Parola: petrichor
Rating: verde
#02. Salvami – dalla pioggia più insistente
Sedersi
sotto un portico in legno, e ascoltare. La natura,
tutt’intorno,
sembra ruggire. Ci sono palme dalle fronde piegate e alberi dai fusti
altissimi, ma una cosa è certa: ciascuna pianta è
un’esplosione di vitalità, freschezza e verde.
Yuuto immagina perfino le piccole piante di felci, che crescono basse sul suolo, mentre gocce sottili di pioggia scivolano giù dalle loro foglie.
Kageyama è seduto di fronte a lui. Hanno le schiene premute ciascuno contro una colonna del portico, e le gambe distese in avanti quasi si sfiorano l’una con l’altra. Yuuto lancia un’occhiata furtiva al suo compagno di viaggio: probabilmente, quando Kageyama gli aveva proposto una vacanza in Sudamerica, non aveva messo in conto la possibilità di rovesci improvvisi. Non aveva tutti i torti, in realtà: dopotutto, la stagione delle piogge era ancora lontana.
Peccato che, quel pomeriggio, un temporale inatteso si era abbattuto sulla zona, causando la cancellazione dell’escursione nella foresta che avevano in programma.
In realtà, Yuuto non era poi così dispiaciuto dalla cosa: da quanto gli era parso di capire, gli abitanti del luogo non vedevano delle gocce di pioggia da mesi, e quello scroscio imprevisto era per loro una vera e propria manna dal cielo, giunta a salvare i loro raccolti dalla siccità.
Lui e Kageyama, in fin dei conti, hanno ancora altri giorni di tempo, l’escursione può tranquillamente aspettare. Inoltre, restare al resort non era poi così spiacevole: immersi in quella natura, basta chiudere gli occhi e respirare a pieni polmoni che subito profumi intensi iniziano ad arrivare. C’è quello forte e vibrante della vegetazione rigogliosa, e poi ce n’è un altro, più lieve ma tremendamente persistente: è quello della pioggia che, dopo tanti mesi, torna a bagnare il terreno arido. Se si concentra a fondo, Yuuto riesce quasi a percepire quelle microscopiche particelle di umidità, già impregnate sulla sua pelle, che hanno ormai invaso anche il suo sistema respiratorio.
È un esercizio interessante, in fin dei conti, quello di concentrarsi sugli odori circostanti.
Yuuto apre gli occhi, e si allunga ad avvolgere la mano di Kageyama in una stretta affettuosa.
Yuuto immagina perfino le piccole piante di felci, che crescono basse sul suolo, mentre gocce sottili di pioggia scivolano giù dalle loro foglie.
Kageyama è seduto di fronte a lui. Hanno le schiene premute ciascuno contro una colonna del portico, e le gambe distese in avanti quasi si sfiorano l’una con l’altra. Yuuto lancia un’occhiata furtiva al suo compagno di viaggio: probabilmente, quando Kageyama gli aveva proposto una vacanza in Sudamerica, non aveva messo in conto la possibilità di rovesci improvvisi. Non aveva tutti i torti, in realtà: dopotutto, la stagione delle piogge era ancora lontana.
Peccato che, quel pomeriggio, un temporale inatteso si era abbattuto sulla zona, causando la cancellazione dell’escursione nella foresta che avevano in programma.
In realtà, Yuuto non era poi così dispiaciuto dalla cosa: da quanto gli era parso di capire, gli abitanti del luogo non vedevano delle gocce di pioggia da mesi, e quello scroscio imprevisto era per loro una vera e propria manna dal cielo, giunta a salvare i loro raccolti dalla siccità.
Lui e Kageyama, in fin dei conti, hanno ancora altri giorni di tempo, l’escursione può tranquillamente aspettare. Inoltre, restare al resort non era poi così spiacevole: immersi in quella natura, basta chiudere gli occhi e respirare a pieni polmoni che subito profumi intensi iniziano ad arrivare. C’è quello forte e vibrante della vegetazione rigogliosa, e poi ce n’è un altro, più lieve ma tremendamente persistente: è quello della pioggia che, dopo tanti mesi, torna a bagnare il terreno arido. Se si concentra a fondo, Yuuto riesce quasi a percepire quelle microscopiche particelle di umidità, già impregnate sulla sua pelle, che hanno ormai invaso anche il suo sistema respiratorio.
È un esercizio interessante, in fin dei conti, quello di concentrarsi sugli odori circostanti.
Yuuto apre gli occhi, e si allunga ad avvolgere la mano di Kageyama in una stretta affettuosa.
[346 parole]
▬ note
Petrichor: il profumo della
pioggia sulla terra calda e asciutta.
Rieccomi
qui. Prima che me ne dimentichi: nello scorso angolo autrice mi sono
dimenticata di dire che la maggior parte delle storie di questa
raccolta sono cronologicamente da ambientarsi nel periodo temporale che
avevo spiegato nelle note di louder than bombs (riassumo: Yuuto ha
vent'anni, scopre che Kageyama è ancora vivo, i due decidono
di
andare a vivere assieme ma nascondendo la reale identità di
Kageyama alle autorità. Fine); ci saranno tuttavia anche
storie
missing moments tratte da alcuni momenti canon della serie, ma in quel
caso mi premurerò di specificarlo prima del testo.
Qui non ho molto da dire: Kageyama ha proposto a Kidou una vacanza in sudamerica e non tutto è andato – almeno apparentemente – per il meglio. Ma, ehi, chi l'ha detto che le cose non possono avere un risvolto positivo anche quando meno sembrerebbe?
E sì, il titolo è spudoratamente riadattato da una canzone della Michielin, rip.
Per oggi è tutto, ci vediamo la setttimana prossima e come al solito grazie a chiunque leggerà.
Qui non ho molto da dire: Kageyama ha proposto a Kidou una vacanza in sudamerica e non tutto è andato – almeno apparentemente – per il meglio. Ma, ehi, chi l'ha detto che le cose non possono avere un risvolto positivo anche quando meno sembrerebbe?
E sì, il titolo è spudoratamente riadattato da una canzone della Michielin, rip.
Per oggi è tutto, ci vediamo la setttimana prossima e come al solito grazie a chiunque leggerà.
Aria