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Autore: Slits    06/08/2009    3 recensioni
#39 – Motore
Ad alimentare il loro rapporto, curioso a dirlo, era sempre stato un cordiale odio reciproco.
[Zoro/Sanji]
[50 sentences]
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cazzeggiando girovagando per internet e per il sito mi è capitato di imbattermi in una writing community { 1frase }  che propone ai propri partecipanti di scrivere una mini drabble di una frase soltanto, partendo da un tema e sviluppandolo successivamente.

Inutile quindi persino dire come, dopo l'ennesima scazzottata western fra le mie due anime ed il volo di qualche tavolo dal monolocale della mia scatola cranica, mi sia subito messa all'opera per lavorare sotto il baluardo ZoSan { anche se una SaNa non la escludo di certo in futuro }. In conclusione...

Questo è il risultato. ù____ù

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#01 – Angelo

Era un demone, ed in quanto tale aveva diritto di odiare chiunque riuscisse a sfiorare quell’ingarbugliato intreccio di spine che altri non era il suo animo, poco importava se poi, quell’entità benevola, riuscisse a risvegliarlo ogni volta con un semplice calcio in culo.



#02 – Sorriso

Aveva sempre detestato la sua risata, la considerava squallida oltre che senza senso, era sempre stato il suo più grande difetto del resto: odiare tutto ciò che non riuscisse davvero a comprendere.



#03 - Felicità

Da dopo la morte di Kuina ogni traccia di sentimento dentro il suo animo era finita con il seccarsi inesorabilmente, come una pianta non bagnata per molto; curioso quindi, si ritrovò a pensare, come una semplice tazza di caffè, portata in una delle tante notti di veglia, fosse riuscita a ridar vigore a quell’arido deserto.



#04 – Pericolo

Quando dopo l’ennesima battuta di pesca lo vide uscire dall’acqua, accaldato e con un misero pantaloncino indosso, Sanji capì che una palla di cannone vagante non sarebbe stato probabilmente il suo maggior pericolo a bordo di quella nave.



#05 – Confusione

“L’amore ha infinite vie” gli avevano detto una volta e lui in sin dei conti ci aveva sempre creduto, cercare di non perdervisi era stato uno dei tanti obiettivi che si era prefissato del resto, ma che lui ed il suo senso dell’orientamento abitassero su due galassie opposte non era mai stato un gran segreto: fallì al primo tentativo.



#06 - Mondo

Acqua, terra e sabbia: il mondo alle volte sapeva esser davvero scontato, le persone che vi abitavano forse decisamente meno.



#07 – Finestra

Capitava sempre più spesso oramai che di notte l’oblò adiacente alle camerate dei ragazzi divenisse un insolito teatrino all’aperto; fu anche per questo motivo che una mattina, Robin, non si scompose più di tanto nel vedere la navigatrice contare, con una discreta soddisfazione, gli incassi ricavati dall’ultimo spettacolo nato per pura sfida fra cuoco e spadaccino.



#08 – Spazio

Insulsa pecca che, unita al binomio di spadaccino e lenzuola, faceva rimpiangere a Sanji le gioie di una vita, ed un letto per voler entrare ancor più nello specifico, da single.



#09 – Vista

Era sempre stato un tipo pratico lui, niente di che non gli fosse davvero utile entrava facilmente a far parte della sua esistenza; eppure, nonostante fosse palese che a Sanji non mancasse alcun grado, non si poteva di certo ritenere insoddisfatto del suo ultimo acquisto superfluo.



#10 – Pace

“Se te ne vai anche tu mi fai un piacere …”  “Vattene tu babbeo e tanti saluti!” e pace era fatta.



#11 – Sbaglio

Aveva sempre creduto che Zeff avesse commesso il suo più grande sbaglio nel volerlo trarre in salvo, così come Zoro si era più volte dato dell’idiota per aver voluto accantonare momentaneamente il sogno di un altro e vivere per una volta proprio; ne avrebbero dovuti commettere ancora tanti, tantissimi altri di questi errori, prima di poter anche solo dire di aver vissuto veramente.



#12 – Occhio

Per chi come lui su antiche cicatrici di guerra vi aveva costruito faticosamente una leggenda, comprendere perché Sanji si ostinasse a nascondere le proprie sotto disordinati ciuffi paglierini era sempre stato uno dei suoi ostacoli più grandi.



#13 – Mare

“Da qualche parte, nel mare… sono sicuro che loro ti stanno aspettando” e, sebbene la frase non fosse riferita a nessuno di loro due, per cuoco e spadaccino fu impossibile non scambiarsi uno sguardo complice prima della battaglia.



#14 – Folla

Sanji sorrise soddisfatto quando, nella calca di Alubarna, riuscì ad individuare senza apparente sforzo la posizione del compagno “L’avevo sempre detto io…” si disse prima di raggiungerlo “… che con un semaforo simile per testa sarebbe stato impossibile perderlo di vista.”



#15 – Gabbiano

Dai mostri marini ad aragoste grandi quanto interi quartieri, Zoro poteva dire di aver mangiato decisamente di tutto nella sua esistenza, eppure riuscì a stupirsi ancora quando, durante l’ennesimo movimentato banchetto a bordo della Sunny, guarnito con tanto di mela in bocca ( o becco ) e patate di contorno, Sanji gli propose la sua ultima trovata culinaria.



#16 – Sogno

I loro sogni erano grandi, immensi, e come ogni maestosità a lungo andare avevano incominciato a reclamare la propria parte di peso sulle loro fragili spalle; essere insieme a poterne bilanciare l’ingombrante carico era un vantaggio che probabilmente nessuno dei due avrebbe facilmente ammesso.



#17 – Libertà

Per poter salvare quella di una loro nakama si erano ritrovati a lottare, per la prima volta, fianco a fianco.



#18 – Gelato

Zoro non vi aveva mai prestato particolare attenzione, eppure a Robin non potè non sfuggire un sorriso compiaciuto quando, di ronda sul ponte, venne servita da un eccitato cuoco dell’ennesima coppa menta e limone.



#19 – Controllo

E Zoro era sicuro al cento per cento di averne di quel tipo, almeno sino a quando, una notte apparentemente come tante, non commise il fatale errore di ricordare al cuoco che, con un sopracciglio simile, non avrebbe potuto tener le redini neanche di un carretto trainato da una mula zoppa; il giorno seguente il suo fondoschiena non mancò di protestare formalmente, un’imprecazione o poco più, all’attacco deliberato alla propria incolumità.



#20 – Pesce

Non era mai stato un tipo particolarmente portato a determinate premure e fu anche per questo motivo che Sanji si stupì non di poco quando, avvolto in un delizioso nastro verde, vide il compagno porgergli un esemplare intero di tonnofante per il suo ventesimo compleanno.



#21 – Sole

E quando Zoro lo paragonava all’astro il suo non era di certo un complimento, non sarebbe mai potuto esserlo del resto se rivolto a qualcosa incredibilmente fastidioso, pungente ed accecante; che poi riuscisse a sciogliere, raggio dopo raggio, persino intere lastre di ghiaccio… beh, quello era un discorso a parte.



#22 – Brezza

Ricordò di esserselo chiesto persino una volta se, all’infuori del ponte di quella nave, il vento avesse lo stesso sapore di tabacco o fosse un semplice ed anonimo movimento di correnti calde e fredde.



#23 – Costa

Quando all’orizzonte avvistarono la linea di terra, Rufy non mancò di domandarselo per l’ennesima volta il motivo per cui, una volta giunti nel porto, il cuoco e lo spadaccino non avrebbero esitato un solo attimo pur di offrirsi di badare insieme all’incolumità della Sunny.



#24 – Città

Odiava le grandi città perché conscio che oramai, perdendosi puntualmente ogni due per tre come un emerito idiota, una volta di ritorno alla Sunny sarebbe stato bersaglio di commenti più o meno pungenti da parte dei compagni “Questa volta non mi fido a mandarti da solo, conoscendoti non mi stupirei affatto se poi ti ritrovassimo seduto direttamente a Raftel ad aspettarci. Sanji-kun, vai con lui per favore”  eppure, nonostante tutto, quel giorno si sentì insolitamente grato all’immensità della metropoli dell’acqua.



#25 – Casa

Il loro fu un dubbio che da subito dopo Arlong Park incominciò a roder lentamente quelle coscienze sopite “Chi lo sa come sarebbe stato…” ammise infine il cuoco, una sera anonima come tante altre “… avere un posto per cui lottare e vendere l’anima esattamente come Nami-san…”  “Umano.” fu la laconica risposta del compagno.



#26 – Bugia

“Ehi, cuoco ci sono dei tizi molto pericolosi su quel treno.” “ Capelli verdi, non sarai mica preoccupato per me?”  “Chi, io? Ma figurati!” Su quella nave era giusto che ognuno di loro si tenesse stretto il proprio, di talento; e Zoro era lo spadaccino d’assalto, non di certo il pavido cecchino di vedetta.



#27 – Telefono

Non gliene importava, si era ripetuto così tante di quelle volte da esser riuscito a farsene un’instancabile nenia, non gliene sarebbe dovuto importare e per questo non aveva alcun motivo di preoccuparsi, eppure Zoro non potè negare di aver sentito un piacevole calore poco scostato dal cuore, subito dopo la chiamata di quell’idiota dal treno marino diretto a Enies Lobby.



#28 – Orizzonte

E quando Zoro vi scorse il ristorante sul mare stagliarvisi contro, come una macchia sicura, faticò a reprimere un sorriso compiaciuto.



#29 – Stile

Quello di Sanji era riassumibile in quattro fondamentali: colpire, schivare, proteggere ed infine prender puntualmente per il culo le stoccate di uno spadaccino sin troppo irruente.



#30 - Malinconia

Ormai aveva imparato a leggere bene fra le righe di quei sorrisi esagerati ed amori prontamente urlati a squarciagola, quasi come se sussurrati non fossero sufficienti, e Zoro alla fine aveva capito, oh eccome se lo aveva fatto, che di vero in quelle dichiarazioni vi era unicamente la solitudine che spesso innalzavano pur di muovere a compassione.



#31 – Bacio

Capitava sempre più spesso oramai che le labbra dello spadaccino sapessero di tabacco di bassa qualità, di quello usato per le grandi stecche, Sanji a lungo andare era riuscito persino a farsene un’insolita abitudine; era all’odore di Sake mal lavorato sulle proprie che ancora non era riuscito ad esser del tutto avvezzo.



#32 – Mano

Ricordò di esserselo chiesto persino una volta se la sua pelle, oramai insolitamente avvezza ai giochi di quelle mani impazienti, si sarebbe più potuta abituare ad un altro tocco che non fosse saturo di vecchie ferite ed aspri calli.



#33 – Caduta

Per quanto in basso potessero cadere agli occhi della giustizia, i loro ideali rimanevano sempre alti, innalzati al cielo e lontano dal fango e dal putridume di cui tutti quei titoli erano stati fieramente impastati.



#34 – Volo

Se qualcuno anni prima gli avesse predetto che un giorno si sarebbe ritrovato a volare in un ring grande quanto un campo da calcio, svolgendo il ruolo di cacciatore e nel tentativo di atterrare una montagna viscida in stivaloni e perizoma, probabilmente lo spadaccino avrebbe riso sino a sputare i polmoni; incredibile quindi come, durante il secondo scontro al Davy Back Fight, si ritrovò costretto a rimangiarsi ogni singolo, doveroso insulto.



#35 – Felino

Il giorno in cui Sanji si ripresentò sul ponte della Sunny con un micio saldamente aggrappato alla giacca ed un’espressione severa pronta a metter a tacere chiunque avesse trovato di che ridire sulla sua scelta, Zoro capì che, probabilmente, lui non sarebbe mai stato il solo randagio ad aver il privilegio di esser sfamato da quel cuoco incompetente.



#36 – Gravità

Sanji non seppe darle il giusto peso sino a quando Zoro non gli cadde addosso, sfiorandolo appena con quei vestiti intrisi di sangue e croste.



#37 – Fantasma

Vi erano giorni in cui la bandana di Zoro rimaneva legata all’elsa della wado ichimonji, a simbolo che quel nero non era mai stato un colore scelto per puro caso; in quelli stessi giorni persino le offese del cuoco sembravano storcersi insieme al tessuto, quasi come nel vano tentativo di farlo risvegliare da quel sonno apparente, a simbolo che niente che dalle sue labbra uscisse rivolto al compagno fosse mai stato detto per puro caso.



#38 – Lotta

“Nella lotta si consumano le stesse energie che in un rapporto sessuale” gli avevano detto anni prima e lui in sin dei conti ci aveva sempre creduto, incapace di spiegarsi altrimenti il voluttuoso piacere che sentiva scorrergli nelle vene ogni qual volta si ritrovava a provocare quell’inutile scarto di verza.



#39 – Motore

Ad alimentare il loro rapporto, curioso a dirlo, era sempre stato un cordiale odio reciproco.



#40 – Tornado

Le tempeste non erano mai state devastanti e maestose come gli avevano sempre voluto far credere, non trascinavano nulla con se se non un inesistente vuoto, erano fragili invece, delicate come bolle d’aria pronte a scoppiare.



#41 – Vecchiaia

“Vi siete mai chiesti come saremo fra cinquant’anni?”  Rufy non si seppe mai spiegare bene il perché, in risposta a quell’innocente domanda, lo spadaccino rise talmente tanto da esser costretto a coprirsi la bocca con entrambe le mani pur di riuscire a smettere; nella sua mente tuttavia, l’immagine di un Sanji con sguardo truce e baffi prontamente annodati in due serie di trecce bionde, parve voler rispondere per entrambi.



#42 – Domani

“Fra trenta minuti dovrebbe albeggiare, per voi il tempo massimo scadrebbe allora” e per la prima volta Sanji sentì in dovere di nutrire un profondo senso di gratitudine alle tenebre della notte: nessuno parve infatti accorgersi del brivido che in un’unica scossa gli solcò la schiena “Idiota…” sussurrò lo spadaccino, rivolto probabilmente più a se stesso che al compagno “… mostrare una volta tanto i propri sentimenti non vuol dire esser deboli.”



#43 – Sangue

Prerogativa necessaria, se non addirittura fondamentale, per chi come lui era stato educato a mostrare il proprio affetto e le proprie preoccupazioni con un semplice calcio in culo, di intensità maggiore a seconda di ciò che volesse davvero esprimere.



#44 – Paradiso

Ad un demone non è consentito di varcare le soglie del paradiso, nessun Dio sarebbe mai in grado di accettarlo fra gli adepti delle proprie schiere del resto, eppure Sanji non parve esitare un attimo quando la prospettiva di cacciare per la prima volta nell’All Blue con Zoro gli si presentò dinanzi: gli chiese di accompagnarlo senza neanche pensarci su.



#45 – Volontà

“Avresti potuto lasciarci le penne, dannato pezzo d’idiota!”  “Ho ancora qualcosa di sin troppo importante da portare a termine prima di lasciarmi morire” e come in un accordo, una clausola invisibile che come unica ammonizione recitava “O tutti e due o nessuno” , inspiegabilmente alla fine di ogni battaglia si scoprivano a rigirarsi quella domanda, alternando sempre le parti dell’interlocutore preoccupato e dell’intervistato strafottente.



#46 – Reale

Zoro ci aveva pensato a lungo ed alla fine lo aveva capito, seppur a malincuore, che nessun sorriso sulle labbra del biondo era mai stato qualcosa di anche vagamente vicino ad un gesto sincero.



#47 – Rosa

Tagliente, maleodorante ed incredibilmente appariscente: perché, si scoprì a chiedersi con un’insolita vena di preoccupazione,  da qualunque angolazione, pensiero e forma Zoro continuasse ad osservare quella rosa si aspettava che da un momento all’altro si accendesse una sigaretta, sussurrando infine un sentito “Merda” per essersi bruciata inavvertitamente il gambo?



#48 – Voce

Pur non avendo nulla di particolare la sua voce gli era sempre piaciuta “Oi, marimo!”  “Nami-saaaaan!!”  “Robin-chwaaaaaaaaan!!” eppure vi erano alcuni momenti in cui gli avrebbe ben più che volentieri strappato le corde vocali a forza per il semplice gusto di usarle poi come rivestimento per la sua Yubashiri.



#49 – Solitudine

Il giorno in cui, passando per semplice ronda sul ponte, sentì lo spadaccino sussurrare un sommesso “Mi dispiace” all’ennesima incrinatura sulla lama della sua wado, il biondo capì che nella meditazione, oltre alla via per raggiungere la pace interiore, Zoro ricercava ancor più un modo per rimanere finalmente solo con i propri demoni e le proprie paure.



#50 - Cecità

Non contava quanto la sua determinazione potesse esser forte, Sanji non avrebbe mai accettato che lo rendesse talmente cieco ed estraneo al mondo da non accorgersi che qualcosa in loro era inesorabilmente cambiata.

   
 
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