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Autore: Dileeee    26/03/2020    2 recensioni
Effettivamente era sempre sempre stato così , io combinavo qualche guaio e lui cercava di porvi rimedio.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi spieghi come diavolo hai fatto ?” Disse cominciando ad alterarsi sul serio con il sopracciglio alzato e lo sguardo accusatorio “ Viviamo qui solo da una settimana e hai già rotto il forno Kurata !E poi ti avevo detto che se ti fosse venuta voglia di cucinare qualcosa, avresti dovuto dirmelo così lo avremmo fatto insieme visto che come cuoca sei totalmente incapace “ aggiunse categorico.
“ehi incapace a chi ? “ Risposi  subito offesa “ e poi ho solo avuto qualche difficoltà tecnica “ Aggiunsi   mortificata, “ Difficoltà  tecnica?”  Ripete’ incredulo “ hai bruciato tutto e per poco non andavamo a fuoco pure noi !!” Sottolineo’ con quel tono freddo che tanto odiavo.
“ toccherà a me risolvere questo tuo casino ..come al solito, mannaggia a me e a quando ti ho chiesto di andare ad abitare insieme”  così facendo andò a recuperare la cassetta degli attrezzi. 
 
 
“ Cattivo ” pensai  tra me e me “ Per   affermare  una cosa del genere dev’essere proprio arrabbiato”  sapevo che non era quello che pensava veramente,  ma una punta di dolore m’ invase gli occhi e una lacrima scese “Ogni tanto un po’ di dolcezza non guasterebbe” Pensai andando verso la nostra  camera da letto e chiudendo la porta.
Mi sedetti  alla scrivania e tirai  fuori carta e penna.
Ormai era un abitudine quella di sfogarsi con la scrittura, ogni volta che avevo un pensiero in più o una riflessione che riguardasse Akito o meno.
“Allora facciamo il punto della situazione” Borbottai  grattandomi  la testa come facevo da  bambina e qualcosa la preoccupava “ Viviamo  insieme da appena una settimana e ho già rotto qualcosa, volevo solo rendermi utile visto che si e’ occupato lui di tutto:restaurazioni e trasloco.
Io ero impegnata nel girare un nuovo progetto, volevo preparargli un dolce con le fragole, le sue preferite per ringraziarlo di tutto quello che ha  fatto anche per me, ma come al solito, da brava imbranata ho rovinato tutto.
Effettivamente era sempre sempre stato così , io combinavo qualche guaio e lui cercava di porvi rimedio come quella volta a scuola.: FLASHBACK
 
“Odio  la matematica  non sarà mai il mio mestiere”pensai guardando angosciata il foglio del compito in classe che avevo davanti a me; espressioni, equazioni e binomi che come al solito sapevo a malapena.
Con aria sommessa mi apprestai a cercare di risolvere qualcosa, ma appena la mia penna tocco’ il foglio sentii qualcosa sfiorarmi la nuca e un pezzo di carta arrotolata mi era arrivato sul banco.
“Ma chi sarà stato “ guardandomi intorno, girandomi lo vedi due file dietro di me, alla mia destra Akito mi stava lanciando le risposte, cercando di non farsi beccare dal professore.
Ci guardammo e la luce di quegli occhi ambrati m’ investi’ come faceva sempre e io mi ci persi, un'altra pallina di carta atterro’  sul mio banco e poi un'altra “ Kurata ! Datti una mossa!”  mi sussurro’ “altrimenti non posso aiutarti” gli rivolsi un sorrisetto sotto i baffi e annuii srotolando i vari pezzetti di carta che mi aveva lanciato.
O come quella volta che  durante l’ora di ginnastica, mentre stavo correndo, la mia solita sbadataggine mi aveva fatto inciampare e prendere una storta.
Il caso aveva voluto che la sua classe  si stesse allenando nel campo accanto al nostro , e quando cercai di alzarmi senza riuscirci, avevo visto Akito in tuta da ginnastica e con i capelli davanti agli occhi, correre verso di me per aiutarmi. 
Era  uno spettacolo da ammirare anche tutto sudato e spettinato.
Si era chinato verso di me e mi aveva preso di peso portandomi in infermeria. 
Provai a fare resistenza dicendo che avrei potuto benissimo camminare da sola, ma non aveva voluto sentire ragioni, non è vero che non era dolce, se voleva sapeva esserlo  più di tutti, con me, solo per me .
O quella volta che mancai da casa due mesi per girare un film e  si vece sette ore di treno solo per vedermi.
Ricordo ancora il suo viso quando scese dal treno, la sua espressione mimava la mia e quando finalmente mi strinse forte tra le sue braccia sussurro’ “ Non  ce la facevo più, stavo impazzendo Sana “  Quando mi chiamava per nome lo faceva tutte le volte in cui  mi diceva cose importanti;era una cosa rara quanto bella.
Il mio amato Akito era sempre stato il mio punto di riferimento, il mio faro nella notte.
Tornai alla realtà, sospirando chiusi i fogli nel cassetto e mi alzai. 
Forse sarebbe meglio andarsi a scusare,  ma mentre mi apprestavo ad aprire la porta lui entro’ nella camera, non ebbi il tempo di dire niente che mi abbraccio’ e mi strinse forte.
Mi lasciò una scia di baci sul collo e un brivido lungo la schiena mi pervase, arrivò all’altezza del mio orecchio e sussurro’ “ Scusa per prima non volevo dire quello che ho detto, lo sai che senza di te non ci so stare “ mi guardò dritto negli occhi e disse “ ti amo  Sana “ e come al solito nel sentire quelle parole era come se un”onda di qualcosa di meraviglioso m”investisse, sciroppo d’acero e miele, poesie e sonetti e in un attimo mi aveva calmata.
   
 
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