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Autore: FloxWeasley    21/03/2020    5 recensioni
Storia partecipante al contest "Citazioni in cerca d'autore (Oscar Edition)! - II Edizione", indetto da Rosmary sul forum di EFP.
Si erano sempre trovati, in quella terra di mezzo abitata da tocchi fugaci e inseguimenti silenziosi, ginocchia che si sfioravano sotto al tavolo e dialoghi fatti di sguardi, che non era amore ma non era nemmeno niente, finché non si erano trovati più.
A Sirius ed Alice bastano 500 parole per cercarsi, trovarsi e sfuggirsi.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Note:
Questa storia partecipa al contest "Citazioni in cerca d'autore (Oscar Edition)! - II Edizione", indetto da Rosmary sul forum di EFP. La sfida consisteva nello scrivere una flash ispirandoci ad uno dei prompt inventati da Rosmary; io ho scelto questo: “Cercarsi era per loro due un moto naturale, istintivo, vitale quanto il respiro.”
Non scrivevo qualcosa di compiuto da... boh, 3 anni? E riuscire a partorire questa storia è stata quindi una soddisfazione enorme, al di là di qualunque giudizio e piazzamento otterrò. Inoltre ho sperimentato con una coppia che MAI nella mia vita avevo considerato, quindi doppia soddisfazione! Ma questo a chi legge interessa ben poco quindi... buona lettura!
F.

 



E se ti cerco e non ti trovo più

 
Sirius cercava la sua fossetta sulla guancia – ne aveva una sola, Alice, sulla guancia sinistra –  una fossetta che compariva quando rideva, ma Alice rideva sempre e Sirius non poteva fare a meno che osservarla quando qualcuno faceva una battuta e le risate esplodevano senza preavviso nella stanza.

A volte, Sirius le battute le faceva solo per quella fossetta.

 
Alice cercava il suo sguardo obliquo, quello sguardo che sembrava sempre sfidare il mondo a dargli torto, che si infiammava quando prendeva parte a qualche discussione – mesi di guerra avevano sottratto quella scintilla di impertinenza adolescenziale a chiunque ma non a Sirius Black, no, lui a perdere non aveva ancora imparato.

A volte, Alice lo contraddiceva solo per quello sguardo.

Lui cercava la forma arrotondata delle sue orecchie tra le ciocche scure, quelle orecchie da elfo che gli piaceva accarezzare e mordere per scherzo quando erano soli – erano leggermente diverse tra loro, le orecchie di Alice, una un poco più grande dell’altra, e quella più piccola era la sua passione.

Alice portava due orecchini a quel lobo solo per farlo impazzire.

 
Lei cercava le sue dita lunghe al tavolo della colazione, dita che avrebbe voluto su di sé, tra i capelli e sul collo e sui fianchi e dappertutto, dappertutto, ma che si accontentava di recriminare soltanto come aiuto per aprire un vasetto di marmellata chiuso con eccessiva forza.

Sirius stringeva i coperchi apposta tutte le volte che sparecchiava.

La cercava in cucina all’ora di cena, quando sapeva di trovarla intenta a sorvegliare qualcuno dei figli di Molly e a pendere dalle sue labbra in materia di incantesimi casalinghi.
 
Lo cercava in mansarda la sera tardi, quando sapeva di trovarlo intento a fumare una sigaretta insieme a Caradoc Dearborn all’unica finestra lontana da sguardi indiscreti.

Cercarla era diventata la prima cosa che faceva al mattino dopo un turno di ronda: scoccarle un occhiolino da un angolo del tavolo e farla arrossire per qualche complimento inopportuno.
 
Cercarlo era diventata l’ultima cosa che faceva la sera, prima di coricarsi in una delle camere del primo piano o lasciare il quartier generale: rubargli un bacio segreto, lanciargli un sorriso furbo sulla porta.
 
Si erano sempre trovati, in quella terra di mezzo abitata da tocchi fugaci e inseguimenti silenziosi, ginocchia che si sfioravano sotto al tavolo e dialoghi fatti di sguardi, che non era amore ma non era nemmeno niente, finché non si erano trovati più.

Sirius l’aveva cercata nei soliti posti ma l’aveva trovata solo nei sorrisi di Frank e nelle sue mani che parevano farle strada sempre, come ad un carico prezioso.

 
Alice l’aveva cercato a lungo, ma l’aveva trovato solo dietro a porte chiuse a chiave e a turni spostati di proposito per non doverla incontrare.

L’ultima volta che l’aveva cercata, l’aveva trovata sulle labbra dei compagni dell’Ordine: mi hanno detto che Frank le ha chiesto di sposarlo.

L’ultima volta che l’aveva cercato, l’aveva trovato in un bigliettino infilato in una tasca del suo mantello: Congratulazioni.
 
  
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