E' passato un po' di tempo, ormai, ma
tutte saprete, credo, che qualche tempo fa Kevin ha fatto la fatidica
proposta alla sua fidanzata.
Ebbene, ecco quanto, fanficcisticamente
parlando, la mia mente ha partorito in proposito!xD
Diciamo che, in qualche modo, è la
mia maniera di "celebrare"
la notizia.*risata malvagia*
Dedicata alle persone che mi fanno stare bene, quelle che, quando penso a
loro, non posso fare a meno di sorridere.<3
(Se mi lasciate un commentino, anche
piccolo, mi fate molto felice!x3)
***Nota: Michael, Bridget, Adrienne e Rachel non mi appartengono, ma sono 4 delle meravigliose creazioni di Chiara, alias Ice_Bubble.<3
Continuerai ad ammirarti tanto, da volerti portare al dito?
Farai l'amore per amore
o per avercelo garantito?
[...]
O resterai, più semplicemente, dove
un attimo vale un altro...
Senza chiederti "come mai".
-
Gabrielle... Devo parlarti. Subito. -
Coco
alzò gli occhi chiari dal mazzetto di negativi, fissandoli sul viso tirato del
suo amico. Colpita dal fatto che avesse usato il suo nome per intero, più che
da altro.
Beata incoscienza.
-
Dimmi, Joe. - Mormorò, sistemandosi meglio il fermaglio di onice fra i capelli.
-
No... - Abbozzò lui, visibilmente nervoso. - Ti prego, vieni qui. Siediti. -
Stranita,
si alzò dal pavimento per accomodarsi sul letto accanto a lui. Un brutto,
bruttissimo presentimento si impossessò di lei.
-
Dai, cosa c'è? - Lo incalzò, sforzandosi per sembrare ancora disinteressata.
Joe
non parlò. Si morse il labbro fin quasi a farlo sanguinare, mentre tratteneva a
stento la voglia di spaccare tutto quello che aveva sottomano.
-
Joe...? - Soffiò, posando la mano sottile su quella di lui.
I
suoi occhi color caramello brillarono per un momento, dietro le ciglia scure.
-
Kevin si sposa. -
E,
a quel punto, Coco non riuscì a vedere più nulla.
Affondò
una mano nella trapunta morbida, facendo leva per sorreggersi, mentre l'altra
saliva a strizzare il petto. All'altezza dello sterno, dove tutto l'ossigeno
dei suoi polmoni sembrava essersi fermato.
-
Mi dispiace... - Sussurrò lui, chinando il capo. Come se fosse colpa sua.
Gabrielle
strinse la stoffa sottile cercando di non crollare, di inspirare aria.
-
Non... Respiro. - Esalò a volume
inudibile, prendendo febbrilmente fiato. Le dita fredde di Joe le sfiorarono
delicatamente la fronte e le guance, in un timido tentativo di calmarla.
-
Ehi, guardami. - La incoraggiò, sollevandole appena il mento. - Cucciola, guardami. - Ripetè,
facendole cenno di rilassare le spalle.
Lasciò
scivolare le dita lungo le sue braccia, fermando la stretta sui polsi minuti.
-
Piano. Così. - Annuì, mentre Coco tornava a respirare appena un po' di più e riprendeva
un po' di colore. Per quanto il petto continuasse a bruciarle come se
l'avessero pugnalata.
-
Joe, io... Scusami. - Bisbigliò, scuotendo appena il capo. - Quando imparerò a
controllare queste maledette crisi, sarà sempre troppo tardi. -
Sbuffò,
stirando le labbra in un pallido sorriso.
-
Coco... -
-
Quindi si sposa...! - Mormorò, interrompendolo. - Con... -
-
Lei, sì. - Concluse Joe, senza
nemmeno permettersi di nominarla.
-
Quando... -
-
Un mese. - La anticipò di nuovo.
Gabrielle
abbassò lo sguardo, strizzando gli occhi lucidi in un disperato tentativo di
trattenersi. E prese un paio di respiri profondi, per quanto riusciva in quel
momento.
-
Digli... - Soffiò, agitando appena le spalle, prima di puntare fermamente lo
sguardo in quello di lui. - Digli che gli faccio le mie congratulazioni. E che
gli auguro tutta la felicità del mondo. -
Sorrideva,
con enorme, disperata volontà. Sorrideva davvero,
ma una microscopica lacrima le segnava la guancia.
Unica,
lampante nota stonata che a Joe
suonava come un urlo silenzioso. Represso.
La
fissò, serrando le labbra, mentre un nodo assurdamente soffocante gli si
formava in gola.
-
Smettila...! - Soffiò, quasi in un ringhio. - Smettila di essere forte, Coco!
Così ti fai solamente del male. -
Scattò
in avanti di slancio, abbracciandola.
E
se la strinse addosso con una foga per certi versi tranquillamente comparabile
alla disperazione. Lasciandosi cadere a peso morto sul materasso, mentre lei
gli si rannicchiava contro, scossa da irrefrenabili singhizozzi.
***
Il
piatto decorato si schiantò al suolo, in un assordante rumore di ceramiche
infrante.
Una
cinquantina di teste si voltarono simultaneamente nella sua direzione.
Fissandola. Scatenando in lei un'ondata di nervosismo perfino superiore a
quella provocatale dal sorriso orrendamente
felice apparso poc'anzi sul viso della pecora.
-
Rain...! - Lo fulminò con lo sguardo, mentre si
allontanava da quel suo pianoforte bianco per correrle incontro. - Tutto bene?
-
Oh no.
Bene no. Non si sarebbe proprio detto.
-
Io non ci vengo. - Sibilò.
-
Come? - Replicò Nick, piuttosto confuso.
-
Il matrimonio. - Abbaiò, lanciando un calcio stizzito ai cocci più grossi. - Se
Kevin vuole fare questa gran stronzata,
la faccia. Senza di me. -
-
Ma non dire assurdità...! - Boccheggiò lui, allentandosi leggermente il nodo
della cravatta. - E' una così bella cosa...! Insomma, mio fratello- -
Si
fermò, osservando la smorfia tesa apparsa sul viso di lei.
Rachel
scuoteva appena il capo, ridacchiando sommessamente come se le stessero
raccontando chissà quale divertente storiella.
-
Certo. Tuo fratello si sposa. - Soffiò. - Tanta felicità e annunci in pompa magna... - Strinse gli occhi grigi
in due gelide fessure, prima di afferrare un altro piatto con mani tremanti.
Senza
distogliere lo sguardo lo gettò a terra, questa volta di totale, premeditato proposito.
-
E a Coco non pensi, eh? -
Gli
occhi scuri di Nick si dilatarono impercettibilmente, mentre la voce gli moriva
in gola. Si sentì improvvisamente debole, come se si fosse appena reso conto di
stare dentro una scatola.
Scatola
che qualcuno aveva appena afferrato e capovolto
di netto.
Pensò
a Kevin in piedi sull'altare e, improvvisamente non ci trovò più nulla di
piacevole. La sposa nemmeno la vedeva più, riusciva a distinguere solamente
Coco, nella sua immaginazione.
Seduta
in cima alla navata. Accanto a Joe, raggomitolata nel suo abbraccio.
Avvolta
in un abito di chiffon che la rendeva perfino più bella del solito, non fosse
stato per le guance pallide, rigate di dolorosissime lacrime.
-
Esatto. - Annuì tetramente Rain. - Scommetto che l'hai vista precisamente come la
immagino io. Ti rendi conto di cosa le state facendo?!? -
-
Stiamo...? Non sono io che mi sposo. - Scattò lui, strizzando la tovaglia di
lino bianco posata sul tavolo lì a fianco.
-
Oh, certo. Prova a dirlo alla tua Gabrielle e vedi se l'aiuta a sentirsi
meglio. -
-
Rachel... -
-
No. - Esclamò, puntandogli contro un
dito. - Io non verrò ad applaudire Kevin che spezza il cuore della mia migliore
amica. Con lui ho chiuso. -
-
Non... Non puoi fargli una colpa di questo. - Mormorò Nick, convincendo sè stesso perfino meno di quanto avesse fatto con lei.
-
No? - Scattò Rain, trattenendosi a stento
dall'afferrare un terzo piatto per lanciarglielo addosso. - Quel... Quel coglione di tuo fratello ha appena deciso di ferire Coco. Volontariamente.
Ha scelto lui d farlo! - Soffiò, strizzando gli occhi umidi.
-
Non voleva... -
-
Gabrielle lo ama. Lo so io, lo sai tu e lo
sa lui. Spiegami perchè cazzo sposa un'altra, e
se non l'ha deciso lui... Chi? -
Ringhiò. - No, Nick, la questione è un'altra. La questione è che è venuto il
momento di fare una scelta. Io non ho dubbi, scelgo Coco... La sceglierei altre
cento, mille volte. Tu...? - Si fermò, fissandolo in attesa di una risposta
che, purtroppo per entrambi, non arrivò.
Lui
chinò il capo ricciuto, nascondendo una lacrima nel suo silenzio contrito.
Rain
annuì impercettibilmente, con flemma quasi surreale, prima di spingere
elegantemente una pila di fondine oltre il bordo del tavolo.
Il
rumore assordante coprì completamente il ticchettio dei suoi sandali sul
piastrellato di marmo, mentre scappava.
***
Rilassò
la schiena contro la parete, passandosi il dorso della mano sulla guancia
bagnata.
La
brezza marina si alzava leggera dal mare color smeraldo, soffiando il profumo
di salsedine fin sul tetto del Blue Palace.
Il
cielo era pallido, luminoso. Azzurro esattamente come gli occhi di Gabrielle.
Rain
odiava Kevin. Coco, probabilmente, odiava Kevin... e lo amava, anche. Joe. Perfino Joe odiava Kevin. Solo lui
non riusciva a trovare la forza per farlo.
O,
almeno, per scegliere.
Ma
ciò non significava che amasse Gabrielle, la sua Gabrielle, come l'aveva definita Rain,
meno della stessa Rachel o di Joe, che avevano avuto il coraggio di difenderla.
-
Tu... tu lo capiresti, vero? - Mormorò, come se lei potesse sentirlo.
-
Ehilà. -
Uno
scoppio leggero lo riportò alla realtà, spingendolo a staccare lo sguardo
dall'orizzonte. Adrienne si richiuse la porta di
metallo verniciato alle spalle, masticando con noncuranza il suo chewing gum alla menta piperita.
-
Che fai, Dolcezza, parli anche da
solo, ora? - Infilò le mani nelle microscopiche tasche dei jeans, chinandosi
impercettibilmente su di lui.
Nick
lasciò che gli si sedesse accanto, senza proferire parola. Si sfregò le guancie
coi palmi bollenti, pregando che le lacrime trattenute non avessero avuto il
tempo di gonfiargli gli occhi come due palloncini.
-
Posso venirci. -
Esordì
lei, arricciando le labbra piene.
La
fissò, senza riuscire a nascondere un guizzo di genuino stupore.
-
Scusa? - Abbozzò.
-
Il matrimonio. - Replicò. - Per quel che vale.
Per me saranno solo due fidanzatini che si danno un bacio con addosso l'abito
della festa...! -
Gettò
il capo all'indietro, scrollando i folti capelli color del grano, prima di
gonfiare l'ennesimo palloncino. Soffiò piano, dilatandolo fino a che anche
quello esplose, con un sonoro schiocco.
Non
aveva mai avuto troppa fiducia nell'amore, Adrienne.
Figurarsi credere nel matrimonio, la regina fra le ipocrisie...!
Disillusa
e pragmatica quanto Nicholas era puro e credulone, in un certo senso. Ovvio, fuorchè
nei momenti che condividevano segretamente, nascosti sotto le lenzuola
asettiche e ricamate dell'albergo. Si trasformava, il piccolo, in quel frangente.
-
Certo, ammesso che le loro maestà tollerino la presenza di una poco di buono
come me. - Aggiunse, con una smorfietta ironica.
Nick
si alzò dal pavimento, con un movimento sicuro.
-
Sei mia ospite. - Decretò. - E Kevin sarà felice di aggiungerti alla lista. -
Tese
la mano, invitandola ad aggrapparsi. Drie sorrise,
chinando il capo, prima di rimettersi in piedi da sè.
Diede un paio di colpetti all'orlo impolverato degli shorts, scrutandolo di
sottecchi.
-
Se lo dici tu...! - Soffiò. - E dove vai, ora? -
Si
fermò davanti alla porta di servizio, le dita serrate alla maniglia antipanico
leggermente arrugginita.
-
Devo fare una telefonata, prima che ricominci il mio turno. E' importante. - Mormorò, fissandola
distrattamente. - Ma può darsi che mi avanzi del tempo, dopo. - Aggiunse, focalizzando improvvisamente l'attenzione su di
lei.
Adrienne
annuì impercettibilmente, stringendo le dita minute attorno al passepartout che teneva nella tasca
anteriore dei pantaloni.
-
318...! - Esclamò, che lui era già sulla prima rampa di scale.
Corse
alla porta, affacciandosi giusto in tempo per cogliere il suo rapido cenno
d'assenso.
***
Bridget
spinse con la spalla contro l'imponente porta a vetri della biblioteca comunale,
caracollando nell'atrio silenzioso con un'ingombrante pila di libri ammassata
sulle braccia sottili. Un vecchio volume di istologia, sulla cima, barcollò e
finì a terra davanti ai suoi piedi. Se Mike non l'avesse chiamata,
distogliendola da ciò che stava facendo, forse l'avrebbe visto.
Forse.
Ci
inciampò in pieno e ruzzolò sul pavimento lucido, schiacciando il manuale di
chimica organica elementare.
-
Bee...! - Esclamò il fratello, correndo verso di lei.
Si
inginocchiò, spostando i tomi polverosi per darle la possibilità di rimettersi
almeno seduta.
-
Piccola, tutto a posto? - Soffiò, poi, tastandole premurosamente il braccio
alla ricerca di possibili traumi. - Ti sei fatta male? -
Lei
si alzò tossicchiando goffamente e soffiò una ciocca di lisci capelli castani
lontano dal naso lentigginoso.
-
Sto bene. - Pigolò, radunando i libri e sistemandoli nuovamente uno sull'altro.
- Sono solo un po' agitata perchè Kev... Oh, Michael,
è incredibile! - Cinguettò, con occhi
improvvisamente brillanti.
-
Incredibile... cosa? - Inarcò un sopracciglio, guardandola con l'espressione
tipica di chi sa che quanto sta per essere detto non gli piacerà affatto.
Bee
afferrò distrattamente "Anatomia
Umana - Volume I" e se lo strinse al petto con aria sognante.
-
Si sposano. - Sussurrò. - Kevin e la
sua fidanzata! Con la cerimonia, l'abito bianco, la torta e tutto quanto...!
Sarà bellissimo! -
la reazione del
fratello fu tutto, tutto, fuorchè quella che lei si aspettava.
-
Cazzo...! - Sibilò Mike, passandosi
le dita affusolate fra i corti capelli scuri. - Ma sei sicura? -
Bridget
ritornò bruscamente sulla terra, agitando le lunghe ciglia pallide. Gattonò
rapidamente in direzione del fratello e gli si fermò davanti. Fissandolo
apprensivamente, in quella surreale cornice di libri sversi
e pagine staccate.
-
Certo. Me... Me l'ha detto proprio adesso. - Balbettò. - Ma che cosa succede, perchè fai quella faccia...? -
-
Cazzo, cazzo, cazzo. - Ripetè lui, frugando
febbrilmente nelle ampie tasche della giacca.
Compose
un numero, tanto velocemente che Bee quasi non riuscì
a distinguere quali tasti avesse premuto, poi si portò il telefonino
all'orecchio, in attesa.
Dopo
il primo squillo, una voce maschile decisamente familiare lo raggiunse
dall'altro lato del cavo. Non rispose. Annuì impercettibilmente e chiuse la
chiamata, sospirando almeno in parte di sollievo.
-
C'è Joe con lei. - Mormorò, poggiando una mano sul pavimento freddo. - Non è
sola, se non altro... -
Sollevò
piano lo sguardo, incontrando quello interrogativo della sorella.
-
Coco. - Mormorò, puntando gli occhi color ghiaccio su un punto imprecisato
oltre la spalla sinistra di Bridget.
Se
non fosse stato Michael J.Allen, esclusivamente se
non fosse stato lui, si sarebbe detto che fosse arrossito.
Bee,
al contrario, era impallidita improvvisamente e lo scrutava allarmata,
nascondendo le guance nivee dietro le piccole mani nervose.
-
M-ma lei... - Farfugliò, arpigliandogli
un braccio. - Lei non lo ama più. -
Trattenne
il fiato, aspettando bramosamente un movimento, un cenno da lui. Qualunque cosa
potesse confermarle quella affermazione. Michael, però, rimase ostinatamente
zitto, fin quando il singhiozzo strozzato della sorella lo riportò alla realtà.
-
Sono una sciocca...! - Mormorò.
Due
enormi lucciconi solcarono il viso lentigginoso, quando si rannicchiò
nell'abbraccio di lui.
-
Gabrielle non ha mai smesso di
amarlo. - Soffiò Mike, accarezzandole la schiena nel tentativo di calmarla. -
Ma tu non potevi immaginare... -
Posò
il mento sulla spalla minuta, indugiando con le lunghe dita affusolate sul
braccio scoperto della sorella.
-
Non ha nemmeno provato a farsi valere, a discapito di qualcun'altro. Non ne è
capace, lei... E' dannatamente incapace di essere egoista. - Mormorò, lasciandosi scappare un sorrisino sghembo. - E'
incredibile. -
Bridget
si scostò, sciogliendo goffamente la sua presa prima di rimettersi in piedi.
-
Tu vuoi andare da lei...? - Pigolò, reimpilando i
libri ordinatamente.
Michael
sgranò gli occhi, fissandola con crescente inquietudine. Era così evidente? Tanto che perfino Bee cominciava ad intuire qualcosa...?
-
Non... Non ho detto questo. - Borbottò, raccogliendo un volumetto che giaceva
aperto sul dorso. accanto al suo piede destro.
Lei
lo afferrò, riponendolo in cima al mucchio e gli sorrise comprensiva.
-
Lo hai pensato, però, Mike. L'hai pensato forte.
-
***
Rachel
premette furiosamente sul campanello, facendolo trillare meccanicamente.
Qualcuno,
prima o poi le avrebbe aperto.
E
qualcuno, in effetti, arrivò bofonchiando all'altro lato della porta. Joe fece
scattare il meccanismo della serratura e aprì, sbadigliando.
-
Rach...? - Mugugnò, passandosi una mano fra i capelli
scompigliati.
Lei
non rispose.
Lo
ignorò deliberatamente, lasciando guizzare gli occhi color tempesta all'interno
dell'appartamento, oltre la sua spalla tornita.
Trovò
Coco, ancora profondamente addormentata fra le lenzuola del divano-letto. E un
vuoto, accanto a lei, dove queste ultime erano stropicciate in maniera
inequivocabile. Lo urlavano, quasi,
che c'era stato sdraiato qualcun'altro, lì, fino a qualche attimo prima.
-
Che... cosa hai fatto? - Ringhiò,
tornando improvvisamente a focalizzare la sua attenzione su di lui. Come se si
fosse improvvisamente resa conto della sua presenza.
-
Ho dormito con la mia migliore amica. - Rispose Joseph, serrando nervosamente
il pugno contro lo stipite.
Sostenne
fermamente lo sguardo accusatore di lei, serrando rabbiosamente le labbra.
Avrebbe
voluto continuare e replicare con qualcosa di più pungente, ma il mugolio sommesso
di Gabrielle interruppe il corso dei suoi pensieri, scollegandolo
completamente.
-
Mmmh... Joe? - Chiamò, sfregandosi gli occhi lucidi,
prima di allungare la mano sottile sul materasso vuoto.
Si
voltò e lasciò su due piedi Rain e tutti i suoi
sospetti.
Tornò
sul letto con un agile saltello, mentre l'altra si richiudeva seccamente la
porta alle spalle ed entrava nel piccolo bilocale.
-
Sono qui, cucciola. - Mormorò, premuroso, aiutando Coco a mettersi seduta.
Lei
si rilassò e gli si accucciò fra le braccia, sollevata, stringendolo alla
ricerca di calore. Le sorrise, lambendole morbidamente le spalle minute.
-
E' arrivata Rachel, la aspettavi? - Chiese, poi, posandole un bacio leggero
sulla tempia.
-
Ti ho portato il vestito. - Si intromise la diretta interessata, adagiando di
fronte all'amica la custodia per abiti che si era portata dietro.
-
Vestito...? - Ripetè
Gabrielle, chinandosi leggermente in avanti e prendendo a scrutare
apprensivamente la busta.
-
Per il matrimonio. - Continuò Rain, annuendo. - Hai
detto che ci vuoi andare, no? Beh, se vai davvero, ti metti questo perchè è perfetto. Perfetto
per te. -
Ricambiò
lo sguardo pienamente risoluto di Rachel, prima di aprire la zip. Le braccia di
Joseph, seduto accanto a lei, si legarono ai suoi fianchi sottili.
Un
piccolo singhiozzo stupito le sfuggì dalle labbra socchiuse, quando la stoffa
candida scivolò sotto i suoi occhi. Si girò leggermente verso Joe, che guardava
ostinatamente davanti a sè, aggrottando le
sopracciglia.
-
Cosa significa questo? - Soffiò, stringendosi addosso Gabrielle in maniera
quasi inconsapevole.
-
Rach... - Pigolò Coco, col fiato corto. - E' bianco. -
-
Lo so. -
-
E sai anche che non si può vestire di bianco, ad un matrimonio?! - Sbottò Joe,
con voce irritata.
Coco
si agitò leggermente nel suo abbraccio, stringendo le piccole mani attorno ai
polsi di lui.
-
E'... Dovrebbe essere esclusiva della
sposa. - Soffiò, intimorita.
Rain
assentì, chinandosi a sfilare l'abito di morbido chiffon dalla custodia. Lo
sollevò, lasciando oscillare la gonna frusciante.
-
Proprio per questo. - Decretò, lisciando una piccola piega sull'orlo. - Perchè la sua
sposa sei tu, Coco! - Continuò con veemenza.
Gabrielle
trattenne bruscamente il fiato, arrossendo impercettibilmente.
-
Anche se sull'altare ci sarà un'altra, la sposa di Kevin sei solo ed unicamente tu. - Soffiò,
trovando improvvisamente interessantissima la punta delle proprie scarpe.
Un
velo di imbarazzo imporporò le guance pallide, appena sotto le lunghe ciglia.
Senza parlare, Coco sciolse la presa di Joe, lasciandolo per scattare in avanti
e catturare Rachel in un abbraccio imprevisto.
-
Ehi...! - Brontolò goffamente lei, barcollando leggermente nel tentativo di
districarsi.
-
Grazie, piccola. - Soffiò, prima di liberarla. - Ma non so, se posso... -
-
Mettilo. - Replicò Rain, porgendole il vestito. - La
cerimonia inizia fra tre ore. E tu smettila, subito! - Abbaiò, lanciando la custodia vuota addosso a Joe, che
rideva apertamente del suo imbarazzo.
-
Va bene, va bene! - Sghignazzò lui, sollevando le braccia in segno di resa.
Si
rotolò ridacchiando sulle coperte stropicciate, fermandosi giusto in tempo per
incrociare i luminosi occhi azzurri di Gabrielle, che lo fissava piuttosto
divertita.
Rilassò
la schiena contro il materasso, mentre si chinava appena su di lui.
-
Lo indosserai...? - Mormorò, sollevando una mano a carezzarle la guancia nivea
e leggermente fredda.
-
Credo... Credo di sì. - Rispose lei, in un fil di voce.
Si
scambiarono uno sguardo più che eloquente, prima che Rachel arpionasse la
spalla dell'amica, tirandola bruscamente all'indietro.
-
Dai, ti aiuto a prepararti. - Soffiò, strizzando l'abito bianco. - Tu. Fuori.
Subito. - Ordinò, indicando, con un cenno del capo, prima Joseph e poi la porta
che dava sulla cucina.
Lui
scattò in piedi, ma, ancora una volta, esitò nel risponderle a tono. Si blocco,
nel sentire la mano di Coco stringersi attorno alla sua.
-
Non ci vorrà molto. - Lo rassicurò, con un piccolo sorriso al quale lui rispose
immediatamente.
Si
chinò a posarle un bacio sulla fronte. E poi un altro sula guancia, prima di
andarsene, senza aver trascurato di lanciare un'occhiatina di scherno, ma anche
di un pizzico di malcelata gelosia, in direzione di Rain.
***
-
E' perfetto. - Mormorò Rachel, continuando a spazzolare il lunghi capelli di
Gabrielle.
Lei
si guardava allo specchio, titubante. Lisciò un'invisibile piega appena sotto
il fianco destro, inumidendosi nervosamente le labbra.
-
Non lo so...! - Pigolò.
C'erano
tante di quelle cose che sembravano non andar bene... Le spalline sottili, il
modo in cui la gonna leggera cadeva sulle gambe snelle o si arricciava appena
sopra le ginocchia. La scollatura troppo pronunciata che, nella parte
posteriore, le lasciava scoperta più di metà schiena.
-
Stai- - Il suo rimbrotto venne bloccato sul nascere dallo squillo secco del
campanello.
Coco
si voltò di scatto, abbandonando le scarpe di vernice, prima di correre a piedi
nudi sul pavimento freddo, fin davanti alla porta. La aprì, trafelata,
incrociando due occhi grigi decisamente familiari.
-
Mike...! - Esclamò, gettandogli le braccia al collo.
Si
aggrappò letteralmente alle sue spalle, quando lui la strinse con veemenza
tale, da sollevarla quasi da terra. La stoffa lucida del vestito frusciava
sotto le sue mani affusolate, incredibilmente bianca contro la sua giacca blu
scuro.
-
Sei bellissima. - Mormorò, allentando leggermente la presa per permetterle di
allontanarsi il minimo indispensabile.
-
Ah...! - Abbozzò lei, arrossendo violentemente. In un istintivo quanto inutile
gesto di protezione si strinse nelle braccia, tentando di coprirsi.
-
E' quello che dico anche io...! - Esclamò Joe, sbucando dalla cucina.
Attraversò
la stanza, fermandosi accanto a lei prima di circondarle le spalle minute,
stringendola appena.
- Sei veramente bellissima, Coco. - Si chinò,
quasi sussurrandole all'orecchio. - E quel deficiente di Kevin si mangerà le
mani, per aver rinunciato a te. - Continuò, scostandole le braccia e
spingendola a lasciarle lungo i fianchi. - O, magari, gliele farò mangiare
io... Per averti fatta soffrire così. -
-
Joe...! - Soffiò lei, trattenendo impercettibilmente il respiro.
-
Sopracciglio, qui, ha perfettamente
ragione. - Sogghignò Mike, sollevandole delicatamente il viso. - Solo un
deficiente rinuncerebbe a te. -
Gabrielle
si lasciò scappare un sorriso, mentre Joseph era ad un passo dal saltare alla
giugulare dell'altro.
-
Senti, Gambalunga-
-
Ok, ok. Time out! - Lo interruppe Rain, frapponendosi bruscamente fra loro. - Voi due
continuate pure a sfogare la vostra virilità in cucina, passerò poi a pulire le
macchie di testosterone...! Io e Coco non abbiamo finito qui. -
-
Spero almeno ci sia una birra, in frigorifero. - Sospirò Michael, avviandosi
serafico dove gli era stato detto.
-
Sul secondo ripiano. - Gli rispose Coco, mentre lui catturava un Joe
recalcitrante per il braccio e se lo trascinava dietro. - Scura, come piace a
te. -
-
Grazie, principessa. - Si voltò appena, solo per dedicarle quel sorriso.
***
Gabrielle
guardò per l'ennesima volta il suo riflesso nel grosso specchio affisso
all'anta dell'armadio, stupendosi quasi di quello che vide. Rain
aveva avuto pienamente ragione sia nel volerle far mettere quel nuovissimo paio
di ballerine bianche, sia nell'imporle di lasciare i lunghi boccoli scuri,
sciolti sulle spalle scoperte.
Incrociò
lo sguardo di Mike, poi quello di Joe, seduti entrambi sul letto alle sue
spalle e non potè fare a meno di arrossire, nel
leggervi tanta tenera ammirazione.
-
Smettetela di guardarmi così...! - Soffiò.
-
Non credo di esserne capace. - Decretò Joseph, con un sorriso mascalzone,
mentre Michael annuiva, sfoggiando la medesima espressione.
-
Come dice lui. - Concordò.
-
Scegline una. - La richiamò Rachel, porgendole due rose di stoffa. Una color
crema, l'altra di lucidissimo raso nero.
-
Quella. - Esclamò Mike, deciso, indicando la seconda. Gabrielle annuì,
inumidendosi le labbra.
-
Sì, quella. - Mormorò.
Il
campanello squillò di nuovo, proprio mentre Rain le
sistemava l'ultima forcina fra i capelli, fermando il fiore.
Coco
scivolo via rapidamente, lasciando ticchettare le ballerine sul pavimento e
aprì, con ancora il vestito che le si increspava attorno alle gambe.
-
Devo parlarti. - Nick non le lasciò quasi il tempo di aprir bocca.
Si
chiuse la porta alle spalle, nascondendo definitivamente alla vista una figura
bionda appoggiata al muro del pianerottolo e strinse Gabrielle fra le braccia,
fondendo quasi il bianco della sua camicia con quello dell'abito di lei.
-
Piccolo... -
-
Io non sono d'accordo con Kevin. Per
niente. - Le sussurrò all'orecchio, bene attento a non farsi sentire da
nessun altro. - Secondo me è una gran cazzata, quella che sta facendo. Però...
-
-
Però è tuo fratello. - Continuò Coco, per lui. - Ed è ovvio che venga prima. E
io dopo. -
-
NO! - Esclamò, stizzito. - Sei importante... Sei importantissima, per me, Coco. Tanto quanto lui. - Mormorò,
accarezzandole la schiena. - Però non
posso...! Non sono Joe. Io- - Lo bloccò, poggiandogli una mano sulle
labbra.
-
Non preoccuparti. E' giusto così. - Tentò di rassicurarlo.
-
No. - Ripetè, scuotendo la testa ricciuta. - Non lo è
affatto. Ma... Tu sai che, non per questo, ti amo meno di loro...? - Esitò,
indicando Mike, Rain e Joe con un cenno
impercettibile.
-
Certo che lo so, stupido. - Sorrise lei, stringendolo. - Lo so benissimo... -
Gli
posò un piccolo bacio sul collo, scostandogli appena il colletto della camicia,
prima di lasciarlo andare.
-
C'è qualcuno che ti aspetta, vero? - Chiese, poi, scompigliandogli
affettuosamente i capelli. Lui annuì, arrossendo impercettibilmente.
-
E allora vai. - Replicò Gabrielle, spingendolo appena all'indietro. - Ci
vediamo là. -
-
Coco... - Esitò, abbassando lo sguardo.
Sollevando
teatralmente gli occhi al cielo, si avvicinò di nuovo e lasciò scivolare le
braccia sottili sotto quelle di lui. Lo strinse, sollevandosi appena in punta
di piedi, per arrivare a parlargli all'orecchio.
-
Ti amo, Nick. - Sussurrò, perfettamente consapevole che non le serviva precisare
come.
-
Ti amo. - Sorrise, altrettanto certo che neppure per lui sarebbe stato
necessario specificare.
Il
loro legame non ne aveva alcun bisogno.
***
Il
paesaggio correva rapido, al di là del finestrino.
Coco
appoggiò la testa alla spalla di Joe - che tuffò immediatamente una mano fra i
lunghi capelli scuri - osservando un campo di lavanda picchiettato di fiori
viola.
La
chiesa in cui Kevin aveva deciso di sposarsi era piccola, piuttosto antica... E
situata in mezzo alla campagna parigina.
Oltre il danno, la beffa.
-
Sta' tranquilla, non ti lascio da sola. - Le soffiò Joe all'orecchio, lasciando
scivolare le dita verso il basso, sulla sua spalla e poi lungo il braccio
scoperto. - Se non ce la fai, io ti porto via. In qualunque momento... -
Annuì
impercettibilmente e si strinse a lui tanto disperatamente, che nemmeno si
accorse quando Mike accostò l'automobile. Le ruote scricchiolarono sulla ghiaia
bianca e poi tacquero, quando lui sfilò la chiave dal cruscotto.
-
Io non entro. - Rain che, incredibilmente, si era
spinta fino al punto di accompagnarli alla chiesa, incrociò le braccia al
petto, rilassando la schiena contro al sedile di cuoio sbiadito. - Non dovrei
nemmeno essere qui. -
-
Come vuoi. - Asserì Michael, scuotendo appena il capo. - Sai che, comunque,
Gabrielle non te ne farà mai una colpa. - Concluse, sibillino. Chiuse la
portiera con decisione, affrettandosi a raggiungere gli altri due sul sagrato
già gremito di gente.
Rain
si mordicchiò nervosamente il labbro, lanciando occhiate nervose attraverso il
finestrino aperto per metà.
Coco
stava entrando in chiesa, incredibilmente piccola fra le figure slanciate di
Joe e suo fratello. Entrambi le stringevano le mani, premurosamente.
Poco
distante, Nick parlava animatamente con sua madre. Il solito, disgustoso sorriso gli increspava le
labbra sottili, mentre presentava Bridget e Adrienne qua e là.
Per
una volta, Rachel apprezzò genuinamente la cugina e il temperamento dimostrato
nell'indossare un irriverente abitino rosa shocking, con una gonna decisamente
molto corta per gli standard dettati dalle circostanze.
I
lunghi capelli biondi, acconciati in morbidi boccoli la facevano sembrare una
graziosissima, anticonformista bambolina
col broncio.
Rain
constatò anche che Drie sembrava essere la sola
persona, esclusa lei, a percepire l'assurda stomachevolezza
di quella situazione.
***
Coco
strinse la mano di Joe, aggrappandosi disperatamente a lui, mentre un velo di
lacrime premeva contro le sue ciglia scure, impedendole di vedere bene il
piccolo Frankie che avanzava impettito lungo la navata.
Il
cuscino con le fedi, stretto fra le braccia del bimbo, le appariva come un
informe macchia sbiadita. La voce del reverendo Jonas, intento a celebrare il
rito, le risuonava nella testa quasi fosse una nenia lamentosa e tutta troppo
uguale, per riuscire a distinguerne le parole.
Solo
una frase, improvvisamente, arrivò limpida e cristallina alle sue orecchie, come se l'uomo avesse iniziato, di
punto in bianco, a gridare ostinatamente.
-
Vuoi tu, Paul Kevin Jonas II, prendere questa donna- - Non arrivò a udirne la
conclusione. Per quanto non le servisse, considerando che la conosceva
benissimo a memoria.
Si
alzò di scatto, scavalcando le gambe di Mike e prese a correre lungo uno dei
due corridoi laterali, lasciando ticchettare le scarpe sul pavimento di marmo
italiano.
Non
sentì l'urlo di Joe, che spezzò come uno schiocco il silenzio della fuzione.
Non
vide gli occhi di Kevin abbandonare con incredibile leggerezza il viso della
sua futura moglie, per seguire febbrilmente, spalancati di stupore, la sua
ombra scivolare oltre il portone decorato. Non si accorse di Rain, silenziosamente appoggiata ad un'acquasantiera, nella
penombra.
Le
sfrecciò accanto e si ritrovò sul sagrato deserto. Senza fermarsi superò anche
quello, rifugiandosi oltre un filare di tigli ritti sull'altro lato della
strada.
Appoggiò
la schiena ad un tronco nodoso, fissando con caparbietà il prato che si
estendeva incredibilmente verde, oltre i suoi piedi.
Sentiva
la carezza umida delle lacrime sulla pelle e si malediva, man mano che quelle
le scivolavano lungo il mento, per perdersi sul terreno scuro.
-
Stupida...! - Singhiozzò, accucciandosi in bilico sulle caviglie malferme.
Alla
fine era crollata sul serio. Vedere Kevin dire di sì ad un'altra, davanti ai propri occhi era davvero troppo.
Troppo anche per lei e la sua forza ostinata.
Singhiozzando
afferrò la sua borsa e prese a frugarci dentro, febbrilmente. Ne estrasse una
vecchia, ampia kefiah bianca e nera e
se la avvolse attorno alle spalle tremanti, a mo' di scialle.
I
ricordi a cui era legata le
grattavano addosso molto peggio che la stoffa ruvida e spessa.
Lo
amava. Ancora. E quel sentimento era intenso, forte e soffocante quasi quanto il profumo inconfondibile di cui il tessuto
era impregnato.
{Non sono capace di guardarti sposare
un'altra.}
Sospirò,
nascondendo la testa fra le braccia.
Dopo
quelle che parvero ore, piuttosto che minuti, qualcuno la raggiunse. Il rumore
di lunghi passi veloci risuonò nell'aria immobile.
Di
tutti i presenti alla cerimonia, Gabrielle si sarebbe aspettata di veder
arrivare chiunque altro.
Chiunque,
ma non...
-
Kevin. - Soffiò, perdendosi nel verde cristallino dei suoi occhi.
Lui
non parlò. Si passò nervosamente una mano fra i capelli e Coco se ne accorse
istantaneamente: la fedina d'argento con la doppia fila di borchiette
graffiate non c'era più. Al suo posto faceva bella mostra di sè una sottile fascetta di oro bianco.
-
Sei... Sposato. - Soffiò, mentre il suo cuore parve immobilizzarsi contro il
petto.
-
Sì. - Continuò lui, avvicinandosi di un passo, poi un altro ancora. Le si fermò
davanti, allungando le mani per offrirle un appiglio, quando la vide muoversi.
Coco,
però, chinò il capo e poggiò il palmo contro la corteccia ruvida. Fece leva su
quella e si rimise in piedi, puntando nuovamente lo sguardo sul suo viso.
-
Ci tenevi che lo sapessi...? - Sibilò, più cattiva di quanto non si fosse
aspettata da sè stessa.
-
No, io... - Cominciò, interrompendosi appena vide le lacrime inondare
nuovamente gli occhi di lei.
-
Mi dispiace, Kev. - Mormorò tra i denti. - Non ce l'ho fatta a guardarti mentre
giuravi eterno amore a... - Esitò, rendendosi conto che nemmeno riusciva a
pronunciarne il nome.
-
Danielle. - Completò, apatico, prima di rafforzare
nuovamente il tono. - Ma io non le ho giurato amore eterno. Non potevo. - Soffiò, guardandola
intensamente.
Coco
sentì le gambe diventare improvvisamente deboli, non sapeva nemmeno se
l'avrebbero sostenuta e per quanto.
-
Ho solo promesso che le starò accanto. - Proseguì, in tono piatto. - Non potevo
nemmeno tirarmi indietro...! -
Strinse
i pugni, sforzandosi di mantenere il controllo.
-
Non potevo. Non posso... Capisci? -
Qualcosa, improvvisamente, aveva minato alla base la sua sicurezza. Incrinando
tanto la sua facciata sicura, quanto la sua voce, che ora suonava quasi come
una supplica. - Però... -
Gabrielle
non capì nemmeno bene come fosse successo.
Lo
vide avvicinarsi. Senti la sua mano scivolarle lentamente lungo la schiena,
staccarla con delicata decisione dall'albero. Spingerla in avanti...
Una
frazione di secondo dopo, lo stava baciando con disperato, totale abbandono.
Strinse le braccia sottili attorno alle sue spalle, spingendosi, se era
possibile, ancor più verso di lui.
-
E' comodo così, eh? - La voce sprezzante di Joe si insinuò fra loro, rapida e
implacabile.
Coco
lasciò andare Kevin di scatto, indietreggiando e appiattendosi contro il
tiglio. Continuava a guardarlo quasi con terrore.
Lui
si voltò, fronteggiando il fratello che, scocciato, lasciò cadere la giacca del
suo completo grigio sul prato umido.
-
Cosa vuoi? - Ringhiò il maggiore, cupo.
-
Che la lasci in pace. - Sibilò Joseph in risposta, indicando Gabrielle con un
piccolo cenno. - Sei un uomo sposato, adesso. Hai una moglie, l'hai scelta...
Non puoi tornare da Coco. Non ora,
MALEDIZIONE! - Esclamò.
-
Non ti intromettere. - Replicò Kevin, assurdamente pacato. Gli occhi bassi.
Forse
per quello non vide il colpo che stava arrivando, con anche un lauto preavviso.
Joe
dovette muovere un paio di rapide falcate, per raggiungerlo e riuscire a
centrare il proprio pugno sulla sua guancia pallida.
-
Vaffanculo.
- Soffiò, mentre il fratello cadeva pesantemente a terra.
-
SCUSA? - Sbottò, tamponandosi il viso. Coco spalancò gli occhi, trattenendo il
fiato con tanto impeto da farsi bruciare la gola.
-
Sì, vaffanculo, Kevin! - Ripetè
il minore, rabbioso. - L'HAI VISTA SCAPPARE E NON TI SEI FERMATO! - Ululò. -
Non ti è bastato il male che le hai fatto fino ad oggi, hai voluto infierire.
Hai voluto vederlo da te, quanto puoi averla fatta soffrire per non doverti
rimangiare la parola data ad una che nemmeno ami! VIGLIACCO...! -
Si
scagliò nuovamente verso l'altro, mentre Gabrielle, immobile, cercava di
sbloccarsi.
Fu
quando vide Kevin rialzarsi di scatto e lanciarsi a sua volta in avanti, che
trovò la forza di muoversi.
-
BASTA! - Gridò, correndo verso i due che si aggredivano, quasi alla cieca. -
SMETTETELA...! -
Approfittò
di un fugace istante in cui si separarono, per intrufolarsi fra loro, spalancando
le braccia sottili. Il pugno chiuso di Kevin si fermò a pochi centimetri dai
suoi occhi sbarrati e lui perse improvvisamente ogni istinto bellicoso, nel
rendersi inconsciamente conto che Coco volgeva le spalle a Joe e non a lui.
Che
Coco stava proteggendo Joe, non lui.
-
Basta. - Mormorò lei, abbassando le mani. - Basta così. - Guardò Kevin negli
occhi e si sfilò dalle spalle la sciarpa che, un tempo, era stata sua.
La
accartocciò fra le mani sottili e gliela allungò, spingendola quasi contro il petto
di lui.
-
Mi dispiace. - Soffiò, con voce rotta. - E'... tardi. Ti amo, ma è tardi, per questo. Per tutto. -
Detto
ciò, gli voltò con decisone le spalle e tornò da Joe.
Prese
un fazzoletto e gli tamponò delicatamente il labbro sanguinante, mentre lui le
sorrideva appena, cercando bramosamente le sue piccole mani con le proprie.
***
Kevin
rimase ad osservare suo fratello minore e la sola donna che amava, in silenzio,
per qualche secondo. Li guardò, mentre lo tagliavano inesorabilmente fuori dal
loro mondo.
Strizzò la kefiah tra le dita affusolate e ci tuffò il viso, senza distogliere
gli occhi arrossati dagli altri due. Asciugando nella stoffa una lacrima
solitaria.
Aveva
perso tanto. Tutto, per una scelta che credeva sarebbe stata la migliore e che,
ormai, non poteva cancellare.
Però
lo sentiva ancora, distintamente. Vicino e quanto mai presente, il profumo di
Gabrielle che si mischiava al suo su quell'intreccio di fili.
Scosse
la testa, mentre si voltava e tornava alla chiesa, pronto a farsi fotografare
insieme alla sposa... E ad un occhio pesto.
{Troppo tardi?}
No.
Per lui no. Mai.
Continuerai a farti scegliere,
o, finalmente, sceglierai?
(Verranno
a Chiederti del Nostro Amore - Fabrizio De Andrè)