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Autore: Sciaini    07/08/2009    7 recensioni
Questa non è una Song fic, anche se la canzone da cui prende il titolo mi da continuamente idee e spunti. Questo è un miscuglio che passa fra i poeti maledetti e le raffinate creazioni d'epoca, dall'alcool al darsi una sbirciatina dentro, da un libro ad una farfalla.. Doppia storia vista sia dagli occhi di Robin, che da quelli di Franky!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franky, Nico Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo pagina

“Nell'espansione della sua gioia, la Luna continuava a riempire tutta la stanza di un'atmosfera
fosforescente, di un veleno luminoso; e tutta quella viva luce pensava e diceva:
"Subirai eternamente l'influsso del mio bacio. Sarai bella a modo mio.
Amerai ciò che io amo e ciò che mi ama: l'acqua, le nuvole, il silenzio e la notte; il mare immenso e verde l'acqua informe e multiforme;
il luogo in cui non sei;
l'amante che non conosci;
i fiori mostruosi;
i profumi che fanno delirare;
i gatti che si beano sui
pianoforti e che gemono come donne, con voce roca e dolce.”

Nico Robin era stesa sul letto, mentre leggeva a voce un capitolo del libro che aveva acq uistato nell’ultima città. La stanza era piccola, e illuminata dolcemente s olo da una candela. Dall’oblò la Luna sbirciava curiosa la ragazza, che senza esitazione, continuò leggendo tutto d’un fiato.

“E sarai amata dai miei amanti, corteggiata da chi mi fa la corte. Sarai la regina di chi ha gli occhi verdi, di coloro a cui ho stretto la gola con le mie carezze notturne; di coloro che amano il mare,
il mare immenso, tumultuoso e verde, l'acqua informe e multiforme, il luogo in cui non sono,
la donna che non conoscono, i fiori sinistri che somigliano ai turiboli di una religione ignota,

i profumi che turbano la volontà, e gli animali selvaggi e voluttuosi che sono gli emblemi della loro follia".

Ed è per questo, maledetta e cara bambina viziata, che io ora sono ai tuoi piedi,
e cerco in tutta la tua persona il riflesso della temibile Divinità, della fatidica madrina,
dell'intossicante madrina di tutti i lunatici !"

Con lo sguardo un po’ affaticato, rimase a fissare un po’ il testo, come se contenesse un arcano segreto. Dolcemente chiuse la copertina ruvida e vi passò una mano sopra come per accarezzarlo. Sotto le sue dita, brillava in caratteri grandi: “Lo Spleen Di Parigi, C.Baudelaire”. Rimase pensierosa sul da farsi. Le sarebbe piaciuto uscire sul ponte, ma d’altro canto, sapeva che avrebbe dovuto dormire perché dopotutto il fatto di essere un pirata necessitava la massima concentrazione e la minima stanchezza.

“Dopotutto quattro passi non possono farmi male...” Disse fra sé e sé .

Nel momento stesso in cui si alzò dal letto, sentì un tonfo provenire dal corridoio. Non né fu realmente allarmata, dato il sonnabulismo del capitano.. Difatti, di tanto in tanto lo aveva sorpreso, addormentato, mentre cercava di addentare il lucchetto del frigo per aprirlo. Senza molto successo, ovviamente. Prendendo il libro con sé  aprì la porta, ma con sua sorpresa, non c’era nessuno.

“Strano..” Pensò. Decise che era il caso di stare attenta, dopotutto il pericolo è sempre in agguato.  Con passo deciso superò il corridoio, scivolando silenziosamente per le scale e arrivando al ponte. La Luna piena della sua grandezza illuminava incontrastata tutto l’ambiente circostante. Le sembrò davvero che sapesse di fluorescenza e come dolcemente la luce si adagiava fra le forme del ponte, così i suoi pensieri  cominciavano a farsi strada dentro essa.

Titolo pagina

“E’ gia passato un bel po’ da quando mi hanno tirata via da Ennies Lobby..  Solo a ripensarci mi sembra di morire..   Ma bisogna anche dire che siamo sopravvissuti tutti ad un Buster Call.. Tutti i ragazzi.. Rufy, Nami, Zoro, Sanji, il piccolo Chopper, Usopp.. E  Franky. Già, Franky.. Non so che fine avrei fatto se non ci fosse stato anche lui quella volta. Beh, almeno non posso dire di averlo conosciuto in una circostanza noios..”

I suoi pensieri furono interrotti da uno scricchiolio marcato del legno. Proveniva sicuramente dal ponte, dietro di essa. Subito immobilizò il malcapitato, facendo germogliare braccia e mani dal legno e voltandosi rimase sorpresa di trovare proprio il cyborg.

“ Ma dico, maledizione, devi fare crescere le tue manacce ovunque?!?” Ringhiò Franky fuori dì sé, molto probabilmente perché il potere di Robin per lui aveva spiacevoli precedenti. Prima di far scomparire gli arti, la cara archeologa pensò seriamente di lasciarlò lì e con un indecifrabile sguardo, riprese a guardare la Luna, accennando un po’ infastidita un “come mai a quest’ora sul ponte?”

Non ricevette risposta, ma in fondo non le importava. Ora era concentrata sul rumore delle onde.

“Niente, ho sentito dei passi e sono uscito a controllare.. Con questo caldo non riuscivo a dormire..”

Già, il caldo, aveva quasi dimenticato che erano in rotta verso un isola estiva e che quindi la temperatura sarebbe salita. Cominciò a pensare che l’idea dei quattro passi non era stata dopotutto così buona, quindi, guardò la Luna prima di voltarsi per tornare nella sua camera.

“Credo che andrò a dormire, dopotutto è notte fonda e domani ci aspetta una lunga giornata”

Ma mentre  camminava, scivolò su una piccola pozza d’acqua e cadde in mare. Non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stava succedendo che si ritrovò immersa in un abbraccio letale che la stava trascinando verso le profondità marine. Le piaceva il rumore che c’era sott’acqua, il muoversi delle onde che la bagnavano come il più violento degli amanti, serrandole la gola e affievolendole i sensi e la percezione delle cose. Ma poi fu avvolta da qualcosa di caldo e inaspettato che la stava tirando su, verso i raggi della luna e finalmente, all’aria. Guardò semplicemente Franky, che la stava riportando sulla Sunny nuotando frettolosamente. Una volta salito usando la sua mano con catena, la tenne ancora più stretta, tanto che riusciva a sentire il suo cuore pulsare velocemente.

“Robin, come stai? Ti senti bene? Mica hai bevuto acqua? Aspetta qui, chiamo Chopper!”

“No tranquillo… Sto bene..Grazie di avermi salvata”

“No,no, non se ne parla, chiamo Chopper!”

“Ho detto che sto bene!” Stavolta la voce della ragazza parve realmente irritata. E si rese anche conto di aver quasi urlato contro quello, che dopotutto, oltre ad essere un suo compagno, era colui che l’aveva tirata fuori da un bel guaio.

“Scusami, non volevo alzare la voce..E’ che non voglio che svegli nessuno.. Oggi è stata una dura giornata e mi dispiacerebbe svegliare i ragazzi per una sciocchezza..Comunque, grazie, davvero”

Semplicemente Franky rimase a fissarla, poi, voltandosi, si allontanò dicendo: ” forse è meglio tornare dentro. Farà anche caldo, ma siamo bagnati fradici, e non vorrei che ti venisse un accidente..”

Titolo pagina

  Robin pensò che aveva ragione, e scese le scale, avviandosi per il corridoio, finché non raggiunse la sua stanza, dove il suo primo desiderio, fù una bella doccia calda. Proprio sotto la doccia, fece qualcosa che non aveva mai fatto in vita sua. Canticchiò un motivetto che aveva sentito l’altro giorno alla radio..

“I Hope that someone call me and tell me this night is over, ‘cause I’m wanna start living my life before I’m grew much older..”

E lo ripeteva mentre sciaquava via il bagnoschiuma dalla pelle, prima fischiettandolo, poi cantandolo interamente. Uscita dalla doccia, e visibilmente più rilassata, si infilò il suo babydoll viola pronta per cadere fra le braccia di Morfeo. Certo, se non fosse per un altro rumore di passi fuori dalla porta. Aprendola trovò non molto sorpresa Franky, che cercava con una finta disinvoltura di allontanarsi.

“Franky” Lo richiamò, mentre faceva capolino dalla porta.

“Che c’è?” disse il cyborg avvicinandosi

“Come mai sei qui?”

“Stavo andando in camera”

“Ma è dall’altra parte della Sunny..” Rispose Robin un po’ sospettosa..

“Ho pensato che era meglio fare un giro di ronda, dopotutto non si sa mai che può succedere..”

Robin notò che grondava ancora acqua, e che dietro di sé, aveva lasciato una scia di chiazze, ma prima che potesse chiedergli perché non si era almeno asciugato, il Cyborg si congedò avviandosi frettolosamente dopo un buonanotte quasi accennato. “Bah! Chi lo capisce è bravo” disse rassegnata Robin prima di affondare fra le lenzuola .

  
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