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Autore: CKS    07/04/2020    4 recensioni
Dopo essere entrambi tornati in Germania Genzo e Regen si ritrovano ad affrontare ciò che è accaduto in Giappone.
Ma se per lei, dopo un periodo buio, ci sarà una risalita, per lui sarà invece una caduta continua...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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No chance to be togheter

Sdraiato sul divano, la testa poggiata alle ginocchia e la sensazione di amaro in bocca.
Ho lasciato il Giappone pochi giorni fa, nella speranza di dimenticare tutto ciò che è accaduto.
Ma non ci riesco: il senso di colpa si è impossessato di me, e non intende andare via.
Ora che sono solo nel mio appartamento, mi fermo a riflettere su ciò che è successo, e cosa mi ha spinto a trattare lei in quel modo.
Ma un nodo si stringe nella gola quando mi rendo conto che ho riservato lo stesso trattamento non solo a lei...
Tutte le ragazze con cui sono stato hanno ricevuto sempre la stessa cosa da me: un'esperienza di sesso, seguita da un congedo senza fare troppi complimenti.
E mentre qualcuna non se la prendeva troppo, forse abituata a lasciare l'amante in quel modo, altre hanno reagito male, specialmente... Come si chiamava?
Mi sforzo di fare mente locale, ma non riesco a ricordarmi nulla.
Un'altra sensazione spiacevole di oppressione, si fa strada in me.
Quelle ragazze contavano davvero così poco, tanto da non riuscire nemmeno a menzionare il loro nome?
Cosa sono diventato?
Cosa è successo nella mia vita?
Io non ero così da ragazzino! Cos'è cambiato rispetto a quando ero ragazzino?
E guardandomi attorno trovo immediatamente la risposta.
Ho arredato queste stanze con gusto, in stile europeo, con mobili di lusso che una persona con uno stipendio normale si sognerebbe di averli.
La fama e il successo mi hanno dato alla testa, facendomi sentire come uno che tutto può.
Ma al caro prezzo della perdita di Genzo Wakabayashi. Perché questo uomo non sono io, non mi riconosco.
Soltanto adesso realizzo pienamente che non solo ho smarrito me stesso, ho allontanato anche le persone che avrebbero potuto aiutarmi a mettere le cose come avrebbero dovuto essere.
Eppure non è possibile: il silenzio nel mio appartamento è testimone della solitudine...

*

Movimento. Oscurità. Sudore.
E’ stata organizzata una serata in discoteca dai miei amici, ed eccomi qui. Niente lacrime abbracciata al cuscino, niente rimpianti e niente rimorsi. Solo me stessa.
Mi butto nella mischia e mi scateno. Sento il calore dell’alcol invadermi il corpo. Bocca, gola, petto. Tutto esplode in un calore a me poco conosciuto. La folla mi ingloba e sento posarsi sui miei fianchi delle mani. Mi invitano al movimento ed insieme iniziamo a danzare. Mi volto e incrocio gli occhi cristallini del ragazzo con cui ballo, poso le mie braccia intorno al suo collo e mi muovo sensualmente contro di lui e le nostre labbra si sfiorano. Audacia la mia. Chi sono realmente? Non sono più la timida ed impacciata ragazza di un tempo. Mi butto nella mischia, rischio. Non mi riconosco.
Mi allontano da quegli occhi ed afferro l’ennesimo cocktail di quella sera bevendolo tutto d’un fiato. Mi stordisce e la mia testa si fa più leggera. Torno in pista per scatenarmi e dimenticarmi del dolore, del risentimento e del rimpianto. Cerco con gli occhi qualcosa, o meglio qualcuno che possa appagarmi questa sera. Ne ho bisogno, anzi ne ho voglia.
Mentre cerco e mi guardo intorno il mio sguardo si posa su una ragazza seduta in uno dei divanetti del locale. Una ragazza completamente diversa da me, capelli lunghi fino alle spalle, arancioni, occhi azzurri e un fisico che sembra essere prorompente, nonostante sia vestita in un modo un po' troppo casto, per i miei gusti. Noto che mi osserva. Non ha l’aria di chi ti vuole “sfidare”, neanche l’aria di chi si sente superiore a te in bellezza, ma bensì il suo sguardo mi trasmette compassione, tristezza.
Mi volto, decisa ad ignorarla. Questa serata è solo mia e non è ancora finita. Faccio per andarmene quando sento una mano che mi afferra il braccio. Scosto bruscamente quella mano e mi volto con uno sguardo alterato fulmino la persona che tentava di bloccarmi. Con sorpresa noto che è la ragazza di prima.
-Ti chiami Regen, vero?-.
Strabuzzo gli occhi: e questa come diavolo fa a sapere il mio nome?!
La guardo con circospezione, lei si accorge della cosa e arrossisce, imbarazzata da non si sa bene cosa.
-Io... Io volevo parlare con Genzo, di ciò che è successo un bel po' di tempo fa, sono partita per il Giappone, e con un po' di fortuna sono riuscita a beccarlo in una discoteca, e ho visto che ti baciava...- fa una pausa, ma vedo un'ombra di tristezza nei suoi occhi -Volevo fermarlo quando ho capito che stava accadendo la stessa cosa che è successa a me... Ma non ci sono riuscita. Perdonami!-.
Sono sotto shock, non riesco a dire una sola parola.
-Ti prego, usciamo fuori, così posso raccontarti tutto!-.
Io annuisco, ma la fisso ancora con incredulità.
Una volta che siamo all'esterno sento l'aria fredda della sera che mi punge la pelle scoperta.
-Il mio nome è Elise. Vengo dalla Francia, ma non conosco il tedesco, quindi adesso capisci perché ti parlo in inglese...- e fa una pausa, noto che le tremano le mani -Un po' di tempo fa mi è capitato d'incontrare Genzo Wakabayashi proprio in Francia, la Bundesliga era in pausa, e lui era in vacanza. Non sono molto esperta di calcio, ma avevo già visto delle sue foto sui giornali e su internet. Quando lo vidi, gli chiesi se era davvero lui, e mi feci fare un un autografo. Vicino a noi c'era un bar, e con mia grandissima sorpresa, mi invitò a prendere qualcosa assieme.
Adesso, a mente lucida, non so dirti se il mio fosse proprio amore, ma ero indubbiamente attratta dalla sua bellezza, dal carisma e dalla sicurezza.
Avevamo trascorso diverso tempo assieme, e io continuavo a chiedermi cosa ci vedesse di così bello in me.
E, pochi giorni prima che tornasse in Germania, capii cosa l'aveva colpito: non il mio carattere, non i miei modi di fare, nulla di tutto ciò. L'unica cosa che gli piaceva di me era il fatto che avessi un bel paio di tette sode e un culetto niente male-.
Sento il respiro bloccarsi nei polmoni, mentre lei è prossima alle lacrime -Dopo averlo fatto, mi confessò che era stata una bella esperienza, anche se non ero stata granché a letto- scuote la testa -Ho avuto solo un ragazzo prima che incontrassi lui, quindi sì, non avevo molta esperienza, e lui mi confessò con soddisfazione che era stata una bella sfida portarmi a letto, dati anche i pochi giorni che mancavano alla sua partenza.
Mi spezzò il cuore, e faticai a riprendere in mano la situazione- mi mette le mani sulle spalle -Regen, ti prego, non fare come me: io ci ho messo mesi e mesi per ritrovare me stessa, tu non fare il mio stesso errore!
Per quel poco che ho potuto capire, tu non sei la ragazza che cerca qualcuno in discoteca per farsi una scopata e basta. Ti prego, non lasciare che questa esperienza rovini la tua persona, non fare cose che non ti appartengono!-.
Le gambe non mi reggono più, mi accascio a terra, stordita dal suo racconto.
Piango.
Ma non sono le lacrime che verso in alcune sere.
Sento che sono diverse, che hanno un qualcosa che riguarda la liberazione, il sollevamento di un peso.
Elise mi sorride dolcemente e mi abbraccia.
-Prendi in mano la tua vita, Regen. Fallo da adesso-.

*

Cammino sul marciapiede, mani in tasca.
Avete presente quando uno dice di essere sul tetto del mondo? Ecco, io ero lì fino a poco tempo fa. La mia carriera aveva raggiunto i massimi livelli. Ero il portiere migliore del mondo, le competizioni le passavo completamente imbattuto, la mia porta era inviolata. Parlo al passato già, perché in quella maledetta partita contro la Germania ho perso. Mi hanno segnato. Il mister mi ha classificato con un 'Troppo strafottente, caro Genzo!'. Strafottente? No, sicuro di me sì però! E secondo me essere sicuri di sé non è un male, ma non secondo il mister. Ha avuto la splendida idea di buttarmi fuori, per riflettere mi ha detto. Sono fuori, a tempo indeterminato. Ha detto che devo tornare con i piedi per terra e rendermi conto che non sono un Dio, ma un semplice uomo. Che non devo peccare di arroganza, ma rendermi utile alla squadra. Ed è qui che la mia carriera crolla. Sono inutile. Se non gioco… Se non calpesto quel prato verde, sono inutile.
Come se non bastasse, anche mia vita privata è stata tutta una caduta.
Sanae non mi vuole più parlare, ha tagliato tutti i ponti... E non solo lei...
Mi do mentalmente dello sciocco, eppure sento l'ombra delle lacrime che premono per uscire.
Regen...
Perché dopo aver fatto quell'immensa cazzata, dopo averle risposto male, e dopo essermene tornato qua, in Germania, ho ricordato chi fosse davvero: quella ragazzina che una volta era venuta a Nankatsu, e che io avevo salvato da un incidente. Quella ragazza così timida che piano piano è riuscita ad aprirsi quando era con noi.
Alzo la testa, e quello che vedo mi toglie il fiato.
Regen è a pochi metri da me.
Vorrei raggiungerla, gridare il suo nome, inginocchiarmi e chiederle perdono per tutto quello che ho fatto.
Per essere stato un bastardo che l'ha usata come se fosse stata una bambola, per averle rubato in modo così stupido ed ingiusto la verginità.
Lo vorrei fare... Ma qualcosa, o meglio, qualcuno, me lo impedisce.
Un uomo alto, con riccioli castani e limpidi occhi azzurri si avvicina a lei.
Non capisco quello che sta dicendo, ma i suoi gesti mi fanno capire che si sta scusando per qualcosa.
Regen scuote la testa, ha le guance arrossate.
E una consapevolezza fa sì che mi io mi senta come se avessi preso non uno, ma tanti pugni nello stomaco.
Lei gli sorride con dolcezza, e dopo essersi sollevata sulle punte, gli sfiora le labbra con un bacio.
E poi si allontanano da questa piazza gremita di gente, non li posso più vedere perché sono spariti in mezzo alla folla.
Per la prima volta in vita mia non ho più le forze per poter impedire il pianto, prima debole, poi sempre più violento.
Delle persone si fermano, con gentilezza mi chiedono se sto bene e se ho bisogno di qualcosa.
E posso solo dire questa frase...
'Ora ho la certezza che non potrò mai più avere il cuore della ragazza di cui sono innamorato'.

 

 

 

I miei piani erano di pubblicare questa One Shot su Genzo e Regen tra un paio di settimane, ma dato che è passato molto tempo, ho deciso di anticipare la pubblicazione.

La precedente flashfic non mi soddisfaceva, quindi l'ho cancellata e ho aggiunto alcuni pezzi. Ringrazio infinitamente Micenedisagitter che ha rielaborato alcuni pezzi e li ha resi ancora più drammatici di quanto fossero prima.

E, come vedete, Genzo e Regen non potranno mai formare una coppia. Con gli anni potrebbero ricostruire un legame di amicizia, ma l'amore è escluso a priori.

Buona lettura!

CKS 

   
 
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