Epilogo
PIANGOOO!😭 CI RISENTIAMO NELL'ANGOLO AUTRICE PER TUTTI I RINGRAZIAMENTI MA ADESSO LA PAROLA A...
4 anni dopo...
Se
un giorno, molto lontano, mi avessero detto che avrei trovato una
famiglia, che mi sarei sentita amata così, in un modo
così appagante e totalizzante, non ci avrei creduto.
Non avrei mai pensato di tornare a essere felice, non dopo quello che
è successo alla mia mamma e il mio papà. Mi capita,
ancora, di pensar loro, sarebbe impossibile il contrario, e sono sicura
che non smetterò mai di farlo. I miei genitori vivono dentro di
me, e sarà così per sempre, ma Luca e Anita mi hanno
restituito la voglia di vivere, mi hanno donato la felicità,
quella che pensavo fosse andata via per sempre, insieme a loro, nel
giorno dell'incidente.
Mamma Anita e papà Luca, come è bello poterli chiamare
finalmente così! E quanto ho dovuto attendere per farlo. Sono
diventata Lucia Franzese a tutti gli effetti solo uno anno fa, dopo 3
anni di affidamento, eppure io mi sono sentita loro figlia da subito.
Una vaga somiglianza con papà, con i nostri occhi verde/azzurro
ad accomunarci, hanno fatto in modo che chi non sapesse, non potesse
mai immaginare io fossi stata adottata.
Non potete capire quanto io abbia riso, presentatasi l'occasione, davanti alle loro facce esterrefatte.
Ma, diciamoci la verità, a me non è mai importato di cosa
pensassero gli altri, che mi additassero per quella senza genitori o
che mi facessero notare non fosse stata mamma Anita a partorirmi. Io
ero felice della mia posizione. Da prima che ciò fosse
ufficializzato, io li avevo già scelti come la mia famiglia,
quindi non avevo niente di cui vergognarmi o di cui essere spaventata.
Abbiamo avviato le pratiche di adozione subito dopo il matrimonio. Anita e Luca si sono sposati due anni fa ed è stato davvero un giorno meraviglioso. La mamma era bellissima stretta nel suo lungo vestito bianco; assomigliava tanto a una principessa, con gli occhi che brillavano e il suo viso raggiante. E papà, il suo principe, era lì all'altare ad aspettarla, e nonostante fosse chiaro stesse trattenendo l'emozione, non mi sono sfuggite le sue lacrime di gioia quando l'ha vista arrivare di fianco a sé. Quella giornata, in cui mi è stato affidato il ruolo di portare le loro fedi, lo ricorderò per sempre come il più grande coronamento del loro amore. Quello stesso amore che io stessa ho visto nascere, crescere e consolidarsi. E adesso più che mai, posso dire che la mia mamma e il mio papà si amano ogni giorno più che mai e io non smetterò di guardarli con gli stessi occhi innamorati, sognando di poter provare lo stesso quando sarò più grande.
***
Oggi
è un giorno speciale:il giorno del mio 13°compleanno!
Caspita, il tempo passa così veloce, talmente tanto da sentirmi
già grande ma mai abbastanza per farmi coccolare dai miei
genitori.
Il giorno del mio compleanno è sacro, da quando prima
dell'affidamento, l'abbiamo festeggiato per l'ultima volta in casa
famiglia, mamma e papà non hanno mai smesso di organizzare tutto
nei minimi dettagli affinché questa giornata fosse perfetta.
Mamma, poi, a cui piace tenere tutto sotto controllo, ama curare i
più piccoli particolari e sono curiosa di vedere cosa abbia
pensato per me, questa volta.
Mi
alzo, sgambettando e mi avvicino al grande specchio a muro infisso di
fronte al mio letto. Adoro la mia camera perché sembra
rispecchiare me stessa nelle sue più piccole sfumature. Prima di
tutto, è sulle tonalità del rosa e così grande da
riuscire a contenere tutto quello che ho sempre avuto in mente per me:
una mini biblioteca capiente capace di accogliere i romanzi che mi
piace leggere. Rosa e d'amore, per l'appunto! Eh sì, sono una
romanticona come la mia mamma!
La mia scrivania a forma di L, accanto a essa, con il pc e quello che
mi è necessario per dedicarmi allo studio. Il letto a una piazza
e mezzo collaudato per saltarci su e comodissimo per dormire, le
mensole sopra di esso con i peluche e i souvenir che mi piace
collezionare. E poi la portafinestra che dà sulla città.
Nonostante viviamo in pieno centro, adoro poter godere della vista di
questo scorcio: il brulicare di automobili e persone, i tramonti che mi
piacciono tanto. Sebbene esso abbia anche i suoi lati negativi:
traffico e clacson fino a tardi sera, è come se io abbia
l'opportunità di sentirmi partecipe di tutta la vitalità
che essa trasmette. Posso muovermi e raggiungere i posti che frequento
con facilità senza dover per forza richiedere l'aiuto di mamma e
papà, e sentirmi autonoma. Forse sarà perché ho
vissuto per tanto tempo rinchiusa tra casa famiglia e ospedale, ma
assaporare finalmente questo senso di libertà mi piace
tantissimo.
Certo, i miei genitori non sono esenti da ansie e preoccupazione.
Papà, soprattutto, è un gran gelosone, storce il naso
quando io e la mamma parliamo di amore e ragazzi, e non si risparmia di
farmi notare con una faccia di finto burbero che quel vestito che
indosso non gli piaccia. Eppure, basta un mio sorriso per farlo
sciogliere e accogliermi nelle sue braccia che mi fanno sentire tanto
sicura e protetta.
Mi sento così fortunata e orgogliosa a far parte della loro famiglia perché loro due non si risparmiano un giorno di dimostrarmi quanto mi vogliano bene e si sentano fortunati ad avermi con loro.
Porto
lo sguardo allo specchio che mi restituisce l'immagine di me stessa e
lascio che i miei occhi si posino sulla cicatrice al centro del petto.
La carezzo con le dita, lambendo il cordone di pelle sotto di essa.
Nonostante sia sbiadita e poco visibile, i primi tempi me ne
vergognavo. Avevo paura di mostrarla e sentirmi giudicata, come se
essere stata operata al cuore fosse qualcosa da celare. Adesso, se
è possibile, la mostro con fierezza, perché cavolo
sì, io sono viva e quell'operazione mi ha restituito una nuova
opportunità. Certo, questo ha comportato non poche
complicazioni, qualche iniziale limitazione, il dover prendere
medicinali per sempre, ma ogni volta che lo sento battere così
forte, il mio cuore, proprio come adesso, io mi sento bene.
Avere un papà che per di più è il tuo medico
curante non sempre è d'aiuto, perché nonostante io sia in
salute ottima, lui si preoccupa per me in modo quasi morboso e
assillante, ma se riesco a vivere una vita normale è soprattutto
grazie a lui che non ha smesso di sperare e combattere per me.
Faccio
tornare lo sguardo sul mio viso che adesso presenta dei tratti
sicuramente più maturi. Mamma dice che sto sbocciando come la
più bella delle rose, pura e delicata, e le sue parole mi fanno
sempre sorridere perché io ci avverto tantissimo amore. Eppure
ha ragione, non si sbaglia, fisicamente sono cambiata, mi sono alzata
di alcuni centimetri, mi è pure cresciuto il seno, grazie mille
pubertà! Però non ho mai smesso di essere la Lucia
bambina, quella che tutti voi avete conosciuto e amato.
Tiro un respiro profondo, sorridendo allo specchio, senza più
l'impedimento dell'apparecchio ortodontico che ho portato per due anni
e mi sento felice, dannatamente felice.
Così esco dalla stanza, muovendomi a piccoli passi, piano, verso
camera di mamma e papà. Voglio dargli il buongiorno a modo mio,
come sempre, cogliendoli di sorpresa.
Mi avvicino silenziosa, accostandomi alla porta lasciata socchiusa. Mi
rendo conto ben presto che siano già svegli e li scruto con la
coda dell'occhio.
Mamma si deve essere svegliata da poco perché ha ancora il segno
del cuscino in faccia, eppure è bellissima come sempre, con i
suoi lunghi capelli castani e il sorriso dolce. È seduta al
centro del letto con un broncio dubbioso stampato in volto e
papà è al suo fianco con quell'espressione da un uomo
super innamorato che le accarezza la pancia con fare protettivo.
Eh sì, sorpresa! Non ve lo avevo detto, ma la mamma e il papà aspettano un bambino! Capite? Diventerò sorella maggiore! Ancora stento a crederci, ma è meraviglioso.
È quello che anche loro hanno sempre desiderato e sebbene non me lo abbiano mai fatto pesare, perché mamma e papà hanno sempre fatto credere non fosse il momento giusto, so che abbiano voluto aspettare per dedicarsi totalmente a me, come se poi io potessi sentirmi messa sa parte con un figlio che fosse tutto loro. Sciocchezza più assurda non può esistere.
I primi tempi la loro vita è cambiata radicalmente, hanno dovuto rimodularla secondo le mie esigenze, cambiando turni e alternandosi per potermi dedicare le giuste attenzioni. Ma nonostante le frequenti visite degli assistenti sociali, a volte anche piuttosto assillanti, non li ho mai, e dico mai, visti pentiti della propria scelta.
Poi,
nove mesi fa la mamma è rimasta incinta. Ricordo ancora il
giorno in cui me lo hanno confessato. La mia mammina era così
impacciata, papà stringeva le sue mani tra le sue, entrambi
inconsapevoli mi stessero per fare il regalo più bello. Si sono
rivolti uno sguardo di incoraggiamento, prendendo un respiro profondo
prima di confessarmi tutto. Sono scoppiata a piangere dalla gioia e in
seguito loro con me. È stato bellissimo.
Ho voluto che il sesso dello scricciolo fosse una sorpresa e loro mi
hanno assecondato nella mia richiesta. Per mamma, all'inizio, è
stato un po' difficile arredare camera e comprare vestitini di colori
neutri, ma alla fine si è convinta fosse più bello
così. Ho e abbiamo vissuto questo momento di attesa tutto in
concezione del piccolino o della piccolina che arriverà. Ogni
sera sogno come possa essere stringerlo a me, raccontargli le favole
della buonanotte, come sia condividere le mie cose con qualcun altro.
Ho già detto alla mamma che l'aiuterò in tutto e per
tutto, cambierò anche i pannolini se è necessario e lei,
scrutandomi con un profondo affetto, mi ha accarezzato il capo. Se
fosse un sì o no non l'ho mica capito ma credo fosse contenta.
Adesso che manca poco sarebbe davvero fantastico se la mia sorpresa di oggi fosse la sua nascita.
***
Mamma
fa incrociare le sue dita con quelle di papà sulla sua panciona
e incontra ben presto il suo sguardo. Babbo si abbassa su di lei,
accogliendo le sue labbra in un bacio dolcissimo e io mi incanto a
guardarli da quanto sono belli.
Tutte le volte che mi soffermo a osservarli, mi immagino un amore come
il loro, un uomo che mi ami e si prenda cura di me come papà fa
con la mamma. E non vi ho svelato un piccolo segreto. Ma anche io mi
sono presa una cotta, una di quelle colossali, che potrebbe davvero
fare invidia a quella di mamma da ragazzina innamorata di papà.
Rido al solo pensiero.
Ebbene
sì, io, la piccola e tenera Lucia, mi sono presa una cotta per,
indovinate chi? Francesco! Il mio amichetto dell'ospedale. Ma non
è fantastico?
Nonostante quando lui è andato via e io sono tornata in casa
famiglia ci siamo persi di vista, la vita ha fatto in modo che ci
incontrassimo ancora. Il destino delle volte sa essere incredibile. La
mia parte più romantica mi ha portato a sognare con la mente,
immaginando che io e Franci siamo stati legati per tutto questo tempo
da un filo rosso, che nel frattempo si è contorto e
aggrovigliato, ma mai spezzato.
Devo sinceramente dire grazie a qualcuno in cielo che mi sta dando
tutto questo! Credo che ci sia lo zampino dei miei genitori scomparsi
che mi proteggono da lassù...
Mamma mi ha raccontato di come lui un giorno sia venuto in ospedale per avere mie notizie. Fortuna ha voluto che io, all'epoca fossi già a casa da loro e da lì i nostri rapporti si sono riallacciati. Le nostre mamme hanno fatto modo che ci incontrassimo e rivederlo è stato come tornare indietro nel tempo. Un tempo che lui ha reso bello, anche se eravamo in ospedale. Abbiamo scoperto che non avevamo mai smesso di volerci bene e di essere fedeli compagni di giochi. Crescendo, però, mi sono resa conto che quell'affetto che provavo per lui fosse di più. Sento le farfalle nello stomaco, mi tremano le gambe quando lo vedo e mi è vicino, mi agito al solo pensiero di incontrarlo, e ogni volta che mi è accanto, mi considero la persona più felice del mondo. Francesco, poi, che è un anno più grande di me e frequenta già il liceo, con i suoi capelli biondo scuro e gli occhi verdi, è diventato il ragazzo più bello che abbia mai conosciuto e nonostante abbia tante ragazze che gli girano attorno, io spero sempre che gli piaccia anche io come lui piace a me. Insomma, non so se questo si possa considerare amore o infatuazione, ma è una delle sensazioni più belle del mondo e non la cambierei con niente. O forse sì, la nascita di scricciolo.
"Mammina, papino, buongiorno!" lascio che la porta si spalanchi, portando tutta la loro attenzione su di me.
Entrambi sobbalzano per la sorpresa, facendomi sogghignare colma di soddisfazione.
Sono proprio una birbante!
"Tesoro
mio" mamma mi accoglie con un sorriso, sporgendo le sue braccia verso
di me e io non mi tiro indietro, sgambettando verso di lei.
Mi stringe a sé, avvicinandomi al suo petto, mentre papà
mi lascia un bacio tra i capelli. Non sono più una bambina,
è vero, ma non rifiuterei mai le attenzioni dei miei genitori.
Poi dedicando un sorriso a entrambi, mi abbasso ad accarezzare la pancia di mamma, scrutandola con un fare incantato.
"Ciao, scricciolo. Non vedo l'ora di conoscerti, sai? La tua sorellona
ti sta aspettando!" faccio sfregare il mio naso contro il tessuto del
pigiama di mamma, inspirando il suo profumo che non da quando ne ho
ricordo non ha mai smesso di essere inebriante e dolce.
Scricciolo risponde con un calcetto che ci fa ridere di cuore: credo
abbia imparato a riconoscere la mia voce, perché replica
così ogni volta che gli parlo. Lo facciamo spesso, in
realtà, io , la mamma e il papà e lui partecipa a ogni
momento della nostra giornata con le sue capriole e i suoi calcetti.
Questa cosa mi fa sentire importante, come se il nostro legame fosse
già esistente anche ora che è nella pancia.
Quando rialzo lo sguardo per incrociare quello della mia mamma mi rendo conto che alcune lacrime le bagnino il volto.
"Mamma..."pronuncio, a bassa voce.
Lei si premura di nasconderle subito, cancellandole con le dita e mi dedica un'espressione intenerita.
"Scusa, tesoro, è solo che sono molto felice" ammette, poggiando
le sue mani sulle mie spalle, accarezzandomi con premura. "E voglio che
tu sappia che quando scricciolo sarà nato, non cambierà
nulla tra di noi, faremo spazio nel nostro cuore per qualcun altro e il
nostro amore per voi, se è possibile, si moltiplicherà.
Tu, però, sei e sarai sempre la bambina che ci ha fatto
innamorare e che non esiteremo ad accogliere in questa casa, con noi,
un'altra volta, non dimenticarlo mai".
Mi nascondo tra le loro braccia, non riuscendo a trovare altro modo per
manifestare loro quanto io sia entusiasta delle loro parole. Sono
proprio fortunata, ho i genitori migliori del mondo!
Eppure, adesso che ci penso, non mi è sfuggito che non abbiano ancora fatto riferimento al mio compleanno.
"Ma sapete che giorno è oggi?" chiedo, ricercando i loro occhi con un fare incuriosito.
Mamma e papà si scambiano uno sguardo confuso, alzando le spalle.
"Un altro giorno speciale, come tutti gli altri da quando sei con noi?"
mi riferisce papà in un sorriso, arruffandomi i capelli.
Sbuffo, fingendomi infastidita dal suo gesto, poi roteo gli occhi ma
senza nascondere il mio divertimento davanti alle sue parole.
"Anche, ma non è solo questo..."gli replico, assottigliando gli occhi con un fare indagatore.
Mi porto, allora, un dito alle labbra, pensierosa.
"Non vi dice proprio niente che oggi sia il 12 Aprile?"
Papà scuote il capo, accarezzandomi la testa con un fare
accondiscendente. "Sì, tesoro" proferisce, facendomi voltare
verso di lui con un velo di speranza a insinuarsi in me.
"Mi dice che mi tocca prepararmi e andare a lavoro".
Arriccio le labbra in un broncio, perdendo ogni briciolo di aspettativa.
Possibile che mi stiano prendendo in giro? Non l'hanno mai, e dico mai, dimenticato. Deve essere per forza così.
"Va bene!" ribatto, puntando i piedi a terra. "Se avete perso la
memoria, me ne vado. Ho lezione a scuola di musica stamattina e devo
prepararmi". Decido di fare un po' la sostenuta per scrutare una loro
reazione.
"Sì, tesoro. Hai ragione" concede con me la mamma in un sorriso. "Vado a prepararti la colazione".
Così, quando mi decido a lasciare la stanza, vedendoli
sorridermi come se niente fosse, non posso fare a meno di andarmene con
un'espressione di puro sconcerto.
Quando mi volto, ancora sulla soglia, loro sono lì a farmi ciao
ciao con la mano, con ancora quei sorrisi talmente larghi da sembrare
finti e io scuoto il capo, abbandonando la stanza.
Mi stanno prendendo in giro, sicuro.
Non faccio che pensarci nel momento in cui mi preparo. Lo sbigottimento lascia spazio presto, però, all'eccitazione. Presto vedrò Franci: viene a prendermi lui per andare a scuola di musica. I nostri istituti sono chiusi per le vacanze di Pasqua, così possiamo concederci una lezione al mattino, liberi dagli impegni scolastici. La musica, se è possibile, ci ha uniti ancora di più. Francesco suona la chitarra, mentre io suono il pianoforte e spesso ci divertiamo a fare duetti insieme. Adoro il modo in chi le sue dita strimpellano lo strumento perché mi sembra ogni volta che diventi tutt'uno con la sua chitarra. Franci mette passione in qualsiasi fa e questo me lo fa piacere ancora di più.
Io
ho scoperto l'amore per i tasti e la musica qualche anno fa, quando a
casa dei miei nonni materni, la nonna mi ha mostrato il vecchio
pianoforte appartenuto alla mamma che ha preso qualche lezione in
passato. Nonna da allora, ha deciso di sistemarlo nel salotto di
casa, così che io possa suonare per loro ogni volta che sono
lì. La prima volta in cui io e mamma l'abbiamo fatto insieme,
muovendo in sincrono le nostre mani sui tasti del piano, con i nostri
sguardi che si cercavano complici, è stata così bella ed
emozionante che tutti, alla fine, ci hanno applaudito e da quel momento
è diventata una tradizione, quando ci riuniamo.
Mi viene da pensare che sia bello io abbia in comune una passione con
lei. Ma non è l'unico tratto a unirci, mi piace anche tanto
ballare e nonostante non sia una ballerina come lo è stata la
mamma da bambina, adoriamo scatenarci a ritmo di musica nel salotto di
casa. Papà non può fare a meno di ridere a crepapelle
guardandoci, nega quando gli chiediamo di unirsi a noi, ma non
può fare a meno di arrendersi quando lo attiriamo nei nostri
momenti folli e spensierati.
La mia vita, d'altronde, con Anita e Luca, è stata bellissima
dal primo momento e io voglio così bene loro proprio
perché mi hanno permesso di sentirmi sempre libera e allegra.
Non c'è stato più nessuno spazio per dolore e tristezza e
hanno fatto in modo che riconquistassi tutto quello che mi era stato
tolto.
Ma non è finita qui: la passione per la matematica e i numeri,
invece, l'ho presa da entrambi, così per non offendere nessuno.
Non è un caso che questo mi porti a essere precisa e meticolosa.
Sono una perfettina che ci posso fare!
E udite, udite, papà è stato molto contento di scoprire
che avessimo entrambi un talento innato per il disegno. È lui
che mi ha insegnato a impugnare una matita per la prima volta e a
delineare i tratti di un volto, quello di mamma. Perché se
c'è qualcuno che probabilmente l'ama più di lui sono io
stessa. Provo per Anita una devozione e un'orgoglio tale da ritrovarmi
a guardarla incantata ogni volta. La mia mamma è forte,
generosa, dolce e tanto sensibile e quando mi rendo conto di
assomigliarle, mi sento così fiera. Quando papi si è reso
conto cosa le mie dita avessero realizzato, mi ha rivolto un'occhiata
carica di emozione.
Non
so ancora, invece, cosa voglio fare da grande. Non sono sicura
sarò un medico, anche se sono molto orgogliosa dei miei genitori
entrambi dottori. Mamma, nel frattempo, è riuscita a conseguire
la sua specializzazione ed è diventata una pediatra davvero in
gamba, sono molto orgogliosa di lei. Papà, invece, ha
conquistato la carica di primario di cardiochirurgia e, nonostante
questo l'abbia riempito di una mole di lavoro non indifferente, sono
contenta di notare che per lui non sia un problema, anzi, quando svolge
la sua professione gli brillano ancora gli occhi come se fosse sempre
la prima volta.
Io, al momento, vorrei essere tutto e niente, ogni giorno con
un'aspirazione e un sogno diverso. Sarà perché sono
ancora giovane.
Mamma dice che non c'è fretta, è ancora presto per
decidere e che devo scegliere liberamente cosa voglio fare, senza farmi
condizionare dagli altri o dalla loro professione, e io penso sia bene
così. Forse domani potrei decidere di essere una pediatra o un
cardiochirurgo, ma chissà, lo scopriremo solo vivendo.
***
Ben
presto sono pronta. Ho scelto con cura cosa indossare, mettendo uno dei
miei vestitini a fiori, quelli che mi piacciono tanto, un po'
perché è il mio compleanno e un po' perché non
voglio sfigurare agli occhi di Francesco.
Ouch, mi tremano le mani e le gambe per l'emozione!
A passo spedito mi avvio verso la cucina, canticchiando le note della
canzone che sto provando per il saggio di musica, simulando di suonare
i tasti del piano.
Avverto i miei genitori parlottare tra di loro e mi viene da pensare a
cosa si stiano dicendo, così quando entro e si accorgono di me,
la mamma mi viene incontro, spalancando le braccia.
"Buon compleanno, tesoro mio!"
Mi porto una mano alle labbra a contenere un sorriso colmo di meraviglia.
"Ma allora non ve lo siete dimenticati!" ammetto, sorpresa.
Papà si affianca alla mamma, scuotendo il capo con divertimento. "Scherzetto! Potevamo mai?"
Entrambi mi abbracciano a sé, riempiendomi di attenzioni e io mi
rassereno tra le loro braccia, tirando un sospiro di sollievo. Avevo
ragione nel pensare mi stessero ingannando, ma non avevo dubbi su
questo.
"Siete stati proprio cattivi a farmi credere il contrario" protesto
scherzosamente, colpendo papà con un buffetto sul petto. Tutti e
due ridono continuando a stringermi a loro.
Poi babbo si abbassa su di me. "Ho fatto anche le crêpes" mi rivela in un occhiolino complice.
E io lo guardo come se avessi appena avuto un'apparizione. Ma si sa,
papà è un'istituzione in questo e io alle sue
crêpes non so davvero dire di no.
"Grazie, grazie, grazie!"saltello, esibendomi in un gridolino di gioia,
correndo poi subito a prendere posto per gustare la mia colazione.
Mamma e papà si siedono al mio fianco, accarezzandomi il capo, e
insieme ci prepariamo a vivere questo momento sacro per noi al mattino,
prima che babbo vada a lavoro.
Parliamo di tutto, facciamo programmi, ci scambiamo idee e opinioni, e
forse non saremmo la famiglia perfetta, ma chi lo è? Eppure,
dalla nostra parte abbiamo un amore così grande da riuscire a
far passare tutto in secondo piano.
È
il trillo del citofono a riportarci alla realtà, così mi
alzo velocemente dal mio posto, non dopo aver leccato perfino il piatto.
Vorrei fosse sempre il giorno del mio compleanno!
"È arrivato Franci!"annuncio con la fretta e l'eccitazione a divorarmi lo stomaco.
Ecco che babbo scatta in modalità papino apprensivo.
"Francesco? Quel damerino che se ne va in giro a far conquiste con la sua Vespa?" Domanda, confuso.
Mamma gli dà uno scappellotto dietro la nuca, divertita. "Come
se tu non facessi lo stesso, tesoro mio, alla sua età" lo
reguardisce bonariamente.
Lui sogghigna, rubandole un bacio sul naso.
Sbuffo, roteando gli occhi. "Sì, papà, andiamo insieme a
scuola di musica. È venuto a prendermi con la sua Vespa" gli
spiego brevemente, aprendomi in una linguaccia.
Papà assottiglia lo sguardo, sbuffando parole confuse.
"Come mai non ne sapevo niente? Speravo di accompagnarti io. È
il tuo compleanno!" mi rivela, poi, in un broncio che mi fa sciogliere
in un sorriso.
Mi affretto ad andare subito a tempestargli la faccia di bacini che lo
addolciscono all'istante. Con lui basta così poco per farlo
capitolare.
"Ti voglio bene, papino"gli mormoro dolcemente.
Saluto anche la mamma con un abbraccio e do un ultimo bacio a scricciolo.
"Scappo!"proferisco, correndo verso il corridoio, avvertendo la voce di
mamma e papà che mi ricordano che stasera festeggeremo insieme
come abbiamo sempre fatto, poi mi chiudo la porta alle spalle.
Che la mia giornata abbia inizio.
***
È
stata una giornata meravigliosa e produttiva. A lezione è andato
tutto bene, e la maestra e i miei compagni mi hanno accolto con auguri
e abbracci. Mi sono sentita al centro dell'attenzione. Sebbene io ami
stare dietro alle quinte, un po' di eccentricità non fa male a
nessuno.
Ho chiesto il permesso ai miei di trattenermi per il pranzo con tutti
loro per festeggiare il mio compleanno e stranamente hanno acconsentito
presto, ma raccomandandosi di avvisare quando stavo per rientrare.
Così, quando Franci mi riaccompagna a casa è ormai
pomeriggio inoltrato. Eppure, nonostante sono tante le ore che abbiamo
passato insieme, sento che non è mai abbastanza e gli chiedo di
salire da me, con la scusa di fare merenda e magari suonare anche un
po'.
Francesco annuisce come se non aspettasse altro e mentre corriamo su
per le scale, vivaci e spensierati come solo due adolescenti sanno
essere, mi viene da pensare che questa giornata non potesse evolversi
in maniera migliore.
Ricerco le chiavi all'interno della borsa e quando mi volto verso il mio amico, lo scopro a muoversi un po' agitato sul posto.
"Franci, va tutto bene?" gli domando, preoccupata che qualcosa non vada.
Lui sobbalza lievemente ma, io che lo conosco bene, me ne accorgo, e si
limita a sorridermi, grattandosi la nuca come se fosse in imbarazzo.
"Certo!" ammette, poi, con un po' troppa foga e mi invita ad aprire il portoncino.
Io alzo le spalle, e faccio girare le chiavi nella toppa. Così,
quando avverto la serratura scattare e aprirsi, mi stupisco di trovare
le luci tutte spente.
Mi volto verso Francesco e lo trovo già dietro di me a esortarmi
a entrare, con le sue mani che puntellano dietro la mia schiena.
"Mamma, papà!" li richiamo dubbiosa, stupendomi per la loro
assenza. Gli ho mandato un messaggio prima di rientrare e mi hanno
riferito di aspettarmi a casa. Stasera ceneremo tutti e tre insieme e
io non vedo l'ora di godermi tutta la serata con loro.
Ma mai mi aspetto che, muovendomi per cercare l'interruttore della
luce, quando essa arrivi a spezzare l'oscurità del buio, la mia
famiglia e i miei amici siano tutti qui ad accogliermi con un
fragoroso: "SORPRESA!"
Mi
porto le mani a coprirmi il viso, a nascondere tutta l' emozione da cui
sento pervadermi. Avverto i miei occhi riempirsi di lacrime di gioia e
sussulto lievemente quando mi rendo conto che Franci abbia poggiato le
sue mani sulle mie spalle in segno di vicinanza. Mi volto a guardarlo e
adesso leggo nei suoi occhi tutte le risposte a quei gesti a cui non
avevo saputo dare spiegazione. I messaggi fugaci mandati durante la
giornata che adesso so essere indirizzati alla mia famiglia, la sua
agitazione prima sul pianerottolo, tutto quello che mi ha saputo tenere
nascosto. Silenziosamente lo ringrazio, ma adesso la mia attenzione
è tutta per la mia bellissima e grande famiglia.
Le prime persone a rientrare nel mio campo visivo sono i miei genitori,
stretti l'uno accanto all'altro, sorridenti e con gli stessi occhi
simili ai miei, pieni di lacrime.
Tendono presto le loro braccia verso di me e io non mi tiro indietro di
fronte alla loro richiesta. Mi rifugio nel loro abbraccio che sa di
tante cose, sa di casa, amore, di un odore dolce e inebriante che mi fa
sentire da sempre al sicuro.
Non passa molto prima che tutti si uniscano a noi e io mi ritrovi
circondata e stretta da tutte queste persone che nel corso degli anni
ho imparato ad amare e voler bene.
Mi
sembra di ritornare indietro nel tempo, alla prima volta che ho messo
piede in questa casa, come figlia affidataria di Luca e Anita. Da
allora sono passati quattro anni e qualche mese,ma l'emozione è
sempre la stessa, forse anche maggiore perché un tempo questa
famiglia al di fuori di loro due mi era completamente sconosciuta.
Adesso che li guardo, uno ad uno, lasciando andare le mie lacrime, con
mamma e papà che mi stringono a sé, le mie nonnine
adorate che si insinuano tra di loro per strapazzarmi di coccole e
baci, mi sento tanto fortunata.
Sono di nuovo, ancora una volta, tutti qui per me, e io mi rendo conto
che nessuno di loro da quando sono arrivata si sia mai tirato indietro
nel farmi sapere quanto fossero entusiasti di avermi nelle loro vita.
Mi
hanno accolto zia Sabrina e zio Marco che mi trattano come se fossi un
po' figlia anche loro, con lo zio che stravede per me e mi vizia e con
la zia che è stata la prima sostenitrice di questa adozione. Lo
ha fatto mia cugina Agnese, che è adesso è una piccola e
pestifera quattroenne, che fisicamente assomiglia al papà ma
caratterialmente è sempre più uguale a sua madre,
accogliendomi come se fossi sua sorella maggiore e a cui mi diverto
spesso a fare da babysitter, quando i suoi genitori hanno bisogno di
riscoprirsi ancora marito e moglie.
Lo hanno fatto i miei nonni, con le nonne che hanno preparato per me
bambole e corredini, nonostante fossi una bimba un po' cresciuta,
viziandomi con le loro attenzioni e difendendomi, se se ne fosse
presentata l'occasione, dalle paternali di mamma e papà.
Lo ha fatto il mio zio adorato Riccardo, che non si è mai tirato
indietro nel coinvolgermi nei suoi siparietti divertenti, mettendo da
parte lo scherzo e offrendomi la sua spalla quando ne ho avuto bisogno.
Lo hanno fatto zia Eleonora, e Sofia, che con le sue dieci candeline
spente tanto piccolina inizia a non essere più. Quando la trovo
tra gli altri, a scrutarmi con un gran sorriso, non posso fare a meno
di ricambiarla. Perché lei è stata la prima bambina con
cui abbia iniziato a relazionarmi e, sebbene fosse un po' piccola per
capire, mi ha offerto la sua mano e coinvolto nei suoi giochi. Il
nostro rapporto negli anni si è consolidato e non è un
caso che adesso siamo legatissime. Sofi rivede in me un punto di
riferimento e io mi sento sobbarcata di un compito importante, di
essere un buono esempio per lei.
Lo hanno fatto zia Lottie, zia Cris e zia Giulia, con i loro compagni
zio Fede, zio Edo e zio Emiliano, che hanno accettato la notizia con un
clamore che non è da tutti.
E sapete, sono cambiate un po' di cose da quando li avete lasciati.
Alla fine, zia Giulia e zio Emiliano si sono sposati. Mamma è
stata la sua testimone e io la loro damigella e dopo pochi anni dal
loro matrimonio, hanno avuto una bambina, Ginevra, che adesso ha due
anni e che li ha resi pazzi d'amore.
Anche zia Cris e zio Edo hanno avuto una bambina, Emma, che ha compiuto
da poco 3 anni e mezzo. Emma è bellissima con i capelli biondo
scuro che ha preso dal papà e i tratti scuri della mamma e
presto diventerà una sorella maggiore. La zia Cris, infatti,
aspetta un altro bambino, un maschietto.
Zia Lottie e zio Fede di sposarsi non ci pensano neanche un po'. La
parola matrimonio fa rabbrividire ancora zio Federico che ci scherza
spesso su, ma la zia sogna l'abito bianco, quindi prima o poi gli
tocca. Anche se io penso loro due si amino un sacco lo stesso, senza
nessun contratto a vincolarli.
La zia ha partorito da poco due teneri e bellissimi gemellini: Davide e
Valentina. Davide è la fotocopia del papà, con due occhi
verdi che ti incantano, ma Valentina, con i tratti scuri, è
uguale alla mamma.
Io sono la più grande, e nonostante questo non giochi sempre a mio favore, perché ricopro un ruolo di grande responsabilità, ha anche i suoi lati positivi: avere tanti piccoli cuginetti da coccolare e spupazzare.
E la volete sapere la novità?
Ebbene, perfino zia Vanessa ha ritrovato la felicità. 4 anni fa,
un poco dopo il mio arrivo qui, è nato il piccolo Giuseppe, un
biondino tutto pepe per cui la zia stravede. Ma ha ritrovato anche
l'amore. E, udite, udite, il suo amore ha un nome e si chiama Nicola!
Lo zio Nic, ci credete? Non so come sia successo, ma a volte il destino
ha in mente per noi qualcosa che nemmeno immaginiamo. All'inizio la mia
mamma era un po' scettica riguardo a questa situazione- lo erano tutti
in realtà-, non riteneva lo zio potesse gestire la condizione
della zia Vanessa, ma abbiamo dovuto tutti arrenderci davanti
all'evidenza che si siano trovati entrambi e che si amino tantissimo. E
lui non ha solo imparato ad amare zia Vane, ma ha accettato il piccolo
Gius come se fosse figlio suo. E il piccolino che suo papà non
l'ha mai conosciuto, ha rivisto in lui la figura paterna. Dovete vedere
come era felice zio Nic quando si è sentito chiamare papà
per la prima volta.
Non
mancano all'appello il mio simpatico zio Alessio, il migliore amico di
papà, che è davvero un burlone e che dopo tutti questi
anni non ha ancora messo la testa a posto. Ma che ci volete fare? Lui
adora la sua posizione di single.
E poi la zia Arianna, il burbero non tanto più burbero primario Visconti, e la zia Mary che mi salutano con la mano.
Non posso fare a meno di considerare che la zia Ari sia la più
esuberante del trio, ma lei è fatta così. È
spensierata e gioiosa e nemmeno la sua delusione d'amore è
riuscita a scalfire il suo carattere. Ebbene, con il suo fidanzato
Leonardo non è andata a finire tanto bene, dopo qualche anno si
sono lasciati, ma la zia ha ripreso la sua vita in mano e si è
fatta forza. Nella sua quotidianità non c'è nessun nuovo
amore ma io credo proprio che le piaccia Alessio. Chissà che non
riesca a far capitolare lo zio Ale, ahahah!
E, ultime, ma non per questo meno importanti, le mie migliori amiche. Miriam, Chiara e Giorgia. Io le adoro! Sono le mie compagne di scuola e insieme formiamo un quartetto di esuberanti casiniste, in senso buono, ovvio. La mamma dice che quando ci guarda, rivede in noi il rapporto che lei ha con le sue amiche. E io penso che sia davvero bello se la nostra amicizia si prolungasse per anni anni come è stato per lei e le zie. Con Miri, Chia e Gio ci siamo conosciute quando ho iniziato a frequentare le elementari e mi sono state accanto quando gli altri mi allontanavano, trattandomi con sufficienza. Da allora il nostro rapporto non si è mai interrotto, così abbiamo scelto di frequentare le medie insieme e nonostante ognuna abbia scelto un indirizzo di superiore diverso sono sicura che questo non ci separerà, tutt'altro.
Scivolo
dalle braccia dei miei genitori che comprendono abbia bisogno di andare
da loro e le raggiungo, lasciandomi stringere dalle mie bestfriends,
mentre saltelliamo sul posto senza riuscire a trattenere degli
strillii di gioia.
Mi reputo davvero tanto fortunata che ognuna di queste persone faccia
parte della mia vita perché essa senza tutti di loro non sarebbe
la stessa.
Quando poco dopo, si dà il via alle danze e qualcuno mette su della musica coinvolgente, mi lascio trasportare muovendomi sulle note di una canzone allegra e mixata.
È il migliore compleanno che abbia mai trascorso.
Francesco si unisce ben presto a noi, imitando delle movenze femminili che ci fanno sbellicare dalle risate.
Quando,
poco dopo, mi ritrovo tra le sue braccia, al pensiero della vicinanza
con lui il mio cuore comincia a battere fortissimo.
Incontro i suoi occhi che mi fissano dall'alto della sua posizione e
poi, ancora frastornata dalle sue mani che mi tengono per i fianchi,
abbasso lo sguardo alle sue labbra incurvate in un sorriso tutto per me.
Sto.per.sentirmi.male.
Ascolto le risatine delle mie amiche che conoscono la verità e
comprendono il mio turbamento interiore, ma adesso ho bisogno di
ignorarle, per rendermi conto soltanto di una cosa: se mi avvicinassi
di poco, potrei addirittura baciarlo.
Intanto il cuore nel petto continua a muoversi furioso e mi sembra che
sia l'unico suono per me udibile, perché tutto il resto è
ovattato.
Poi Franci si abbassa su di me, facendomi domandare riguardo alle sue
attenzioni e il suo respiro si infrange contro la mia guancia.
"Andiamo fuori, voglio mostrarti una cosa" mi sussurra, porgendomi poi la sua mano.
Io annuisco, senza riuscire a dire una parola.
Poi, mentre lui mi esorta a uscire per spostarci in un luogo più
isolato, incrocio lo sguardo delle ragazze poco più in là
che mi invitano a seguirlo, dedicandomi dei gesti di incoraggiamento.
Tiro un sospiro di sollievo e mi lascio trasportare dal mio migliore amico.
Ci spostiamo in balcone e mi appoggio alla balaustra, osservando la
città che scorre sotto di noi. Stasera il cielo è
limpidissimo, mi sembra che le stelle brillino più del solito.
"Sei taciturna, va tutto bene?". La voce del mio amico mi sorprende alle spalle.
Si è accorto del mio mutismo, se solo sapesse che dipende dalla
sua vicinanza. Così mi volto e gli sorrido, a stemperare la mia
tensione.
Lui ricambia in un sorriso bellissimo e si avvicina, sistemandosi al mio fianco, con le nostre spalle che si sfiorano.
Mi volto verso di lui, trovando il suo volto a poca distanza dal mio.
Vorrei poter portare una mia mano sul suo viso e accarezzarlo ma
reprimo il mio gesto.
Eppure, mi rendo conto che sia proprio Franci a compiere un primo passo
verso di me, lasciando che le sue dita lambiscano la mia guancia,
muovendosi in modo carezzevole sulla mia pelle, senza mai perdere il
contatto visivo con i miei occhi.
Mi viene da pensare che sia la prima volta che ci comportiamo
così, in un silenzioso gioco di gesti e sguardi e mi piace
tantissimo.
"Stasera sei proprio bellissima" mormora, dandomi poi un pizzicotto che mi fa aprire in un verso di lamento.
Lo spintono leggermente dedicandogli una risata leggera.
"Perché mi hai chiesto di uscire fuori?" indago, assottigliando lo sguardo.
Francesco si dondola sul posto, inforcando le mani nelle tasche dei jeans.
"Voglio darti il mio regalo" mi rivela in un'alzata di spalle.
Incontra ben presto la mia curiosità.
"Cos'è? Cos'è?" lo sprono a continuare, portandomi
davanti a lui e battendo le mani, come se fossi ancora una bambina. Ma
in verità io non ho mai smesso di esserlo.
Lui scuote la testa divertito, e allora mi mostra dalla tasca una scatolina argento.
Mi mordo le labbra trattenendo un gridolino di stupore ed eccitazione.
Non appena la apre, mostrandomene il contenuto: una metà di
cuore, mi rifugio nelle sue braccia, dimostrandogli la mia gioia
davanti al suo gesto.
Lui ricambia, stringendomi a sé.
"È bellissima..." mormoro contro la sua spalla, inspirando il suo profumo.
Franci posa le mie mani sulle sue palle, facendo scintillare il suo
polso davanti al mio viso, lì dove ciondola l'altra metà
di cuore. Poi sfiorandomi il collo con le dita, mi aiuta a indossarla.
"Così che tu non possa mai dimenticare che tu sei la mia
metà" mi confessa, abbassando lo sguardo un po' in imbarazzo.
Spalanco le labbra davanti a quella che sembra una dichiarazione a tutti gli effetti.
Il cuore se è possibile adesso batte ancora di più e non riesco proprio a fermarlo.
"Franci..."
"Tu mi piaci, Lucia. Mi piaci probabilmente da quando eravamo
all'ospedale ed eravamo ancora troppo piccoli per dimostrarcelo. Ma mi
piaci, è così, non posso farne a meno. Ho trovato il
coraggio di dirtelo solo adesso, e per tutto questo tempo che ti sono
stata accanto, in silenzio, ho sempre sperato che per te potesse essere
lo stesso" mi confida, stringendo le mie mani tra le sue.
Mi porto una mano al cuore, stupita dalla sua confessione, con il respiro che mi si mozza in gola per l'emozione.
"Franci..."mormoro,non riuscendo a trovare parole giuste.
Lui mi scruta con preoccupazione, sporgendosi verso di me. "Cosa c'è, Luci? Qualcosa non va? Non ti senti bene?"
Gli sorrido. "No, è solo il mio cuore che..."
Francesco sbarra gli occhi con terrore, lambendo il mio viso tra le sue mani.
"Il tuo cuore non va bene? Chiamo subito tuo padre!"
Gli accarezzo una mano, sulla mia guancia, commuovendomi per la sua premura.
"Il mio cuore batte così forte perché" porto le sue dita
a posarsi sul mio petto, a mostrargli cosa si stia scatenando dentro di
me e lui sorride sentendolo battere. "Perché anche per me
è lo stesso. Anche io provo lo stesso per te, Franci, e io
davvero aspettavo tanto che tu me lo dicessi..."
Lui non mi lascia finire che mi abbraccia, stringendomi a sé
talmente forte che mi è quasi difficile respirare ma non posso
fare a meno di ridere spensierata e leggera e lui si unisce presto a me.
Poi appoggia le sue mani sulle mie spalle, e quando il mio sguardo
incrocia di nuovo il suo, mi rendo conto che il sorriso dolce che mi
riservi sia il più bello che abbia mia visto.
Avverto le farfalle muoversi nel mio stomaco, e quando mi rendo conto
che stia avvicinando il suo viso al mio, il respiro mi si mozza in gola.
Sta per succedere davvero? Sto per dare seriamente il mio primo bacio?
Oh.Mio.Dio.
Mi
rendo conto presto però che le mie supposizioni si riveleranno
vane nel momento in cui il suo naso sfiora il mio e Giorgia ci
interrompe prima che lui possa solo pensare di fare combaciare le
nostre labbra.
"Luci!" strepita con foga.
Io e Franci ci allontaniamo come se fossimo scottati, entrambi
arrossendo davanti all'evidenza di essere stati colti in flagrante.
Così, quando mi volto verso la mia amica e mi rendo conto sia
sulla soglia della portafinestra a fissarci con ansia, con il respiro
affannoso, come se avesse corso, la invito a parlare con lo sguardo.
Lei deglutisce, riprendendo fiato, poi risponde.
"Tua madre, Luci, lei sta- sta per partorire"mi avverte.
Prima di riuscire a metabolizzare le sue parole, l'ho già scansata per tornare dentro.
Mi guardo intorno, muovendomi alla ricerca della mia mamma e quando rientro in salone la scorgo subito.
"Mamma!" la richiamo, allarmata e correndo verso la sua figura.
Lei si accorge presto di me e non appena mi volto mi accorgo che nonostante il dolore le deturpi il viso, mi stia sorridendo.
"Tesoro..."
Mamma si porta una mano alla pancia, sostenendola, ma quando abbasso lo
sguardo mi accorgo che il suo vestito è bagnato. Deve aver rotto
già le acque.
Papà si muove alla ricerca della sua borsa, affannato e agitato,
come se fosse lui quello a dover partorire da un momento all'altro e
attorno a lui si muovono le nonne, aiutandolo a gestire la situazione,
perché lui preso dalla tensione per poco non si dimentica anche
la testa.
Che tenero il mio papino.
"Mamma" ripeto, arrivandole di fianco e alzando una mano verso la sua pancia.
Lei mi accarezza una guancia, amorevole e lascia stringere la sua mano
libera con la mia sul suo ventre. Mi rendo conto che la sua stretta sia
forte e rassicurante.
"Va tutto bene, Luci. Tranquilla " mi conforta."Adesso papà mi
porta in ospedale e presto potrai conoscere scricciolo. Ok?"
Le concedo un sorriso emozionato, annuendo e abbracciandola a me prima di lasciarla andare.
Lei si abbassa su di me per darmi un bacio tra i capelli e mi rendo
conto che mentre intorno a noi si sia scatenato il panico, lei sembri
la più serena di tutti.
Ma andrà tutto bene, mi dico. Scricciolo sta nascendo e io riceverò presto il mio miglior regalo di compleanno.
***
Sono
arrivata in ospedale con zia Sabrina e zio Marco. I miei nonni sono
già qui, insieme a tutti gli amici di mamma e papà.
Quando li scorgo in sala d'attesa mi viene da pensare che siamo davvero
tanti e siamo tutti qui per accogliere il piccolo di casa.
Francesco si è offerto di accompagnarmi e mi ha tenuto la mano per tutta la durata del viaggio. Sono proprio fortunata.
Quando raggiungiamo gli altri, stretti e accomunati da una trepidante
attesa, il pianto di un bambino mi arriva inconfondibile, facendomi
battere il cuore dall'emozione. Scricciolo è nato. Il mio
scricciolo è venuto al mondo.
Mentre la mia famiglia si stringe colta dell'allegria e l'emozione io cerco Franci tra gli altri.
Lui deve interpretare il mio sguardo come un invito ad avvicinarsi ed è quello che fa, mentre io gli tendo le mie mani.
"Tanti auguri, sorellina maggiore" mi sussurra, a un passo dalle labbra.
Questa volta non voglio farmi scappare l'occasione di rubargli un bacio
ed è quello che faccio, sporgendomi verso la sua bocca per
posarci su la mia, in modo delicato. Socchiudo gli occhi, con il cuore
in tumulto e mi rendo conto che anche Francesco faccia lo stesso. Mi
alzo sulle punte per essergli più vicina, e boom, non pensavo
avrei mai dato il mio primo bacio, oggi, in un ospedale, mentre di
lì la mia mamma ha appena partorito, ma è la sensazione
migliore che potessi provare. E se è questo il sapore dell'
amore è il più dolce che abbia mai assaggiato.
Lui sorride sulle mie labbra, carezzandomi il viso.
"Devi andare" mi avverte, anche se mi accorgo non mi voglia lasciare sul serio.
Ma io penso sia giusto così, avremo modo di dedicarci tutto il
tempo che vogliamo, ma adesso scricciolo ha la priorità.
Mamma viene riportata presto in stanza e tutti convengono che debba essere io la prima a entrare.
Mi sento fremere dalla fibrillazione, mentre mi chiedo come stia, a chi
assomigli, sperando che possa avere un tratto in comune con me. Adesso
però tutti i miei sogni più reconditi, troveranno
fondamenta e allora a passo esitante ma emozionato mi faccio spazio
nella stanza.
Mamma e papà sono uno accanto all'altro, stretti in un abbraccio
da cui trasuda tutto l'amore e l'istinto di protezione verso il piccolo
tra le loro braccia.
La mia mamma ha lo sguardo stravolto e stanco con la fronte di
imperlata di sudore eppure io la trovo ancora più bella del
solito. Babbo è completamente assorto dal fagottino tra di loro.
Mia madre si accorge presto di me. Il suo sguardo mi incatena al suolo.
"Luci, tesoro, vieni qui"pronuncia, a bassa voce, vedendomi sulla
soglia della porta e io non me lo faccio ripetere due volte.
Scricciolo è una femminuccia ed è davvero bellissima con
i suoi occhi grandi e i tratti scuri. Mi viene da pensare che sia
uguale a mamma e io mi riscopro a essere subito innamorata di lei.
Non posso fare a meno di lasciarmi andare alle lacrime, ancora
incredula e frastornata, mentre le accarezzo il viso, delineandone la
forma del naso. Lei sporgendo le sue manine verso di me, mi sorride.
"È, è bellissima" mormoro, con la voce che fa fatica a
uscire, ma non trovo altre parole per esprimere quanto io sia contenta.
Mamma e papà mi stringono a loro, facendomi sistemare tra il corpo di babbo e della piccola.
Poi mamma si abbassa su di lei, stringendosela al petto.
"Hai visto, Aurora? È arrivata la tua sorellona, Lucia".
Aurora, modulo il suo nome sulla punta della lingua e lo trovo assolutamente dolce. Aurora significa splendente, osservandola a fondo credo che la rappresenti proprio. Questa piccolina è arrivata a inondare la nostra famiglia, donandole la gioia dell'attesa ma anche l'emozione della nascita, e adesso che fa parte della nostra vita la renderà ancora più piena e luminosa.
"Sai, Auri" le sussurro, abbassandomi su di lei, e lasciando che stringa la sua mano con la mia, "sei il mio regalo più bello".
Mamma non trattiene la commozione e nemmeno papà può, ma non potrebbe essere altrimenti. Questo momento così sentito è unico e solo nostro, e non potremmo esserne più felici.
La nostra storia, per adesso, finisce qui, ma non è assolutamente un addio. E quando vi mancheremo e la nostra assenza sarà troppo pesante da sopportare, non dovrete far altro che pensarci e ritrovarci, lì, infondo al cuore, in un posto recondito di cui noi faremmo sempre parte.
ANGOLO AUTRICE:
Ma ciaooo! Come state? È da un po' che non ci sentiamo e non avrei mai pensato di scrivervi in un momento così difficile per la nostra bella Italia. La situazione che stiamo vivendo non è per niente facile, considerando anche che ci è sconosciuto sapere quando finirà, e così, per allietare la vostra quarantena, mi sono rimessa all'opera ed eccoci qui: questa volta metto davvero la parola fine, dopo 4 anni e mezzo alla mia storia. PIANGOOOO :(
In questi giorni, ritornare a scrivere mi ha aiutato a superare i momenti di sconforto e accettare con una consapevolezza diversa il momento del saluto. Ma d'altronde la scrittura può essere terapeutica.
Vi
avevo detto che per l'epilogo stavo pensando a qualcosa di particolare,
ma vi aspettavate mai che fosse Lucia, ormai più grande, a
raccontarci il seguito della storia? Ebbene sì, è stato
proprio così e credo che non potesse essere altrimenti. Sono
passati gli anni e tante cose sono cambiate, ma l'amore che la lega ad
Anita e Luca non è mai mutato, semmai si è raddoppiato. E
adesso che con loro c'è anche la piccolina Aurora non
farà altro che moltiplicarsi. È stato bello scrivere e
immedesimarmi nel personaggio di Lucia, perché lei, dopo Anita,
è il carattere di cui ho amato parlare di più in tutti
questi anni. Ho voluto che la conosceste ancora più a fondo,
più matura e consapevole, ma con i sogni e le aspirazioni di
un'adolescente, con la sua cotta per Francesco che non è mai
passata e si è alla fine concretizzata.
E ho adorato descrivere della sua festa a sorpresa perché
è stato come riprendere da dove li avevamo lasciati nell'ultimo
capitolo.
Adesso, Luca, Anita, Lucia e Aurora sono insieme e non potrebbero
essere più felici. Non hanno più niente da raccontarvi,
per il momento, anche se non escludo potrei tornare a parlarne in un
domani, ma chissà, intanto adesso sono pronti a salutarvi come
lo sono anche io.
Ma come la stessa Lucia ha detto, quando vi mancheranno tanto, non
dovrete fare alto che scorgerli infondo al vostro cuore, in un posto
recondito che sarà sempre occupato da loro.
E io stessa, con le lacrime che non riesco a nascondere, farò lo
stesso, eternamente legata a questi personaggi che mi hanno dato
e insegnato tanto e mi auguro sia lo stesso per voi.
Ma adesso, passiamo ai ringraziamenti, sperando di non dimenticare nulla e nessuno.
Grazie a chi ha letto questa storia, l'ha amata e seguita fino
all'ultima parola. Grazie a chi si è perso per strada, a
chi ha lasciato perdere dopo poco, ai lettori silenziosi, e anche a chi
mi ha criticata, perché mi ha insegnato a migliorarmi.
Grazie alle mie amate lettrici che custodisco infondo al mio cuore e
che sono così tante da poterle citare, ma voi sapete benissimo a
chi mi riferisco. Grazie per la pazienza nell'attendere gli
aggiornamenti, per l'affetto e il vostro sentito sostegno. Vi voglio
bene, girls, nessuna esclusa, il mio GRAZIE è tutto per voi.
Grazie alle persone che ho conosciuto grazie a questo sito e con cui è nata un'amicizia, Love00, Cristina, farfix e la luna nera che non si sono mai tirate nel porgermi il loro aiuto anche solo attraverso un messaggio o una parola.
Grazie a la luna nera, Emmastory e MusicHeart per essere arrivate fin qui ed essersi conquistate la carica di mie fedeli lettrici <3
Grazie ai miei personaggi, a tutti, nessuno escluso, quelli che ho
amato e odiato, perché mi hanno migliorata e mi hanno dato la
possibilità di rimettermi in gioco.
Grazie ai miei sostenitori vicini e lontani che mi hanno incoraggiato ad andare avanti.
Grazie a me stessa per la mia forza di volontà, e il coraggio di
non essermi arresa davanti alle difficoltà, anche quando mi
sembrava tutto così vano, raggiungendo il mio obiettivo: mettere
la parola fine a questa storia di cui sono tanto orgogliosa.
Vorrei aggiungere tanto altro ancora, ma adesso le parole davvero mi
mancano, ma sappiate che il mio GRAZIE è tutto per voi.
Se
vi state chiedendo se ci sarà un dopo questa storia, la risposta
è sì. Ho tante idee, da mettere a posto e insieme,
così tante che mi toccherà
dare ascolto a quella che più mi fa battere il cuore. E non
escludo nemmeno uno spin-off in modo tale da non abbandonare
completamente Anita&Co. Comunque, mi prenderò del tempo per
revisionare la storia e smussare quegli angoli che hanno bisogno di
essere rivisti per renderla al meglio e poterle dare un futuro,
chissà, magari fuori da questa piattaforma e poi mi
dedicherò a un nuovo progetto. Di sicuro non vi
abbandonerò, tornerete presto a sentire parlare di me.
Ma intanto, permettetemi di dirvi ancora e per un'ultima volta GRAZIE.
Vi abbraccio forte, a risentirci in tempi migliori. Andrà tutto bene❤