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Autore: Amber    05/04/2020    2 recensioni
Uraraka inizia a comportarsi in modo strano con Izuku, che ovviamente è troppo ingenuo per porsi delle domande e questo provoca l'irritazione del perennemente incazzato Katsuki. Ma quello che non sanno è che tutta la classe ci ha messo lo zampino. BakuDeku of course.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ una cavolata talmente grande da risultare appunto questo: una cavolata. Mi sono divertita a scriverla per il semplice fatto che ce la vedo la classe riunita per raggiungere lo scopo. Purtroppo non ci vedo nella cosa Todoroki per il semplice fatto che è troppo Principesco per questa cavolata. Diciamo che nella mia mente è in un angolo che approva e concede il suo benestare senza metterci però un dito. Uraraka risulta un po’ fuori personaggio anche se la faccia tosta ce l’ha tutta diciamocelo.
Quindi niente, spero vi faccia scappare almeno un sorriso che è poi ciò che conta.
 
Oswari
Amber
 
Izuku dell’ingenuità. O le spinte della 1-A.
 
Non è stato lui il primo a rendersene conto, questo è da specificare, è essenziale. Perché questo implica un discorso ben più ampio e profondo e cioè che Izuku, Deku direbbe qualcuno, sfociato poi in nerd di merda, non è sempre e costantemente concentrato sugli altri, su qualcuno in particolare nello specifico –alto, biondo, perennemente incazzato.
In realtà non è esattamente così, lui ha molta considerazione degli altri: vuole diventare un eroe dopotutto, il numero uno, il degno successore di All Might, vuole essere colui che salva tutti con un sorriso senza che nessuno si debba preoccupare di lui e per lui.
È un piano che segue da un po’ di tempo, ha uno scopo chiaro e ben delineato, geniale nella sua semplicità: comporta lavoro duro, sguardo puntato verso l’orizzonte, verso l’obbiettivo, e nessuna distrazione nel mentre.
Perciò si, l’eroe Deku, Izuku per gli amici intimi, nerd di merda per colui che non è affatto nei suoi pensieri, si preoccupa molto per tutti e ha in grande considerazione coloro che gli stanno intorno, ma allo stesso tempo non è, e non si può permettere, di essere sempre concentrato su chi gli toglie tempo, pensieri, respiri e concentrazione –alto, biondo, perennemente incazzato, ma solo se non lo ha già detto. Di base lascia perdere ciò che non capisce e si accontenta delle spiegazioni che riceve per quanto possano essere deboli o poco credibili. Dopotutto è un maschio medio adolescente, se qualcuno gli dice una cosa quella è e basta e fino a quel momento è andato tutto bene così. Più o meno almeno. Un certo incidente con Iida è da considerarsi, appunto, un incidente di percorso che conta non riaccada mai più.
In fin dei conti sa che deve diventare più forte e più veloce e lo deve fare più in fretta di tutti gli altri visto che ha perso anni prima che All Might gli desse tutto.
È una maledetta corsa contro il tempo e può riuscirci solo se rimane concentrato su se stesso. Brutto da dire, quindi compensa cercando di essere un buon amico, o almeno spera di esserlo: cerca di essere attivo nella conversazione, quando richiesto prova a dare consigli e se gli viene domandato accetta di ascoltare le confidenze.
E Uraraka ultimamente di confidenze ne ha da fare parecchie.
 
Il primo giorno gli aveva chiesto di pranzare insieme fuori nel parco, loro due soli. Leggermente insolito a dirla tutta. Avevano chiacchierato del più e del meno, parlato del tempo, delle lezioni, dei progressi fatti con gli allenamenti, si erano raccontati aneddoti ridendo e infine si erano goduti il silenzio tranquillo tra loro fino al suono della campanella per le lezioni pomeridiane.
Izuku si era silenziosamente domandato se lo scopo reale di quel pranzo fosse che lei volesse dirgli qualcosa di particolare, ma forse voleva solo compagnia lontana dalla mensa: in fin dei conti sono buoni amici. Si era dunque stretto nelle spalle e non ci aveva più pensato.
 
Il giorno dopo la ragazza gli aveva chiesto di allenarsi insieme. Di nuovo, insolito, ma non inusuale. Dopo le lezioni si erano presi il loro tempo fuori dal dormitorio tra stretching, combattimento corpo a corpo e suggerimenti vari finché non erano stati chiamati per la cena.
Il ragazzo, raccogliendo le sue cose, si era chiesto silenziosamente il perché di quella richiesta: dopotutto ormai nel corpo a corpo la ragazza era molto più sicura di un tempo, soprattutto dopo il tirocinio, quindi non era certo che i suoi suggerimenti fossero stati del tutto utili e pertinenti eppure…
Lei aveva sorriso e lo aveva ringraziato con slancio e calore, stringendogli forte le mani dopo averlo abbracciato appena rientrati nel dormitorio dove i loro compagni li stavano aspettando per cenare. Lui aveva corrisposto e si era dato dello sciocco: erano amici, aspiranti eroi in quella scuola e dopotutto nessuno di loro smetteva mai di imparare l’uno dall’altro alla fine.
Era arrossito al fischio di Mineta, maledetto lui e la sua costante perversione, e si era andato a sedere al suo solito posto quasi nello stesso istante in cui Kacchan si era andato a sedere il più lontano possibile da lui con la sua solita, terribile e perennemente incazzata espressione dipinta in faccia. Nemmeno quello era insolito, perciò si era limitato a ringraziare Yaoyorozu quando gli aveva allungato il suo piatto e si era perso nelle chiacchiere generali.
 
Il terzo giorno Uraraka lo aveva interrotto mentre discuteva della sua tecnica con i calci con Iida nella sala comune e gli aveva domandato aiuto nello studio, in particolare con leggi, normative e altra roba noiosa che lei non riusciva proprio a ricordare per quanto si sforzasse
-Magari con te non mi sembrerà così noioso e riuscirò a imparare tutto in vista degli esami- lo aveva pregato
-Andiamo in aula studio dopo le lezioni allora?- gli aveva chiesto lui accettando
-Vieni in camera mia invece? Così siamo più tranquilli e non mi distraggo troppo- lo aveva pregato lei sbattendo le ciglia lentamente
-Certo, come vuoi tu, per me non è un problema- aveva concordato lui, l’innocenza dipinta nello sguardo limpido come acqua. Effettivamente in aula studio c’era un sacco di gente e loro avrebbero fatto troppo rumore confrontandosi e interrogandosi reciprocamente: una delle loro camere era l’alternativa giusta per avere tempo e spazi sufficienti senza disturbare nessuno. Aveva fatto appena in tempo a notare il sorriso vittorioso di lei che un’esplosione poco lontano aveva attirato la sua attenzione. Aveva incontrato lo sguardo accigliato di Iida, sentito una porta sbattere decisamente ai limiti della legalità mentre Ochako lo aveva salutato allegramente andandosene
-Beh? Che succede?- aveva chiesto perplesso
-Credo che Bakugo abbia fatto esplodere il suo libro di algebra- aveva commentato l’amico indicandogli la direzione della porta sbattuta poco lontano
-Ehhh ma perché mai? Chi lo ha fatto arrabbiare stavolta?-
Izuku aveva notato la strana espressione perplessa di Iida, ma non ci aveva più dato peso, sorpassando l’argomento, appena il moro era tornato alla discussione principale
-Cosa mi stavi dicendo sulla tua rotazione a mezz’aria?-
 
Il quarto giorno Izuku aveva ricevuto un altro invito.
Erano in aula e si erano tutti alzati per il cambio d’ora, giusto il tempo di sgranchirsi le gambe prima dell’arrivo del prossimo professore.
Uraraka gli si era avvicinata mentre stava sistemando i suoi appunti piegandosi su di lui
-Hai proprio una bella calligrafia- si era complimentata -L’ho sempre saputo sia chiaro, ma ieri sera osservando i tuoi quaderni con calma in camera mia era impossibile non notarlo Izuku-
Izuku? Da quando si chiamavano per nome?
-Ehh grazie-
Ok che erano molto amici ma…
-Ti ringrazio tanto per l’aiuto che mi hai dato nell’approfondire quell’argomento, da sola era impossibile-
-Nessun problema-
Effettivamente quel ripasso era stato molto utile anche a lui ed era riuscito ad ampliare i suoi schemi
-Izuku, dovremmo proprio rifarlo, anche per altre cose, altri approfondimenti- aveva insinuato.
Quindi poteva chiamarla per nome anche lui? Non che se la sentisse particolarmente in realtà. Preferì essere vago
-Quando vuoi, se posso aiutarti anche per altro volentieri-
Così se mai poteva chiedergli quel particolare del nome a quattrocchi
-Alla fine avevo ragione hai visto? In camera è proprio comodo-
Ochako non aveva fatto in tempo a finire la frase che il compagno di classe davanti ad Izuku aveva sbattuto con violenza le mani sul proprio banco. Erano partite due piccole esplosioni e sul banco di Kacchan c’erano due bruciature identiche, con la perfetta forma di due palmi dai bordi irregolari. La classe si era improvvisamente ammutolita mentre si voltava a controllare quale fosse stato il problema quella volta: dopotutto Bakugo era sempre di pessimo umore, perennemente incazzato direbbe qualcuno. Le esplosioni ormai erano una routine e Deku ci era talmente abituato che non lo spaventavano nemmeno più gli scatti d’ira dell’amico d’infanzia. Scatti d’ira, il più delle volte completamente ingiustificati e dettati solo dal suo brutto carattere
-Stai bene?- gli aveva chiesto preoccupato, dopotutto era impossibile non preoccuparsi. Quello era Kacchan -Se ti sei fatto male...-
Gli era arrivato un ringhio che assomigliava molto a un fottiti o ad un vaffanculo non ne era molto sicuro a questo punto, il biondo nemmeno si era girato e il ragazzo si era limitato a sospirare
-Beh quindi che ne pensi Izuku? Secondo round stasera?- gli aveva domandato la ragazza tornando a guardare l’amico che ci mise un attimo a ricollegare l’argomento
-Certo-
-Grande! Anche perché non tutti gli argomenti che vorrei ripassare e approfondire possono essere trattati in luoghi pubblici- Uraraka gli aveva sorriso allontanandosi verso il suo banco lasciandolo un po' perplesso. Non sapeva che ci fossero materie che potevano essere trattate solo in privato. Ma sicuramente si riferiva al rumore che facevano interrogandosi a vicenda.
E poi doveva davvero chiedergli spiegazioni sul nome proprio. Lei non glielo aveva di certo chiesto, se ne sarebbe ricordato insomma!
Aveva ricontrollato i libri davanti a se e semplicemente era tornato ai suoi appunti borbottando un saluto ad Aizawa-sensei appena entrato in classe.
 
Il quinto giorno era sera ed erano tutti nella sala comune a chiacchierare dopo l’estenuante giornata di studio e allentamenti.
Izuku stava ascoltando interessato alcuni aneddoti sul tirocinio di Tokoyami e sull’eroe Hawks quando si era sentito picchiettare sulla spalla. Uraraka gli si era seduta a fianco, incredibilmente vicino, e aveva accostato il viso al suo
-Ho un regalo per te- aveva detto abbastanza ad alta voce da non giustificare quella vicinanza così… vicina
-Eh?-
-Ho un regalo per te Izuku- aveva ripetuto lei tranquilla
-Si, ho capito, cioè grazie, ma perché?- domanda. Lei avrebbe potuto anche rispondere del perché su quella vicinanza improvvisa ma la castana si era limitata a sorridere
-Devo avere un motivo per farti un regalo?-
Si?
-Io non...-
-Dai vieni, ti faccio vedere- Lo aveva alzato quasi di peso per poi trascinarlo verso l’ala dormitori.
Mineta non si era fatto scappare l’occasione e gli aveva fischiato dietro
-Che fortunato che sei Midoriya!-
-Quanto successo che ha questo ragazzo- continuò Denki
-Comunque se state insieme potreste anche ufficializzarlo invece di fare così tanto i misteriosi!- rise Mina seguendo l’onda degli amici che ridacchiarono
-Tre sere di fila in camera con una ragazza qui siamo gelosi- continuò Kiminari
-Dai ragazzi, se fate così li mettete in imbarazzo- li riprese ridacchiando Momo
-Ignorali Izuku- commentò Ochako giusto appena in imbarazzo e sparirono dietro l’angolo allontanandosi dai commenti degli amici –Se mi aspetti in camera tua è meglio-
-No io...-
-Dai Izuku, il regalo ti piacerà te lo assicuro. Vai lì e aspettami, ok?-
E lo aveva piantato in mezzo al corridoio, allontanandosi giovale.
Che fare?
Izuku aveva sospirato e si era diretto in camera: a questo punto tanto valeva seguire le istruzioni e poi tornare nella sala comune, sperando che Tokoyami avesse voglia di ripetergli il discorso.
Raggiunse la propria camera rimuginando su cosa Uraraka gli avesse regalato e perché. Qualcosa su All Might? Insomma, un regalo non è proprio una cosa così usuale se fatta senza motivo, anche se tra amici, anche se si erano aiutati molto, anche se…
La porta si aprì sbattendo e si richiuse con un tonfo
-Ohi, nerd di merda-
Kacchan. Si osservarono, il biondo in piedi e il moro seduto sul letto in palese attesa. Izuku notò che l’altro pareva decisamente molto… arrabbiato, più del solito almeno. Se ne stava proteso con le spalle in avanti, lo sguardo furioso e stretto, la bocca piegata verso il basso.
Beh, non che fosse una novità il suo stato d’animo. La novità era la sua presenza nella sua stanza. Il moro era certo che il biondo non avesse mai messo piede lì dentro, nella sua camera da letto in generale almeno, anche quando erano piccoli non gli pareva fosse mai andato a casa sua…
-Kacchan che succede? Potevi anche bussare-
Venne ignorato
-Cosa succede tra te e faccia tonda?-
Ma che domanda era?
-Cosa succede in che senso? Mi ha chiesto di aspettarla, non ci hai sentito?-
-Vi hanno sentito anche dallo spazio probabilmente. Mi rispondi cazzo?- domandò irritato
-Ma ti ho risposto-
Quella conversazione non aveva senso.
Katsuki si guardò intorno osservando i vari poster e oggettistica di All Might e fece qualche passo avanti. Verso di lui. Qui urgeva una misura drastica. Izuku si alzò in piedi, perché va bene essere bassi ma anche seduti poi no
-Cos’hai intenzione di fare con lei, mh?-
-Davvero non sto capendo quale sia il problema e ti chiederei di uscire. Uraraka sta per arrivare-
-Ci interessa molto di cosa pensa quella vero?- sbottò spingendolo, la mano aperta cozzò contro il suo petto senza alcun preavviso. Izuku barcollò e per stare in piedi si aggrappò alla maglia dell’altro che lo tenne fermo arpionandolo per le braccia.
Quella?
-Ma sei serio?- Ora iniziava ad arrabbiarsi pure lui –E poi lei è mia amica e…-
-Ah è tua amica certo e passi un sacco di tempo con la tua amica-
-Cosa? Ma che…-
-Un giorno sei con lei a pranzo-
-Eh?-
-Il giorno dopo allenamento insieme-
-Si, ma…-
-E poi lo studio chiusi in camera-
-Si, perché…-
-Per due giorni di seguito-
Izuku lo osservò, accigliato. Bakugo stava diventando di uno strano colore. E iniziava a fargli male tra l’altro visto che non accennava a lasciargli le braccia
-Kacchan…-
-E da quando ha tutta questa confidenza poi? Ti chiama per nome te ne sei accorto?-
Certo che se n’era accorto. Piuttosto…
Gli venne da ridere e lo sbuffo che uscì dalle sue labbra non poté smascherare l’ondata di ilarità che si riversò fuori, invadendo la piccola stanza.
Ovviamente il biondo divenne ancora più arcigno stringendolo se possibile ancora più forte. Izuku si rese conto della vicinanza oltre i limiti possibili, ma non gli diede fastidio. Anche se Bakugo lo minacciava un giorno si e l’altro pure e avrebbe potuto fargli saltare la faccia in un qualunque momento, con lui si sentiva al sicuro, si sentiva anche tanto audace da ridergli in faccia
-Che cazzo ti ridi nerd di merda?-
-Stavo costatando che tu hai fatto un sacco caso a me e a Uraraka. Mi osservi forse Kacchan?-
-Che cazzo ovviamente no, perché dovrei guardare te?- ringhiò e stavolta il biondo lo lasciò di colpo, ma Izuku aveva una presa troppo salda per poterlo lasciare andare e permettergli di fare un solo passo.
Barcollarono insieme sul posto, uno cercando di allontanarsi e l’altro tentando di tenerlo fermo, ma la forza della spinta ebbe la meglio. Izuku si ritrovò con la schiena contro il materasso e Bakugo decisamente spalmato sopra di lui.
La lampada appesa al soffitto rendeva i suoi capelli biondissimi e la faccia un disegno chiaro scuro da voler decifrare. Izuku lo voleva decifrare da tutta la vita.
Kacchan fece leva sulle braccia e lo fissò dall’alto, seccato ma senza dare un accenno di volersi spostarsi. Non che potesse visto come Deku lo teneva per la maglia
-Allora forse osservavi lei?- domandò il moro nel dubbio. Dopotutto la ragazza era davvero molto carina, ci stava che Bakugo si fosse… che fosse inna…
-Ma che cazzo dici? Ti pare forse?-
-Insomma, lo capirei se ti… ti piac… piacesse…- balbettò, gli occhi enormi su di lui.
Non aveva mai pensato all’eventualità che a Kacchan potesse piacere qualcuno di reale e tangibile, di raggiungibile, di… che non fosse lui.
Oh merda.
Quello non era un pensiero normale
-Ohi- Il moro si ritrovò il mento imprigionato nella mano dell’altro che lo costrinse a focalizzarsi su di lui –Non pensare a cose strane che non ti fa bene- dichiarò
-E allora perché…-
-Non penso a lei va bene? Non a lei- gli disse e il moro sbatté appena le palpebre, perplesso, facendo mentalmente i conti delle persone coinvolte (Izuku-Uraraka-Kacchan) e all’equazione che non tornava (lui no. Uraraka no. C’era forse una quarta persona di cui lui non era a conoscenza?) –Hai capito cosa ti sto dicendo, nerd di merda?-
-No- Izuku scosse appena il capo. Sentì il palmo dell’altro sfrigolare mentre il biondo chiudeva gli occhi, invocando la pazienza.
Evidentemente si era perso un pezzo, eppure… Il peso su di lui era rassicurante. Caldo. Stranamente confortevole. A Izuku sarebbe andato bene rimanere così ancora per un po’, un po’ per sempre per esempio, senza parlare, senza troppe domande, senza pare
-Che nerd sei cazzo- sbottò irritato –Si può sapere perché non ci arrivi mai da solo alle cose?-
-Ma se tu non me lo dici io non posso saperlo insomma! Se mi dici una cosa è chiaro che sia quella e basta no?-
-Mi fa incazzare che faccia tonda ti giri intorno- esplose seccato. Izuku si ammutolì spalancando gli occhi -E che ti chiami per nome. Odio che ti chiami per nome. Si può sapere perché deve farlo? Non mi piace che passiate così tanto tempo insieme. Mi fa incazzare che tu sia così maledettamente cieco e ingenuo quando non capisci che se una ragazza ti invita nella sua stanza è chiaro cosa voglia-
-Stu… studiare?- balbettò
-No, nerd di merda, no. Scoparti ecco cosa-
-Scop…- Arrossì così velocemente che ebbe quasi uno svenimento. Uraraka? –Ma è impossibile!-
-Io voglio scoparti e voglio essere il solo a farlo, ti pare impossibile pure questo?-
Ah.
Ah?
Che?!
Ammutolì, senza parole
-Tu vuoi…- si zittì. Bakugo sbuffò irritato. Riprovò –Vuoi sco…- si schiarì la voce –Vuoi scopa…-
-Si, voglio scoparti- lo osservò dall’alto
-Perché?-
-Perché secondo te nerd? Che cazzo ne so. Voglio farlo e basta-
Izuku mollò la maglia e lo spinse indietro tirandosi a sedere. Si trovarono l’uno di fronte all’altro, osservandosi da vicino.
Bakugo aveva una strana espressione in viso, una che non gli aveva mai visto. Rassegnazione? Ma da cosa? Perché?
-Frena un attimo- Erano troppo vicini. Izuku si allontanò illudendosi di poter respirare meglio -Tu mi detesti-
-Eh-
-Non mi sopporti-
-Eh-
-E ora viene fuori che vuoi stare con me-
-Eh-
-Ma non ha senso!-
-Eppure mi fa incazzare che faccia tonda abbia delle mire su di te. Ho voglia di farla esplodere-
-Non puoi farla esplodere- gli rispose di riflesso
-Così pare, nerd di merda- Scese un silenzio imbarazzante e Bakugo sbuffò seccato –Senti, se non vuoi va bene, non mi deprimerò di certo- sbottò alzandosi in piedi e dandogli le spalle deciso.
Ed ecco che di nuovo ci aveva messo un secondo di troppo a rispondergli. Ma insomma, perché non lo capiva neppure lui che aveva bisogno di un momento? Era scioccato!
-No aspetta!- gli arpionò la maglia. Il povero Bakugo, che aveva fatto già due passi di troppo verso la porta, barcollò di nuovo su se stesso e Izuku ne approfittò per rimetterlo seduto –Non andare via. Dammi un secondo- Si guardarono e stavolta Katsuki aspettò –Perciò… io ti piaccio-
-Oddio- Se ne era già pentito a quanto pare. Sicuramente da come aveva chiuso gli occhi sofferente pareva così
-No senti, me lo devi dire perché io credo a quello che mi viene detto va bene? Quindi crederò a quello che mi dici tu ora-
Era risoluto, certo, limpido. Ai limiti della tranquillità in realtà. Immenso, da un certo punto di vista.
Bakugo lo osservò, borbottò un’imprecazione e annuì, una sola volta
-Non credere che diventerà un abitudine, nerd di merda-
Izuku si slanciò in avanti, lo afferrò per le spalle e lo strinse a se. Rovinarono a terra con una esclamazione sorpresa e una bestemmia, in un incrocio di gamba e braccia
-Si, si va bene! Si!- esclamò.
Il problema è che ci fu un altro urlo, un urlo di soddisfazione, fatto di più voci. Izuku era sicuro che la sua perplessità era esattamente quella che si rispecchiava nel volto di Katsuki in quel momento. Si osservarono perplessi e la porta vanne spalancata di colpo mentre tutta, tutta la loro classe si riversava nella stanza
-Oh grazie al cielo, non sapevo più cosa inventarmi!- esclamò Mina con le braccia alzate
-La nostra Ochako è stata bravissima vero?- commentò Kirishima soddisfatto
-Beh, io non ho mai avuto dubbi che ce la facesse- disse Kaminari
-Bugiardo!- lo ripresero a più voci e scoppiarono e ridere sotto lo sguardo sempre più corrucciato di Bakugo e sempre più confuso di Izuku
-Mi spiace ragazzi ma avevate davvero bisogno di una spinta- riprese Asui
-Era proprio una sofferenza stare a guardarvi- si ritrovò a dire Iida sistemandosi gli occhiali
-Io non so proprio come potete piacervi- affermò Mineta arricciando il naso
-Non so proprio perché abbiate avuto bisogno di noi piuttosto- borbottò Shoji di rimando
-Ragazzi ma… ma…- balbettò Izuku –Avete davvero…-
-Inscenato quelle situazioni imbarazzanti per farvi avere l’occasione di parlarvi a cuore aperto per una volta?- concluse Momo
-Si- risposero tutti orgogliosi
-Ma guarda sti stronzi- sibilò Bakugo alzandosi –Adesso vi faccio esplodere la faccia. A tutti. A turno- li minacciò
-Ma non puoi farci esplodere!- esclamò Kirishima in una perfetta imitazione di Izuku che arrossì.
Avevano sentito tutto!
Corsero fuori mentre Bakugo li rincorreva, i palmi scoppiettanti e un’espressione spaventosa in viso.
Il moro rimase piantato a sedere sul posto, completamente in imbarazzo. Guardò Ochako che si apprestava a uscire e la chiamò.
La ragazza gli sorrise
-Posso continuare a chiamarti lo stesso per nome?-
Lui annuì. In sottofondo ci fu un’esplosione e una minaccia gridata poco velatamente
-Grazie- mormorò in risposta. Lei gli strinse l’occhio soddisfatta
-Felice che il mio regalo ti sia piaciuto Izuku-
E lo lasciò solo.
Izuku sospirò appena e si decise ad alzarsi in piedi. Forse non doveva ringraziare solo lei. Sorrise e uscì dalla camera diretto verso i suoi amici. E verso Katsuki.
 
FINE
  
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