Libri > Sherlock Holmes
Ricorda la storia  |      
Autore: Atenah    16/03/2020    0 recensioni
[Fanfiction ispirata alle serie "Sherlock, Lupin e io"]
(Post "Trappola mortale per Mr Sherlock Holmes").
Irene e Holmes decidono finalmente di affrontare il discorso riguardo tutte le cose poco chiare che ci sono nel loro passato e presente, parlando anche di un futuro ipotetico che sarebbe potuto essere.
Genere: Introspettivo, Mistero, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cari lettori,

l'ho finalmente fatto! Mi sono messa al lavoro e ho scritto l'ipotetico discorso che ci sarebbe dovuto essere dopo il 18° volume di "Sherlock, Lupin e io" ("Trappola mortale per Mr Holmes"). Ci ho messo un po' a completarlo, perché volevo inserire tutto senza far sembrare i personaggi OOC, cosa che con Irene e Sherlock è molto facile che capiti.

Detto ciò vi auguro una buona lettura e aspetto ansiosa le vostre recensioni (positive o critiche che siano!).

A presto,

Atenah


Di passato, presente e futuro ipotetico 


Febbraio aveva spazzato da Londra tutta l'umidità dei passati mesi invernali con un secco, forte e gelido vento proveniente da est. Anche il grigiore nel cielo di gennaio era stato sostituito con un azzurrino pallido che annunciava un'imminente primavera probabilmente soleggiata.

Sherlock Holmes e Irene Adler avevano però assorbito solo una delle due caratteristiche del mese. Dopo tutto ciò che era successo a Gennaio, il "ritorno" di Moriarty e alcune vecchie ferite riaffiorate, le loro conversazioni si erano fatte decisamente secche e gelide, ma purtroppo non si vedeva neanche l'ombra di "un imminente periodo soleggiato".  

Ovviamente entrambe sapevano che ci sarebbe stato bisogno di un discorso, ma è proprio questo il problema con due grandi menti, due grandi personalità. L'una teme di essere indebolita dall'altra e perciò si preferisce tacere, lasciare che il tempo sepolga tutto ciò che è scomodo da affrontare.

Per fortuna qui non si parla di due grandi personalità qualunque, ma del più famoso detective di tutti i tempi e della Donna.

Così una mattina Irene e Sherlock si incrociarono nel corridoio di entrata di Briony Lodge e si guardarono, poi decisero che avevano aspettato anche fin troppo per cominciare quel discorso.

"Passeggiata?" chiese Irene. "Ti accompagno." annuì Sherlock.

Uscirono di casa in silenzio. Il detective porse il braccio alla Donna, ma anche se camminavano l'uno a fianco dell'altra, era come se fossero soli. Entrambe erano immersi nei loro pensieri. Pensavano a cosa dirsi, come argomentare, come spiegare e persino come difendersi dalle parole dell'altro se ci fosse stato bisogno.

Camminarono per quasi mezz'ora in silenzio lungo la Saint John's Wood high street fino a Regent's Park. Holmes conosceva a memoria quella zona di Londra, dalla l'altra parte del grande parco c'era Baker Street.

Entrarono nel parco. C'erano famiglie con bambini schiamazzanti che approfittavano del tempo sereno per un po' di svago all'aperto. Signori dell'alta borghesia accompagnati da Dame avvolte in pellicce costose che facevano la passeggiata giornaliera. Giovani atletici che si esercitavano nella corsa, schizzando tra i passanti. Poi c'erano Holmes e Irene che si sentivano come delle quarte eccedenti(1) in una sinfonia. 

Irene si avvicinò alla sponda del grande lago che si trovava nel parco e osservò i cigni: "Sono davvero eleganti." disse giusto perché non sapeva veramente da dove cominciare.

"Cygnus buccinator" disse il detective. La donna gli rivolse uno sguardo interrogativo. "É il nome latino." spiegó lui e l'amica annuì.

Camminarono un altro po' lungo il lago, entrambe facendo finta di osservare i cigni, entrambe inoltrati nei più profondi meandri della mente.

Holmes si fermò un po' troppo in fretta e Irene, agganciata al suo braccio, fu strappata bruscamente dai suoi pensieri. "Panchina?" chiese il detective indicandola con un cenno del capo. La Donna acconsentì e i due si andarono a sedere ognuno su una estremità della panchina al debolissimo sole di Marzo.

Si guardarono negli occhi per un po', dando l'uno la possibilità all'altra di raccogliere gli ultimi pensieri.

"Abbiamo un problema." disse Sherlock come se fosse un'osservazione riguardante un nuovo caso e diede inizio al dibattito.

“Sì” confermò Irene: “E dobbiamo risolverlo.”. 

“Voglio sapere tutto Sherlock e so che a me mancano delle informazioni riguardo questa vecchia storia che tu hai.” parlò decisa. “Cosa ti fa pensare che io sia così ben informato? Anche tu del resto mi devi alcuni chiarimenti.” rispose il detective.

La Donna aveva assunto un’espressione dura e i suoi occhi sembravano smeraldi puri: verdissimi, ma freddi e duri come pietre. Holmes sospirò e non si lasciò turbare più di tanto, ormai avevano iniziato il discorso e ora sarebbero anche arrivati fino in fondo.

“Non girarci attorno. È mio diritto sapere, ero sua moglie.”, Irene era serissima. 

Sherlock ponderò il peso delle proprie parole, certo voleva assoluta chiarezza e sincerità da parte della sua amica, ma non era sua intenzione ferirla. “Ritengo un’informazione che tu non hai, questo è vero Irene, ma sbagli a dire che hai diritto di venirne a conoscenza.” disse con calma. La compagna sbatté le palpebre in un misto di rabbia e incredulità: “Come scusa? E chi saresti te per  giudicare se ne ho diritto o no?” sibilò.

“Io non ne ho alcun diritto...” riprese il detective, consapevole del fatto che ormai era troppo tardi per tornare indietro: “...ma tuo marito ne aveva.”. 

Detto ciò sfilò dalla giacca la vecchia lettera che aveva fatto vedere anche a Mila. La porse verso Irene, senza però fargliela prendere. “In questa lettera Godfrey Norton mi pregò di non farti mai sapere cosa era successo veramente e a me è parso giusto rispettare questa sua richiesta. Ora, io personalmente non ti tratterrò dal leggerla, Irene, sei tu che devi decidere, ma sappi che tuo marito avrebbe voluto di no.” le disse.

La Donna sapeva che non l'aveva fatto apposta, ma l’amico l’aveva ferita mettendola davanti a questa decisione e obbligandola a tornare su tutte le pecche che la relazione con Godfrey aveva avuto. Chiuse per un secondo gli occhi e fece un gran respiro: “Temo, Sherlock, che mio marito non mi abbia mai conosciuto veramente. Mi ha sempre vista come una dolce e delicata signorina, quando in realtà non poteva immaginarsi lontanamente con che donna era capitato.”.

Il detective si portò l’indice al mento pensieroso: “Pensi? Io invece credo che forse non è mai stato veramente sicuro, ma aveva intuito la tua natura meglio di quello che ti immagini.”. Irene cercò inutilmente di leggere i segreti che si nascondevano dietro agli occhi del suo grande amico e infine prese la busta che egli le poneva.

Sherlock osservò le ombre, la pena di vecchie ferite e l’accenno di lacrime passare sugli occhi della Donna, mentre leggeva la lettera. Concluse e si portò una mano alla bocca e rimase così per un po’, come una pantera appena ferita che attende che passi il dolore più bruciante. Poi alzò lo sguardo: “Spiegami.” disse con voce roca.

Holmes avrebbe voluto rispondere che in realtà c’erano alcune cose che avrebbe voluto sapere da lei prima, ma non gli parve il momento più adatto per punzecchiare l’amica.

“Sei stata una donna molto fortunata, mia cara, perché ciò che provava Godfrey Norton per te andava oltre l’amore e a quanto pare anche oltre al buon senso comune. Ti adorava letteralmente come una dea. Quando si accorse dei tuoi sentimenti che andavano via via affievolendosi si mise in testa di riconquistarsi. Aveva a quanto pare in mente un’azione grandiosa, eroica. Si mise così sulle tracce della Stella Nera, una banda di sicari ricercata in tutto il mondo e fu proprio questo il suo errore. La Stella Nera non era altro che una delle tante coperture di Moriarty e così tuo marito andò incontro ad una scelta fatale: rovinare la sua vita e quella di sua moglie con uno scandalo o suicidarsi. Fece la scelta più nobile che avesse potuto fare e mi scrisse la lettera che ora tieni in mano. Mi misi subito in viaggio, ma quando lo trovai non potei fare altro che togliergli l’arma dalle mani e mantenere la mia promessa di silenzio.”, concluse, senza aggiungere ad alta voce che Norton era stato uno sciocco a voler riconquistare una donna in un modo tale.

Irene non piangeva, ma le lacrime le rigavano lo stesso amare il bel viso. “Sono stata crudele. Un egoista e una stupida. Ho rovinato la vita di un uomo per il semplice fatto che non capivo perfettamente i sentimenti che provavo.” parlò come se fosse un giudice in Corte d’Assise. 

“Non essere sciocca.” disse Holmes e le porse un fazzoletto: “Godfrey Norton è stato vittima delle sue scelte e azioni. Non nego che abbia dimostrato grande coraggio ,ma tu lo sai meglio di me che ognuno è padrone del proprio destino.” le ricordò.

L’amica strinse le labbra: “Questo è vero, ma in questo caso non sono completamente d’accordo con te: anch’io sono parzialmente responsabile per le scelte che mio marito fece allora.” disse con amarezza. “Grazie di essere stato così sincero.” aggiunse poi.

Sherlock annuì: “Ora però chiedo la stessa cosa in cambio.”. La sua compagna sembrava più calma ora: “Certo.” acconsentì. 

Fece un respiro e lasciò che la sua mente viaggiasse libera nei suoi ricordi.

“Per buona parte della mia gioventù sono scappata dalla mia eredità boema e da ciò che mi aspettava se fossi mai tornata nel mio paese d’origine e ci riuscii. Riuscii anche a far avverare alcuni dei miei sogni, come quello di diventare cantante lirica e unii la mia passione per il mistero con il mio lavoro diventando una spia per il governo americano. Insomma, avrei potuto vivere una vita assai felice con ciò che avevo raggiunto, ma non mi sembrava neanche giusto fare finta come se quella parte di me con il passato travagliato non esistesse. Mia madre biologica Sophie aveva sofferto molto e mio padre Felix ci aveva rimesso la vita per quell’antica rivolta che c’era stata nel regno di Boemia e i responsabili non avevano mai pagato. Perciò mi sentii responsabile di attuare una vendetta almeno vicinamente adeguata. Non potevo rischiare di compromettermi, ricordando alla famiglia reale la mia vera identità, così decisi di utilizzare come arma una cosa molto più comune, ma altrettanto fatale. Colui che era allora il principe di Boemia cadde immediatamente al mio fascino e io passai qualche mese a corte, scoprendo così del suo imminente fidanzamento. Appena ottenni la fotografia me ne andai e decisi di tornare finalmente, dopo tanto tempo, a Londra. I mesi successivi furono segnati da continui tentativi di furto, ovviamente senza successo, ma sapevo che il principe non si sarebbe arreso. Ammetto che quando seppi del tuo coinvolgimento, la mia prima reazione fu panico, seguita subito dai ricordi della nostra giovinezza e di tutte le avventure che il Trio della Dama Nera aveva vissuto. Avevo una gran voglia di rivederti, ma sapevo che in teoria saremmo dovuti essere avversari. Inoltre non sapevo come ti saresti comportato, se mi avresti graziato in nome dell’antica amicizia o se avresti svolto il tuo lavoro con professionalità. Inoltre avevo conosciuto da un po’ Godfrey e stavamo pianificando di sposarci in futuro. E poi… le cose sono andate come sono andate...” sospirò.

Sherlock aveva ascoltato attentamente, ma strinse leggermente gli occhi: “Ho ancora una o due domande e anche se immagino che tu le conosca già, ti farò il piacere di ripeterle ad alta voce.” disse.

“Quel giorno alla chiesa di Santa Monica(2), quando ti sposasti, non era un caso che io mi trovassi lì, non è vero?”. Irene espirò e girò la testa dall’altra parte. “Suvvia, la Donna è troppo intelligente perché i fatti siano avvenuti così per puro caso.” la istigò il detective.

Irene lo guardò per un po’ come se stesse cercando le parole giuste: “Mi resi conto che mi sarei dovuta sposare da un momento all’altro ed era proprio un momento delicato. Anzi, era proprio il momento sbagliato, proprio in quei giorni, quando sapevo di avere la possibilità di rivedere una persona che mi stava a cuore e quando la mia vita era uno scombussolamento totale, avrei dovuto giurare ad un uomo il mio eterno amore e fedeltà. Fu lì che iniziai ad avere dei dubbi riguardo ciò che provavo. Quindi… sì. Feci in modo che ci seguissi fino a Santa Monica e ti feci assistere come testimonio al mio matrimonio.” ammise.

Holmes annuì leggermente: “Questo spiega alcune cose, ma non risponde alla mia domanda.” fece notare all’amica.

Irene gli regalò una smorfia e fece una risata secca: “Dubito che ti piacerebbe la risposta, Sherlock.”. “Oh, la verità non è sempre piacevole.” insistette lui.

La Donna si morse un labbro e tacque per qualche attimo: “Volevo che vedessi cosa ti eri perso. E volevo darti un’ultima pazza possibilità di strapparmi al futuro a cui stavo andando in contro. Non sapevo più cosa volevo e quindi decisi di lasciare la decisioni in mano d’altri.”.

Seguì dell’altro silenzio che diventava di secondo in secondo più pesante.

“Che stoltezza, Irene.” disse infine il detective e alla Donna venne quasi da ridere per un commento tale, ma rimase silenziosa.

“Pensavi veramente che avrei impedito il tuo matrimonio, qualunque fosse stato il motivo? Non mi sarei mai permesso.” spiegò.

“Quando l’ho raccontato a Mila ha detto che avremmo potuto(3), ma non ne sono poi così sicura.”. Irene era tranquilla adesso ed era contenta di aver avuto quella discussione con Sherlock anche se era stata dura.

“Di certo non lo possiamo sapere come sarebbe andata, ma ti do ragione: troppe variabili.” disse Holmes e si concesse uno dei suoi rari sorrisi.

La Donna rispose al suo sorriso. “Magari in un’altra vita, Irene.”, le sfiorò lo zigomo.


  1. Si tratta di un accordo dissonante, ovvero dal suono molto sgradevole. 

  2. È la chiesa citata anche da Sir Arthur Conan Doyle nello "Scandalo in Boemia".

  3. Riferimento al discorso tra Irene e Mila in treno verso Edimburgo ("Trappola mortale per Mr Holmes").

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: Atenah