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Autore: La rosa bianca    18/03/2020    1 recensioni
Draco Malfoy scrive una lettera a suo padre che è rinchiuso ad Azkaban.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Odi et amo
E poi giochi nel buio dove si illudono gli occhi
Ho imparato che l’amore consuma da se
Le corse gli amici ed i viaggi interrotti
Quante cose da perdere
Non ho mai creduto nell’amore e nell’amicizia. Non so cosa voglia dire amare qualcuno, ne cosa vuol dire avere degli amici veri. E questo solo grazie a te, padre.
Mi dicevi continuamente che un Malfoy non deve avere amici, che un Malfoy non deve amare. Perché amore e amicizia rendono deboli e noi, siamo tutto fuorché deboli.
Ho visto di spalle una parte di me
Ho impiegato degli anni per perdermi
Ho visto del falso anche dentro di te
Ho ucciso dei sogni per crederti
E ho lottato e vissuto e sono stato più giù
Ho inciso i pensieri più liberi
Mi ritrovo il coraggio di chiedere “padre se non do il mio meglio puoi uccidermi”
Ho cercato in tutti i modi di renderti fiero padre, ho messo da parte i miei sogni, le mie ambizioni, per impedire che quel lurido mezzosangue, che tu tanto veneravi e che io disprezzavo, uccidesse te e la mia adorata madre.
Ma a te non importava di come potesse sentirsi tuo figlio, sangue del tuo sangue, che a soli sedici anni aveva sulle spalle un compito più grande di lui. A te importava solo riconquistare la fiducia del Signore Oscuro, punendomi e disprezzandomi ogni volta che fallivo.
Le notti spese a trovar le parole
Per intrattenere i rimorsi
Le paure e i giorni passati
Hanno entrambi gli artigli
Non hai idea di quante notti sono stato sveglio, tormentato dai sensi di colpa e dagli incubi che mi perseguitavano. Di quante notti ho passato a piangere e a soffocare i singhiozzi nel cuscino. Di quante volte guardavo con disprezzo ed odio quel fottuto marchio nero sul mio avambraccio sinistro.
A ricordarci che i sogni dei padri non sempre son quelli dei figli
Fin da piccolo mi hai sempre detto come dovevo comportarmi, cosa dovevo fare per essere un buon Malfoy. Uccidendo subito tutti i miei sogni di bambino e annientando la possibilità di diventare l’uomo che IO desideravo essere e non un clone di ogni nostro dannatissimo antenato.
Ti sei dimenticato quali erano i tuoi sogni e quali erano i miei. Anzi, non hai mai voluto sapere cosa sognavo.
Ho visto di spalle una parte di me
Ho impiegato degli anni per perdermi
Ho visto del falso anche dentro di te
Ho ucciso dei sogni per crederti
E ho lottato e vissuto e sono stato più giù
Ho inciso i pensieri più liberi
Mi ritrovo il coraggio di chiedere “padre se non do il mio meglio puoi uccidermi”
E nonostante tutto quello che hai fatto, tutta la sofferenza che ci hai causato, si ci, perché troppo spesso ho visto mia madre disperarsi per te, io non riesco ad odiarti. Perché sei mio padre, sei colui che mi ha generato, colui che prima che quel dannato mezzosangue risorgesse, amava teneramente me e mia madre e si prendeva cura di noi con affetto e dedizione.
Ma come non riuscirò mai ad odiarti, non riuscirò mai nemmeno a perdonarti. Non riesco a perdonare il fatto che tu abbia messo quello schifoso prima di tuo figlio e di tua moglie.
Non riesco a perdonare il fatto che per rientrare nelle grazie di quel mezzosangue con manie di grandezza, tu mi abbia fatto marchiare come un animale, come uno schiavo, la cui vita non vale neanche mezzo galeone.
E io mi disprezzo perché nonostante tutto quello che mi hai fatto, io non riesco ad odiarti. Forse avevi ragione quando mi chiamavi debole.
Ma sai una cosa?
Preferisco essere debole che diventare come te.
 
      
 
   
 
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