Caro
Moony,
ci
rincresce doverti informare che a causa di varie complicazioni durante la
missione siamo costretti a rinviare il nostro rientro di almeno un mese. Con la
speranza che sia l’ultimo rinvio e che Paddy non ti abbia già ucciso per
sfogare la sua irritazione
tuoi affezionatissimi Lily e James
Remus
sospirò: questo era ormai la terza lettere cha riceveva da quei due ed il
contenuto era sempre lo stesso: rimandavano il loro rientro, speravano che non
fosse morto e tanti saluti.
«Che
dicono?» chiese Sirius, anche se l’espressione del mannaro non lasciava dubbi.
«Le
stesse cose…» lo informò sconsolato Remus sedendosi stanco.
«Ma
coma fai a stare calmo Moony?! Non pensi che dovremmo informarci su ciò che sta
accadendo? Insomma non è da loro questo comportamento…»
«Lo
so, Paddy, lo so! Ma io ho fiducia in loro e se dicono che è tutto apposto
allora non ci rimane che aspettare!»
«Ma
non si tratta di fiducia Rem!» gli urlò Sirius «È che sono preoccupato!»
«E
credi che io non lo sia?!» urlò furioso e ferito Lupin alzandosi.
«Non
intendevo questo… scusa»
«No…
scusa tu. Ascolta: l’unica cosa che possiamo fare è aspettare notizie…»
Black
annuì e si sedette accanto al vecchio amico.
I
giorni trascorsero lenti e tormentati mentre le vane speranza dei due amici li
sostenevano giorno e notte; il mese di ritardo annunciato nella lettera fu
superato e la preoccupazione crebbe giorno dopo giorno: Sirius divenne molto
irritabile, Remus molto silenzioso.
Finalmente
tre settimane dopo un gufo entrò dalla finestra. Remus si precipitò su di lui
strappandogli la lettera e chiamando a gran voce Sirius. C’era scritta una sola
riga.
Siamo
appena tornati: ci trovate a casa
Vostri
L. e J.
I
due malandrini si guardarono, più preoccupati di prima, con un solo pensiero. Si
smaterializzarono in contemporanea e ricomparvero davanti casa Potter. Sirius
bussò brusco.
Un
James più spettinato e distratto del solito aprì la porta.
«Sirius,
Remus! Che piacere vedervi!» esclamò come se si fossero visti pochi giorni
prima.
«James!»
gli urlò contro Sirius «Ma ti sembra il modo di trattarci?! Insomma tu e Lily
siete spariti così, senza dirci nulla… e poi quelle lettere… insomma che è
successo?»
«Paddy!»
si intromise la voce di una donna «Moony! James perché li fai rimanere lì alla
porta? Entrate su..» e fece loro spazio perché passassero.
Si
sedettero nervosi sul divano. Ancora una volta i loro comportamenti
evidenziavano la diversità dei loro caratteri: Sirius tamburellava nervosamente
con le mani sulle ginocchia respirando nervosamente; Remus sembrava riflettere
con lo sguardo perso nel vuoto, ma il lieve pallore del suo viso tradiva la sua
falsa calma.
Quando
anche James e Lily si furono accomodati di fronte a loro la rabbia di Sirius
esplose.
«Voi!»
cominciò ignorando il tentativo di Remus di fermarlo «Non vi fate sentire per
mesi, non ci spiegate il che diavolo di missione siete coinvolti e ci accogliete
come se niente fosse?! Lo sapete da quanto tempo non vi sentiamo?»
«Mmh…
quasi un anno?» chiese James con aria ingenuamente pericolosa.
«Infatti!»
sbottò ancora più irato Padfoot.
«Sirius…
aspetta almeno che ci spieghino cos’è successo…» provò a calmarlo Moony.
«In
realtà» prese parola Lily «Non possiamo parlarne: Silente ci ha espressamente detto
di…»
«Uffa!
Ma se non potete dirci nulla e sembrate non esservi accorti di quello che ci
avete fatto passare, perché ci avete fatto venire qui stasera?»
«Beh…
Lily aveva preparato i suoi deliziosi manicaretti e volevamo invitarvi a cena
per farci perdonare…»
La
prospettiva di un’ottima cena – Lily era una cuoca eccezionale – e magari di
una buona burrobirra sembrò calmare di molto Sirius che sorrise cordiale;
Remus, però, rimase silenzioso per tutta la cena.
«E
ti ricordi quando Mark Aliston finì nel calderone pieno di pozione polisucco?» chiese
Sirius all’amico dopo cena.
«Già»
rispose James divertito «Fu uno spettacolo vederlo trasformarsi nella sua
compagna di banco! Quella volta sei stato davvero cattivo: prima ai messo i
capelli della ragazza nel calderone e poi lo hai fatto cadere dentro!»
«Ehi!
Non l’ho fatto cadere io nel calderone!» si difese Padfoot.
«Neanch’io!»
controbatté Prongs ed entrambi si voltarono verso Remus attirando la sua attenzione.
«Entrambi!»
decretò lui «Lo avete fatto cadere entrambi nel calderone! Povero ragazzo…»
Sirius
e James scoppiarono a ridere: da ragazzini erano stati delle veri pesti. Remus
tornò ai suoi pensieri, ma Lily si accorse che qualcosa non andava.
«Rem
che hai?» chiese attirando l’attenzione degli altri due sul mannaro.
«Io?»
chiese lui cadendo dalle nuvole «Nulla»
«Nulla?»
questa volta a parlare fu James «Ma se non hai detto una parola per tutta la
sera»
«Già»
continuò Sirius «Che problemi hai? Lily e James sono tornati, stanno bene, alla
luna piena mancano due settimane… cosa vuoi di più dalla vista?» ironizzò.
James
scoppiò a ridere e anche sul volto di Lily comparve un sorriso: solo Remus rimase
impassibile.
«Non
è divertente!» commentò freddo. Tutti si zittirono; poi James e Sirius si
scambiarono un sguardo malandrino.
«Remus…»
«…sei…»
«…morto!»
Sirius
e James saltarono addosso al mannaro facendo rovesciare il divano. Cominciarono
a solleticarlo sulla pancia e sul collo, ma da come si contorceva Lupin
sembrava lo stessero torturando. Lily alzò paziente gli occhi al cielo come una
madre che assiste impotente ed un po’ complice alle marachelle dei figli. Solo dopo
un eroico quarto d’ora Remus si arrese e i tre scoppiarono a ridere di gusto.
«Questo
è il Moony che conosco!» esclamò felice James mentre Remus tirava su il divano
e Sirius si manteneva ancora la pancia per le risate.
«Beh
non sperare di avermi distratti Prongs!» e lo sguardo di Lupin tornò serio «So
che nascondete qualcosa!» disse poi rivolto a Lily che assunse l’aria più
innocente che aveva.
«Oh
avanti Moony: quell’argomento è chiuso…» disse Sirius con noncuranza, ma Remus sembrò non udire affatto il suo commento perché
non staccò gli occhi da Lily.
«Forse
potete ingannare Padfoot…» continuò.
«In
che senso scusa? Che vorresti dire??» chiese Sirius questa volta attento, me
Remus proseguì senza risponderlo.
«Ma
con me non attacca! La scusa di Silente l’ha trovata James, vero?»
«E
Allora?!» chiese quest’ultimo irato come Sirius «Padfoot credo che stasera
Moony sia in vena di critiche e…» ma Lupin li zittì con un gesto della mano.
Poi
si avvicinò a Lily e le prese le spalle per costringerla a guardarlo negli
occhi.
«credi
non mi sia accorto del tuo pallore? O delle occhiaie? O del tuo volto stanco? E
James non è in condizioni migliori! Quindi non mi importa a chi avete giurato
silenzio:ora voglio sapere che cosa è successo!» le ultime parole firono quasi
urlate.
Lily,
che avrebbe dovuto assumere un’aria quantomeno seria, scoccò uno sguardo
divertito e trionfale al marito.
«Ho
vinto!» esclamò e James rivolse uno sguardo deluso a Sirius.
«Cosa?»
chiesero in contemporanea Moony e Padfoot.
James
guardava ancora deluso Sirius, mentre negli occhi di Lily, rivolti a Remus, si
leggeva una profonda gratitudine.
«Ragazzi
mi sento un po’ a disagio…» confessò Sirius che si aspettava da un momento all’altro
di essere attaccato da James.
«E
voi due non mi avete ancora spiegato cos’è successo!» ricordò Remus.
I
due Potter si guardarono complici sorridendo, cosa che però non fece altro che
aumentare l’irritazione di Remus e Sirius che, vedendo il compagno così deciso,
si erra convinto dei suoi sospetti.
«Allora?!»
chiesero entrambi scocciati.
«James
caro… credo sia arrivato il momento di spiegar loro il motivo del nostro ritardo,
delle occhiaie e di tutto il resto…» disse calma Lily.
James
annuì sorridendo e scomparve dietro la porta della camera da letto. Padfoot e
Moony guardarono perplessa Lily che, però, fece finta di nulla finché il marito
non tornò nella stanza con un fagottino azzurrò in mano.
«Vi
presento il motivo di tutti i nostri guai» disse solenne scoprendo la testolina
bruna di un neonato.
E
fu come se una magia scagliata da uno sconosciuto fosse scesa nella stanza: in
un attimo la semplice presenza di quel neonato fece scordare ai due malandrini
tutta la rabbia che ribolliva loro dentro.
«È…
è…» provò ad articolare Sirius.
«…stupendo…»
concluse un imbambolato Remus.
James
e Lily si guardarono sicuri che il loro bambino avrebbe causato quella
reazione.
«Volevamo
farvi una sorpresa» spiegò James.
«Per
questo abbiamo finto di partire per una “missione” per tutto il tempo della gravidanza»
continuò Lily sorridendo.
«Come
si chiama?» chiese Lupin con gli occhi che ancora gli luccicavano.
«Harry…» rispose
Prongs.
«Harry James
Potter» precisò la moglie.
Remus
li guardò basito.
«Perché
hai permesso questa pazzia?» chiese seri a Lily.
«Prego?»
«Harry
JAMES Potter?!» ripeté lui sottolineando il secondo nome.
«Cos’hai
contro il mio nome?» chiese James infastidito che cominciava a sospettare che l’amico
ce l’avesse con lui quella sera.
«Nulla!
Ma… insomma JAMES!» e cercò sostegno negli occhi della sua migliore amica.
«Perché
non ti va bene? Io lo trovo il nome più bello del mondo!» esclamò lei, gli
occhi come tanti anni prima dopo il suo primo bacio con quello che sarebbe
diventato poi suo marito.
Remus
abbassò la testa sconfitto mentre James posava cauto il piccolo Harry tra le
braccia inesperte di Sirius.
«Ed
io che cercavo sostegno! Ho scordato che tu sei di parte Lily!» ed entrambi
risero.
Intanto
il piccolo tra le braccia di Padfoot cominciò ad agitare i pugnetti e quando il
malandrino provò a calmarlo con i classici versi che si fanno ad un neonato,
Harry gli fece una divertita linguaccia.
«Ehi
Prongs! Certo che ha preso tutto da te!» esclamò lui divertito «Sarà un degno
malandrino!»
«Certo!»
confermò James «Se poi pensi che avrà un padrino come te!»
Lily
fece appena in tempo a prendere Harry che, per la sorpresa, Sirius aveva
scordato di avere tra le braccia abbassandole di colpo.
«Co…
co… cosa? Io. Padrino. Di Harry. Io?» balbettò mentre i Potter sorridevano e Remus,
felice, gli poggiava una mano sulla spalla.
«Non
ci avete ancora detto che cosa ha vinto Lily» disse dopo un po’ Moony.
«Una
scommessa» annunciò lei fiera «Io e James avevamo scommesso su chi si sarebbe
accorto per primo che qualcosa non andava…»
«…e
ha vinto lei perché aveva scommesso su di te…» concluse James lanciando un
altro sguardo deluso su Sirius.
«Avanti
Prongs… non prendertela! Lo sai che Remus è un attento osservatore!»
«Già…»
Un
Sirius davvero dispiaciuto guardò il compagno non sapendo come farsi perdonare,
ma appena vide lo sguardo divertito di James gli saltò addossò.
«Maledetto!
Volevo solo far5mi sentire in colpa eh?!» gli urlò mentre lo prendeva a
cuscinate.
Quando
la situazione si fu di nuovo calmata, Lily pose il bambino in braccio a Remus
che sussultò.
«Lily
cosa…?»
«Beh
sei l’unico che non l’ha ancora preso in braccio…» sorrise lei.
«Ma
io… no Lily… ecco…»
«Rilassati
zio Luna!» esclamò Prongs.
«Ti
ho già detto che alla luna piena mancano due settimane?» ironizzò Padfoot.
«Ma
sì: ho capito!» esclamò poi James «È l’emozione di tenere mio figlio in braccio
che ti fa esitare, vero?» chiese con atteggiamento fiero e spavaldo.
Ma
il volto di Remus non sembrava d’accordo con le parole dell’uomo e Sirius e
Lily scoppiarono a ridere; solo quando la ragazza scorse gli occhi lucidi di
Rem divenne seria e in un attimo calò il silenzio.
«Ehi
amico che hai?» chiese Sirius sedendosi accanto a lui.
«Nulla…
riflettevo. Harry è davvero bello: credo che avrà gli occhi di sua madre… e
bello essere padre, vero James?» chiese poi, gli occhi ancora lucidi.
«Beh
sì! Ma scusa perché lo chiedi? Quando sarai padre lo capirai anche tu!»
Remus
scosse la testa.
«Sapete…
io vi ho sempre invidiati: quando si parlava di futuro saltavano fuori parole
come Auror o Guaritore… ma io non ho mai detto nulla. Anche ora so che non
prenderò mai tra le braccia mio figlio…»
Questo
non è vero!» esclamò Lily quasi indignata per le parole assurde dell’amico «Remus
tu un giorno troverai qualcuno che sappia amarti e sarete una famiglia» continuò
non arrendendosi nonostante Moony scuotesse la testa.
«Sì
invece!» urlò «ed un giorno tu verrai a trovarmi e mi presenterai tua moglie e
tuo figlio»
«Li
presenterai a tutti noi!» esclamarono in coro gli altri malandrini.
«Promesso?» chiesi seria Lily.
Remus
parve riflettere per qualche istante, poi sorrise.
«Promesso!»
C’era
troppa felicità per poterla rovinare con parole sconvenevoli. Per un sera,
stringendo tra le braccia il piccolo Harry, Remus si lasciò illudere che avesse
una vita normale… che anche lui potesse avere un futuro felice. In fondo, si
disse, non gli avrebbe fatto così male.
«Hai
preso il mantellino?» chiese un vaco di una donna un po’ alterata.
«Sì»
sospirò un uomo «Dora non essere così nervosa! Se non te la senti…»
«Non
è questo… solo che… in realtà non so neanch’io perché sto così…»
Remus
sorrise mentre sistemava il mantellino sul piccolo Teddy che stringeva i
pugnetti; in un attimo l’immagine di Harry si sovrappose a quella di suo
figlio: era cosi ingiusto! Entrambi erano nati nel momento sbagliato, ignari
del mondo nel quale sarebbero vissuti.
«Pronta?»
chiese prendendo amorevolmente la mano di sua moglie e, dopo un cenno del capo
di quest’ultima, i due sparirono.
Il
paesino era tranquillo, forse perché era mattina presto. L’aria ormai aveva
perso il freddo dell’inverno e Tonks e Lupin si avviarono verso il centro. Nella
piccola piazza un monumento ai caduti si trasformò sotto i loro occhi nella statua di due adulti,
un uomo ed una donna, e nelle braccia di quest’ultima, un bambino. I due si
fermarono, Tonks leggermente stupita, e rimasero a contemplare la statua. Remus
non pensava che gli avrebbe fatto quell’effetto: più volte aveva immaginato di
vedere le loro statue, ma viverlo era tutt’altra cosa. Si sentì mancare la
terra sotto i piedi, lo stomaco si chiuse, gli mancò il respiro e le lacrime
vennero su rapide ed inesorabili.
James,
Lily ed Harry lo osservavano sorridenti
ed ignari del loro destino e Remus, per quanto sapesse che era inutile, avrebbe
voluto urlare loro di fuggire lontano…
Sussultò
al contatto con la mano si Tonks che gli asciugò una lacrima.
«Andiamo
Rem… non abbiamo ancora finito» lo incoraggiò e la coppia, con il bambino stretto
al petto di lei, si avviò verso la periferia della città. Remus aveva
appositamente evitato di far visita alla vecchia casa dei Potter: la conosceva
troppo bene. Per i primi anni dopo la sciagura vi aveva fatto visita quasi
tutte le notti chiedendosi perché quella maledetta sera non c’era stato anche
lui.
Trovarono
in fretta le due tombe bianche.
«L’ultimo nemico che sarà sconfitto è la
morte…» sussurrò Tonks stranamente ammaliata da quelle parole; poi guardò
Remus, il volto ormai umido.
«Lily:
ho mantenuto la promessa!» cominciò con la voce stranamente calma «Ti presento,
anzi presento a te, a James e a Sirius mia moglie Ninfadora Tonks e mio figlio
Teddy Lupin!» concluse prendendo il piccolo in braccio.
Lo
sapeva: sapeva che lo stavano ascoltando.
«Avevi
ragione» riprese dopo qualche attimo di silenzio «Esiste una persona tanto
folle da amarmi…» e guardò Dora i cui occhi tradivano un lieve rimprovero. Sorrise.
«Ed
ora anch’io so cosa vuol dire essere padre, James… Anche se non so ancora per
quanto. La guerra è ripresa… ma confido in Harry: è forte quanto voi! Noi non
possiamo far altro che difendere ciò che ci è caro ed aspettare la battaglia
definitiva… l’ansia, però, mi sta uccidendo» confessò «Vorrei sapere al sicuro
almeno loro, ma ho scelto la donne più testarda del mondo e con lei non riuscirò
mai a vincere. Anche tu ti sentivi così James? Io credo di si…» sospirò ancora
«Ma Teddy avrà un padrino eccezionale quasi quanti te, Sirius: noi abbiamo
scelto Harry!»
Sui
volti dei due coniugi apparve un sorriso sincero, mentre anche Teddy scoppiava
in un ingenua risata.
«Ora,
però, credo che dovremmo andare» concluse il mannaro e Tonks annuì.
«Arrivederci»
pronunciarono insieme e lasciarono il cimitero ignari di come il destino
avrebbe voluto Harry e Teddy tanto simili.
***
Lo
spazio dell’autrice
Ecco
a voi una nuova One-shot questa volta incentrata sui Malandrini! *le luccicano
gli occhi* Come ormai vi sarete accorti
le mia One-shot non sono mai allegre… Anche se questa ho provato a farla
divertente almeno all’inizio… Giudicate voi… Mi raccomando recensite tutti!
Anzi visto che ci sono ringrazio in anticipo i lettori e i recensori! ^_^… Alla
prossima, baci.
La
vostra Alchimista.