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Autore: titti_smile    25/03/2020    1 recensioni
Vi siete mai chiesti da dove venga la magia?
Perché ci sono persone che nascono con poteri e altre no?
Per quale motivo non esistono incantesimi per resuscitare i morti?
Gli indicibili, i maghi che lavorano all'ufficio misteri, cercano la risposta a queste e a tante altre domande. James Sirius Potter, neo-diplomato a Hogwarts sogna da sempre di essere uno di loro, ma il percorso sarà tutt'altro che in discesa: lo aspettano 3 anni di un corso propedeutico pieno di sfide che non tutti i tirocinanti riescono a superare. Nel frattempo alcuni misteriosi avvenimenti arrivano a mettere in dubbio che la magia, dato spesso per scontata, sia davvero una forma di energia costante.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Fred Weasley, Fred Weasley Jr, James Sirius Potter, Nuova generazione di streghe e maghi | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 1

James Sirius Potter, da quando riusciva a ricordare, aveva sempre avuto un solo ed unico sogno, ogni istante della sua vita era stato un piccolo passo verso di esso.
James voleva essere un Indicibile.
Quando sua madre gli aveva spiegato il funzionamento del ministero della magia, era stato subito chiaro quale sarebbe stato il suo futuro. Non un Auror come quasi tutti i suoi cugini, non il ministro della magia come Rose, no, lui voleva fare l’indicibile.
Non gli importava che non avrebbe potuto condividere con nessuno il suo lavoro; a nulla erano valsi i tentativi dei suoi di dissuaderlo, lui era sicuro di voler fare l’indicibile.
Il perché era, per lui, abbastanza semplice: se provieni da una famiglia di leggende non puoi batterli in forza, astuzia o gesti eroici, puoi solo puntare sulla conoscenza. 
James voleva capire tutto: perché non esistono incantesimi per resuscitare i morti? Come funziona lo spazio-tempo in un mondo in cui tutto può essere modificato? Da dove viene la magia? Perché ci sono persone che nascono con poteri e altre no?
Per anni aveva tentato di trovare una risposta a queste e a moltissime altre domande tormentando chiunque gli fosse capito a tiro di orecchio (anche oblungo per stressare un po’ anche zio George).
Ad Hogwarts aveva dato il meglio di sé solo nelle materie che gli servivano per i MAGO trascurando completamente le altre, tutto suo zio Ron diceva sua madre. 
E, con un po’ di aiuto da parte della professoressa McGrannit che aveva chiuso un occhio (o forse era solo diventata miope) sulla rada peluria che spuntava dal suo cane trasfigurato in divano, aveva preso tutti E.
Ed ora era il giorno. Il giorno della lettera.
Aveva mandato la candidatura al ministero, giorni e giorni per recuperare tutte le scartoffie necessarie, scrivere il curriculum (“ma’ secondo te si possono definire ripetizioni l’aver aiutato Al a salire su una scopa?”), la lettera motivazionale e riuscire a farsi fare una fototessera decente.
Ogni anno l’ufficio misteri accettava solo venti nuovi candidati come tirocinanti, ma riceveva richieste da tutto il mondo. 
I suoi amici a scuola continuavano a dirgli di star tranquillo “con un cognome come il tuo, ti prenderanno sicuramente!” ma James non era dello stesso avviso. 
Non voleva essere preso per il suo nome, voleva essere preso perché era bravo, perché era trai migliori. Gli indicibili dovevano pensarla come lui, perché la scelta dei candidati era totalmente anonima e solo alla fine del percorso di selezione scoprivano le generalità dei ragazzi.
Il tirocinio durava tre anni dopo i quali era previsto un esame per poi essere finalmente ammessi come veri e propri dipendenti del ministero. 
Toc toc.
Il gufo ministeriale.
Ad Hogwarts James aveva seguito il corso di Aritmanzia e ora sentiva la voce del professor Motte che gli rimbombava nella mente: “bambini quando sentite bussare il gufo del ministero il vostro cuore batte come quello del cercatore di Serpeverde quando vede che Potter ha visto il boccino”.
James allungò la mano e prese la busta, gli tremavano così tanto le mani da non riuscire ad aprirla. 
“Quando state per aprire la busta raggiungete i battiti di Krum prima di fare la presa del bradipo”.
Tirò fuori con irruenza la pergamena e subito la coprì con la mano, non era pronto a scoprire il su destino. 
“Bambini al momento della lettura invece avrete il colore della professoressa Umbridge quando un branco di centauri l’ha caricata”.
La cosa che più di tutto lo spaventava non era fallire, ma doverlo dire alla sua famiglia. Nessuno lo avrebbe attaccato o gli avrebbe dato del fallito, anzi. Sarebbero stati tutti così supportivi da farlo sentire ancora più in colpa “Oh James vedrai che l’anno prossimo andrà meglio” avrebbe detto suo zio Ron mettendogli una mano sulla spalla. Sapeva di essere fortunato ad essere circondati da persone che lo amavano, ma questo non faceva altro che farlo sentire peggio.
“James Sirius Potter!” si esortò da solo con un tono che somigliava molto a quella di nonna Molly arrabbiata “Sei stato smistato in Grifondoro e ora ti stai dimostrando come il più fifone dei Serpeverde!”

UFFICIO MISTERI
Presidente: Emma Candlelight
(Ordine di Merlino, Seconda Classe)
Caro signor Potter,
Siamo lieti di informarla che Lei è stato ammesso al corso triennale di Tirocinio dell’Ufficio Misteri. Le ricordiamo che il suo percorso potrebbe interrompersi in qualsiasi momento e che per il periodo del tirocinio sarà soggetto ad un incantesimo che le impedirà di svelare ciò che succede durante il suddetto. 
Le ricordiamo, inoltre, che in caso di espulsione le verrà cancellata la memoria.
È pregato di presentarsi alle 9 AM del giorno 1° settembre 2022 nell’atrio del ministero con una divisa standard. 
Restiamo in attesa del Suo gufo di conferma entro e non oltre il 31 luglio p.v.
Distinti saluti,
Linda Spindle


James dovette rileggere la lettera tre volte prima di crederci. Era stato ammesso! Finalmente tutti i suoi sogni sarebbero diventati realtà (sempre che fosse riuscito a non farsi buttare fuori per i seguenti tre anni). 
Eppure… non sentiva niente, nessuna euforia, nessuna sensazione di possedere il mondo, di essere il migliore. Pensava che si sarebbe sentito come quando lo avevano nominato capitano di Quidditch. 
E invece qualcosa mancava. Forse era che l’inizio era ancora così lontano.
O forse era la paura. 
Fino a quel punto tutto era già stato deciso. Nasci. Vieni iscritto ad Hogwarts di diritto. Cresci. Vai ad Hogwarts in barca, dove tutti ti amano perché, beh, tuo padre ha salvato il mondo varie volte. Vieni smistato in Grifondoro perché sei chiaramente sprezzante del pericolo e perché non esiste casa più figa. Segui tutti i corsi che ti servono per entrare all’ufficio misteri, li passi. Prendi i GUFO, poi i MAGO. Vai via da Hogwarts sulla barca per festeggiare il diploma. Fai domanda per il tirocinio e preghi di entrare.
E poi? Neanche sapeva cosa si facesse all’ufficio misteri, nessuno lo sapeva era questo il punto dell’intera faccenda.
James non si era mai fermato a pensare troppo, non faceva parte del suo carattere. Lui era impulsivo, euforico ed iracondo. Era il fuoco che brucia senza stare a guardare quello che ci sta intorno. Non era abituato a questo, al vuoto, alla paura, al non sapere. 
Non aveva problemi con i fallimenti perché se hai fallito vuol dire che hai fatto e puoi sempre rifare. Ma non fare niente? Aspettare? Non sapere cosa viene dopo?
Questo lo spaventava. Questo non lo sapeva gestire.
Scrisse velocemente alcune lettere ai suoi genitori e fratelli comunicando la novità e dicendo che ne avrebbero parlato bene a cena.
In tipico stile Potter decise che era il momento di convocare i suoi amici che, in onore dei due uomini di cui portava il nome, si facevano chiamare “Malandrini”. 
Era stato difficile trovare un modo di comunicare velocemente: le lettere erano chiaramente troppo lunghe e poco pratiche e nessuno di loro voleva passare alla tecnologia babbana, anche se Matthew aveva provato a più riprese a convincerli. Alla fine, avevano deciso di farsi ispirare dai loro predecessori e avevano creato la “pergamena del Malandrino”, anche se Matthew continuava a chiamarla lo smartphone dei maghi. 
Riunione immediata a casa mia! Smaterializzatevi nel giardino. Fred, per Merlino, attento alle rose o è la volta buona che Lily ti smonta pezzo per pezzo la Firebolt.
Il funzionamento della pergamena era abbastanza immediato: ognuno di loro ne possedeva un pezzo e quando uno scriveva, agli altri appariva il messaggio e potevano rispondere. La pergamena “vibrava” quando arrivava un messaggio nuovo. Utile, pratica anche se nessuno di loro voleva ammettere di averla copiata ai Babbani e alle idee del ministro della Magia quando era giovane (anche detta zia ‘Mione).
Il primo ad arrivare fu, come sempre, Chris Hawking. Chris era il più studioso di loro, secondo James solo zia Hermione aveva studiato così tanto ad Hogwarts, e infatti il ragazzo aveva una cotta tremenda per il ministro. 
“Ramoso, allora?” chiese pacatamente il nuovo arrivato.
“Aspettiamo gli altri Lunastorta, non ho voglia di doverlo ripetere”.
Per tutti era stato scontato a chi si sarebbe ispirato James per il suo soprannome, aveva gli stessi capelli ribelli, lo stesso naso lungo e soprattutto lo stesso sorriso malandrino del nonno di cui portava il nome. Suo padre, per farlo dormire, aveva passato tutta la sua infanzia a raccontargli le mirabolanti avventure dei Malandrini ad Hogwarts (con Albus aveva deciso di non ripetere lo stesso errore ed infatti era cresciuto molto più pacato).
Una volta arrivato ad Hogwarts e dopo essere stato smistato in Grifondoro aveva subito cercato tre amici con cui ricreare le vecchie glorie. 
Chris era più Remus di quanto Remus stesso non fosse mai stato, tranne ovviamente per il piccolo problema peloso. Chris era il nipote di un famosissimo scienziato Babbano da cui si diceva avesse ereditato il cervello e il potenziale. Per questo motivo aveva deciso di studiare astronomia, dal lato magico ovviamente. Era stato preso, ancora prima di finire Hogwarts, in un programma molto selettivo di Ilvemorny che gli avrebbe permesso di diventare uno dei più grandi astronomi della loro generazione. 
Dopo pochi minuti, arrivò anche Fred Weasley, che più che cugino di James sembrava suo fratello. Amici fin da quando erano in fasce, essendo nati con solo 3 giorni di distanza, i due erano inseparabili da sempre. E grazie a Fred avevano ricevuto più volte l’aiuto di zio George, che li aveva tirati fuori dai pasticci, consigliati e aiutati a più riprese. 
“Ramoso!” disse tutto felice abbracciandolo. 
“Qualcosa mi dice che quella pettegola di mia sorella ha già parlato con la sua BFF Roxanne” disse James sospirando. 
Era abituato che in una famiglia così grande e rumorosa la privacy era praticamente un’utopia, ma si stupiva ancora della velocità con cui le notizie riuscivano a diffondersi, la lettera le era arrivata solo 10 minuti prima.
“Attenzione!” urlò un ragazzo facendo una planata non proprio perfetta con la scopa.
E così il gruppo era al completo. Chiaramente Fred era il Sirius del loro gruppo, anche se per fortuna Angelina era una madre molto più simpatica di Walburga.
“Ciao amici” disse Matthew tutto sorridente dopo essersi tirato su da terra. Non era mai stato bravissimo a volare ma era sicuramente meglio che a smaterializzarsi. Secondo l’esaminatore non c’era mai stato nessuno studente pessimo come lui, aveva riprovato l’esame 10 volte prima di arrendersi al fatto che ci si poteva muovere anche in altri modi. 
Matthew era stato l’ultima aggiunta al gruppo. Mentre Fred e James avevano incontrato Chris sull’espresso per Hogwarts, Matt l’avevano conosciuto solo la sera quando avevano raggiunto quella che sarebbe diventata la loro camera. E qui erano sorti i problemi. James non vedeva l’ora di creare il suo gruppo di Malandrini ma, chiaramente, non voleva trovare un Codaliscia. Suo padre aveva provato in tutti i modi a fargli comprendere la complessità del personaggio, anche se era evidente che neanche Harry lo aveva mai perdonato. 
Matthew Lewis era nato e cresciuta in una famiglia babbana, il tipico ragazzino di 11 anni con ancora l’aspetto di un bambino. Tanto tenero quanto sempre pronto a combinare disastri (più per sbaglio che volontariamente) era l’ultimo pezzo del loro gruppo. 
Ma restava la questione Codaliscia, James decise di chiedere aiuto all’inseparabile cugino dimenticandosi della completa mancanza di tatto di quest’ultimo:
“Ma che problema c’è! È nato babbano non sa chi sia Codaliscia o nessuno dei Malandrini: basta mentirgli”
Ok, questa non era chiaramente una soluzione utile. Dopo mesi e mesi di soprannomi e progetti erano giunti all’idea geniale…
“Oh James ci sei?” chiese Matthew un po’ preoccupato per l’assenza dell’amico.
“Si, Codanera vi ho convocati per dirvi che mi hanno preso al corso” disse sorridendo.
I Malandrini lo guardarono per diversi secondi prima di iniziare a fare il loro classico casino. Fred sorrise e gli diede una pacca sulle spalle, anche se la notizia non gli era nuova.
“Bravissimo Ramoso! Non avevo dubbi che ce l’avresti fatta” disse con fare paterno Chris.
“Senza le tue ripetizioni non avrei mai preso mezzo MAGO!” gli rispose James abbracciandolo.
Probabilmente sarebbe stato il momento giusto per esporre tutti i suoi dubbi, ma James non se la sentì di turbare la gioia che si era creata. Era la loro ultima estate insieme prima di iniziare a vivere vite completamente diverse, voleva godersela fino in fondo.
“Così Chris va in America, tu non ci puoi parlare del lavoro che fai e Fred non farà altro che parlare di tattiche di quidditch!” si lamentò Matt.
Codanera non era mai stato un esperto di quidditch, diciamo che ne capiva più Piton di shampoo. Fred invece era stato preso dai Cannoni di Chudley, cosa che aveva riempito di orgoglio lo zio Ron, anche perché, finalmente, avevano ricominciato a vincere.
“Beh Matt tu sarai tutto preso dalle tue bestiacce e non avrai più tempo per noi.” Gli rispose Chris.
L’unica e vera passione di Matt erano le creature magiche ed insieme ai gemelli Scamander aveva fondato una specie di club ad Hogwarts. I tre stavano quindi per seguire un corso tenuto in Francia per poi partire alla ricerca di creature nel mondo. Insomma, nell’arco di pochi mesi le vite dei ragazzi sarebbero state completamente diverse, ma per ora…
“Allora Jimbo whisky incendiario per festeggiare?” propose Fred.  
  
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