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Autore: MauraLCohen    01/04/2020    1 recensioni
[Storia scritta durante un event del gruppo “We are out for prompt” di Facebook da cui arriva il prompt.]
E se Ryan e Kirsten, dopo la laurea in architettura del ragazzo, si fossero messi in società?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirsten Cohen, Ryan Atwood, Sandy Cohen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di mamma'
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Mentre la cittadina di Berkley dormiva, le luci della cucina di casa Cohen erano ancora accese per permettere a Kirsten e Ryan di lavorare sulle carte del progetto che avevano davanti. Da qualche mese, infatti, i due avevano deciso di mettere su una società insieme e l’idea fin da subito aveva accolto il benestare di tutti, di Sandy soprattutto. Con Sophie ormai grandetta, Kirsten si era ritrovata ad avere un sacco di tempo libero e a lei non piaceva stare con le mani in mano, stava diventando matta restando a casa a non fare nulla, e così aveva proposto a Ryan - ormai divenuto architetto - di provare ad avviare un’impresa simile al Newport Groupe ma più piccola. Il ragazzo ne era entusiasta: Kirsten aveva una grande esperienza nel campo dell’edilizia, visto che era sempre stato il suo settore, e questo avrebbe permesso a Ryan di attingere dalle conoscenze della donna tutto ciò che gli avrebbe permesso di crescere e migliorarsi. Che suo figlio avesse una propensione naturale per l’Architettura, Kirsten lo aveva capito già nei primi mesi, quando Sandy lo aveva portato a casa nove anni addietro, ma quando vide Ryan con la toga il giorno della laurea ne ebbe la certezza assoluta; forse Sandy non ci aveva fatto caso, ma lei aveva riconosciuto negli occhi di Ryan la stessa luce, lo stesso entusiasmo che aveva avuto anche lei nel giorno della sua laurea. Avere la fortuna di trovare la propria strada non è una cosa da sottovalutare si disse Kirsten. 
Ora si trovavano lì, intorno al tavolo della cucina, davanti all’ennesimo progetto che avevano sviluppato, mentre le tazze di caffè ancora piene man mano si raffreddavano.  
« Se buttassimo giù questa parete e creassimo un unico ambiente? » ipotizzò Ryan, indicando con la matita una parte del foglio che occupava quasi tutto il tavolo. 
« La zona risulterebbe molto più ampia e luminosa. È una buona idea! » confermò Kirsten, sorridendogli. Ryan rispose al sorriso ma il sonno lo tradì, facendogli scappare uno sbadiglio. Ormai lavoravano ininterrottamente da ore e nessuno dei due sembrava voler smettere, ma la stanchezza iniziava a farsi sentire e Kirsten poté leggere chiaramente nel volto del figlio, che prendeva un avido sorso di caffè, tutta la fatica di quella giornata. Ai suoi occhi Ryan sembrava ancora quel sedicenne che trovava addormentato in soggiorno davanti ai film con cui Seth lo torturava, da allora erano passati tanti di quegli anni, erano cambiate tante cose, ma non l’affetto che lei provava per i suoi tre figli. Quello non sarebbe mai cambiato. 
« Vai a letto, Ryan! » disse Kirsten mentre gli toglieva la tazza di caffè dalle mani. « Qui tanto siamo a buon punto, non serve fare tutto in una notte. » Questi rimase per un istante a fissare la madre, perché ad essere onesti lui odiava lasciare le cose a metà e sapeva che anche lei non era da meno; tutto sommato, però, la stanchezza era davvero tanta e Ryan la sentiva tutta. Il giorno dopo, finito o no, avrebbero comunque dovuto alzarsi presto per prendere parte ad una riunione, perciò decise di ascoltare Kirsten. I due uscirono dalla cucina lasciando tutto così com’era, ci avrebbe pensato lei domattina a rimettere un po’ in ordine. Nel corridoio davanti alle scale, Ryan si infilò il giubbotto e si avvolse la sciarpa al collo, Berkley chiaramente non aveva le stesse temperature di Newport. « Vado a salutare Sophi » disse mentre finiva di sistemarsi. Kirsten annuì e salì con lui al piano di sopra. « Domani alle 9.00 » gli ricordò lei davanti alla porta della cameretta. Ryan fece un cenno d’assenso e le augurò la buonanotte, poi entrò a vedere se la sorellina dormiva, mentre Kirsten raggiunse Sandy a letto. Cercò di fare piano per non svegliarlo, ma il tentativo fu fallimentare. « Avete finito ora? » le chiese Sandy, ancora un po’ addormentato. Kirsten annuì, rannicchiandosi vicino al marito che le cinse la vita con un braccio, iniziando ad accarezzarle la schiena. « Ryan ha avuto una bella idea per velocizzare i lavori di ristrutturazione della casa nel centro storico. Ha talento. » Kirsten aveva la testa poggiata sul petto di Sandy e in quella posizione riusciva a sentire il suo battito, quel suono unito a tempore del corpo del marito le stavano conciliando il sonno lentamente. 
« L’ho sempre detto che voi due siete una bella squadra » le rispose Sandy a bassa voce mentre le posava un tenero bacio sulla fronte. 

   
 
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