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Autore: Karen_Daisy    27/03/2020    5 recensioni
Versione alternativa di Cuffed 4x10
Se Castle e Beckett fossero stati imprigionati in stanze diverse?
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Ciao a tutti! In questi giorni mi è capitato di imbattermi in un prompt: Insert for Cuffed. Castle and Beckett were put in separate rooms and Beckett banged througth the wall that released the tiger. Cosa sarebbe successo se Castle e Beckett si fossero risvegliati in stanze diverse anziché ammanettati? Ho provato a scrivere la mia versione, spero che possa tenervi compagnia durante questa quarantena. Grazie in anticipo a chiunque leggerà!
 
 
-Penso di esserci- lo avverte Kate
-Davvero? Sai mi sono sempre piaciute le tue gambe, ora però le rispetto-
Avevano provato ad abbattere il muro che divideva i due ambienti ma Kate aveva deciso di tentare la fortuna con la parete opposta, nella speranza che li avrebbe condotti ad una qualche uscita. Aveva detto di sentire dei rumori provenire da quella parte.
-Si, sta iniziando a cedere -
Rimane in silenzio, ascoltando attentamente il suono dei suoi tacchi che colpiscono il muro della stanza in cui è confinata, lo sgretolarsi dell’intonaco e del legno usurato. Pochi secondi dopo però i suoi colpi si interrompono sostituiti da un ringhio basso. Rick preme l’orecchio contro il muro sporco
-Kate?- chiama, la preoccupazione evidente nella sua voce – cos’era Kate?- lei non risponde e lui assesta una spallata al muro tra loro, sentendo che comincia a cedere sotto il suo peso. Il ringhio ricomincia, più intenso questa volta, ed è a quel punto che sente il suo grido.
-Kate!-
Il suono di un ruggito riecheggia tra le pareti della stanza. Dio, è intrappolata con un animale selvatico?
- è una tigre Castle! - grida di rimando, la voce spezzata dal terrore e lui colpisce di nuovo la parete. Gli manca il respiro al solo pensiero di quello che potrebbe aspettarlo dall’altra parte
- Aspetta Beckett- grida ancora, cercando di abbattere la resistenza del legno – aspetta- supplica.
- No Castle, non- la sua frase viene interrotta da un altro grido, di dolore questa volta. Rick si schianta contro il muro, ancora e ancora: gli bastano altre tre colpi per far finalmente cedere il legno. Lo sforzo fisico e il panico gli offuscano per qualche istante la vista, poi la trova: Kate è con le spalle al muro sul lato opposto della stanza, l’azzurro del suo maglione macchiato da uno scuro color cremisi e la tigre proprio di fronte a lei.
No, non va bene. Castle scava freneticamente nella tasca dei jeans cercando la confezione di carne secca che aveva portato con sé per il viaggio di ritorno. Per una volta il suo appetito gli sta tornando utile. Spera davvero che questa cosa possa funzionare.
Attira l’attenzione della tigre sulla carne con movimenti misurati e la lancia il più lontano possibile dalla sua partner, facendo una smorfia per il pulsare della spalla. La tigre corre e lui raggiunge Kate, mentre lei vacilla venendogli incontro. Lancia un’occhiata alla tigre, che ha quasi finito il suo antipasto, e avvolge un braccio intorno alla vita Beckett, ma lei si sottrae al suo tocco. Solo allora si accorge del sangue.
– Oh Dio- sussurra scoprendo con orrore le ferite aperte che le solcano la schiena in profondità, la pelle viva ed esposta dove gli artigli della tigre erano riusciti a raggiungerla. Vorrebbe poter ispezionare le ferite, alleviare il dolore in qualche modo, ma non c’è tempo, deve prima evitare che muoiano entrambi.
-Vai Castle- lo esorta Beckett, spingendolo verso il varco nella parete, ma si trascinano troppo lentamente. Rick le afferra le cosce, sollevandola in modo che le sue gambe possano avvolgergli la vita, così da sorreggerla senza doverle toccare la schiena.
-Stringiti a me-
La sente trattenere il respiro al suo movimento ma lei riesce ancora ad annuire mentre si precipitano verso quella che era stata la sua parte di questa strana prigione.
-Castle ha finito con la merenda- Kate ansima contro il suo orecchio e lo stomaco di Rick si stringe per il terrore nella sua voce
-Il congelatore- suggerisce, portandola verso la massiccia struttura in acciaio che aveva impiegato ore a forzare all’inizio della loro assurda prigionia. Dopotutto non era stato tempo completamente sprecato. Depone con attenzione Beckett a terra ed apre lo sportello superiore.
-Soffocheremo- prova a discutere Kate ma lui si sta già arrampicando all’interno
-Meglio che essere sbranati vivi da una tigre e ti posso assicurare che non starò qui a guardare mentre finisce quello che ha cominciato- 
La tira delicatamente per il braccio mentre l’aiuta ad entrare con lui  -Ecco, sdraiati su di me, così la tua schiena non- Kate non esita, crollando su di lui con un lamento, tutto il suo corpo trema in agonia e Castle raggiunge rapidamente lo sportello del congelatore richiudendolo su di loro. Appena in tempo. Sente la tigre sfondare quel che resta della parete pochi secondi dopo, avventandosi contro il congelatore con un ringhio rabbioso. L’urto sbatte Kate sulla superficie interna del loro rifugio di fortuna e lei grida, un suono rauco e straziante, mentre gli artigli della tigre continuano a raschiare la superficie d’acciaio.
-Kate- sussurra nella completa oscurità- stai ...-
-No-  Beckett si muove impercettibilmente sopra di lui e Castle può sentire il calore delle sue lacrime sul collo. Quando è sicuro che la tigre abbia perso interesse nei loro confronti le sfiora appena la schiena con la mano. Kate si irrigidisce al suo tocco – Mi ha messo alle strette troppo velocemente – mormora- ho cercato di allontanarla con un asse si legno ma questo l’ha resa solo più aggressiva. Si è avvicinata, ho provato a raggiungere la parete il più velocemente possibile. Correvo quando ho sentito gli artigli affondare nella schiena. Non so dire quanto siano profondi-
Dio, sta ancora sanguinando. Il sangue le gronda lungo il fianco fino a impregnare le maniche della sua camicia. Rick lo sente bagnargli gli avambracci che ora le stringono i fianchi. L’odore è acre nello spazio ristretto ed è quasi troppo, troppo simile, non può perderla, non di nuovo.
-Castle, sono qui- sussurra Kate con comprensione, la sua voce è dolce anche se provata – staremo bene, i ragazzi ci troveranno in tempo-
- E se non lo facessero?- dà voce a quell’incertezza che lo tormenta. Lei sospira e rilassa il corpo nel calore della sua stretta
- Allora sono contenta che finisca con te-
   
 
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