Consiglio la lettura ascoltando "The death of Fingon" , nonostante non sia quello il personaggio in questione (che sono sicura abbiate già riconosciuto).
 

So high, so bright

È in alto.
Era già stato in alto. Più in alto di quanto potesse mai arrivare. Eppure il Cuore di Fuoco sembrava ancora così lontano…
Ora, con la coscienza che va e viene nella consapevolezza della fine, gli sembra che quella distanza si sia azzerata.
Lo osserva a lungo, fino a bruciarsi gli occhi, ma in fondo questa è la sua ultima possibilità per farlo.  E lui lo sa, oh se lo sa, che quegli occhi non vedranno un’altra alba.
Così splendente…
Era sicuro di essere riuscito ad eguagliarlo. No, a superarlo. Perché lui non era un’immobile palla di luce, no. Lui era il magma che gli ribolliva all’interno, che gridava nell’eco dello spazio la sua rabbia con eruzioni di sangue infuocato.
Lui era il ruggito di una fiamma più ardente, che avrebbe ridotto in cenere la luce stessa se non fosse stata -in minima parte- incatenata con giudizio ad un corpo che ne esaltava il valore e rattrappiva il furore.
In minima parte soggiogata.
Mentre Vasa… lui non deve nascondersi, non deve trattenersi per sbriciolare il fragile contenitore cui è avvinto.
…perché semplicemente non ne avrebbe il potere.
Allora perché splende così forte?
Non lo sopporta, non ora. Non sapendo che quella fiamma che tanto aveva custodito lo abbandonerà presto.
Abbassa lo sguardo e sorride.
È un lieve piegarsi delle labbra, un pianto ironico privo di lacrime, per il semplice fatto che i suoi occhi sono fiamma e rabbia, e il calore non ha mai permesso loro di lasciarli.
Sulla pianura ci sono delle ombre. Le vede anche da lì, anche oltre le macchie di luce che fanno da scudo ai suoi occhi.
Sembrano fiori.
Rose dalle spine di metallo infisse a terra, rose rosse e nere –e bianche, perché i loro occhi non lo possono vedere, il sole- che giacciono a terra calpestate, stropicciate e dai gambi spezzati che implorano pietà.
Lo riconosce quel grido silenzioso, richiesta di una pace che è stata loro concessa e che invece lui non troverà mai.
Quelli erano i suoi uomini, e quelli sono i loro corpi e il loro sangue.
E quello che gli sta colando sul mento…
…quello è il suo, di sangue, non è vero?
 
«[...] non ebbe né tomba né sepolcro perché così focoso era il suo spirito che, come se ne staccò, il corpo cadde in cenere e fu spazzato via come fumo...»
J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion


ANGOLINO DELL'AUTRICE
Buongiorno a tutti! Spero stiate bene!!!
Ho deciso di metterlo alla fine per non spaventarvi con le mie paranoie, e spero siate arrivati fin qui.
Questa -come tutte le fanfiction da me scritte su "Il Silmarillion"- non vuole assolutamente essere paragonata all'opera originale (e chi lo farebbe); la mia unica intenzione in questo caso è stato offrire un "tributo" al personaggio forse più importante del libro, per cui non credo siano stati questi i suoi unici pensieri prima della fine, ma è ciò che io associo a lui in alcuni dei suoi ultimi istanti (non preoccupatevi se non capite, nemmeno io so cosa stia dicendo).
Vi ringrazio ancora per aver letto fin qui, e se voleste scrivermi -una recensione o in privato- per consigli, osservazioni o/e critiche costruttive, non esitate!
Buona serata a tutti!!!