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Autore: Dollhades    23/03/2020    2 recensioni
[Mizukamiya x Haizaki] [Lemon boy- Cavetown]
[1634 parole]
[...]«Ti sto ricambiando il favore della sciarpa.» furono le prime parole che si sentì dire non appena mise piede nella vettura, facendolo scoppiare in una graziosa risata.
«Buongiorno anche a te, Haizaki-kun»[...]
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[...]Si lavò, lasciò che l’acqua bollente percorresse lento il suo corpo, facendo aderire i lunghi capelli alle spalle, portando via con sé il senso di solitudine, forse qualche lacrima, lo spettro di qualche fiocco di neve e il freddo di quelle lunghe giornate grigie. E lo sentì, forte, il calore propagarsi nel suo petto.[...]
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si consiglia la lettura ascoltando Lemon Boy dei Capetown (premere qui)


Lemon Boy.
 
Gentili fiocchi di neve si posavano al suolo con graziose danze, piroettando, lasciandosi cullare dal quel leggero vento di fine inverno che pungente torturava gli occhi carta da zucchero del ragazzo mentre lui, silente, faceva correre la mente alla ricerca di un modo per combattere il freddo, i tremori che lo scuotevano, i geloni che gli impedivano di piegare propriamente le dita in quella lunga attesa del tram che lo avrebbe portato a casa. Un ragazzo dai lunghi e ingarbugliati capelli argento si sedette accanto a lui senza degnarlo di uno sguardo o una parola, i suoi occhi rossi guardavano lontano, al candore che pian piano prese a permeare ogni millimetro del circondato. Salirono velocemente sul mezzo non appena le porte si aprirono, ma, mentre Mizukamiya prese posto su uno dei vecchi seggiolini, l’altro ragazzo restò in piedi, tenendosi ad uno dei gelidi e grigi supporti di metallo, rischiando di cadere alla prima curva a causa delle dita intorpidite dal freddo.

«Puoi… sederti qui…» sussurrò piano il ragazzo, ricevendo in risposta un interminabile silenzio.

 
There once was a bitter sweet man and they called him Lemon Boy
He was growing in my garden and I
pulled him out by his hair like a weed
But like weeds do he only came and grew back again
So I figured this time I might as well let him be

Incessante la neve prese a stratificare, coprendo con un sottile ma compatto lenzuolo bianco i novelli fili d’erba del campo da calcio, decorato solo da un motivo scomposto di impronte fresche lasciate dalle scarpe del giovane ragazzo; la tracolla di cuoio sfumava in chiazze scurite da quelle gentili gocce gelide che ne accarezzavano la superficie in un timido saluto di fine inverno. I suoi grandi occhi carta da zucchero vennero catturati da un’alta figura che poco distante dalla pensilina stava litigando con un gruppo di ragazzi con la divisa di un’altra scuola, con pugni che sembravano muoversi a rallentatore in quell’atmosfera così leggera, in una danza che si fondeva all’adrenalina della lotta: non ci pensò due volte prima di avvicinarsi e sorreggere il ragazzo –vivaci macchioline cremisi dipinsero piccoli fiori sul candore  della strada mentre, ormai in lontano, il gruppetto bofonchiava parole portate via dal vento leggero.
Si dimenò, il ragazzo dai capelli d’argento, lasciandosi ricadere sulla gelida seduta di metallo e premendo le scure dita baciate dal sole sul labbro e una guancia. Non una parola mentre Mizukamiya, servendosi di un fazzoletto di stoffa e un po’ di neve, pulì le gote dell’altro, lasciandoci una delicata carezza prima di salire insieme sul tram.

 
Lemon Boy and me started to get along together
I helped him plant his seeds and we'd mow the lawn in bad weather
It's actually pretty easy being nice to a bitter boy like him
So I got myself a citrus friend

Erano ormai tre giorni che la piccola cittadina giapponese vedeva un pesante cielo plumbeo avvolgerla, l’atmosfera surreale, dai suoni ovattati e le immagini sfuocate erano diventate scenario di una vita quotidiana assopita, dove le persone non si muovevano se non per lo stretto necessario, come paralizzate. Il giovane dai capelli celesti s’incamminò, stretto nella pesante sciarpa di lana e il cappotto lungo alla banchina metallica, umida, prendendo posto accanto a quel silenzioso ragazzo con cui da qualche giorno condivideva quasi un’ora di strada: indossava solo la divisa, tra i capelli piccole gocce umide rimanevano incastrate creando un delicato gioco di luci; aveva freddo, il più grande lo capì da quei leggeri tremori che lo scuotevano e gli facevano tremare le labbra sottili. Salirono insieme sul tram ma questa volta lo afferrò per un braccio obbligandolo a sedersi, avvolgendogli il collo e le spalle con la lana, guardandolo con decisione: non una parola, non una richiesta, a far fronte a quella trascuratezza solo un piccolo gesto deciso.
Si sedette al suo fianco, sentiva lo sguardo addosso che lo studiava, il disappunto, il principio di un ringhio che nasceva rauco nella gola del ragazzo a cui rispose sfoggiando il più dolce e disarmante dei sorrisi.
«Sono Seiryuu Mizukamiya» il ragazzo dai capelli argentei non rispose e rivolse il volto al finestrino, facendo correre lo sguardo lungo il paesaggio innevato, così gelido e sterile ma contemporaneamente di una bellezza che quasi non si poteva descrivere. Fu solo un attimo prima di scendere, quando alzandosi si accorse di avere ancora al collo l’indumento del ragazzo, che in uno scatto per levarlo sussurrò «Haizaki»
E quando rientrò nel suo piccolo appartamento, con l’aria satura di fumo e rifiuti sparsi in giro, prese tra le dita scure un lembo del colletto della sua felpa, ispirando il profumo leggero ma insistente di pesca e si rese conto che quella casa improvvisamente era più fredda.

 
But soon his bitter sweet started to rub off on me
You'd think smelling like lemon zest would be pretty neat
I found out that my friends are more of the savoury type
And they weren't too keen on compromising with a nice lemon pie

Nevicava incessantemente da una settimana, il paesaggio ormai era di un unico uniforme candore che rendeva a tratti spettrale quell’ambiente così famigliare; era già passata più di un’ora quando Mizukamiya guardò la piccola insegna luminosa “トラムは廃止された”1 sospirando appena, appoggiando la tracolla di cuoio alle ginocchia per cercare il telefono e rabbrividendo a quel contatto freddo che, nonostante il tessuto dei pantaloni, si propagò in tutto il corpo. Non fece in tempo a domandarsi dove fosse Haizaki (sperando lontano dai guai e dai teppisti desiderosi di infrangere quella calma con il sangue) che si fermò davanti a lui una macchina nera e sgangherata, con un rumore fastidioso provocato dal poco attrito con l’asfalto. Si abbassò il finestrino, rivelando il giovane dai capelli d’argento che, invitando il più grande ad entrare, si sporse ad aprirgli la portiera.
«Ti sto ricambiando il favore della sciarpa.» furono le prime parole che si sentì dire non appena mise piede nella vettura, facendolo scoppiare in una graziosa risata.
«Buongiorno anche a te, Haizaki-kun»

Il più piccolo guidò seguendo le indicazioni dell’altro, mentre di sottofondo la radio annunciava un peggioramento della bufera. E non seppe bene se fu il freddo, la macchina che rischiò di andare fuori strada una manciata di volte, quella sensazione pesante che il grigiore di quel paesaggio gli infondeva o semplicemente il buio che scese veloce, ma quando il ragazzo dai capelli celesti lo guardò negli occhi chiedendogli di restare non si oppose.

 
So Lemon Boy and me, we just gotta get along together
I'll help him plant his seeds and we'll mow the lawn in bad weather
It's actually pretty easy being nice to a bitter boy like him
So I got myself a citrus friend

Haizaki non era abituato a quel calore, al profumo di vaniglia, allo scoppiettio insistente prodotto da un piccolo camino di marmo che umile riscaldava l’ambiente, all’aria pulita che si respirava in quell’appartamento; seguì con lo sguardo il maggiore che, dopo essersi lavato con calma le mani, portò in tavola una piccola torta di limoni, coperta da un gentile tocco di zucchero a velo e ne tagliò due fette, ponendole in altrettanti piattini e offrendogliene una. Sorrise dolce, Mizukamiya, sfiorandogli la il livido scudo poco sotto il suo occhio, portandogli un pigiama pulito e caldo per permettergli almeno un cambio d’abiti.
Si lavò, lasciò che l’acqua bollente percorresse lento il suo corpo, facendo aderire i lunghi capelli alle spalle, portando via con sé il senso di solitudine, forse qualche lacrima, lo spettro di qualche fiocco di neve e il freddo di quelle lunghe giornate grigie. E lo sentì, forte, il calore propagarsi nel suo petto.

 
But what if I run out of fertiliser
What if the clouds run out of rain
What if Lemon Boy won't grow no longer
What if beaches dry of sugar cane
Oh well
The whales start to beach themselves
Tortoise shells tear away from their spines
It happens all the time, it happens all the time

E  calarono le tenebre in quell’appartamento tanto piccolo quanto ospitale, il giovane dagli occhi carta di zucchero sorrise guardando il volto rilassato, tranquillo, del più piccolo; allungò una mano e gli scostò il ciuffo, pettinandolo delicatamente con la punta delle dita chiare, incastrandogli i capelli dietro le orecchie forate e giocando appena con la pietruzza nera che gli adornava il lobo, guardandolo mentre chiudeva gli occhi rossi e schiudeva le labbra in un muto sospiro. Non c’era un motivo preciso per cui non ribellava, come non ci fu un motivo quando allungò le dita a sfiorare le labbra livide dell’altro. Sentiva semplicemente che era la cosa giusta da fare
«Hai freddo?» chiese sottovoce, Mizukamiya avvolse la mano scura con le sue dita, scoccandoci un piccolo bacio ad occhi chiusi sopra. Haizaki ripeté il movimento in cerca ancora di quel piccolo gesto, quell’attenzione, specchiandosi nei suoi occhi chiari.

 
Lemon Boy and I, we're gonna live forever
Like Snufkin and Little My, we'll get around wherever
Lemon Boy and I, we're gonna live forever
Like Snufkin and Little My, we'll get around wherever
It's actually pretty easy being nice to a bitter boy like him
So I got myself a citrus friend

 
Nevicava, nel buio della notte piccoli fiocchi danzavano silenziosi, illuminati dalla fioca luce dei lampioni coprendo i  novelli fili d’erba mentre, in un piccolo appartamento dell’isola di Honshu2, le labbra dei due ragazzi si unirono in un piccolo bacio. E Haizaki non lo avrebbe mai ammesso ma quella sera, cingendo Mizukamiya tra le sue braccia, con la schiena del più grande che aderiva al suo petto e ampliava il suono dei suoi battiti, per la prima volta si sentì a casa.
 
 
 

 
1: "Il tram è stato soppresso"
2: Isola principale del Giappone
NdA
1634 su una coppia che ne meriterebbe a miliardi, ma sono speranzosa che qualcuno si avvicinerà a questo fandom e riuscirà a far sì che lo sguardo di Seiryuu gli sciolga il cuore. Ne sono soddisfatta, nonostante lo spaziamento temporale sia irregolare (i primi tre sono tre giorni diversi, poi una settimana dopo e gli altri sono ore, minuti).
Credo di essere l’unica che assocerebbe “Lemon boy”, così estiva, alla neve ma ha quella nota malinconica che, a parere mio, la fa calzare a pennello.
Spero vi sia piaciuta, tanto amore
-Ade
  
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