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Autore: violeta91    10/03/2020    0 recensioni
Metà. Spesso questa parola mi rimbomba nel cervello e mi ricorda che sono divisa in due. In due metà perfettamente e maledettamente uguali: la metà buona, limpida, serena e quella cattiva, nebulosa, angosciata. La prima corrisponde al mio passato, un passato felice, in cui sono stata amata e viziata dai miei genitori e questo, al tempo, mi bastava per tenere a freno la mia anima irrequieta;la seconda, invece corrisponde al mio incasinato presente, in cui nulla sembra soddisfarmi e al mio sconosciuto e incerto futuro. Cosa mi riserverà quest’ultimo: gioia, dolore, una vita avventurosa, un amore degno delle favole? o forse niente di tutto questo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Capitolo 1
Metà

Metà. Spesso questa parola mi rimbomba nel cervello e mi ricorda che sono divisa in due. In due metà perfettamente e maledettamente uguali: la metà buona, limpida, serena e quella cattiva, nebulosa, angosciata. La prima corrisponde al mio passato, un passato felice, in cui sono stata amata e viziata dai miei genitori e questo, al tempo, mi bastava per tenere a freno la mia anima irrequieta;la seconda, invece corrisponde al mio incasinato presente, in cui nulla sembra soddisfarmi e al mio sconosciuto e incerto futuro. Cosa mi riserverà quest’ultimo: gioia, dolore, una vita avventurosa, un amore degno delle favole? o forse niente di tutto questo.
Una voce interrompe il flusso dei miei pensieri: è Dakota, la mia migliore amica. Siamo amiche da anni e molto legate, mi piace pensare che lei, sia la mia “metà mora”. Dakota infatti, a differenza mia, che ho i capelli biondi e gli occhi chiari, ha dei meravigliosi riccioli scuri che le ricadono sulle spalle e profondi occhi nocciola.
“Luna!! Che fai lì impalata?” mi chiede squadrandomi dalla testa ai piedi. “muoviti, abbiamo il corso di economia, non vorrai mica far tardi il primo giorno! Afferma. Dakota ed io siamo iscritte alla Creighton University di Omaha, frequentiamo la maggior parte dei corsi del primo anno insieme. La nostra classe è al secondo piano dell’istituto. “Scusami, stavo pensando, mi chiedevo se fosse questa l’università che fa per me…” rispondo. “ancora con questa storia? Ti devo ripetere per la cinquantesima volta il nostro piano?” strilla Dakota. “no, no lo sò…ci laureiamo in legge, fuggiamo da questo posto dimenticato da Dio e cerchiamo di farci assumere in qualche città decente…” “esattamente. Ora muoviti che sicuramente Ricky sarà già davanti all’aula che ci aspetta” afferma dirigendosi su per le scale che portano al secondo piano.
Ricky Johnson è il mio migliore amico. È un ragazzo alto, allampanato, moro con un tatuaggio a forma di rosa sul braccio. Con Dakota si sopportano a malapena, ma con me ha un legame speciale. Io e lui ci intendiamo con un solo sguardo. Siamo sempre andati d’accordo perché condividiamo la stessa follia. Amiamo ridere, e fare le cose più assurde. Passiamo pomeriggi interi a guardarci le repliche di O.C. e a chiederci perché non abbiamo nemmeno la metà della fortuna di Rayan . Perché quel bamboccio è stato così paraculato da passare nel giro di un giorno dalla periferia di Chino alla mega-villa dei Cohen ad Orange Countee? E io e Ricky abbiamo sempre vissuto qui in Nebraska, attorniati dalla stessa gente monotona, da questo tempo grigio e deprimente? Evidentemente non siamo nella top ten dei dieci individui preferiti dal Signore e dovremo farcene presto una ragione.
"Ciao Ricky!” esordisco, sfoderando il mio più sincero sorriso. Lui si volta, e mi saluta con la mano. “Ehi Lu! Come è? Sempre puntuale come al solito eh?” mi rimprovera. “Chiudi il becco Rick!” rispondo ridacchiando. Entriamo insieme in aula blu e ci sediamo negli ultimi banchi, per evitare di correre il rischio di dover stare troppo attenti alla lezione. Nessuno di noi ama economia ma è un corso obbligatorio e quindi non possiamo permetterci di non seguirlo. L’aula, col passare dei minuti inizia a riempirsi, prima entrano le cosiddette “blu-ladies”, le cheerleaders della squadra di baseball della scuola, poi il gruppetto dei fighetti ovvero i più ricchi dell’istituto, dei cervelloni e per ultimi gli sfigati della scuola, quelli che mezzo istituto considera troppo nerd persino per vivere.
Stavo ancora osservando gli esemplari umani di questa scuola quando Dakota mi indica con una mano l’insegnante: la signora Logan. Virginia Logan la docente di economia è di una eleganza fuori dal comune, indossa una camicetta bianca molto aderente, un tubino nero di Oscar De Larenta e delle decolltè nere di Jimmi Choo. Di sicuro i soldi non le mancano, penso.
“Ragazzi, sono Virginia Logan e questo, come ben sapete, è il corso base di economia: economia uno. Non mi aspetto né che l’economia vi piaccia né che alla fine del corso diventiate Steven Mnuchin, ma che perlomeno conosciate le basi dell’economia, intesi?” esordisce la docente.
“Questa, ragazze, sa il fatto suo, ve lo dico io” bisbiglia Ricky, guardandosi intorno cercando l’anima gemella. Ricky è gay, non me lo ha mai detto chiaramente, ma me lo ha sempre fatto capire sin dai tempi delle medie in cui sia io che lui sbavavamo dietro a Eric Scott, il suo vicino di casa con cui giocavamo a nomi-cose-città.
La professoressa Logan inizia a spiegare la differenza tra azienda e impresa quando ad un tratto la porta si apre e compare sulla soglia un ragazzo con i capelli color dell’ oro, gli occhi verdi e uno sguardo assassino. È Emery J Adams il ragazzo più popolare e scorbutico della scuola, il capitano della squadra di baseball. Porta un giubbotto di pelle, sotto un maglioncino beige,i jeans strappati e delle converse nere.
“Il signor Adams, presumo” asserisce la professoressa Logan “Vedo, che la mia fama mi precede” risponde Emery con un un ghigno. “Non proprio, ho avuto il “piacere” di insegnare a suo fratello che era ritardatario quanto lei” risponde accigliata la professoressa. A sentire quelle parole Emery si blocca, la guarda con aria di sfida e sbatte i libri sul banco accanto a Alice, la sorella di Ricky. Alice proviene da un altro pianeta rispetto a noi. Lei è la classica oca, che vive per i trucchi, le feste, per la movida, non che a me e ai miei amici non piacciano queste cose, ma riconosciamo che c’è anche altro nella vita e non per forza meno importante. Emery e Alice sembrano fatti l’uno per l’altra, troppo belli, troppo popolari, troppo tutto.
Stavo ancora pensando a quei due quando la signora Logan decise di fare una domanda alla classe.
“ Allora ragazzi, giusto per testare la vostra attenzione, potete dirmi che cosa si intende per impresa?” Nella stanza calò il silenzio, nessuno evidentemente aveva prestato molta attenzione.
“ Signorina Lancaster, vuol dirmelo lei? Visto che suo zio è un brillante uomo di affari, laureato in economia e gestione delle imprese, penso che lei sappia rispondere a questa semplice domanda”.
“ Mi dispiace, non so la risposta” rispondo in imbarazzo. Mio zio era un genio, io no e per di più l’economia non mi era mai interessata. La professoressa mi guardò accigliata, prima di rivolgere la stessa domanda a Emery che la guardò con aria interrogativa.
“Bene, vedo che nessuno qui presta attenzione alla mia spiegazione. Dunque visto che la lezione non vi interessa, mi farete a coppie una ricerca su azienda e impresa, di quindici pagine per martedì prossimo. Lancaster e Adams la faranno insieme, magari in due qualcosa di buono riescono a tirarlo fuori.”
   
 
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