Fra lame nel petto e suoni lievi si eleva il calore del giorno, che addolcisce il passato in questa vita d'immediato ritorno. Collegavo la notte di una promessa già data alla tua strada, di donna umana e sbagliata. Tu sola donna che vivevi di povertà d'incanto, tenevi in grembo un re privo della corona e del manto. Vagavi da sola nel tempo che muore, in una vita doppia di madre e d'amore. Eri madre senza capire, cosa ti avrebbe portato un giorno a soffrire. Da una croce così pesante nasce il giudizio del silenzio eterno. Adesso so che ci vegli da lassù risparmiandoci l'inferno. Il colore più opaco divide il cielo dal suono. O madre di vita, a me arrivi il tuo perdono.