Prigioni senza sbarre
Draco non può farne a meno: mentre
brinda con gente per cui non prova alcun interesse e di tanto in tanto annuisce
a discorsi che non ascolta realmente, guarda lei.
La osserva girare per la
sala, senza una destinazione precisa; a volte alza repentinamente lo sguardo,
lo fissa su un punto in cui non c’è niente – è almeno la seconda che la
sorprende a scrutare i dintorni del lampadario alla ricerca di chissà quale
strana creatura – e poi torna a sé stessa, o così appare, rivolgendo un saluto
a questo o quel membro del Ministero. E nota gli altri bisbigliare alle sue
spalle, Draco, li nota e non ha bisogno di udire per intuirne i commenti.
Forse non si libererà mai
dello sciocco soprannome assegnatole a Hogwarts, Lunatica Lovegood, ma
per qualche ragione Draco è certo che non le importi. A Luna non interessa cosa
gli altri pensino, e dicano, di lei: è per questo che lui la osserva.
L’osserva perché i
pregiudizi degli altri sono una gabbia di cui neanche lui potrà mai liberarsi –
sarebbe più probabile che vi riuscisse lei: il giorno in cui Malfoy non
sarà associato a Mangiamorte forse verrà, in futuro, ma dubita di
vederlo. Tuttavia anche in questo sono simili, lui e Luna: non gli interessa. Certo,
non si lascia sfuggire le occasioni per dimostrare la nuova direzione assunta
dalla sua famiglia, ma sa che né donazioni né il lavoro di una vita potranno
mai impedire a qualcuno di mormorare alle sue spalle l’errore odioso di cui
porterà sempre il marchio sul braccio sinistro.
Non le ha mai parlato –
prima non ne avrebbe avuto motivo, ora non osa. Può solo immaginare gli orrori
che la donna lega al suo cognome, incubi legati ai mesi che ha passato
prigioniera a Villa Malfoy. Non le parlerà, non è necessario – gli basta, riflette
assentendo all’ultimo commento del suo interlocutore, sapere che lei c’è,
imprigionata da catene simili alle sue; quell’assurdo senso di compagnia è
tutto ciò di cui ha bisogno per sentirsene libero.
Non avrebbe mai pensato di
paragonarsi a Luna Lovegood, fra tutte – ma è successo, e l’osserva.