Il bicchiere, pieno a metà, era lì che la fissava, la chiamava. Sandy non c’era, forse era con Rebecca, forse aveva semplicemente di meglio da fare che essere lì, con lei. E intanto il bicchiere continuava a fissarla, ad invitarla: io ci sono, le suggeriva, e ci sarò sempre. Vieni, prendimi, vedrai che dopo starai meglio. Kirsten si sentiva l’odore di Vodka addosso e questo le dava la nausea; lei si dava la nausea. Aveva cercato di contrastare la voce nella sua testa, quella voce maledetta che le diceva che senza l’alcol non sarebbe arrivata alla mattina successiva, sarebbe affondata prima, nel dolore, nella solitudine. Per quanto ci provasse non riusciva a farla stare zitta. Vedeva la sua vita andare lentamente in pezzi e lei non era abbastanza forte per salvarsi. Sandy non c’era e forse non ci sarebbe stato più. Era da sola in quella guerra e sapeva già di aver perso. Strinse le dita attorno al bicchiere e se lo portò alla bocca. Bevette tutto d’un fiato quel liquido amaro che le bruciava dentro più del fuoco. Aveva gli occhi fissi contro il muro e il silenzio della stanza l’avvolse, si sentì la testa girare e il cuore farsi piano piano sempre più leggero. Ora era tutto lontano, il dolore si affievoliva, l’immagine di Sandy e Rebecca insieme le abbandonava la mente, lasciandola vuota. Kirsten era lì, inerte, da un momento all’altro sarebbe crollata sul pavimento, ma sorrise, amaramente: aveva detto addio a se stessa, stavolta, definitivamente.

 

N.d.A.
Altro giro, altra corsa. Questa quarantena mi ha resa estremamente produttiva, devo ammetterlo. Grazie, come al solito, al gruppo We are out for prompt che mi offre costantemente una valanga di prompt bellissimi da cui trarre la giusta ispirazione. Non credevo, davvero, che sarei arrivata a scrivere qualcosa sul personaggio di Kirsten. Per anni ci ho provato con scarsi risultati e senza mai vedere alcun miglioramento. Purtroppo scrivere di lei mi blocca sempre un po'. Kirsten Cohen è stata il principio di tutto: del mio amore per il cinema, per la scrittura; il primo strumento di introspezione che ho usato per affrontare situazioni spinose e momenti delicati della mia vita, perciò mettere a nudo lei era come mettere a nudo me stessa. Negli ultimi tempi, però, ho avuto modo di rivedere The O.C. e di riscoprire Kiki e la sua immensa bellezza. Oggi sono molto più grande, più matura, e perciò mi sono detta che dovevo smorzare anche questa paura, affrontandola. Devo esercitare sempre una certa violenza su di me per farlo, ma ne vale la pena. Vale sempre la pena di lasciarsi andare, specie con le cose che in qualche modo ci appartengono e che ritornano sempre a noi.