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Autore: Francy_remus    05/04/2020    1 recensioni
One shot scritta per curiosità. Mi frullava per la testa l'idea di rimettermi a battere i tasti del pc da qualche tempo ed eccola qui.
Avevo smesso per una serie di eventi, non volevo più saperne niente nemmeno di Harry Potter perché era legato a ricordi dolorosi e, una sera di questa quarantena, mi sono per caso imbattuta in "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban" in tv e mi è sembrato di tornare a casa. Quindi ecco il motivo di questa one shot.
Comunque la trama: ripercorro dal punto di vista di Hermione l'amore con qualche variazione rispetto ai libri.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Innamorata della vita

Rientro nella Sala Comune di Grifondoro e, essendo notte tarda, spero di non incontrare nessuno. 

Invece sul divanetto sono seduti Ron e Harry, entrambi guardano il camino come se potesse svelare loro i più reconditi segreti. Al mio ingresso, entrambi si voltano a guardarmi. 

“Buona sera Hermione. Dove sei stata?” incalza Ron, sforzandosi di mantenere un tono calmo. 

“Niente di importante. Facevo due passi” mento, alzando le spalle con noncuranza e proseguendo verso le scale per salire al Dormitorio. 

“Non mentire, miseriaccia!” mi rimbrotta Ron, seccato. 

“Quello che Ron voleva dire” interviene Harry, notando che il nostro amico sta perdendo le staffe “è che eravamo preoccupati per te. Sei sparita attorno alle sei e rientri alle undici come se niente fosse, senza dirci niente, non un singolo biglietto, non un minimo avviso. Poteva esserti successo qualcosa di brutto, con Minus a piede libero, e tutti quegli studenti di Durmstrang...” 

“Non sono affari vostri dove sono o non sono stata, comunque stavo facendo delle ricerche in biblioteca per...” ma vengo interrotta. 

Hermione” mi riprende nuovamente Ronmalcelando l’ira “sulla Mappa non c’eri. Abbiamo controllato più e più volte, anche con Fred e George. Non ti abbiamo trovata” 

“Magari si sbaglia” accenno, consapevole della fragilità della mia supposizione. 

“La Mappa non sbaglia mai!” interviene nuovamente Harry in sua difesa, quasi piccato “Se non vuoi dirci dove sei stata, d’accordo. Ma non mi sembra il caso di mentire. Mi hai deluso.” conclude, poi, affranto, si dirige verso l’ala maschile, seguito a ruota da Ron, il quale, dopo uno sguardo pieno di rimprovero, abbassa la testa sconsolato. 

“Ero con Viktor” sussurro, pentendomi non appena le parole prendono forma sulle mie labbra. 

“Tu eri dove?” domanda Ron, un’ottava più alta. 

“Non è successo niente di quello che pensate. Lui, cioè io, cioè...” le lacrime affiorano ai miei occhi, si affacciano pericolosamente alle mie guance. 

“Ehi, ehi, tranquilla” cerca di rassicurarmi Harry, facendo qualche passo verso di me senza tuttavia raggiungermi davvero, mentre Ron mi poggia una mano sulla spalla. 

“Ne vuoi parlare?” prende parola il coraggioso Weasley, che ora ha deposto tutta la rabbia che provava fino a qualche secondo fa diventando quasi... empatico? 

“Non c’è molto da dire in realtà. Viktor mi ha raggiunta in biblioteca, dove spesso viene per tenermi compagnia mentre studio. Poi mi ha proposto di fare una passeggiata fuori, e ho pensato che forse avrei potuto presentargli Hagrid, così ho accettato. Una volta usciti, ci siamo ritrovati da soli e abbiamo parlato a lungo, poi ammetto che c’è stato del contatto fisico ma io mi sono tirata indietro quando ha iniziato a baciarmi più... ecco, perché non me la sentivo. Non sono pronta” ammetto a testa bassa, mentre sento le guance bollire. 

“Onestamente? Hai fatto bene. Insomma, un bulgaro non è questo granché, meglio un inglese” tenta di sdrammatizzare Ron, mentre con un sorriso sghembo dipinto sul volto cerca il mio sguardo. 

“Eh già” rispondo, ricambiandolo “poi comunque Viktor ha capito e mi ha detto che va bene così, non devo preoccuparmi” aggiungo, rincuorata. Ron sembra irrigidirsi vagamente, mentre Harry mi fissa di sottecchi. 

“Sarà meglio andare a dormire, domattina abbiamo Pozioni alle nove” annuncia Harry “buonanotte Hermione” mi congeda con un rapido sorriso, poi si volta e sale le scale. 

“Lascialo perdere” suggerisce Ron “è molto teso per la prossima prova del Torneo Tremaghi” 

Poi anche lui segue Harry e a me non resta che prendere la via per il mio dormitorio, sperando di non svegliare le mie compagne di stanza. A loro sarebbe molto più difficile spiegare tutto. 

 

“Posso?” domanda il bambino che è sopravvissuto alludendo ai gradini su cui sono seduta. Annuisco debolmente, senza guardarlo. 

“Come mai stai così? Intendo, come mai hai le lacrime agli occhi e sei nascosta su dei gradini impolverati dimenticati anche da Gazza quando deve pattugliare i corridoi?” incalza. Io mi rifiuto di rispondere e volgo il mio sguardo in direzione opposta rispetto a lui. 

“Hermione? Non chiuderti in te stessa, parlami” il suo tono è dolce, protettivo, quasi fraterno. 

“Non so più cosa provo. Cioè, è tutto un gran casino” ammetto, mentre lui poggia una mano sul mio ginocchio, come per rassicurarmi e spronarmi a continuare “Ron e Lavanda, insomma, non lo so Harry” 

“Non penso sia solo questo. Avevo intuito che ti interessasse Ron, ma stento a credere che tu sia così a pezzi solo per questo. Che altro c’è?” 

“Da quando sei diventato così sveglio?” domando ironica, osservandolo con la testa inclinata di lato. 

“Saranno i sedici anni” risponde, rimanendo vago “ma non sviare il discorso. Cos’altro c’è?” 

“C’è questo ragazzo che è... ehm... fisicamente vicino a me” 

“Io?” chiede confuso. Adesso lo riconosco. 

“No” ribatto scuotendo la testa con un sorriso ironico dipinto sul volto “intendo che c’è chimica tra noi. Mi è capitato in un paio di occasioni di essere a contatto stretto con lui e, accidenti Harry, mi sentivo elettrizzata” spiego con un po’ troppa enfasi. 

“Quindi stai superando Ron?”  

“Non è così semplice, Harry. Il problema è proprio questo, non so bene come siano le cose. Sono confusa, ecco, confusa è la parola adatta” concludo, animandomi. 

“Ehi, rilassati. Datti tempo. Non è una situazione facile in questo momento, davvero. Aspetta e capirai” mi offre un radioso sorriso gentile. 

“E se poi capissi che con lui può esserci qualcosa ma a te e a Ron non piacesse?” 

Hermione, quasi non ti riconosco. Da quando ti preoccupi di quello che pensiamo noi di chi frequenti tu? E poi, una volta che non è un Serpeverde, va bene chiunque” scoppia a ridere Harry, una risata cristallina che fa quasi bene al cuore. Lo abbraccio forte, sentendomi più leggera. 

 

Entro in bagno e inizio a spazzolarmi i denti. 

“Scusa George, non potevi proprio aspettare due minuti?” domanda Fred, palesatosi fuori dalla doccia nudo come un verme. Entrambi arrossiamo violentemente mentre lui cerca di coprirsi la zona del bacino con un asciugamano. 

“Non” deglutisco “non sapevo ci fossi tu in bagno” ammetto “Mi dispiace” 

“Se ti dispiacesse avresti già distolto lo sguardo” sottolinea malandrino. 

“Io allora vado” ribatto, sforzandomi di non svenire, con lo spazzolino ancora in bocca. Esco dalla porta e mi accampo lì fuori in attesa che esca. Chiaramente, visto che non si può mai stare tranquilli, arrivano Ginny e Harry. Mi guardano con un punto interrogativo stampato sul volto. 

“Cosa ci fai fuori dal bagno con uno spazzolino in bocca?” Harry coraggiosamente a voce ai loro pensieri. 

“Fred sta facendo la doccia” mormoro. 

“E tu sei entrata senza accorgertene?” chiede Ginny, soffocando a stento una risata che prorompre in tutta la sua chiassosità quando annuisco, seguita a ruota da Harry. 

“Oh, per favore, la situazione è già imbarazzante di suo!” esclamo, piccata. Non mi accorgo che Fred nel frattempo ha spalancato la porta e mi fissa divertito. 

“Beh, comunque non ti sei coperta gli occhi” ribatte, poi si allontana verso la sua camera. Io mi rifugio in bagno, sperando che questo piccolo incidente rimanga il più segreto possibile. 

Dopo circa un quarto d’ora tento l’impresa: uscire dal bagno senza farsi notare e uscire in giardino senza incontrare nessuno. E, in particolare, Fred Weasley. 

Non appena schiudo la porta, vedo una figura dalla chioma rossa appoggiata al muro accanto.  

“Allora, ti piace quello che hai visto?” domanda, sorriso malandrino marca gemelli Weasley stampato sul volto. 

“Per l’ennesima volta non volevo indugiare su di te, Fred” sbuffo. 

“Io sono George” ribatte, mentre scendo rapidamente le scale. Quasi non lo sento, ma, una volta dato un senso alle sue parole, mi chiedo a quanta gente Fred abbia già raccontato tutto. 

Esco dalla Tana e mi stringo nel maglione. Non c’è neve ma l’aria è molto fredda, sembrerebbe che oggi debba nevicare. Guardo il cielo terso, sembrerebbe quasi essere marzo se non fosse per la foschia che ancora aleggia sui prati circostanti nonostante siano passate le 8. 

“Ehi” mi saluta Ron imbarazzato, le mani in tasca. Che sappia anche lui? 

“Ciao” ricambio, piccata per... non so nemmeno io bene perché ce l’abbia ancora con lui. 

“Senti, volevo dirti che ho intenzione di lasciare Lavanda perché, miseriaccia, è così appiccicosa” 

“Ascolta Ronald, tu non mi devi nessuna spiegazione. È la tua vita e ho sbagliato a reagire così” 

“Quindi è tutto okay tra noi? Perché, ecco, anche se non te lo dico mai, io... ehm... potrei forse tenere un pochettino a te, okay? Bene, okay. Perfetto” balbetta. Io sorrido. 

“Okay Ron. Come mai questo look formale?” cambio radicalmente argomento, osservandolo strizzato in un completo giacca e cravatta che lo fa sembrare tremendamente un avvocato. 

“Accompagno mio padre al Ministero. Anzi, sarà meglio che io vada. Ci vediamo stasera” mi sorride rapidamente e rientra, probabilmente intento a cercare il signor Weasley. 

Mi godo ancora qualche attimo il clima rigido, poi rientro perché le mie mani iniziano ad assumere un colorito tremendamente blu. Mi sistemo vicino alla stufa del salotto e tengo lo sguardo fisso fuori dalla finestra. 

Sento improvvisamente una presenza alle mie spalle, così mi volto. 

“Granger” mi saluta con voce roca. 

Wea-sley” ricambio, aggiungendo un sospiro nel mezzo del cognome. 

“Sono Fred” sottolinea, forse per evitare gli equivoci. 

“Lo so. Ti ho riconosciuto” ribatto, ed è vero. Avevo davvero capito chi era o mi stavo solo facendo influenzare? 

“Posso?” chiede, alludendo al divano. Io annuisco. 

“Gli altri dove sono?” domando, trovando irreale e strano il silenzio che c’era in casa. 

“Mamma è andata a fare la spesa babbana, ultimamente cerchiamo di usare la magia il meno possibile, Ron invece è al Ministero con papà, mentre George sta infastidendo Harry e Ginny al piano superiore” sogghigna alzandosi. 

Io continuo a dargli le spalle per poter guardare fuori dalla finestra, ha iniziato a nevicare delicatamente. Lo sento avvicinarsi, si ferma esattamente dietro di me e inizia a far scorrere le mani grandi e calde sulle maniche del mio maglione, scatenando una successione di brividi. 

“A qualcuno fa piacere” esulta piano nel mio orecchio. Non so se sia il caso di fermarlo girandomi di scatto –cosa che potrebbe causare un bacio che vorrei ma che sarebbe meglio non ci fosse- o semplicemente allontanarmi sgusciando di lato. 

“Non starai pensando a come sfuggirmi” mormora con la sua voce roca e dannatamente sexy. Mi rimprovero per questo pensiero e, schiarendomi la voce, prendo parola. 

“Non credo sia il caso, Fred. Sarebbe opportuno che tu ti allontanassi” esalo “per favore” aggiungo. 

“Se questo è quello che desideri” dice con tono fermo, ruotando sul piede destro e aprendo le braccia per indicare la sua completa obbedienza, ma scrutandomi con uno sguardo difficilmente descrivibile a parole. 

“Fred, non fraintendere, non ho nulla contro di te. Solo che forse...” prendo un sospiro “Non è la cosa giusta, okay? Sarebbe tutto troppo complicato, per di più adesso con la possibilità di una guerra imminente, io non credo sia salutare per nessuno” sento di dovergli dire. 

“Tu sei spaventata da come la prenderebbero Ron e Harry. Lo capisco, non preoccuparti” ribatte. Ha capito più lui in cinque minuti che Harry in sei anni. 

“Però non puoi negare che alcune reazioni che hai avuto suggerissero un tuo interessamento” aggiunge. Effettivamente non so come dargli torto. 

“Fred, sarò sincera. Tu fisicamente mi prendi molto. E spesso mi fai ridere. Però non sono certa che ci possa essere qualcosa di più, e se le cose non dovessero funzionare si creerebbe un grosso imbarazzo sia con te che con i tuoi fratelli. Con Ron, con Ginny... inoltre ne soffriremmo. Per favore, non rendere le cose difficili, te lo chiedo per cortesia” respiro. Sollevo lo sguardo verso di lui. 

“D’accordo Hermione. Rilassati” sorride, poi va in cucina. 

Mi sento una merda. 

 

Quella stessa sera mi offro per dare una mano in cucina. 

“Ah cara, stasera ci pensano i gemelli. Sperando che non ci avvelenino tutti” comunica la signora Weasley con un’espressione preoccupata in volto. 

“Andrò a controllare se procede tutto bene” sorrido, mentre mi vengono in mente una decina di pasticci o scherzi che potrebbero ordire quei due ai fornelli. Busso alla porta della cucina ed entro. 

“Sono venuta a supervisionare cosa state combinando” dichiaro osservandoli. 

“In realtà la mamma ci ha solo dato da scaldare il minestrone” commenta George con tono... risentito? 

“C’è qualcosa che non va?” domando, cogliendo una nota di ostilità nella sua voce. 

“Sì” risponde, mentre il fratello gli rivolge uno sguardo truce “sì. Onestamente credo che quello che hai detto a Fred sia solo una gran paraculata e una marea di scuse” 

“Prego?” chiedo, sconvolta “spero tu stia scherzando, George. Primo: non devo rendere conto a te di quello che penso o faccio. Secondo: se Fred non ha detto nulla perché devi farlo tu?” 

“Perché sono nettamente più oggettivo. Voi due siete troppo coinvolti” 

“Ehm, ti presento quella che si chiama una relazione a due –anche se in questo caso è solo ipotetica” 

“Non usare questo tono ironico. Quello che riguarda mio fratello in una qualche misura riguarda anche me” ribatte, poi abbandona la stanza sbattendosi la porta alle spalle. 

Io guardo Fred esterrefatta. Lui sembra a metà tra l’infastidito e il dispiaciuto. 

“Non volevo reagisse così” 

“Perché devi sempre raccontargli tutto?” domando arrabbiata. 

“Perché magari è il mio gemello? O perché magari era l’unico a sapere che provo qualcosa per te? O perché forse è stato lui a spronarmi nel provarci con te?” 

Si lascia cadere su una delle sedie di legno della cucina e fissa un punto imprecisato tra le mattonelle. Prendo posizione dietro di lui e inizio a massaggiargli le spalle. 

“Mi dispiace Fred. Ti voglio bene, ma non credo sia il caso di provarci” sussurro convinta. 

Lui si alza così repentinamente che faccio un passo indietro, irrigidendomi. 

“Alla faccia della Grifondoro coraggiosa” commenta, poi mi bacia. È un leggero sfiorarsi di labbra, forse l’ho solo immaginato. Mi rifugio contro il suo petto e mi lascio cullare dalle sue braccia. 

“Deve rimanere tra noi. Per favore, non voglio che lo sappia nessun altro” imploro. Annuisce impercettibilmente. 

 

Quando Ron l’ha scoperto ha vagamente dato di matto. Prima ha quasi avuto un mancamento, poi ha iniziato a farmi domande su domande. Harry è stato molto più ragionevole, in fin dei conti credo che sospettasse qualcosa da diverso tempo. Me lo aveva anche chiesto ma io ho chiaramente negato. Ginny lo sapeva. Ha origliato -“per caso”, a sentir lei- una conversazione tra i gemelli. 

Io e Fred stiamo insieme ormai da sette mesi, e le vacanze estive le ho trascorse quasi totalmente in sua compagnia, ci siamo visti tutti i giorni. Ma ora è tempo di partire con Harry alla ricerca degli Horcrux, non so quanto durerà né se torneremo. Solo io so quanto vorrei avere Fred al mio fianco. 

 

Sto correndo attraverso la Sala Grande, la famiglia Weasley è tutta riunita attorno ad una barella. Ho una morsa stretta attorno al cuore che non mi abbandona da qualche decina di minuti. Due pensieri si collegano nella mia mente: Fred, morte. Ho il sangue gelato nelle vene. Corro, ma mi sembra di non muovermi. La distanza pare infinita. Finalmente raggiungo Ron che prontamente mi afferra per il bacino proprio mentre mi cedono le gambe. Lancio un urlo di dolore così doloroso che sento la voce venire meno. Ron mi attira verso di sé e mi stringe forte, mischia le lacrime con le mie. 

Perdere Harry e Fred lo stesso giorno mi sta uccidendo. Non penso di riuscire a combattere ancora. Vorrei solo stendermi accanto a lui e aspettare che qualcuno mi finisca. Pian piano la Sala Grande si svuota, anche alcuni Weasley stanno uscendo. 

Hermione” mi chiama dolcemente Ron, la voce spezzata dal pianto. Io scuoto la testa. 

Qualcuno mi afferra un polso. George, così simile eppure così diverso. 

“Per lui” ha solo la forza di dire queste due parole, poi mi lascia ed esce a passo di marcia. 

“Andiamo” esalo piano a Ron, siamo rimasti solo noi nella Sala Grande. Mi afferra la mano e corre verso l’uscita. 

 

In questi mesi ho provato ad andare avanti. Mi sono buttata a capofitto nel riempire le mie giornate per non pensare. Per non pensarlo. Abbiamo ricostruito Hogwarts con la magia, adesso sto frequentando il settimo anno e mi sento tremendamente vuota e sola. Spesso passo del tempo con Neville e Ginny, con loro rido, ma quando sono sola mi sento sprofondare in un baratro. 

Ron da qualche tempo è molto carino con me. Mi scrive almeno una lettera a settimana e quando vado a fare visita ai Weasley mi fa sempre trovare un pacchetto di Api Frizzole, i miei dolci preferiti. Una sera ci siamo addirittura addormentati sul divano della Tana abbracciati. Per Natale andrò da loro perché Molly –ora mi ha imposto di non chiamarla più signora Weasley- non vuole che stia da sola, dice che le fa piacere avermi in casa e io non me la sono sentita di rifiutare. 

Spero vivamente di dimenticarlo presto. 

 

A Natale c’erano tutti i Weasley riuniti, Harry –che ormai fa coppia fissa con Ginny- e io. 

Molly mi ha fatto un maglione con la mia iniziale, Harry mi ha preso un libro sulla Divinazione –davvero simpatico- e Ron ha optato per un bracciale di corda con appeso lo stemma di Hogwarts. 

Io ero piuttosto imbarazzata perché in realtà mi ero totalmente dimenticata dei regali, non ci avevo minimamente pensato, e poi questo Natale sarebbe stato un anno di fidanzamento con Fred e la ferita è ancora troppo fresca. 

Dopo il cenone della Vigilia sono rimasta con Harry e Ron accanto al camino a parlare. È tanto che non ci vediamo, certo, ci teniamo in contatto, ma faccia a faccia è un’altra cosa. 

“Come va al Ministero?” butto lì. 

“Bene” mormora Ron “il problema non è tanto il lavoro, quanto più...” ma Harry lo zittisce con un’occhiataccia. 

“Quanto più?” incalzo. 

“Quanto più gli incubi, Hermione. Harry fatica a dormire, spesso si sveglia in preda al terrore” 

“Credo sia normale. Abbiamo combattuto una guerra” ribatto. 

“Cos’è questo tono neutro? Sappiamo che anche tu soffri” dice Harry. 

“Mi sembra che sia stato tutto un incubo. A volte ho davvero l’impressione che tutto quello che ricordo appartenga ad un’altra vita. E mi manca Fred” ammetto, a testa bassa. 

“Manca molto anche a me. So che è un periodo delicato questo. Natale, intendo” dice Ron, sedendosi accanto a me e cingendomi le spalle con un braccio. 

“So che non è la stessa cosa, ma per quanto può valere hai noi” sussurra Harry, accovacciandosi davanti a me e prendendomi le mani con le sue. 

“Grazie” mormoro, sorridendo mesta “In fin dei conti ci siamo sempre stati l’uno per l’altro, non cambieranno di certo ora le cose, no?” domando, retorica. Poi ci salutiamo e andiamo a dormire. È stata una conversazione stressante e pesante, che tuttavia mia ha un po’ risollevata. 

 

Sono passati due anni da quel Natale. Sono cambiate molte cose, ora lavoro anche io al Ministero. Ginny e Harry si sposeranno in primavera, George è finalmente riuscito ad andare avanti e ora sta con Angelina e Molly ed Arthur sono contenti di avere la casa sempre piena di gente. 

Ora come ora sto frequentando un ragazzo: Ron Weasley. Onestamente, non pensavo che gli avrei mai dato una possibilità, ma in questi due anni mi ha fatto una corte spietata che avrebbe sciolto chiunque. Poi lui mi conosce meglio di chiunque altro –eccetto Harry-, sa cos’ho passato, conosce i miei scheletri nell’armadio e quando ho una giornata no riesce a farmi tornare il sorriso. Non è una relazione meramente passionale, in primis lui mi capisce, mi ascolta. È così diverso dal Ron che ho conosciuto a undici anni, così maturo, così... beh, ora non è proprio il momento di elogiarlo visto che lui ed Harry si stanno sfidando a infilarsi due Api Frizzole nel naso, però posso giurare che solitamente è una persona seria. Forse. E credo di essermi innamorata. Forse. 

Non dimenticherò mai Fred, ma la vita va avanti. Fred è un capitolo chiuso e questo è l’unico modo per permettere alle cose con Ron di funzionare. Finalmente una relazione senza la paura che uno dei due venga ucciso durante un attacco. 

Finalmente di nuovo innamorata. Di Ron, della vita. 


Note dell'autrice:
Grazie per essere arrivati fino a qui. Non credo che sia una grande storia, sono un po' arrugginita ma ne avevo bisogno.
Però mi farebbe comunque piacere sapere cosa ne pensate.
Un abbraccio.
Francy_remus

   
 
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