Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Alchimista    07/08/2009    9 recensioni
Lily e James Potter sono di ritorno da una "missione" particolarmente speciale... come la prenderanno Remus e Sirius? E che cosa nascondono i due Potter?
Genere: Commedia, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                                     Una Missione

 

 

 

Caro Moony,

ci rincresce doverti informare che a causa di varie complicazioni durante la missione siamo costretti a rinviare il nostro rientro di almeno un mese. Con la speranza che sia l’ultimo rinvio e che Paddy non ti abbia già ucciso per sfogare la sua irritazione

                                                                        

                                                                                                    tuoi affezionatissimi Lily e  James

 

Remus sospirò: questo era ormai la terza lettere cha riceveva da quei due ed il contenuto era sempre lo stesso: rimandavano il loro rientro, speravano che non fosse morto e tanti saluti.

«Che dicono?» chiese Sirius, anche se l’espressione del mannaro non lasciava dubbi.

«Le stesse cose…» lo informò sconsolato Remus sedendosi stanco.

«Ma coma fai a stare calmo Moony?! Non pensi che dovremmo informarci su ciò che sta accadendo? Insomma non è da loro questo comportamento…»

«Lo so, Paddy, lo so! Ma io ho fiducia in loro e se dicono che è tutto apposto allora non ci rimane che aspettare!»

«Ma non si tratta di fiducia Rem!» gli urlò Sirius «È che sono preoccupato!»

«E credi che io non lo sia?!» urlò furioso e ferito Lupin alzandosi.

«Non intendevo questo… scusa»

«No… scusa tu. Ascolta: l’unica cosa che possiamo fare è aspettare notizie…»

Black annuì e si sedette accanto al vecchio amico.

I giorni trascorsero lenti e tormentati mentre le vane speranza dei due amici li sostenevano giorno e notte; il mese di ritardo annunciato nella lettera fu superato e la preoccupazione crebbe giorno dopo giorno: Sirius divenne molto irritabile, Remus molto silenzioso.

Finalmente tre settimane dopo un gufo entrò dalla finestra. Remus si precipitò su di lui strappandogli la lettera e chiamando a gran voce Sirius. C’era scritta una sola riga.

 

Siamo appena tornati: ci trovate a casa

                                                                                                                                   Vostri L. e  J.

 

I due malandrini si guardarono, più preoccupati di prima, con un solo pensiero. Si smaterializzarono in contemporanea e ricomparvero davanti casa Potter. Sirius bussò brusco.

Un James più spettinato e distratto del solito aprì la porta.

«Sirius, Remus! Che piacere vedervi!» esclamò come se si fossero visti pochi giorni prima.

«James!» gli urlò contro Sirius «Ma ti sembra il modo di trattarci?! Insomma tu e Lily siete spariti così, senza dirci nulla… e poi quelle lettere… insomma che è successo?»

«Paddy!» si intromise la voce di una donna «Moony! James perché li fai rimanere lì alla porta? Entrate su..» e fece loro spazio perché passassero.

Si sedettero nervosi sul divano. Ancora una volta i loro comportamenti evidenziavano la diversità dei loro caratteri: Sirius tamburellava nervosamente con le mani sulle ginocchia respirando nervosamente; Remus sembrava riflettere con lo sguardo perso nel vuoto, ma il lieve pallore del suo viso tradiva la sua falsa calma.

Quando anche James e Lily si furono accomodati di fronte a loro la rabbia di Sirius esplose.

«Voi!» cominciò ignorando il tentativo di Remus di fermarlo «Non vi fate sentire per mesi, non ci spiegate il che diavolo di missione siete coinvolti e ci accogliete come se niente fosse?! Lo sapete da quanto tempo non vi sentiamo?»

«Mmh… quasi un anno?» chiese James con aria ingenuamente pericolosa.

«Infatti!» sbottò ancora più irato Padfoot.

«Sirius… aspetta almeno che ci spieghino cos’è successo…» provò a calmarlo Moony.

«In realtà» prese parola Lily «Non possiamo parlarne: Silente ci ha espressamente detto di…»

«Uffa! Ma se non potete dirci nulla e sembrate non esservi accorti di quello che ci avete fatto passare, perché ci avete fatto venire qui stasera?»

«Beh… Lily aveva preparato i suoi deliziosi manicaretti e volevamo invitarvi a cena per farci perdonare…»

La prospettiva di un’ottima cena – Lily era una cuoca eccezionale – e magari di una buona burrobirra sembrò calmare di molto Sirius che sorrise cordiale; Remus, però, rimase silenzioso per tutta la cena.

«E ti ricordi quando Mark Aliston finì nel calderone pieno di pozione polisucco?» chiese Sirius all’amico dopo cena.

«Già» rispose James divertito «Fu uno spettacolo vederlo trasformarsi nella sua compagna di banco! Quella volta sei stato davvero cattivo: prima ai messo i capelli della ragazza nel calderone e poi lo hai fatto cadere dentro!»

«Ehi! Non l’ho fatto cadere io nel calderone!» si difese Padfoot.

«Neanch’io!» controbatté Prongs ed entrambi si voltarono verso Remus attirando la sua attenzione.

«Entrambi!» decretò lui «Lo avete fatto cadere entrambi nel calderone! Povero ragazzo…»

Sirius e James scoppiarono a ridere: da ragazzini erano stati delle veri pesti. Remus tornò ai suoi pensieri, ma Lily si accorse che qualcosa non andava.

«Rem che hai?» chiese attirando l’attenzione degli altri due sul mannaro.

«Io?» chiese lui cadendo dalle nuvole «Nulla»

«Nulla?» questa volta a parlare fu James «Ma se non hai detto una parola per tutta la sera»

«Già» continuò Sirius «Che problemi hai? Lily e James sono tornati, stanno bene, alla luna piena mancano due settimane… cosa vuoi di più dalla vista?» ironizzò.

James scoppiò a ridere e anche sul volto di Lily comparve un sorriso: solo Remus rimase impassibile.

«Non è divertente!» commentò freddo. Tutti si zittirono; poi James e Sirius si scambiarono un sguardo malandrino.

«Remus…»

«…sei…»

«…morto!»

Sirius e James saltarono addosso al mannaro facendo rovesciare il divano. Cominciarono a solleticarlo sulla pancia e sul collo, ma da come si contorceva Lupin sembrava lo stessero torturando. Lily alzò paziente gli occhi al cielo come una madre che assiste impotente ed un po’ complice alle marachelle dei figli. Solo dopo un eroico quarto d’ora Remus si arrese e i tre scoppiarono a ridere di gusto.

«Questo è il Moony che conosco!» esclamò felice James mentre Remus tirava su il divano e Sirius si manteneva ancora la pancia per le risate.

«Beh non sperare di avermi distratti Prongs!» e lo sguardo di Lupin tornò serio «So che nascondete qualcosa!» disse poi rivolto a Lily che assunse l’aria più innocente che aveva.

«Oh avanti Moony: quell’argomento è chiuso…» disse Sirius con noncuranza, ma Remus  sembrò non udire affatto il suo commento perché non staccò gli occhi da Lily.

«Forse potete ingannare Padfoot…» continuò.

«In che senso scusa? Che vorresti dire??» chiese Sirius questa volta attento, me Remus proseguì senza risponderlo.

«Ma con me non attacca! La scusa di Silente l’ha trovata James, vero?»

«E Allora?!» chiese quest’ultimo irato come Sirius «Padfoot credo che stasera Moony sia in vena di critiche e…» ma Lupin li zittì con un gesto della mano.

Poi si avvicinò a Lily e le prese le spalle per costringerla a guardarlo negli occhi.

«credi non mi sia accorto del tuo pallore? O delle occhiaie? O del tuo volto stanco? E James non è in condizioni migliori! Quindi non mi importa a chi avete giurato silenzio:ora voglio sapere che cosa è successo!» le ultime parole firono quasi urlate.

Lily, che avrebbe dovuto assumere un’aria quantomeno seria, scoccò uno sguardo divertito e trionfale al marito.

«Ho vinto!» esclamò e James rivolse uno sguardo deluso a Sirius.

«Cosa?» chiesero in contemporanea Moony e Padfoot.

James guardava ancora deluso Sirius, mentre negli occhi di Lily, rivolti a Remus, si leggeva una profonda gratitudine.

«Ragazzi mi sento un po’ a disagio…» confessò Sirius che si aspettava da un momento all’altro di essere attaccato da James.

«E voi due non mi avete ancora spiegato cos’è successo!» ricordò Remus.

I due Potter si guardarono complici sorridendo, cosa che però non fece altro che aumentare l’irritazione di Remus e Sirius che, vedendo il compagno così deciso, si erra convinto dei suoi sospetti.

«Allora?!» chiesero entrambi scocciati.

«James caro… credo sia arrivato il momento di spiegar loro il motivo del nostro ritardo, delle occhiaie e di tutto il resto…» disse calma Lily.  

James annuì sorridendo e scomparve dietro la porta della camera da letto. Padfoot e Moony guardarono perplessa Lily che, però, fece finta di nulla finché il marito non tornò nella stanza con un fagottino azzurrò in mano.

«Vi presento il motivo di tutti i nostri guai» disse solenne scoprendo la testolina bruna di un neonato.

E fu come se una magia scagliata da uno sconosciuto fosse scesa nella stanza: in un attimo la semplice presenza di quel neonato fece scordare ai due malandrini tutta la rabbia che ribolliva loro dentro.

«È… è…» provò ad articolare Sirius.

«…stupendo…» concluse un imbambolato Remus.

James e Lily si guardarono sicuri che il loro bambino avrebbe causato quella reazione.

«Volevamo farvi una sorpresa» spiegò James.

«Per questo abbiamo finto di partire per una “missione” per tutto il tempo della gravidanza» continuò Lily sorridendo.

«Come si chiama?» chiese Lupin con gli occhi che ancora gli luccicavano.

«Harry…» rispose Prongs.

«Harry James Potter» precisò la moglie.

Remus li guardò basito.

«Perché hai permesso questa pazzia?» chiese seri a Lily.

«Prego?»

«Harry JAMES Potter?!» ripeté lui sottolineando il secondo nome.

«Cos’hai contro il mio nome?» chiese James infastidito che cominciava a sospettare che l’amico ce l’avesse con lui quella sera.

«Nulla! Ma… insomma JAMES!» e cercò sostegno negli occhi della sua migliore amica.

«Perché non ti va bene? Io lo trovo il nome più bello del mondo!» esclamò lei, gli occhi come tanti anni prima dopo il suo primo bacio con quello che sarebbe diventato poi suo marito.

Remus abbassò la testa sconfitto mentre James posava cauto il piccolo Harry tra le braccia inesperte di Sirius.

«Ed io che cercavo sostegno! Ho scordato che tu sei di parte Lily!» ed entrambi risero.

Intanto il piccolo tra le braccia di Padfoot cominciò ad agitare i pugnetti e quando il malandrino provò a calmarlo con i classici versi che si fanno ad un neonato, Harry gli fece una divertita linguaccia.

«Ehi Prongs! Certo che ha preso tutto da te!» esclamò lui divertito «Sarà un degno malandrino!»

«Certo!» confermò James «Se poi pensi che avrà un padrino come te!»

Lily fece appena in tempo a prendere Harry che, per la sorpresa, Sirius aveva scordato di avere tra le braccia abbassandole di colpo.

«Co… co… cosa? Io. Padrino. Di Harry. Io?» balbettò mentre i Potter sorridevano e Remus, felice, gli poggiava una mano sulla spalla.

«Non ci avete ancora detto che cosa ha vinto Lily» disse dopo un po’ Moony.

«Una scommessa» annunciò lei fiera «Io e James avevamo scommesso su chi si sarebbe accorto per primo che qualcosa non andava…»

«…e ha vinto lei perché aveva scommesso su di te…» concluse James lanciando un altro sguardo deluso su Sirius.

«Avanti Prongs… non prendertela! Lo sai che Remus è un attento osservatore!»

«Già…»

Un Sirius davvero dispiaciuto guardò il compagno non sapendo come farsi perdonare, ma appena vide lo sguardo divertito di James gli saltò addossò.

«Maledetto! Volevo solo far5mi sentire in colpa eh?!» gli urlò mentre lo prendeva a cuscinate.

Quando la situazione si fu di nuovo calmata, Lily pose il bambino in braccio a Remus che sussultò.

«Lily cosa…?»

«Beh sei l’unico che non l’ha ancora preso in braccio…» sorrise lei.

«Ma io… no Lily… ecco…»

«Rilassati zio Luna!» esclamò Prongs.

«Ti ho già detto che alla luna piena mancano due settimane?» ironizzò Padfoot.

«Ma sì: ho capito!» esclamò poi James «È l’emozione di tenere mio figlio in braccio che ti fa esitare, vero?» chiese con atteggiamento fiero e spavaldo.

Ma il volto di Remus non sembrava d’accordo con le parole dell’uomo e Sirius e Lily scoppiarono a ridere; solo quando la ragazza scorse gli occhi lucidi di Rem divenne seria e in un attimo calò il silenzio.

«Ehi amico che hai?» chiese Sirius sedendosi accanto a lui.

«Nulla… riflettevo. Harry è davvero bello: credo che avrà gli occhi di sua madre… e bello essere padre, vero James?» chiese poi, gli occhi ancora lucidi.

«Beh sì! Ma scusa perché lo chiedi? Quando sarai padre lo capirai anche tu!»

Remus scosse la testa.

«Sapete… io vi ho sempre invidiati: quando si parlava di futuro saltavano fuori parole come Auror o Guaritore… ma io non ho mai detto nulla. Anche ora so che non prenderò mai tra le braccia mio figlio…»

Questo non è vero!» esclamò Lily quasi indignata per le parole assurde dell’amico «Remus tu un giorno troverai qualcuno che sappia amarti e sarete una famiglia» continuò non arrendendosi nonostante Moony scuotesse la testa.

«Sì invece!» urlò «ed un giorno tu verrai a trovarmi e mi presenterai tua moglie e tuo figlio»

«Li presenterai a tutti noi!» esclamarono in coro gli altri malandrini.

«Promesso?»  chiesi seria Lily.

Remus parve riflettere per qualche istante, poi sorrise.

«Promesso!»

C’era troppa felicità per poterla rovinare con parole sconvenevoli. Per un sera, stringendo tra le braccia il piccolo Harry, Remus si lasciò illudere che avesse una vita normale… che anche lui potesse avere un futuro felice. In fondo, si disse, non gli avrebbe fatto così male.

 

«Hai preso il mantellino?» chiese un vaco di una donna un po’ alterata.

«Sì» sospirò un uomo «Dora non essere così nervosa! Se non te la senti…»

«Non è questo… solo che… in realtà non so neanch’io perché sto così…»

Remus sorrise mentre sistemava il mantellino sul piccolo Teddy che stringeva i pugnetti; in un attimo l’immagine di Harry si sovrappose a quella di suo figlio: era cosi ingiusto! Entrambi erano nati nel momento sbagliato, ignari del mondo nel quale sarebbero vissuti.

«Pronta?» chiese prendendo amorevolmente la mano di sua moglie e, dopo un cenno del capo di quest’ultima, i due sparirono.

Il paesino era tranquillo, forse perché era mattina presto. L’aria ormai aveva perso il freddo dell’inverno e Tonks e Lupin si avviarono verso il centro. Nella piccola piazza un monumento ai caduti si trasformò  sotto i loro occhi nella statua di due adulti, un uomo ed una donna, e nelle braccia di quest’ultima, un bambino. I due si fermarono, Tonks leggermente stupita, e rimasero a contemplare la statua. Remus non pensava che gli avrebbe fatto quell’effetto: più volte aveva immaginato di vedere le loro statue, ma viverlo era tutt’altra cosa. Si sentì mancare la terra sotto i piedi, lo stomaco si chiuse, gli mancò il respiro e le lacrime vennero su rapide ed inesorabili.

James, Lily ed Harry  lo osservavano sorridenti ed ignari del loro destino e Remus, per quanto sapesse che era inutile, avrebbe voluto urlare loro di fuggire lontano…

Sussultò al contatto con la mano si Tonks che gli asciugò una lacrima.

«Andiamo Rem… non abbiamo ancora finito» lo incoraggiò e la coppia, con il bambino stretto al petto di lei, si avviò verso la periferia della città. Remus aveva appositamente evitato di far visita alla vecchia casa dei Potter: la conosceva troppo bene. Per i primi anni dopo la sciagura vi aveva fatto visita quasi tutte le notti chiedendosi perché quella maledetta sera non c’era stato anche lui.

Trovarono in fretta le due tombe bianche.

«L’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte…» sussurrò Tonks stranamente ammaliata da quelle parole; poi guardò Remus, il volto ormai umido.

«Lily: ho mantenuto la promessa!» cominciò con la voce stranamente calma «Ti presento, anzi presento a te, a James e a Sirius mia moglie Ninfadora Tonks e mio figlio Teddy Lupin!» concluse prendendo il piccolo in braccio.

Lo sapeva: sapeva che lo stavano ascoltando.

«Avevi ragione» riprese dopo qualche attimo di silenzio «Esiste una persona tanto folle da amarmi…» e guardò Dora i cui occhi tradivano un lieve rimprovero. Sorrise.

«Ed ora anch’io so cosa vuol dire essere padre, James… Anche se non so ancora per quanto. La guerra è ripresa… ma confido in Harry: è forte quanto voi! Noi non possiamo far altro che difendere ciò che ci è caro ed aspettare la battaglia definitiva… l’ansia, però, mi sta uccidendo» confessò «Vorrei sapere al sicuro almeno loro, ma ho scelto la donne più testarda del mondo e con lei non riuscirò mai a vincere. Anche tu ti sentivi così James? Io credo di si…» sospirò ancora «Ma Teddy avrà un padrino eccezionale quasi quanti te, Sirius: noi abbiamo scelto Harry!»

Sui volti dei due coniugi apparve un sorriso sincero, mentre anche Teddy scoppiava in un ingenua risata.

«Ora, però, credo che dovremmo andare» concluse il mannaro e Tonks annuì.

«Arrivederci» pronunciarono insieme e lasciarono il cimitero ignari di come il destino avrebbe voluto Harry e Teddy tanto simili.

                                                                                                    

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                               ***

Lo spazio dell’autrice

 

Ecco a voi una nuova One-shot questa volta incentrata sui Malandrini! *le luccicano gli occhi*  Come ormai vi sarete accorti le mia One-shot non sono mai allegre… Anche se questa ho provato a farla divertente almeno all’inizio… Giudicate voi… Mi raccomando recensite tutti! Anzi visto che ci sono ringrazio in anticipo i lettori e i recensori! ^_^… Alla prossima, baci.

La vostra Alchimista.

    

 

 

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Alchimista