Film > Oceania (Moana)
Ricorda la storia  |      
Autore: Caelien    30/03/2020    1 recensioni
Certo, le carezze salate che l'oceano le riservava erano un privilegio di cui si beava da anni. La rinfrescavano dai torridi raggi di sole, la cullavano nei momenti di plumbea incertezza. Ma le carezze più preziose erano quelle ruvide e materiche di cui godeva ad ogni plenilunio, sotto la luce lattea e silenziosa della luna.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maui, Moana Waialiki/Vaiana
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La sabbia era ancora rovente.
Moana la calpestò velocemente, dirigendosi verso la battigia umida. Il fruscio delle palme, scosse dal vento, la avvisò che stava per arrivare. Era passato ancora un altro mese, ancora altri giorni interminabili, monotoni, apatici. 
Quando nel villaggio cominciava la messa a riposo delle reti da pesca situate sulla parte occidentale dell’isola, sapeva che quel guscio spesso che era diventata la sua sicurezza, rischiava di andare in frantumi.
L’oceano la salutò, circondandole le caviglie con la spuma delle onde; Moana sorrise, riuscendo a rilassare i muscoli del viso, contratti dall’attesa. Si chinò per carezzare a sua volta l’acqua, inspirando profondamente.
“Fa’ che non sia ancora distante. Fa’ che non abbia dimenticato.” Una brezza fresca le mosse i capelli e le vesti, in una danza di consistenze. Chiuse gli occhi e sorrise ancora più lievemente.
“Come potrei?”
Maui era alle sue spalle, fiero come sempre nella sua figura scultorea. Egli posò a terra il suo amo e, quando Moana si voltò verso di lui, spalancò le braccia, desideroso di sentire il calore di quel corpo esile contro la sua pelle.
“Potresti eccome, chissà sopra che isole voli e quante cose catturano il tuo pensiero.”
Moana non parlava con convinzione, ma tanto bastava per sentirlo parlare, dopo un lungo mese di voci che nulla le facevano provare.
Maui indovinò i suoi pensieri. “Non ci credi davvero e lo sai.” La liberò dalla sua stretta e si sentì il cuore in gola, mentre la sua donna lo fissava con tutto l’amore di cui Te Ka l’aveva dotata. Le palpitazioni fecero spazio alla fame, quando, con la coda dell’occhio, vide un’alta pila di frutta fresca posta in mezzo a un largo telo di stoffa sulla sabbia.
Moana seguì lo sguardo di Maui. “L’ho fatta preparare apposta. Va’, te la sei meritata.” L’uomo non se lo fece dire due volte; si sedette stancamente a terra, scegliendo un ananas e aprendolo a metà a  mani nude. Lei gli si sedette accanto. “Dove sei stato?” 
“Ah sai, un po’ qua, un po’ là.” disse lui. Notò subito lo sguardo indagatore della ragazza, per nulla soddisfatto della sua riposta. “Alla ricerca di qualcosa che mi facesse smettere, per un momento , di pensare che dovevo aspettare ancora una trentina di tramonti per tornare.” Moana tentò di aprir bocca, ma lui la interruppe. “Frutta così dolce c’è solo a Motonui, puoi credermi.” L’uomo scoppiò in una fragorosa risata, a cui l’oceano sembrò unirsi, col moto ondoso più sostenuto.
Moana finse un’espressione infastidita. “Sì, certo, la frutta.”
Il rumore del vento fu per qualche momento l’unico compagno di quei due. Non era mai facile ricominciare. 

Dopo i primi incontri, furtivi, lontani da ogni anima viva che abitasse il villaggio e animati da una passione bruciante, trovare le parole giuste per riempire i silenzi con le parole era stato un compito assai faticoso.
Troppa era la voglia di toccarsi, saggiarsi, cullarsi nell’amore ritrovato, quello fuggito per secoli dal semidio, e agognato per tutta l’adolescenza dalla ragazza. Erano belli, erano vigorosi ed eruttavano vita da ogni poro; ma un argomento in particolare premeva sulla loro mente notte e giorno, e proprio di questo avevano timore di parlare. Timore che, in mezzo al più generico dei discorsi, saltasse fuori all’improvviso, come la pinna di un delfino dalla cresta del mare.

Moana era mortale.

I per sempre sussurrati tra i baci erano un’adamantina bugia; splendida e preziosa, ma incorruttibile. Moana era più che consapevole che un giorno i suoi capelli si sarebbero sbiaditi e diradati, le sue braccia avrebbero teso con meno vigore le funi con cui assicurava la vela alla sua barca. E che Maui avrebbe assistito a tutto ciò impotente, nella sua eterna e statuaria fiera bellezza.
“Come stai Moana?” Chiese l’uomo, asciugandosi le labbra dal succo dell’ananas.
“Bene, sto bene. Il villaggio sta diventando più complicato del previsto da amministrare, ma è un compito di cui mi faccio carico senza tirarmi indietro.”
“A quanto pare stai facendo un buon lavoro. Non mi sono giunte notizie di rivolte o isteria di massa” Disse lui, scherzando, per poi tornare serio. “Guarda che lo capisco che non mi dici tutto il vero. Cosa c’è che non va?”
Moana esitò qualche istante, stringendo al petto le ginocchia. Dopo si avvicinò a Maui, posando la sua piccola fronte sulla sua, spaziosa. Era il posto più sicuro al mondo.

Maui capì. Ancora quella preoccupazione, che non accennava ad abbandonarle la mente. “Moana, godiamoci quello che abbiamo ora. Il futuro non possiamo controllarlo, è inutile preoccuparsene.” Le posò un bacio sulle labbra. “Guarda quanto sei bella.””
“Sfiorirò. È il mio destino.” Disse lei, rispondendo al bacio.
“Il mio invece è starti a fianco, e indicarti la via. Come faccio da quando sei al mondo. Che sia il Sole, o sia la Luna, un modo per guidarti e illuminarti il cammino lo troverò sempre. Te l’ho promesso, e lo prometto nuovamente.”

Moana represse le lacrime, sorridendogli con estrema dolcezza. Tentò di ricacciare indietro la paura dell’avvenire. “Hai ragione Maui. Dobbiamo vivere il presente. Non voglio perdere più tempo.” Con decisione, cominciò a spogliarsi dagli abiti di lino. 

Maui ricominciò ad avvertire il cuore nel petto, più simile che mai nelle funzioni e nel sentire, a quello di un umano. Moana aveva ciò di peculiare: lo faceva sentire umano. Lesto, si liberò del suo indumento, e lasciò che Moana si posasse cavalcioni sul suo corpo. Una nube solitaria oscurò i raggi della Luna, un vento di bonaccia appiattì il mare. Quell’istante era solo per loro, e la natura, spietata, ma talvolta infinitamente generosa ,concesse ai loro respiri di creare l’unico suono che avrebbero conservato di quel ricordo. Maui le accarezzò viso, petto, ventre e gambe, mentre Moana ondeggiava i capelli sul suo petto, tenendolo prigioniero dei suoi movimenti. 
Alla fine gridarono insieme, rischiarando il cielo e ridestando l’oceano. 
Rimasero uno accanto all’altra per tutta la notte. 
Prima di andare, poco prima che la Luna perdesse la sua intesa luminosità, soggiogata dal sole, Maui sussurrò nuovamente e con un calore che fece rabbrividire Moana, la sua promessa. 

“Che sia il Sole, o sia la Luna, un modo per guidarti e illuminarti il cammino lo troverò sempre”.

All’alba, l’uomo si rivestì, riprese il suo amo e, non prima di aver baciato con vigore Moana, e venir da lei deliziato con un’altra carezza ardente sotto il suo indumento, spiccò il volo, sparendo tra le nuove bianche.

“Alla prossima luna, mio tesoro”. Sussurrò lei, alzando una mano verso il cielo, tenendo la sagoma dell’aquila ben posizionata tra pollice e indice. Portò poi la mano al cuore, tentando di placarlo.

“Alla prossima luna.”

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Oceania (Moana) / Vai alla pagina dell'autore: Caelien