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Autore: LadyLisaLaurie    06/08/2009    2 recensioni
“Io me lo ricordo com’era… prima che tutti voi arrivaste. Era sempre feste e danze. Da divertirsi…” Edward strappò Esme dalle braccia di Carlisle, facendola volteggiare per il grande salone ridendo insieme.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con le prime luci dell’alba, la casa profumava già di freschezza e purezza. Esme si affaccendava correndo da un lato all’altro della casa, talora portando vasi di fiori, talora libri da sistemare su uno scaffale. La televisione in sottofondo riprendeva una vecchia partita che Emmett neanche guardava. Rosalie ancora non era scesa, forse troppo affaccendata a curarsi dei suoi capelli, mentre Alice e Jasper sicuramente testavano ancora le capacità di Jasper di resistere al sangue umano. Come new entry della famiglia, aveva ancora molto autocontrollo da imparare e sperimentare.
In tutta quella frenesia Esme si fermò un attimo e tutti prestarono le loro narici ad annusare
“Bella…” disse lei e corse sorridendo verso la porta. Edward entrò con Bella dall’ingresso, la quale sembrava molto più timida della sera precedente. Esme era sempre accogliente e dolce con chiunque entrasse nella sua dimora e vita, era un dono che aveva sin da bambina, ed era anche il motivo per il quale un brutto muso come Edward l’adorava tanto da sentirla come la sua vera madre. Lui che era un solitario e amava la sua solitudine, non sapeva resistere ai dolci sorrisi di Esme. Tutt’altro rapporto aveva invece con Rosalie, la quale tendeva a voler essere sempre al centro dell’attenzione, ma non sempre riusciva a catturarla quando Esme era nei paraggi, soprattutto non aveva mai quella di Carlisle: i suoi occhi erano solo per la sua dolce metà.
“Lei è sempre così” ridacchiò Edward. Esme riprese il suo da fare, raddrizzando un quadro da una parte
“Hai fame Bella? Ci sono degli spuntini di là”
“Oh no grazie io…”
“Esme si è data pena tutta la notte per preparare quegli spuntini…” Edward a volte sembrava molto più considerevole verso gli sforzi della madre che quelli di Bella. Lui sapeva quanto rischiassero tutti per il suo amore, ma sapeva anche che nonostante tutti avessero dubitato della fiducia di Bella, Esme era stata l’unica a spalleggiarlo senza remore, perché sapeva bene quanto era grande l’amore per quella ragazza.
“A dire il vero mi è venuta un po’ fame… magari un assaggino” Bella andò in cucina con Esme.
Sembrava non aver poi tanta paura della loro natura, o forse semplicemente aveva compreso che Esme quanto Edward non le avrebbe fatto mai del male. Sentiva come se fosse davvero parte della famiglia, al pari di tutti gli altri “figli” e che Esme riservava a lei un trattamento forse più speciale, sicuramente diverso da quello che aveva per Rosalie.
“Non farci caso Bella, sgambetta per tutta la casa tutto il tempo. È sempre molto affaccendata” Alice entrò danzando nella stanza “Questa casa cambia almeno dieci volte al giorno”
Esme le diede una lieve pacca sul sedere rientrando, aveva sentito le cattiverie che diceva di lei. Bella sorrise per quella scaramuccia, tipicamente familiare mentre addentava un altro boccone del suo tramezzino. D’improvviso Esme si bloccò, socchiuse gli occhi e sorrise “Carlisle” sussurrò e corse verso la porta.
“Non ha alcun potere se non quello di sentire Carlisle imboccare il viale di casa” disse Alice a Bella
“Amore… un sentimento al quale Esme è sempre stata soggetta…” ribatté Edward

“Buon…” Carlisle non ebbe il tempo di entrare dalla porta che Esme gli saltò tra le braccia baciandolo
“Esme…” Edward aveva la faccia sconcertata
“Impicciati dei tuoi pensieri Edward…” replicò Esme
“Posso solo immaginare cos’abbia sentito, buongiorno Bella. Come va oggi?”
“Ancora viva. La giornata è lunga… potrebbe accadermi di tutto”
“Edward saprà avere buona cura di te, ne sono certo… permesso un attimo!” diede un bacio ad Esme per ritirarsi nella sua stanza preferita: il suo studio, lì dove nessuno, neppure la sua metà amata lo disturbava mai.
“Ed ecco cosa mi resta della giornata… sistemare casa! Mi dai una mano Bella? Quel quadro trovo che sia storto, che dici?”
“Ehm io…” alle volte Bella temeva che eventuali risposte contrarie alle aspettative portassero a molta rabbia, scaricabile con la sua morte sotto i loro denti
“E’ la sua testa ad essere storta Bella, non farti ingannare…” Alice schioccò un bacio sulla guancia di Esme
“Sì Bella, stai attenta o ti assumerà a tempo pieno per fare le pulizie a casa…” anche Emmett provò a coccolare Esme, ma ricevette solo uno sguardo inceneritore e una pacca sulla spalla.
“Non trattate male la madre che vi accudisce…” Carlisle scese dalle scale riservando ad Esme il solito privilegiato trattamento di un innamorato: le diede un bacio sulla fronte e fece scivolare la sua mano lungo il braccio di lei, provocandole quella sensazione che solo lui sapeva darle.
“Io me lo ricordo com’era… prima che tutti voi arrivaste. Era sempre feste e danze. Da divertirsi…” Edward strappò Esme dalle braccia di Carlisle, facendola volteggiare per il grande salone ridendo insieme. Inizialmente Carlisle, aveva provato molta invidia per Edward, per quel suo modo di essere così spontaneo con Esme, per sentirsi un figlio, suo figlio. Ma con il tempo aveva imparato che la compagna, la sua metà scelta, aveva amore da dare a tutti e che non ne aveva mai abbastanza, ma soprattutto che la gratitudine che gli dava per averla “salvata” non avrebbe mai potuto spiegarla: Esme si sentiva grata a Carlisle per averle dato il sogno che aveva sempre voluto. Un figlio, Edward, che non avrebbe mai potuto perdere!
Edward ed Esme danzavano a ritmo di una melodia che risuonava nella testa di lei
“I nostri ospiti non la sentono come te Edward… non siamo scortesi. Che cosa ti ho insegnato?”
“Onorare l’ospite prima di ogni cosa…”
“Bravo il mio ragazzo!” volteggiarono fino al pianoforte “Adoro sentirlo suonare” Esme si rivolse a Bella
“Ed io anche di più quando sono accompagnato, ti prego!” Edward le porse la mano. Esme fu ben felice di fargli d’accompagnamento musicale. Si guardarono negli occhi sorridendo. Esme finse di sgranchirsi le dita ed Edward lanciò uno sguardo ammaliatore a Bella.
Da molto tempo non suonavano più insieme: la loro canzone, era sempre la prima del repertorio Moonlight Sonata
“Sai Bella, a suo tempo dovevi pregarli di smetterla” disse Carlisle
“E’ geloso perché io ora posso starti vicino e lui no” sussurrò Edward ad Esme
“Non farmi ridere Edward, concentrati”
“Sono concentratissimo. Anche Carlisle pensa e la maggior parte delle volte a te…”
“Edward…”
“I tuoi soffici e morbidi capelli, il tuo profumo, le tue mani…”
“Ti prego smettila…” Carlisle sapeva benissimo che Edward lo prendeva in giro, un po’ come faceva tempo addietro, quando lui ed Esme si sedevano al pianoforte e suonavano ininterrottamente per ore senza curarsi del mondo circostante. Quando c’erano solo loro due e una melodia da comporre. All’inizio Edward faceva come i bambini, svogliato e presuntuoso, diceva di saper fare ma si annoiava a farlo. Esme aveva faticato molto per convincerlo ad imparare in modo serio e il risultato era stato ottimo. Tra le tante cose che avevano condiviso, il pianoforte era un perfetto incontro di entrambi: le loro mani scivolavano insieme, quasi danzando, senza mai scontrarsi. Ognuna si dedicava alla sua parte, al suo da fare, ma nonostante non si toccassero sapevano di condividere tanto. Una condivisione alla quale Carlisle era estraneo, alla quale tutti lo erano ed entrambi non permettevano che fosse altrimenti. Sia per Esme che per Edward, la musica rappresentava quel qualcosa di madre e figlio, che nessuno avrebbe mai potuto violare. Era la loro cosa.

Tra le risate, gli scherzi, le prese in giro e le note che facevano da sfondo, arrivò anche il crepuscolo, il tempo per Bella di addormentarsi e per Esme di riprendere la sua vita frenetica per l’eternità.

  
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