Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Nim_    22/03/2020    0 recensioni
[…]— Troverò l'uomo perfetto!
— 'L'uomo perfetto' non esiste, tutti hanno difetti. — disse Jungkook, imitando la mia voce.
— Sarà perfetto per me, poiché amerò anche i suoi difetti!
— Buona fortuna, allora.— Bisbigliò, tra le risate. […]
E me ricordo bene della prima volta che i miei occhi incontrarono i suoi, e della sua espressione da bambino impaurito sul suo volto quando ci siamo scontrati e tutto il caffè che stava bevendo si versò sul mio cappotto mentre camminavo distratta ed immersa nei miei pensieri in quella vecchia stazione dei treni.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre avuto una vita comune, a base di studio per gli esami, andare al bar a bere qualcosa ogni venerdì per rilassarmi e camminate per le strade di Seoul accompagnata da colui che io chiamo il mio miglior amico, più conosciuto como Jeon Jungkook. Jungkook era un anno più piccolo di me, era ancora nella facoltà di giornalismo.
La mia routine è iniziata a cambiare perché non dovevo più studiare per gli esami né fare compiti assurdi per la facoltà, poichè mi ero diplomata da poco più di un mese. E anche perché gli inviti per il matrimonio delle mie compagne di classe iniziavano ad arrivare. Diplomarmi mi ha aperto gli occhi a qualcosa che non riuscivo a vedere. Vedevo le ragazze prepararsi per andare alla festa dei diplomi con i rispettivi ragazzi, e io ci sarei andata da sola, se non fosse per Jungkook, che gentilmente si era offerto per accompagnarmi, vedendomi soffrire. Ed era quello il fatto, le mie compagne di classe, quelle che si dicevano le mie migliori amiche inseparabili e che ora incontravo una o due volte all’anno a causa di quello che si chiamava ‘’fato della vita’’, si stavano per sposare, ma io… ero ancora la ragazza insicura delle superiori, colei che non ha trovato un ragazzo alle medie, colei che fino al presente momento ha avuto solamente poca fortuna nell’amore e tentativi frustrati di conquista, e ciò mi faceva venire voglia di infilare la testa in un buco finché la vergogna non sarebbe sparita, ossia mai.
E ancora una volta ero lì in quel bar, seduta allo stesso tavolo di sempre, in un giovedì. Sentii una grande voglia di vedere Jungkook, ora che non avevamo tanto tempo di vederci. Gli telefonai, chiedendogli appuntamento in quel bar. Stavamo facendo il nostro solito gioco, io lo guardavo, lui mi guardava e come sempre lui sorrideva per primo, sempre lui.
- Hai perso. - Sorrisi debolmente e i miei occhi tornarono a fissarsi sul mio cappuccino, lasciai un sospiro scappare dalle mie labbra.
- Di nuovo quello? - Jungkook bevve un sorso di cioccolata calda. La risposta era sempre quella, e di nuovo mi sarei dovuta sorbire il discorso del più giovane sul fatto di non aver bisogno di un ragazzo solo per far vedere alla società che ne ero capace. Cambiai risposta.
- No, certo che no. - Roteai gli occhi cercando di sembrare più realista. - Ho solo un appuntamento importante domani, sono nervosa. - In realtà non era nemmeno una bugia, avrei avuto il mio primo colloquio di lavoro dopo aver terminato la facoltà, e questo mi spaventava un po’.
- E non mi hai detto niente? Che amica, davvero. - Disse in modo sarcastico.
- Ti ho chiamato per questo. Te l’avrei detto…Te lo sto dicendo, non essere drammatico. - Dissi, portando la tazza alle labbra. - É solamente un colloquio. -
- È importante, avresti dovuto dirmelo prima. Ma se non vuoi che ti tiri su il morale… - Sorrise - Il posto è tuo, tu sei incredibile, tu scrivi benissimo, tu ci riuscirai. -
- Non sono incredibile, Jungkook, voglio dire, guardami. - Dissi, alzandomi davanti a lui mentre i suoi occhi mi guardavano. - Dimmi perchè non riesco a trovare un ragazzo che si innamora di me? -
- Prima di tutto, siediti. - La sua mano raggiunse il mio braccio, spingendomi a sedermi. - Secondo, devi smettere col caffè, stai iniziando a spaventarmi. - Risi - E terzo ed ultimo, ma non meno importante, tu non hai bisogno di nessun altro, hai me, il tuo migliore amico. -
- Non voglio che mi porti in giro per pietà, come al ballo del diploma - Incrociai le braccia fulminandolo con lo sguardo.
- Non l’ho fatto per pietà, io volevo andarci e tu non avevi nessuno, abbiamo solo unito l’utile al dilettevole. - Disse come se fosse la cosa più normale della terra.
- Be’…non proprio. Ho dovuto insistere almeno due volte. - Roteai gli occhi ricordando brevemente la scena.
- Sì invece. E se non trovi qualcuno prima del mio diploma, vorrei che venissi com me. -
- VEDI? - Gridai, sentendo le guance rosse pochi secondi dopo, notando che la gente si era girata verso di noi.  - Tu sai già che non troverò nessuno, anche se il tuo diploma è fra sei mesi. -
- Non l’ho nemmeno pensato, Soobin. Stai diventando matta. - Roteò gli occhi, portando la sua bibita alle labbra.
- Ma non preoccuparti. Ho intenzione di trovare l’uomo perfetto. - Jungkook lasciò scappare una bassa risata mentre roteava ancora una volta gli occhi.
- L’uomo perfetto non esiste, tutti hanno difetti. - Disse, mentre imitava la mia voce.
- Sarà perfetto per me, amerò anche i suoi difetti! - Cercai di sembrare il più convincente possibile.
- Allora buona fortuna. - Disse, trattenendo una risata.
- Okay, vado per prima. - Mi alzai, afferrando la borsa.
- Non hai finito il cappuccino…-
- Ma io devo andare, potrei incontrare l’uomo perfetto in qualunque momento, e ti farò rimangiare le tue parole! Ah, tocca a te pagare! - Gridai, mentre correvo.
Presi un taxi fino al mio appartamento, salii le scale e finalmente ero a casa. Mi buttai sul divano e notai la luce verde del telefono che lampeggiava, annunciando dei messaggi sulla segreteria.
Soobin, sono Hyemi, ho perso il tuo numero e…
Il primo messaggio finiva lì. Hyemi, la mia sorella minore, modella.
Ho qualche problema finanziario, Kai mi ha lasciata… Be’, sto tornando in Corea perché mi manchi da morire. Domani forse sarò già lì.
Me lo aspettavo, Hyemi ed io non ci parlavamo tanto, solo quando aveva bisogno di qualcosa. Il lato positivo di averla qui…be’, non esiste nessun lato positivo. Passerà le giornate a compararmi a lei, parlerà dei suoi ragazzi, non mi aiuterà in casa, non farà nulla. No, non c’é un lato positivo di averla qui.
Decisi di dormire presto, sapevo che non sarei riuscita a farlo con Hyemi in casa.
Dormii poco, l’ansia per il colloquio era grande. La mattina era molto fredda, misi i vestiti preparati la sera prima e il mio cappotto preferito. Chiamai un taxi, non volevo arrivare al colloquio spettinata come se avessi preso i trasporti pubblici. Aspettai seduta sulla comoda sedia della reception, ripetendomi ciò che avrei dovuto dire.
L’uomo era serio, mi fece alcune domande e lesse il mio articolo. Dalla sua faccia non riuscii a giudicare se avesse apprezzato o no.
- Lei scrive molto bene, complimenti. - Disse, riflettendo. - Ma stiamo cercando qualcuno con più esperienza, la contatteremo quando i posti per stagisti saranno aperti. - Fu ciò che disse, prima di chiudere la porta dell’ufficio. Sapevo di non dover creare aspettative. L’uomo aveva usato il ''ma'', e tutti sanno che ciò che viene dopo il ''ma'' è una bugia.
Lungo il tragitto sentii solamente il rumore dei miei tacchi contro l’asfalto bagnato dalla pioggia che aveva smesso pochi minuti fa. Volevo solo andare a casa, andare a letto e dormire finché il mio corpo non si sarebbe fuso con il materasso.
Entrai nella stazione e mi fermai aspettando il treno. Mi guardai in giro distratta, finchè non sentii qualcosa venirmi addosso. Qualcosa che pensai fosse un muro, ma i muri non bevono il caffè, né fanno cadere il caffè sul cappotto preferito di qualcuno, come stava succedendo.
Alzai lo sguardo, pronta a infierire nel modo più violento e volgare che conoscevo, ma mi fermai. Non sarebbe stato possibile. Lui era bellissimo, anche se spaventato, alternando lo sguardo dal mio viso al mio cappotto ora sporco. Quella situazione poteva sembrare ridicola, e in effetti un po’ lo era. Lui ancora mi guardava spaventato vedendo il danno che avevo fatto, mentre io sorridevo come un’ebete. Amore a primo sguardo?
- Oh mio Dio, mi scusi! - Era ancora spaventato, e la sua reazione era buffa. - Mi lasci pulire…-
- Non c’è bisogno, si calmi - Afferrai i suoi polsi prima che rovinasse ancora di più il cappotto.
- Ero distratto e quando ho visto…puff, era successo. Ma posso dartene un altro, quanto è costato? - Spostò la mano, pronto ad afferrare il portafogli.
- Non è necessario - In realtà si, era necessario, stavo impazzendo. Ma lui era così gentile e bello ed era quasi l’uomo perfetto. - Davvero, sarà imbarazzante, ma ci ho fatto l’abitudine.
- No. - Lo guardai confusa, ma poi capii quando alzò il bicchiere del caffè rimanente, versandoselo sulla camicia bianca.
- Ma…lei è matto. -
- Mi chiamo Jung Hoseok. - Stese la mano e l’afferrai.
- Choi Soobin -
Lui era l’uomo perfetto.

  
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