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Autore: Al_cell    23/03/2020    3 recensioni
Eugenie du Coeur è una giovane ragazza che ha un solo desiderio nella sua vita, essere felice. Purtroppo la sua vita è un susseguirsi di avvenimenti che le renderanno difficile anche solo stare al mondo. La sua vita, però, è destinata a cambiare nel giorno in cui fa la conoscenza del giovane principe Belga; Leopoldo II.
La storia contiene personaggi reali ma gli eventi sono puramente fittizi.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra
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Due anni prima,1850 Italia.

-Dov'è la mia tiara?!- Urlai isterica. Ero a ridosso delle mie nozze che sarebbero inziate di lì a poco e ancora non si sapeva che fine avesse fatto la mia amata coroncina di diamanti ordinata dall'India.

-Tiratela fuori o vi faccio perdere il lavoro! Stupide galline che non siete altro!- Le cameriere si agitarono in preda al panico più totale, terrorizzate all'idea di perdere il posto insieme al salario.

-Eccola!- Una cameriera venne vittoriosa verso di me, lanciando sguardi di superiorità alle altre. 

Non la degnai di uno sguardo e le presi l'oggetto di mano così che Annette, la mia cameriera personale, potesse finire la sua opera.

Guardai lo specchio mentre inseriva quell'ornamento fra i filamenti della mia complessa acconciatura.

-Siete bellissima Mademoiselle.-

-So di esserlo, non c'è bisogno che me lo diciate.- Mi calai il velo sul capo e mi sedetti sul bordo della finestra.

-Andate via tutte ora, voglio stare sola. Venitemi a chiamare solo quando sarà il momento.- Fecero come ordinato lasciandomi sola nella mia sontuosa camera.

Feci un sospiro d'amore al solo pensare che di lì a poche ore sarei stata sposata con l'uomo più bello, ricco e buono di tutto il vecchio continente.

Federigo da Padova era il mio uomo perfetto. Non appena i miei mi presentarono a lui, caddi in un profondo amore. Già da tempo mi sembrava di conoscerlo per la sua fama di nobile e bellissimo cavaliere, ma le dicerie non erano riuscite ad eguagliare la realtà.

Alto, forte e fiero con i capelli scuri e che sembravano morbidi solo ad un primo e fugace sguardo. La pelle lievemente abbronzata, come si addiceva ad un italico, due occhi nocciola incastonati in un viso duro dalla sua mascolinità ma tremendamente provocante. 

Ogni giorno, dopo quell'incontro, avevo fatto di tutto per conquistarlo anche se non ve ne era bisogno dato l'accordo. Ma ero fatta così, volevo che fosse totalmente mio e non semplicemente per una firma su di un fogliaccio. Nonostante la mia assenza di curve, lo avevo provocato a lungo e sembrava che lo avessi conquistato.

Così il giorno delle nozze ero spensierata e felice, nulla sarebbe mai potuto andare storto. Tutto era pronto, la chiesa, il ricevimento e anche delle strane caramelle dure erano state importate dall'Italia per l'occasione.

Mi alzai, nervosa, per mettermi nuovamente davanti al grande specchio alla ricerca di un qualche difetto da poter correggere. Presi un paio di calze e le appallottolai. Le infilai nel corpetto in modo da poter tirare su quel poco di femminilità di cui ero dotata. Mi misi nuovamente comoda e attesi che la carrozza passasse davanti alla mia finestra. 

Più il tempo passava e maggiormente in me cresceva un senso di disagio ed inquietudine. Che fine avevano fatto tutti?

Un suono mi destò dai miei pensieri e vidi un paggio entrare dalla porticina segreta della mia camera nascosta nella tappezzeria.

-Cosa ci fate voi qui? Come conoscete quel passaggio?- 

Il ragazzo non fece una piega nonostante il mio tono di voce severo ed ostile.

-Sono venuto a recapitarvi questa. Vi auguro il meglio.- Posò sul comò più vicino una busta e andò via prima che potessi dire o fare qualcosa.

Stizzita andai a prendere quella che si prospettava essere una lettera. Solo Federigo era a conoscenza di quel passaggio, nessun altro avrebbe potuto saperlo se non i vecchi proprietari della dimora deceduti da prima ch'io venissi al mondo.

Con mani tremanti scartai l'involucro immaginando una tenera lettera d'amore. Con cura aprii il foglio e lessi le poche righe buttate sopra, come se fossero state scritte frettolosamente e senza alcun riguardo per il destinatario.

 

"Cara Eugenie,

Mi rattrista dovervi dare questo dispiace ma io non v'ho mai amata e mai lo farò. Tutto sto matrimonio è stato frutto d'un accordo fra mio padre e i tuoi genitori. 

Perdonami se t'ho abbandonata così ma questo matrimonio non si poteva fare cagion dei miei sentimenti e per il tuo benessere futuro. 

Non cercatemi perché ormai sarò lontano con la donna della mia vita e di voi non vorrò saperne più nulla.

Federigo"

 

Rilessi più volte quel breve testo per poter capire se fosse tutto reale o se solo un tiro mancino frutto della mia ansia prematrimoniale.

Si fece buio ormai, nessuno era venuto a chiamarmi né i miei genitori si erano presentati. 

Non avevo smesso di sperare, forse era solo stato uno scherzo di qualche amante segreto ed invidioso.

Scivolai contro la parete creando intorno a me una nuvola di stoffa bianca.

Nessuno sarebbe venuto e men che meno mi sarei sposata. Tolsi la tiara dal mio capo lanciandola contro i mobili che campeggiavano nel centro. 

Strinsi le mani a pugno contro il mio viso mentre un dolore, simile ad un ago che si infilza nella carne, mi lacerava il cuore.

Alcune lacrime lasciarono i miei occhi per poter trovare la loro strada sulle guance per poi cadere sulla mia gonna.

Strappai con rabbia anche il velo e lo strinsi contro il mio petto come se avesse un qualche strano potere nel potermi confortare.

Singhiozzai appena pensando alla mia sventura. Avevo deluso i miei genitori ed ora mi ritrovavo da sola senza la prospettiva di un altro matrimonio.

Chi mai avrebbe voluto una ragazzina a cui già ne era andato male? Di certo non era una bella presentazione.

Mi asciugai le lacrime con il pizzo del velo per poi abbandonarlo vicino alla mia gonna.

Il mio primo amore mi aveva abbandonata e nel modo peggiore.

Maledetto destino avverso.

   
 
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