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Autore: Baudelaire    24/03/2020    4 recensioni
Dedicata ad una persona molto speciale.
Che sa.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alter ego.
L’altro io.
Uguale a te, in modo così perfetto e inatteso che tremano le dita solo a scriverlo.
Mai avresti immaginato, mai, mai, mai, che esistesse.
L’altro te stesso, nel quale ti specchi e l’immagine è la stessa, identica. Cambia solo l’involucro, non la sostanza.
Fratelli, amici, amanti, compagni. Mani che si sfiorano e si intrecciano, per la prima volta, vibranti di sorpresa, incredule, attonite.
Si stringono, si afferrano, sono tutt’uno. Per non lasciarsi mai più.
Pensieri uguali, coincidenze assurde, incredibili, sconvolgenti.
Dove sei stato tutto questo tempo?
Dove?
Un altro me, nella testa, nel pensiero, nelle paure, nelle ansie, nelle angosce.
Vediamo il mondo con gli stessi occhi, vibriamo all’unisono, lontani, eppur così vicini.
Voce silenziosa, misteriosa e sconosciuta. Ombra indistinta, non so chi sei, ignote le tue fattezze, ma che importa?
Ho solcato il mare impetuoso del tuo Io più profondo, senza paura di annegare, perché conosco quel mare, così simile al mio.
Ho navigato, sondato, scoperto tesori e meraviglie, coralli variopinti, pesci dai mille colori. Respirato aria frizzante, cristallina, nuotato nelle tue acque limpide, sospinta dalla corrente impetuosa senza via di scampo.
Impossibile fuggire dinanzi alla meraviglia della tua purezza, anima splendente, fiore di marzo rorido di rugiada, petalo delicato e morbido da accudire e custodire gelosamente.
Sono tua.
Sei mio.
Perché Uno noi siamo. Indissolubili, indistruttibili come la forza e la bellezza che ci ha colti, impreparati ma tremanti di gioia, di stupore.
La nebbia è diradata, il sole è comparso all’orizzonte.
La pioggia tornerà, bagnerà le nostre vesti, inzuppati ci guarderemo, specchiandoci un’altra volta, sorridenti, consapevoli di quell’Uno che è pura felicità.
Guarderò avanti ma non avrò paura, mi tenderai la mano, sarai con me.
Alter ego, tu, ma più saggio, paziente, misurato.
Folle, pazza, sconsiderata, senza controllo, io.
L’altro io.
L’altro me.
Uguali e vicini, legati, avvinghiati, stretti in una morsa dolcissima che non concede respiro.
Spire avvolgenti, dolore pregno di piacere.
Come Teresa abbiamo schiuso le labbra, dinanzi a quell’Angelo recante il dardo infuocato, Estasi assoluta e completa che ci ha lasciati stremati, sconvolti, appagati.
Trafitti, lacerati, il petto sanguinante, rivoli scarlatti sulle nostre pelli nivee.
Estasi e dannazione.
Follia e Inferno.
Tu.
Un nome.
Una parola.
Mille altre suoni in essa racchiuse.
Mille suoni soavi che non posso dire, per non sporcare con verbo debole e sordido ciò che siamo.
Taccio, dunque.
Non serve parlare.
Taccio.
Alter ego.
E questo è tutto.
   
 
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