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Autore: valechan91    03/04/2020    1 recensioni
"The taste of their first kiss was the cold taste of death."
Quando crolla il Cielo, la Tempesta impazza e perde la sua direzione.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A kiss of oath into death

The taste of their first kiss was the cold taste of death.


Era ancora lì, immobile, incapace di distogliere lo sguardo.
La Famiglia Vongola non era forse mai stata tanto vulnerabile come in quel momento. 
E lui, Gokudera Hayato, era ancora lì, in quel bosco, a fissare quel corpo ormai senza vita disteso in quella bara nera.
Quando il Cielo era crollato, la Tempesta aveva iniziato ad impazzare furiosa, senza trovare sfogo alcuno. 
Da quando lo aveva conosciuto erano ormai passati dieci anni, e il suo desiderio più grande ( uno di essi) si era realizzato. Era diventato il temuto braccio destro del giovanissimo Decimo Vongola, Sawada Tsunayoshi, all'età di 25 anni. Allora erano solo dei ragazzini in un gioco più grande di loro, ma che avevano trovato nella loro amicizia qualcosa da proteggere.
Glielo aveva insegnato lui, ed era ironico che, ormai, anche lui lo pensasse.
A seguito della dura e sanguinosa Battaglia degli Anelli contro i membri dei Varia, il Nono aveva deciso di destinatare Tsuna e i suoi Guardiani al compito che gli spettava, sempre sotto la guida del fidato Reborn.
Le cose, però, andarono proprio come si aspettava l'anziano.
Data la giovane età della nuova generazione, le altre famiglie non si fecero scrupoli ad attaccarli, anche quando iniziarono il liceo Namimori. Sawada, però, tenne duro, e nonostante tutto tenne stretti a sè i propri affetti.
Hayato non lo avrebbe mai ammesso apertamente, ma ognuno di loro era lentamente diventato importante, non solo per il suo caro boss. Ognuno di loro teneva stretto quel legame, e quegli anelli che tanto sangue erano costati e che rappresentavano ciò che li univa ad un livello tangibile.
L'albino ripensandoci avvertì gli angoli delle labbra piegarsi in un sorriso, mentre stringeva i pugni fino a far sbiancare le nocche.  Il sè stesso ragazzino non avrebbe mai creduto possibile che Tsunayoshi avrebbe mai potuto pronunciare quelle parole.
Erano passati ormai otto anni dalla cerimonia di successione che Sawada, vedendo ancora una volta i suoi amici feriti, prese una dura decisione: eliminare il problema alla radice, gli anelli.
Nessuno sapeva del segreto dell'anello del Cielo, ma nonostante tutto erano presi di mira, in quel mondo in cui le guerre erano stabilite dalle box e dalla potenza delle fiamme e dei loro attributi.
Gokudera si oppose per la prima volta alla decisione del Decimo, ma il ragazzo fu irremovibile.
E adesso, eccolo, un corpo gelido in una bara.
Era cominciato tutto un anno prima. 
Le famiglie Giglionero e Gesso erano state, secoli prima, loro alleati, ma allo stato attuale delle cose erano loro nemici. in più, il nuovo capo della famiglia Gesso, Byakuran, aveva creato con la loro unione la famiglia Millefiore, che in libera ascesa puntava al dominio assoluto.
I Vongola erano stati presi di mira, ma Tsunayoshi era deciso ad una pace.
Hayato sentì gli occhi inumidirsi leggermente, quel ragazzo era sempre rimasto se stesso.
La prima volta lo aveva aiutato nonostante fosse un nemico, gli aveva insegnato il valore della vita e voleva addirittura pacificare una situazione giudicata disperata da chiunque.
Sawada Tsunayoshi non era adatto al loro mondo, Mukuro Rokudo lo aveva sempre detto, anche dieci anni prima. Ma era forse proprio quello il suo punto di forza, quell'essere così diverso da tutti gli altri, a renderlo invece il più adatto.
Anche per questo, era diventato tutto il suo mondo. 

Tsuna si accordò per un incontro con Byakuran, portando con sè solo il suo braccio destro e Hibari Kyoya, il Guardiano delle nuvole, quello più forte (Gokudera, nonostante gli anni, doveva a malincuore ammetterlo).
I Millefiore avevano sviluppato una tecnologia misteriosa, che aveva da poco portato via al giovane Decimo il proprio tutor, per sempre. Hayato non avrebbe mai dimenticato quei giorni, in cui Tsuna smise di mangiare. Servirono le stupidaggini del loro Fulmine, Lambo, e gli insegnamenti ricevuti, a farlo tornare da loro. Era stato difficile. 
Per una volta, doveva proprio ringraziare la stupida mucca.
Il fissato del baseball, o meglio ex fissato, si era opposto. Yamamoto Takeshi, giovanissima promessa della Major League, aveva deciso di ritirarsi a soli 22 anni. Anche lui doveva molto al giovane Sawada, e ormai il suo sogno si era realizzato. Voleva, però, continuare ancora a stare nei Vongola, insieme agli altri.
Sasagawa Ryohei, invece, praticava ancora la boxe, e anche lui si oppose all'estremo. Ma Tsuna era deciso. 
Gokudera, la sera prima dell'incontro, notò lo sguardo preoccupato del suo boss, senza sapere nè il motivo, nè che sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe visto vivo.
Quando Tsuna entrò nell'enorme sala della villa dei Millefiore, trovò Byakuran ad attenderlo, mentre i suoi guardiani attesero fuori. 
Passarono solo pochi minuti. Uno sparo.
Sawada Tsunayoshi era stato colpito dritto al petto. 
Hibari aprì la porta a colpi di tonfa, lui lanciò la dinamite prima di prendere il proprio boss. Scapparono lontano, raggiunti poco dopo dalla nuvola che aveva eliminato tutti a tonfate, sebbene fosse deluso. Byakuran era fuggito.
Per Tsuna, però, non c'era nulla da fare. Era successo tutto solo tre giorni prima. 

Gokudera tornò alla realtà, sempre in piedi a fissare quella bara.
Non avrebbe visto mai più il Cielo sorridergli.
Avevano deciso di seppellirlo in segreto, nel profondo di un bosco, a pochi chilometri dalla base sotterranea fatta costruire proprio da chi riposava in quel feretro.
Era stato straziante.
Lambo piangeva, insieme a Chrome. Si era materializzato anche Mukuro, per rendere omaggio. 
Quel tipo sapeva che Tsunayoshi si stava adoperando per farlo rilasciare dai Vindice.
Per la prima volta, negli occhi della Nebbia aveva letto un velo di tristezza.
Si era materializzato per pochi minuti, per poi svanire nel nulla.
Yamamoto, lo stesso giorno dell'omicidio, aveva perso anche suo padre Tsuyoshi in un attacco al TakeSushi.
A nulla era servito l'intervento di Belphegor, che era lì in quel momento.*
Anche testa a prato era triste, quel giorno. Non era esaltato come sempre.
Kyoya, in silenzio, aveva tenuto da parte i suoi tonfa per l'occasione.
E lui? Per lui, il tempo si era fermato con quello sparo. 
Era come se tutti gli elementi fossero fuori controllo, senza il Cielo.
Nuvola e Nebbia si diradavano, la Pioggia non lavava più la tristezza, il Sole non illuminava più con la sua allegria, il Fulmine si scaricava con le lacrime.
La Tempesta non capiva più nulla, vagando furiosa.
Aveva partecipato anche il Nono, quel giorno. Il consigliere esterno e sua moglie, i genitori di Tsuna, erano lontani. 
Hayato aveva chiesto di essere lasciato solo, avrebbe chiuso lui la bara. Nessuno aveva osato dire nulla.
Ed ora eccolo lì, come incantato. In quel feretro pieno di gigli giaceva immobile colui che era il suo intero mondo, colui che gli aveva dato una seconda vita.
Tsunayoshi non lo aveva allontanato, lo aveva accettato per come era, insegnandogli quanto fossero importanti gli amici e il dono della vita. Ogni tanto si chiedeva se avesse fatto anche lui qualcosa per quel ragazzo dai capelli castani, minuto, tanto imbranato quanto forte.
Come suo braccio destro, lo sapeva. Con quei guanti, il giovane poteva fare tutto.
Ma ormai faceva parte tutto del passato.
Gokudera si avvicinò lentamente, inginocchiandosi, lasciando cadere le lacrime che aveva nascosto fino a quel momento, in un pianto composto e silenzioso.
Si asciugò gli occhi, dopo minuti interminabili, fissando un'ultima volta quel volto.

Poi improssivamente accennò un sorriso, e lentamente, con una dolcezza quasi innaturale, avvicinò il viso e baciò le labbra  fredde di Tsunayoshi. 
Il sapore di quel primo bacio aveva il gelido sapore della morte. 
Quando si staccò, pensò che non era riuscito a dirgli ciò che sentiva davvero per quel ragazzo. 
Ora non ne aveva più la possibilità.
Se avesse potuto tornare indietro...
Ma era tempo di andare ormai, non poteva restare lì in eterno.
Con una lentezza quasi esaperante, sollevò il coperchio laccato di nero con lo stemma dei Vongola e una enorme X, per chiudere la bara.
Aveva sigillato anche una parte del suo cuore.
Si girò, e senza voltarsi mai indietro, a passi lenti, si allontanò.
Ciò che l'uomo non sapeva e che il suo Boss aveva un piano, che stava guidando anche in quel momento.


Passarono poche ore, e Hayato ancora vagava per quel bosco. Aveva troppi pensieri per la testa per tornare subito nella loro base.
Dispersa tra l'erba, trovò una vecchia box, piena di terriccio e di muffa.
La ripulì con un fazzoletto e la portò nella base. Non volle vedere nessuno. 
Avvisò Yamamoto e decise di capire come aprirla.
Improvvisamente, Hayato avvertì un brivido lungo una schiena, come una sensazione. 
Forse avrebbe trovato una risposta, ancora una volta, dove l'aveva trovata, nel bosco.
Uscì di corsa dalla base e si avventurò.
La sensazione aumentò, e alla fine si ritrovò molto vicino a quel luogo.
Il destino era davvero beffardo, voleva che soffrisse ancora? Non era abbastanza?
Iniziò a sentire dei rumori, e incalzò il passo, arrivando a  pochi metri dalla bara.
Riprese fiato, mentre i rumori continuavano.
"Chi va là?" urlò, facendosi largo tra il fogliame.
Quella non era giornata. Chi osava profanare quel luogo? 
Avvicinandosi, gli sembrò di vedere un'allucinazione.
Nella bara aperta, un ragazzino minuto con i capelli castani, con quello sguardo che avrebbe riconosciuto ovunque.
Sentì il suo sguardo posarsi su lui.
"Gokudera-kun---?" sentì pronunciare in tono incerto
"Decimo...io..." 
Hayato sentiva la gola secca, era incredulo, ma doveva trovare la forza di parlare.
Senza smettere di guardare quel ragazzino ( non ricordava fosse così piccolo), gli balenò nella mente un pensiero. Forse aveva una possibilità.
Aveva ritrovato la propria determinazione. Così, si avvicinò lentamente al ragazzo, mettendogli poi le mani sulle spalle.
Avrebbe ripreso in mano tutto, e forse stavolta le cose sarebbero andate in modo diverso.
Gokudera, in quel momento, non sapeva quanto fosse vicino alla realtà delle cose. 
La sua fiamma, quella del cuore, quella della vita, della determinazione, era di nuovo lì.





è la prima volta che provo a scrivere una 5927, abbiate pietà.
è una coppia che si è guadagnata da poco un posto speciale nel mio cuore, insieme alla 8059.
Questo fandom per me è importante, e vederlo ancora vivo mi rende felice.
L'idea per la storia mi è nata leggendo la frase e l'ho collegata al mio personaggio preferito. Gokudera. 
Spero vi sia piaciuta. Alla prossima!



* nel secondo volume dei Secret Bullet (le novel), durante le battaglie contro i Varia, Belphegor viene mandato ad uccidere il padre di  Takeshi per via dello Shigure souen, ma poichè resta colpito dall'abilità dell'uomo con i coltelli decide di non ucciderlo, restando anche a mangiare del sushi. Viene lasciato intendere che probabilmente sarà un cliente quasi abituale ( cosa che vediamo anche nell'anime, nell'arco filler della Prima Famiglia).
   
 
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