07/08/2009
1 recensioniL’ odore di sangue si stava diffondendo per tutta la stanza. Silenzio. Quelle due ombre illuminate solo da una fioca luce non emettevano nessun suono, l’unica cosa che si poteva sentire era il gocciolare insistente di qualcosa.
Persino i grilli che ogni sera cantavano ininterrottamente, tacevano, come se sapessero dell’ accaduto.
La fioca luce che entrava dalla finestra stava diventando di un rosso-arancione sempre più intenso: anche il sole sapeva.
Hinai non mostrò alcuna resistenza quando la lama della sua stessa katana stava per conficcarsi nella sua pancia.
Era in ginocchio, con le mani sul ventre da dove usciva insistentemente del liquido rosso.
Sapeva di meritarlo: aveva fallito. Non meritava neanche di portare quel codino sulla testa rasata, tant’è che lo tagliò prima di porgere la sua spada alla persona che gli stava di fronte.
L’odore di sangue era pungente, quasi insopportabile.
Sayuri era in piedi davanti suo padre con una katana in mano completamente sporca.
Fissava quella macchia rossa espandersi sempre di più sul kimono verde pallido dell’uomo che l’aveva cresciuta.
Tirò fuori la katana con forza e altro sangue schizzò sul suo yukata arancione fresco di bucato.
Hinai cadde a terra. Lei si inginocchiò buttando via l’arma, e accarezzò per l’ultima volta la testa rasata di suo padre.
- Pechè? Perché non puoi continuare a vivere? –
- E’ la triste legge di un samurai, mio dolce fiore… -
[Si, un fiore sporco del sangue di un uomo…]
Con queste ultime parole, Hinai salutò la sua unica figlia, la seconda donna della sua vita.
Sayuri non piangeva da quando aveva quattro anni, alla morte di sua madre. Ora ne aveva venti e questa volta, una sola lacrima scese a bagnare il suo candido viso.
Angolino dell'autrice
Un'altra piccola One-Shot. Spero vi piaccia! ^^
Recensite, voglio sapere la vostra opinione! *O*
Kai.