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Autore: Kiron_River    14/03/2020    1 recensioni
Seguito diretto della mia precedente serie I Maestri delle Ombre, questa "seconda stagione" narrerà delle finali del torneo mondiale di Duel Monsters. I nostri eroi dovranno continuare i loro duelli... ma in un luogo totalmente diverso da quello previsto.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Ciao gente e ben tornati! Wow... è passato un secolo dall'ultima volta che ho pubblicato qualcosa qui. Francamente speravo di tornare un po' più preparato, invece questa seconda stagione de I Maestri delle Ombre è ancora in lavorazione e lontana dall'essere finita. 
Tuttavia mi ero stufato di aspettare, quindi eccomi a pubblicare il secondo capitolo della storia dei duellanti del Torneo Mondiale di Duel Monsters. Torniamo sulla cima della Kygranerd Tower, dove avevamo lasciato i nostri eroi alla fine della stagione precedente, sperando incasinati come non mai dopo l'epocale doppio Gioco delle Ombre dispotato da Alex, Malverik, Elzer e Kygranerd. Adesso i nostri ragazzi dovranno affrontare un gioco ancora più pericoloso.
Signore e signori, buona lettura

Se non avete idea di cosa stia succedendo probabilemente siete arrivati qui senza prima passare da I Maestri delle Ombre, di cui questa serie è diretto sequel. Leggete prima quella. Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito. Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.



Chi prima chi dopo, i duellanti sulla cima della K.Tower si stavano riprendendo.
Le scosse, le forti raffiche di vento e il vorticare della torre aveva fatto si che tutti quanti venissero scaraventati a destra e a manca sul tetto della torre procurandosi graffi e lividi dappertutto.
Alex si affacciò al bordo della torre e osservò l’immensa distesa di terra arida che li circondava tutti quanti.
La luce fredda del sole filtrata dalle grandi nubi nere illuminavano bene la pianura circostante permettendo di ammirarne la vastità a perdita d’occhio di terra secca e rocce grige. Guardando verso l’orizzonte Alex riusciva a scorgere alcuni alberi. Forse l’inizio di un bosco, ma non avrebbe saputo dirlo.
“Alex. Dimmi che almeno tu sai che sta succedendo”
La voce di Gabriele proprio di fianco a lui distrasse Alex dal suo osservare.
Alex si voltò verso l’amico e con un’espressione confusa che non mostrava alcun segno di positività, scosse la testa.
“Fantastico…” chiosò l’italiano.

Il vociare dietro di loro spinse Alex e Gabri a voltarsi verso l’interno della terrazza dove, chi più chi meno, tutti i duellanti si stavano lamentando delle botte subite durante il turbine.
L’uomo corpulento che poco prima aveva soccorso il ragazzo rimasto ferito era stato il primo a rialzarsi e per prima cosa è corso a sincerarsi delle condizioni di tutti gli altri.
Alex e Gabri si scambiarono un’occhiata e tornarono verso gli altri duellanti per dare una mano.
“Voi ci avete capito qualcosa?” chiese l’uomo di prima mentre aiutava uno dei ragazzi a rialzarsi.
“No. Proprio per niente, e dire che abbiamo una bella fetta di colpa” rispose Gabri guardando storto Alex.

“Ne parliamo più tardi, per ora vediamo se stanno tutti bene” disse Alex mettendo a tacere l’amico, poi rivolse l’attenzione all’altro uomo “Grazie per quello che stai facendo”
“Sono un medico, è il mio lavoro” rispose l’altro “Tu piuttosto, come hai fatto ad apparire da sotto il pavimento della terrazza”
Alex si grattò la testa “Sarà tra le spiegazioni che dovrò dare a tutti quanti. A proposito, mi chiamo Alex”
“Luke Hartman. Probabilmente mi conoscete meglio come WarMachine”

Intanto Sally stava ancora guardando fuori dal balcone della terrazza. Gilbert ringraziò Aleta per averlo salvato e andò dalla sua amica.
Sapeva che Sally stava pensando a Malverik. Era caduto proprio dal punto in cui Sally si stava sporgendo in quel momento, mentre la torre stava vorticando sotto l’effetto della magia di Zorc l’Oscuro.
Gilbert posò una mano sulla spalla dell’amica.

“Sally…”
“Non c’è” rispose immediatamente Sally.
Gilbert rimase un attimo interdetto.
“Come?”
“Il suo corpo. Non lo vedo in fondo alla torre” rispose Sally senza smettere di guardare giù.
Gilbert si sporse oltre la balaustra e guardò di sotto. In effetti in fondo alla torre non c’era proprio niente.
“Malverik è caduto da qui, ma io suo corpo non è mai arrivato a terra” spiegò Sally.
Gilbert si voltò di nuovo verso Sally e anche lei si voltò verso di lui.

Gli occhi di Selly erano lucidi, ma non stava piangendo, trasmettevano invece speranza.
“Gibby, se il corpo di Mal non è laggiù vuol dire che potrebbe essere da qualche parta. Vivo!”

Gilbert ripensò alla scena. La vista di Malverik che volava giù dalla torre non era qualcosa che avrebbe dimenticato facilmente e tutto nel suo cervello gli stava dicendo che era quasi impossibile che il loro amico fosse sopravvissuto a quel volo.
Davanti agli occhi imploranti di Sally, Gilbert si sforzò di sorridere.
“Certo. Malverik è forte, se la sarà cavata”
“Ovvio che se l’è cavata” si intromise Aleta “Niente è mai riuscito a buttare giù quel mostro, dovunque sia sono sicura che stia meglio di noi”
Il tono saccente di Aleta infastidì Sally, che non le rivolse la parola. Al contrario, Gilbert le rivolse un sorriso grato.

Alex stava ancora controllando i duellanti. La maggior parte di loro sembrava solo molto scossa per l’avvenuto e a tutti quanti Alex promise spiegazioni appena si fosse accertato che tutti quanti stessero bene.
Lo sguardo del gigante greco si posò su un gruppo di ragazzi piagati sul pavimento. Preoccupato che ci fosse qualche ferito grave, Alex accorse, salvo poi scoprire che oltre quel piccolo muro di corpi c’era Iris Wyvern, accovacciata sul corpo senza vita di Stephan Kygranerd.
Alex si avvicinò cautamente e si piegò su un ginocchio proprio accanto ai due. La donna era inginocchiata a fianco del corpo di quello che era stato il suo più caro amico e piangeva in silenzio.
Alex provò ad avvicinare una mano sulla spalla della Wyvern, ma appena lo fece, quella si girò di scatto contro di lui e dal suo sguardo Alex temette che gli sarebbe saltata alla gola.
Gli occhi di lei erano iniettato di rabbia. Alex non si sarebbe mai aspettato di vedere un’emozione tanto forte sul suo viso.
Lo sguardo della donna si calmò dopo qualche secondo, il tempo di far prendere uno spavento a tutti gli altri ragazzi oltre Alex. Iris era una donna troppo intelligente per reagire d’istinto per più di qualche secondo, persino davanti alla morte del suo migliore amico.
Lo sguardo di Iris si fece di nuovo triste e tornò sul corpo di Kygranerd. Solo in quel momento Alex poté avvicinarsi e toccarle la spalla per darle coraggio, poi si alzò di nuovo lasciandola da sola col suo dolore.
Intanto Elzer si era riscosso dal colpo subito cadendo dalla pedana dei duelli e, capita a grandi linee la situazione, si mosse furtivamente per togliere il disturbo prima di diventare il capro espiatorio di tutti gli altri duellanti per quello che era successo.
Una volta arrivato alla porta per l’interno, Elzer si trovò bloccato da Gabri.

“Vai da qualche parte, Mano Magica?” chiese beffardo Gabri.
“Da quanto te la sei preparata?” replicò Elzer.
“Una vita, più o meno. Ho sempre voluto dirlo a qualcuno”

Da dietro l’angolo della porta spuntarono due guardie della sicurezza della K.Tower.
“Signori, vi spiacerebbe portare via il signor Cosky prima che faccia danni?” fece Gabri ai due uomini.
Elzer osservò bene i due. Decisamente troppo corpulenti perché potesse sfuggirgli usando la forza.
“Avrete bisogno anche del mio aiuto per uscire da questo casino” disse Elzer.
“Ci ho pensato e verrà il tuo turno, ma ora Alex dovrà parlare ai duellanti e l’ultima cosa che ci serve è una spaccatura. Tu non ci sarai”
“Cosa può fare un umile giocoliere…”
“Signori, come vi ho già detto prima, non lasciate che parli” lo interruppe brutalmente Gabri “Portatelo in uno degli uffici due piani più in basso, uno di quelli vuoti, e chiudetelo a chiave. Per un po’ dovrebbe starsene buono”
I due della sicurezza si mossero all’istante e presero Elzer per le braccia.
Mano Magica non tentò di opporsi, si lasciò semplicemente condurre dai due energumeni fino all’ascensore, e sparì dentro sorridendo.
Gabri lo seguì con lo sguardo severo finché le porte dell’ascensore non si chiusero, quindi tornò fuori, dove beccò Alex, Luke, Sally e Gilbert.

“Elzer?” chiese Alex.
“Sistemato” rispose Gabri.
“In che senso?”
“Nel senso di sistemato, Alex, l’ultima cosa che voglio è una folla di duellanti in difficoltà spaccata in due dai discorsi di uno psicopatico”
Alex ingoiò il boccone amaro. Non voleva che in una situazione di emergenza di questo calibro qualcuno venisse estromesso, neanche Elzer.
Tuttavia Gabri aveva ragione, non era il caso di farlo parlare davanti a una folla, avrebbero rischiato di perdere l’appoggio di parte dei duellanti se gli fosse girato di far ricadere la colpa di tutto su di loro. Era il caso di avere una sola voce a parlare.
“Va bene, adesso dobbiamo parlare con i duellanti e spiegare loro la situazione. Quantomeno, la parte che conosciamo” disse Alex.
“Si, anch’io gradirei capirci qualcosa” rispose Luke.
“Chi di noi parlerà?” chiese Sally.
Tutti rimasero in silenzio per qualche secondo.
“Credo dovrebbe essere Alex” propose Gabri.
“Perché io?” chiese Alex.
“Sei il primo del ranking online di Duel Monsters, ti basterò dare il tuo nickname e tutti ti riconosceranno, inoltre sei quello tra noi che trasmette più autorità. Non riesco a pensare a nessun altro a cui un gruppo di giocatori spaventati potrebbe dar retta” spiegò Gabri.
“Sono d’accordo” rispose Gilbert “E poi sei un militare, saprai cosa è meglio fare in situazioni d’emergenza”
“Va bene, ragazzi, ho capito. Parlerò io” accettò Alex “Useremo la pedana dei duelli come palco, vi voglio intorno a me quando dovremo dare spiegazioni assurde”
Tutti quanti assentirono e in poco tempo tutti i duellanti furono raggruppati davanti alla pedana e Alex, Gabriele, Sally, Luke e Gilbert salirono sulla pedana per parlare.
Sotto di loro si sollevava un rumoroso brusio di chiacchiericcio dei duellanti ancora confusi, ma fortunatamente con abbastanza buon senso da non cedere al panico. Non ancora almeno.
Sally toccò la spalla di Alex.
“Dai, tocca a te”
Alex annuì, tirò un profondo respiro e fece qualche passo avanti mettendosi in bella vista di fronte alla folla.
“Gente! Un attimo di attenzione, per favore!” tuonò la profonda voce di Alex su tutti i suoi ascoltatori.
I duellanti sotto la pedana si voltarono verso Alex e gli altri e il brusio zittì di colpo.
“So che alcuni di voi sono ancora confusi da quello che è successo, ma so anche che avete bisogno di qualche spiegazione” cominciò il suo discorso Alex “Il mio nome è Alex, la maggior parte qui mi conosce con il soprannome di Re Dragone. Tutti voi vi starete chiedendo dove siamo e come siamo arrivati qui. Purtroppo non ho le risposte a queste due domande, ma posso quantomeno dirvi in una certa misura perché ci siamo”
La voce potente e regale di Alex era riuscita a calamitare su di se l’attenzione di tutta la folla che ora attendeva in silenzio.
“Spero che ognuno di voi conosca la leggenda del Gioco delle Ombre…”

Alex spiegò agli altri quello che era successo durante le eliminatorie del torneo. Spiegò loro del piano di Stephan Kygranerd e del coinvolgimento di Elzer Cosky, della sua missione sotto copertura all’interno della K.Tower e del duello contro Kygranerd nei sotterranei della torre.
I duellanti presenti ascoltavano non senza qualche perplessità la storia del Re Dragone. Per quanto assurda, la storia reggeva grazie alla gran quantità di particolari e all’assurdità della situazione in cui tutti quanti si trovavano.

“… Al momento abbiamo messo sotto chiave Cosky fino a nuovo ordine perché, non ve lo nasconderò, non ci possiamo fidare di lui.

“In questo momento è prioritario trovare un modo per sopravvivere qui mentre cerchiamo di capire come tornare a casa. Se siamo arrivati qui tramite un Gioco delle Ombre ci sarà sicuramente anche un modo per tornare indietro!”
Terminato il suo discorso, Alex si zittì e attese, un po’ per riposare la voce e un po’ per permettere al suo pubblico di digerire tutto quello che aveva appena sentito.
Sally e Gilbert si scambiarono un’occhiata preoccupata. Non era scontato che tutti i presenti credessero alla loro storia nonostante tutto e non era nemmeno detto che decidessero di dar loro retta.
Una voce si alzò dalla platea.
“Da che parte cominciamo per quanto riguarda il sopravvivere?”
La voce era quella di Aleta, che in un attimo portò l’attenzione sull’argomento più importante in quel momento.
Alex sorrise. Aleta gli aveva appena servito l’assist per instradare la discussione sui binari giusti.
“La prima cosa da fare è un inventario di acqua e cibo all’interno della torre. So che ci sono delle cucine e una sala mensa, i dipendenti della Kygranerd Corp. potranno darci una mano”
Le guardie di sicurezza annuirono.
“Abbiamo già qualcosa di molto importante che ci da un vantaggio: abbiamo la K.Tower. Dentro, come ho detto, c’è una cucina, ci sono posti in cui stare e anche un’infermeria. Luke, qui con me, è un medico e sono sicuro che tra di voi ci siano dei professionisti o comunque persone che sanno fare qualcosa che può tornarci utile. Se ci daremo tutti da fare e collaboreremo potremo far fronte alla situazione!”
Dai duellanti si sollevò un brusio di generale approvazione e ad Alex venne quasi da sorridere, ma una sola voce contraria si alzò.
“Che diavolo di follia sarebbe questa?!”
La voce veniva da un uomo di mezza età che stava al limite destro del gruppo.
“Cos’è questa storia di giochi demoniaci?! Stephan Kygranerd è un industriale, non uno stregone! Non possiamo credere a una storia tanto assurda!”
Alex squadrò immediatamente il tipo che si era messo a sbraitare. Uomo di mezza età, sui quaranta o occhio e croce, leggermente stempiato, alto, capelli castani, occhi scuri, visto rotondo, con una camicia e un giacchetto su dei pantaloni eleganti, stava leggermente distaccato dalla folla tenendo ben stretta la mano di una ragazzino vicino a lui, anche lui con il visto rotondo e gli occhi scuri.
Identificazione: genitore di uno dei partecipanti.
“Temo che nonostante tutto questa sia la verità” affermò Alex guardando severamente l’uomo.
“Vuoi farmi credere che Kygranerd, uno dei più grandi uomini della nostra era, è stato un pazzo che giocava con poteri oscuri? Certo, davvero molto credibile” fece l’uomo mentre suo figlio si copriva la faccia vergognandosi “E poi quando mai si è visto un agente segreto che gioca con le cartine? Qua stiamo parlando di cose serie, ragazzo”
L’intera platea di duellanti si fermò per un attimo, come paralizzata. A qualcuno più di altri servì più di un respiro profondo per non saltare alla gola dell’uomo o fare dargli contro verbalmente. Erano parole che nessun duellante sopportava mai di sentire.
Prima che la situazione degenerasse, tutti furono distratti da una ragazza in fondo alla fila.
“Che cosa sono quelli?”
Chi le stava intorno si voltò cominciando a indicare in aria e mano a mano tutti stavano aguzzando la vista nella stessa direzione.
Un piccolo gruppo di ombre si stava avvicinando alla torre via aria viaggiando a gran velocità.
“Uno stormo di uccelli?” fece Luke rivolto a Alex.
“Mi sembrano un po’ grossi…” rispose.
Gilbert mise mano alla sua macchina fotografica e con un po’ di zoom e messa a fuoco la usò come cannocchiale.
Gilbert gelò immediatamente.
“Sono arpie…”
Sally, Luke, Alex e Gabri si voltarono verso di lui. Neanche Gilbert credette a cosa aveva appena detto finché una delle creature volanti non si avvicinò abbastanza da far udire il suo grido stridulo.
Alex e Gabri scesero dalla piattaforma e si unirono a tutti gli altri duellanti che si avvicinarono al bordo del tetto della torre e videro davanti a se un piccolo stormo di Lady Arpia che stava venendo loro addosso.
“Via Tutti!!!” Urlò Alex cominciando a spingere via i ragazzi.
Troppo tardi.
Le Arpie arrivarono fino sopra il tetto della torre e cominciarono a cadere in picchiata sulla folla cercando di afferrare i ragazzi con i loro artigli.
Immediatamente si sparse il panico. I duellanti cominciarono a scappare alla rinfusa per il tetto cercando di mettersi al coperto sotto la pedana o correndo cercando di non farsi afferrare.
Alex ebbe subito abbastanza sangue freddo per cominciare a dare direzioni.
“Tutti dentro, presto! Dentro la torre!” urlava insieme a Luke.
Le Lady Arpia continuavano implacabili ad attaccare. Uno dei ragazzi più piccoli venne preso e portato in aria, da una delle arpie, ma Alex, prontamente, saltò sulla piattaforma e le si attaccò alla zampa, con il ragazzino che continuava a scalciare per liberarsi.
L’arpia non era abbastanza forte da reggere il peso di entrambi e cercò di scacciare Alex agitandosi, ma senza successo.
Aleta, che si era rifugiata con altri sotto la pedana, cercò di mantenere la calma e analizzò la situazione. Intorno a loro c’erano una dozzina di Lady Arpia che vorticavano e colpivano in picchiata. Gli agenti della sicurezza della K. Corp. avevano imbracciato le pistole per dar loro contro e i mostri sembravano subire i colpi delle pallottole.
Improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione. Ebbe come la sensazione di essere chiamata.
Aleta si guardò intorno per capire chi la stesse chiamando e solo in un secondo momento si rese conto che la sensazione veniva da poco distante. Come se venisse da lei stessa.
Come per un riflesso spontaneo mise la mano sul suo dueling disk e si accorse che una fioca luce veniva dal suo deck.
Mentre Alex veniva attaccato dalle altre arpie, Aleta estrasse dal deck la carta della Principessa Insetto che stava brillando di una luce tenue, ma presente.
D’istinto, Aleta mise la carta sul dueling disk e una colonna di luce bianca si alzò dal tetto della torre.
Tutti si voltarono verso quella colonna di luce, duellanti e Arpie, e quando la luce si attenuo, dalla colonna apparve la figura della Principessa Insetto, tale e quale al suo ologramma apparso nel gioco.
Aleta riaprì gli occhi dopo che la luce dell’evocazione l’aveva accecata e incrociò lo sguardo con quello che era da tutti riconosciuto come il suo mostro simbolo, apparso proprio di fronte a lei.
Per un attimo sorpresa dalla presenza del mostro, Aleta sentì qualcosa. Un profumo che si era sparso nell’aria intorno a lei. Aleta sentì che quel profumo veniva dal suo mostro, che non era solo un ologramma partito dal dueling disk. Allungò la mano verso la Principessa Insetto per confermare la sua sensazione e quando anche il mostro allungò a sua volta una delle quattro mani per poggiare il suo palmo su quello della ragazza, Aleta si rese conto che il suo mostro preferito era vivo ed era li di fronte a lei.
Davanti al sorriso ambiguo della Principessa Insetto, Aleta sorrise a sua volta.
“Falle tutte a pezzi”
Ricevuto l’ordine, la Principessa Insetto scattò in alto a tutta velocità e scatenò per il cielo una piccola squadriglia di sue ombre colorate che cominciarono a inseguire le arpie e ogni volta che una veniva raggiunta e colpita spariva in un’esplosione di polvere luminosa similmente a quando un mostro viene distrutto nel gioco.
Una volta messo al sicuro il ragazzino, Alex alzò gli occhi sulla battaglia e capì come agire.
“Gabri!” chiamò Alex “Alza le mura!”
Capita l’antifona, Gabriele uscì da dietro la porta d’ingresso all’interno della torre e pescò due carte dal suo deck.
“Difensore Eroe del Destino, Mago delle Acque, uscite fuori!”
Immediatamente i due mostri uscirono dalle carte e, come se avessero intuito i comandi che il loro duellante stava per impartire loro, procedettero verso i gruppi di duellanti rimasti allo scoperto e fecero da scudo contro gli attacchi delle Lady Arpia.
Affascinato da quelle apparizioni, Gilert fu salvato in extremis dall’attacco di un’arpia dalla Principessa Insetto.
“Non stare li impalato. Nasconditi!” gli gridò Aleta.
Gilbert corse al riparo sotto la pedana dei duelli, saldamente presidiata dai mostri di Gabri, ma intanto estrasse la macchina fotografica e cominciò a scattare foto dello scontro.
Le Lady Arpia erano quasi completamente distrutte, e quelle rimanenti pronte alla fuga, ma proprio quando Aleta sentì di poter gridare vittoria, un urlo acuto attraversò il campo di battaglia e sulla scena piombò squarciando le nubi un’enorme uccello dalle piume blu e un segno rosso sulla fronte.
“è l’Aquila Punita!” esclamò Sally riconoscendo il mostro.
L’Aquila Punita passò attraverso il piccolo stormo di arpie rimaste e si lanciò contro la Principessa Insetto ingaggiando battaglia, ma il mostro di Aleta poco poteva contro l’enorme rapace e venne afferrata dai potenti artigli dell’Aquila e intrappolata.
Alex, ormai sicuro che il tetto fosse sgombro dai duellanti, tentò a sua volta di evocare un mostro pescando a caso dal suo deck.
“Drago Tiranno!” chiamò Alex mettendo sul dueling disk la sua carta, ma non successe niente.
Alex osservò preoccupato il suo dueling disk senza capire. Perché il suo mostro non appariva?
“Evoco V-Tigre Jet e W-Catapulta Ala!”
La voce di Luke al suo fianco distrasse Alex dai suoi pensieri.
Al contrario che con lui, i mostri di Luke apparvero al suo fianco esattamente come era successo a quelli di Gabriele e Aleta.
“V e W, combinatevi per formare VW Catapulta Tigre!” ordinò Luke.
Immediatamente i due mostri volanti si montarono uno sopra l’altro per formare un unico mostro più potente.
“Attacca l’Aquila Punita!”
Sotto ordine di Luke, quella specie di navicella spaziale con su montata una tigre robot si alzò in volo arrivando a pari quota con l’Aquila Punita. Presa la mira in pochi secondi, dalla bocca della tigre uscì un potente raggio di luce rossa che trapassò l’Aquila Punita da parte a parte disintegrandola.
La Principessa Insetto fu finalmente libera dalle grinfie dal mostro e insieme a VW Catapulta Tigre mise in fuga il resto delle Lady Arpia.
Terminata la battaglia, tutti quanti rimasero guardinghi per qualche secondo, poi lasciarono scorrere via l’adrenalina e ripresero fiato.
“Gabri” gridò Alex “Aggiungi un piano di difesa alla lista delle cose da fare”

   
 
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