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Autore: Dollhades    17/03/2020    1 recensioni
[E Nishikage ne era sicuro da quando l’aveva visto la prima volta: Nosaka sapeva di primavera, di luce, di forza e atto puro. ]
[348 parole su ragazzi rovinati, consumati fino all'osso ma ancora in grado di amarsi]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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cosiglio di sentirla ascoltando "Nuvole bianche" di Einaudi

Polvere di stelle
 
Solo alla leggera brezza notturna fu concesso infrangere quel silenzio che permeava impalpabile la stanza, in un dolce danzare delle tende, fruscio di vita che in quel momento appariva tanto lontano e banale innanzi ad occhi chiusi e labbra che inesperte si cercavano. Era la storia di occhi serrati che tra le ciglia stringevano quel sogno da tempo immemore, la storia di primi baci sotto la pioggia, di mani che sembravano non essere state create per altra ragione all’infuori dell’accarezzare un paio di lisce e pallide guance, di vite destinate ad incrociarsi, legate indissolubilmente da un filo di stelle.
 
Le dita del giovane portiere viaggiarono gentili tra i capelli rossi del ragazzo, li divisero in ciocche giocandoci in fanciullesca maniera, perse nella piccolezza di quel gesto per loro tanto intimo, e si beavano di quel contatto mentre occhi grigi di cenere cercavano i suoi, diminuendo man mano la distanza tra i loro volti, lasciando che fossero i respiri a sfiorare la pelle in gentili carezze di intimo e tacito amore.
 
E Nishikage ne era sicuro da quando l’aveva visto la prima volta: Nosaka sapeva di primavera, di luce, di forza e atto puro. Ne cinse gli esili fianchi con delicatezza, timoroso che se avesse stretto leggermente di più il giovane si sarebbe potuto infrangere tra le sue dita, tramutandosi in frammenti di rimpianti e parole mai dette.

Il ragazzo dai capelli castani lasciò un piccolo sentiero di baci –dalle labbra alle clavicole appena scoperte, con dita che lente sbottonavano una raffinata camicia di seta riponendola al suolo, sfiorando con la punta l’incavano diafano del collo dell’altro, definendo il profilo delicato del suo petto, percependo un cuore che urlava e si agitava, beandosi dei sospiri leggeri che gli sfuggirono e delle mani piccole e bambinesche che si aggrapparono insicure alla sua maglia color latte.

E quella notte passò tra carezze e parole sussurrate piano,  distesi tra le candide lenzuola di un posto lontano, vestiti di luna, cicatrici guarite e sguardi –figli di un sistema malato che non ebbero paura di amarsi per una notte e le altre mille a venire.



 
NdA.
Volevo scrivere tutt'altra cosa, ma poi mi è venuto l'angst. Sto tentando di riportare in vita un vecchio fandom, tentando di scrivere su ogni coppia e personaggio, in ogni stile io riesca a concepire, sperando di poter ispirare qualcuno a dire "so fare meglio di lei" e rivedere quelle cinquanta pubblicazioni al giorno. Per ora mi limito a scrivere per me sperando che anche voi possiate gradire
-Ade
  
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