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Autore: sissi149    29/02/2020    6 recensioni
Jun e yayoi sono riusciti a ritagliarsi una breve vacanza in irlanda tra i loro vari impegni.
“A te piacciono l’Irlanda e le sue tradizioni, vero?” Domandò, partendo alla larga.
“Certo! Ma perché me lo chiedi?”
“C’è una tradizione che riguarda questo giorno, il 29 febbraio.”
[Serie Two Worlds Collision]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Two worlds collision'
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Attenzione! Possibili spoiler per chi non è in pari con il Rising Sun!




Quell’anno nel campionato francese era stata programmata una sosta a fine febbraio e Jun ne aveva approfittato per raggiungere Yayoi in Irlanda. Era la sua seconda stagione nel Paris Saint German, dove aveva raggiunto Misaki dopo i mondiali in cui aveva potuto mettere in mostra tutto il suo talento. Taro, Louis Napoleon e lui erano le stelle della squadra francese che sperava di porre fine all’egemonia in Champions League del Barcellona che, durante l’estate, era riuscita a portare a termine il colpo di mercato più shoccante, riuscendo a strappare per una cifra da capogiro Wakabayashi al  Bayern di Monaco.
Yayoi, invece, aveva vinto un concorso di assunzione presso l’ospedale di Dublino, dove esercitava come infermiera al pronto soccorso.
Per la loro piccola vacanza avevano lasciato la città e si erano recati in campagna, dove abitava la parte materna della famiglia della donna.
La sera del 29 febbraio erano a cena insieme nel pub della locanda della zia di Yayoi. Avevano davanti due portate di carne, accompagnate da due boccali della birra di famiglia.
Jun chiuse la chiamata che aveva interrotto le loro chiacchiere.
“Scusami. Avrei dovuto lasciare in camera questo affare.”
Yayoi ridacchiò:
“Cosa aveva da dirti di così importante Misaki da non poter aspettare il tuo rientro?”
“Voleva dirmi di controllare la mail della Federazione: pare che i tre fuori quota per le Olimpiadi di quest’anno verranno scelti tra la Generazione d’Oro.”
La donna portò alla bocca la forchetta e si prese qualche istante prima di rispondere.
“Considerando che saranno a Tokyo è logico che vogliano fare le cose in grande: vorranno replicare la vostra vittoria di quattro anni fa.”
Misugi afferrò il boccale e ripensò all’Olimpiade di Madrid, l’esperienza più strana che avesse mai affrontato nella sua vita e che ancora oggi suscitava in lui sentimenti contrastanti. Partecipare di nuovo ad una manifestazione di quel tipo poteva contribuire a scacciare certi fantasmi, ma non voleva far preoccupare Yayoi.
“Non è detto che scelgano me, sono in molti a poter ambire a quei posti.”
“Uno di sicuro è già riservato a Tsubasa, a meno che Napoleon non lo azzoppi in finale di Champions League.”
Jun per poco non si strozzò con la birra.
“Yayoi!”
 La donna si strinse nelle spalle, maliziosa.
“Conosci un altro modo per impedire a Tsubasa di giocare un torneo? Anzi, azzopparlo potrebbe non essere sufficiente. Che dici, assoldiamo un camionista?”
“Signorina Aoba, l’aria dell’Irlanda le fa veramente male!”
“Mica deve farsi troppo male! Solo essere sicuri che non metta piede in campo per un bel po’.”
Si guardarono per un istante seri, poi scoppiarono a ridere come ragazzini.
Dalla carne passarono al dolce, una torta all’Irish coffe.
“I dolci di tua zia sono veramente la fine del mondo.” Jun si leccava i baffi come suo solito.
“Buonasera, ragazzi!”
“Declan! – Yayoi alzò lo sguardo sorridendo al cugino – Ti fermi con noi per una fetta di torta e una birra?”
L’uomo scosse la testa, non era molto in vena di chiacchiere e di vita mondana.
“Sono venuto solo a portare un paio di casse dal birrificio. Divertitevi.”
Veloce come era arrivato, se ne sparì oltre la porta d’ingresso del pub.
“Buona serata signor quasi vice capo!” Gli urlò dietro Aoba.
Misugi sbatté le palpebre un paio di volte, perplesso.
“Che succede a tuo cugino? Non è da lui rifiutare una birra. Non è da nessuno della vostra famiglia, in effetti.”
“Jun Misugi, mi stai forse dando dell’alcolizzata?” La donna lo guardò con occhio truce.
Era uno degli argomenti su cui a Jun piaceva stuzzicarla, dato che lui doveva sempre bere con moderazione, mentre lei, essendo cresciuta con una parte di famiglia che produce birra, si trovava molto più a suo agio con l’alcol.
“Non mi permetterei mai.”
“Come no!”
“Seriamente.”
“Ha conosciuto una donna.”
Buttò lì quasi distrattamente, per riportare la conversazione su toni più seri, mentre terminava l’ultimo boccone di dolce.
“Declan?”
Yayoi annuì.
“Non mi sembra che sia la prima che frequenta.”
Jun sapeva che Declan era un po’ uno spirito libero in quanto a frequentazioni, aveva avuto più di una relazione, ma nessuna si era rivelata essere quella duratura.
“Sono usciti due o tre volte, si sono divertiti, poi Declan ha scoperto che è Inglese, di Southampton.”
Misugi alzò gli occhi al cielo: tra tutte le donne presenti sulla faccia della terra, il cugino patriottico, sempre sul piede di guerra con il Regno Unito, doveva innamorarsi di una Inglese.
“Se l’ha presa così male, vuol dire che è una cosa seria.”
“Briana dice che era parecchio preso. Chissà che questa misteriosa donna non lo faccia ammorbidire un po’.”
“Tuo cugino? È più facile che Jack mi dichiari amore eterno!”
La battuta gli costò l’ennesima occhiata di Yayoi, ma presto venne stemperata in un sorriso dolce.
“Che dici, facciamo una passeggiata prima di salire in camera?
Presero i cappotti e uscirono.
 
 
 
 
L’aria della notte era fresca nelle vie di campagna. Si erano lasciati il paese alle spalle ed avevano proseguito sull’unica stradina illuminata dai lampioni. Il cielo era limpido, ma la luce delle stelle non bastava a rendere sicuro il cammino.
Passeggiavano mano nella mano, ogni tanto si scambiavano un bacio.
“Adoro la tranquillità che c’è qui. – commentò Jun – Essendo cresciuto nella frenesia di Tokyo, questo posto sa essere rigenerante.”
“E secondo te, perché fin da bambina sono sempre venuta qui ogni estate?”
Ridendo, Misugi le rubò un altro bacio.
Yayoi si fermò, ora che era giunto il momento di fare la sua mossa, che teneva in serbo da tutta la serata, il cuore le martellava nel petto. Sapeva che per Jun quello era un argomento tabù, ma sapeva anche che se non avesse agito in quel momento, quando tutto era perfetto, avrebbe sprecato la sua unica occasione.
L’uomo aveva fatto qualche passo, poi si era accorto che la donna aveva smesso di camminare.
“Che c’è?” Le chiese dolcemente.
“A te piacciono l’Irlanda e le sue tradizioni, vero?” Domandò, partendo alla larga.
“Certo! Ma perché me lo chiedi?”
“C’è una tradizione che riguarda questo giorno, il 29 febbraio.”
Jun era curioso, non ne aveva mai sentito parlare.
“Davvero?”
“Sì. Riguarda le proposte di matrimonio.”
Yayoi deglutì a vuoto, sperando di riuscire ad arrivare in fondo prima che Jun capisse e la interrompesse. Infilò una mani in tasca ed afferrò una piccola scatola.
“In questo giorno, sono le donne a poter fare la proposta.”
Senza aspettare la replica, si inginocchiò sulla strada sterrata, reggendo con la mano tremante il contenitore di un piccolo cerchietto d’argento.
“Jun Misugi, vuoi sposarmi?”
Jun spalancò gli occhi e restò a bocca aperta per qualche istante, era completamente spiazzato. Yayoi era sicura che dopo la fugace conversazione avuta quattro anni prima, l’uomo non avesse più pensato a matrimoni e cose simili.
Misugi sembrava sul punto di replicare, ma lei lo fermò:
“So che tu pensi di non potermi garantire il per sempre, ma nemmeno io posso. Nessuno può. Credimi, lavorando in pronto soccorso so di cosa parlo: persone in perfetta salute che per un incidente, una fatalità non prevedibile, non ce la fanno. Nessuno può garantire di esserci per sempre.”
Era rimasta in ginocchio, con l’aria della notte che diventava sempre più fredda intorno a lei.
Jun le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, poi si appoggiò al muretto di pietra, incrociando le gambe.
“Yayoi, viviamo e lavoriamo in due città diverse: io sono a Parigi e tu sei a Dublino.”
“Ci vogliono meno di due ore di aereo per andare da una all’altra.”
Misugi scosse la testa.
“Ora funziona, ma se fossimo sposati, credi che potremmo andare avanti per anni vedendoci a singhiozzo? Non sarebbe giusto che uno di noi due rinunciasse al lavoro per vivere con l’altro.”
“Jun, sono un’infermiera. Mi sono formata nel più importante ospedale di Tokyo, lavoro nel pronto soccorso di Dublino, posso trovare lavoro in qualsiasi città.”
“So quello che dicevano di te a Tokyo, hai la stoffa per salire nella gerarchia e diventare caposala, se ti metti a seguire me in giro per l’Europa, a seconda della squadra in cui giocherò, dovrai ricominciare da capo ogni volta.”
“Ho tempo per fare carriera, tu, invece, come calciatore hai meno occasioni a disposizione.”
“Ma…”
Yayoi era esasperata:
“Se non hai nessuna voglia di sposarmi, dillo chiaro e tondo, non continuare ad accampare scuse. Nessun ostacolo è insuperabile, tranne la volontà.”
Erano arrivati al punto di rottura: Yayoi sapeva che il rischio c’era, ma voleva di più nella loro relazione, voleva il matrimonio e doveva sapere se anche per Jun fosse la stessa cosa.
L’uomo sospirò profondamente e si guardò le mani.
“Ho paura.” Disse.
Yayoi sapeva quanto doveva essergli costata quell’ammissione. Appoggiò le proprie mani sulle sue.
“Tutti hanno paura.”
Restarono fermi per qualche istante, l’unico movimento era quello delle nuvolette di vapore dei loro respiri.
Misugi cercò qualcosa in una tasca interna del cappotto. Diede alla donna un piccolo sacchetto di seta bianca.
“Aprilo.”
Yayoi era curiosa, con le dita rigide per il freddo sciolse il nastro e si ritrovò tra le mani un Claddagh Ring in oro bianco.
Il cuore le esplose nel petto e baciò Jun con passione. Non c’era bisogno di altre parole.
 
 
 
 
 
The hands are there for friendship,
Le mani sono lì per l’amicizia
the heart is there for love.
Il cuore è lì per l’amore
For loyalty throughout the year,
Per la fedeltà attraverso gli anni
the crown is raised above.
la corona è posta sopra

 



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Avevo scritto delle note finali bellissime, poi mi si è chiusa la finestra e le ho perse. ç______ç
La fic è ambientata quattro anni dopo il Risng Sun (ancora in corso di pubblicazione) per cui la vittoria delle olimpiadi, il mondiale e le squadre in cui giocano ho messo alcuni dei giocatori sono frutto di fantasia. Per come è messo il Rising ora, tra angeli, miracoli, posseduti, squartamenti, miracoli e chi più ne ha più ne metta, non sappiamo se la nazionale arriverà viva alla fine del torneo. E siamo solo ai quarti di finale.
Sempre nel Rising, Yayoi confida a Yoshiko che Jun non le fa la proposta di matrimonio per via dei suoi problemi di salute. E qui entra in gioco il lato irlandese di Yayoi e questa graziosa tradizione che risale ai tempi di Santa Brigida d'Irlanda e San Patrizio: negli anni bisestili, il 29 febbraio, le donne possono chiedere la mano dei loro amati. E se gli uomini rifiutavano, dovevano pure pagare una multa! (simbolica, ma sempre multa era!) XD Di solito negli anni bisestili cadono pure le olimpiadi, per cui, per restare un minimo nel canon ho dovuto andare quattro anni dopo il Rising Sun.
Il Claddagh Ring è l'anello tradizionale irlandese con due mani che reggono un cuore sormontato da una corona (la filastrocca finale spiega il significato dei vari simboli).
A seconda di come viene indossato (mano destra o sinistra, punta del cuore verso le dita o verso il polso) può indicare che la donna è libera, impegnata, fidanzata ufficialmente o sposata.
Fine delle note.
 
  
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