, nascondendo la testa fra le braccia.

 

Dopo quelle che parvero ore, piuttosto che minuti, qualcuno la raggiunse. Il rumore di lunghi passi veloci risuonò nell'aria immobile.

Di tutti i presenti alla cerimonia, Gabrielle si sarebbe aspettata di veder arrivare chiunque altro.

 

Chiunque, ma non...

 

- Kevin. - Soffiò, perdendosi nel verde cristallino dei suoi occhi.

 

Lui non parlò. Si passò nervosamente una mano fra i capelli e Coco se ne accorse istantaneamente: la fedina d'argento con la doppia fila di borchiette graffiate non c'era più. Al suo posto faceva bella mostra di una sottile fascetta di oro bianco.

 

- Sei... Sposato. - Soffiò, mentre il suo cuore parve immobilizzarsi contro il petto.

 

- Sì. - Continuò lui, avvicinandosi di un passo, poi un altro ancora. Le si fermò davanti, allungando le mani per offrirle un appiglio, quando la vide muoversi.

 

Coco, però, chinò il capo e poggiò il palmo contro la corteccia ruvida. Fece leva su quella e si rimise in piedi, puntando nuovamente lo sguardo sul suo viso.

 

- Ci tenevi che lo sapessi...? - Sibilò, più cattiva di quanto non si fosse aspettata da stessa.

 

- No, io... - Cominciò, interrompendosi appena vide le lacrime inondare nuovamente gli occhi di lei.

 

- Mi dispiace, Kev. - Mormorò tra i denti. - Non ce l'ho fatta a guardarti mentre giuravi eterno amore a... - Esitò, rendendosi conto che nemmeno riusciva a pronunciarne il nome.

 

- Danielle. - Completò, apatico, prima di rafforzare nuovamente il tono. - Ma io non le ho giurato amore eterno. Non potevo. - Soffiò, guardandola intensamente.

 

Coco sentì le gambe diventare improvvisamente deboli, non sapeva nemmeno se l'avrebbero sostenuta e per quanto.

 

- Ho solo promesso che le starò accanto. - Proseguì, in tono piatto. - Non potevo nemmeno tirarmi indietro...! -

 

Strinse i pugni, sforzandosi di mantenere il controllo.

 

- Non potevo. Non posso... Capisci? - Qualcosa, improvvisamente, aveva minato alla base la sua sicurezza. Incrinando tanto la sua facciata sicura, quanto la sua voce, che ora suonava quasi come una supplica. - Però... -

 

Gabrielle non capì nemmeno bene come fosse successo.

 

Lo vide avvicinarsi. Senti la sua mano scivolarle lentamente lungo la schiena, staccarla con delicata decisione dall'albero. Spingerla in avanti...

Una frazione di secondo dopo, lo stava baciando con disperato, totale abbandono. Strinse le braccia sottili attorno alle sue spalle, spingendosi, se era possibile, ancor più verso di lui.

 

- E' comodo così, eh? - La voce sprezzante di Joe si insinuò fra loro, rapida e implacabile.

 

Coco lasciò andare Kevin di scatto, indietreggiando e appiattendosi contro il tiglio. Continuava a guardarlo quasi con terrore.

 

Lui si voltò, fronteggiando il fratello che, scocciato, lasciò cadere la giacca del suo completo grigio sul prato umido.

 

- Cosa vuoi? - Ringhiò il maggiore, cupo.

 

- Che la lasci in pace. - Sibilò Joseph in risposta, indicando Gabrielle con un piccolo cenno. - Sei un uomo sposato, adesso. Hai una moglie, l'hai scelta... Non puoi tornare da Coco. Non ora, MALEDIZIONE! - Esclamò.

 

- Non ti intromettere. - Replicò Kevin, assurdamente pacato. Gli occhi bassi.

 

Forse per quello non vide il colpo che stava arrivando, con anche un lauto preavviso.

Joe dovette muovere un paio di rapide falcate, per raggiungerlo e riuscire a centrare il proprio pugno sulla sua guancia pallida.

 

- Vaffanculo. - Soffiò, mentre il fratello cadeva pesantemente a terra.

 

- SCUSA? - Sbottò, tamponandosi il viso. Coco spalancò gli occhi, trattenendo il fiato con tanto impeto da farsi bruciare la gola.

 

- Sì, vaffanculo, Kevin! - Ripetè il minore, rabbioso. - L'HAI VISTA SCAPPARE E NON TI SEI FERMATO! - Ululò. - Non ti è bastato il male che le hai fatto fino ad oggi, hai voluto infierire. Hai voluto vederlo da te, quanto puoi averla fatta soffrire per non doverti rimangiare la parola data ad una che nemmeno ami! VIGLIACCO...! -    

 

Si scagliò nuovamente verso l'altro, mentre Gabrielle, immobile, cercava di sbloccarsi.

Fu quando vide Kevin rialzarsi di scatto e lanciarsi a sua volta in avanti, che trovò la forza di muoversi.

 

- BASTA! - Gridò, correndo verso i due che si aggredivano, quasi alla cieca. - SMETTETELA...! -

 

Approfittò di un fugace istante in cui si separarono, per intrufolarsi fra loro, spalancando le braccia sottili. Il pugno chiuso di Kevin si fermò a pochi centimetri dai suoi occhi sbarrati e lui perse improvvisamente ogni istinto bellicoso, nel rendersi inconsciamente conto che Coco volgeva le spalle a Joe e non a lui.

 

Che Coco stava proteggendo Joe, non lui.

 

- Basta. - Mormorò lei, abbassando le mani. - Basta così. - Guardò Kevin negli occhi e si sfilò dalle spalle la sciarpa che, un tempo, era stata sua.

 

La accartocciò fra le mani sottili e gliela allungò, spingendola quasi contro il petto di lui.

 

- Mi dispiace. - Soffiò, con voce rotta. - E'... tardi. Ti amo, ma è tardi, per questo. Per tutto. -

 

Detto ciò, gli voltò con decisone le spalle e tornò da Joe.

Prese un fazzoletto e gli tamponò delicatamente il labbro sanguinante, mentre lui le sorrideva appena, cercando bramosamente le sue piccole mani con le proprie.

 

***

 

Kevin rimase ad osservare suo fratello minore e la sola donna che amava, in silenzio, per qualche secondo. Li guardò, mentre lo tagliavano inesorabilmente fuori dal loro mondo.


Strizzò la kefiah tra le dita affusolate e ci tuffò il viso, senza distogliere gli occhi arrossati dagli altri due. Asciugando nella stoffa una lacrima solitaria.

 

Aveva perso tanto. Tutto, per una scelta che credeva sarebbe stata la migliore e che, ormai, non poteva cancellare.

 

Però lo sentiva ancora, distintamente. Vicino e quanto mai presente, il profumo di Gabrielle che si mischiava al suo su quell'intreccio di fili.

 

Scosse la testa, mentre si voltava e tornava alla chiesa, pronto a farsi fotografare insieme alla sposa... E ad un occhio pesto.

 

{Troppo tardi?}

 

No. Per lui no. Mai.

 

 
Continuerai a farti scegliere,
o, finalmente, sceglierai?

(Verranno a Chiederti del Nostro Amore - Fabrizio De Andrè)

  
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