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Autore: Piotaj    08/04/2020    2 recensioni
E se...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nairobi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SE RIMANESSE VIVA... Ecco, Gandia mi lasció andare da quella sua presa ferrea che mi provocava un dolore lancinante alla ferita. Mi stavo dirigendo verso i miei amici disarmata, ferita ed esausta, verso la mia famiglia, verso Bogotà l'amore della mia vita, quando quel fottuto assassino mi chiama con quel nome che amo, ma allo stesso tempo non sopporto, che non mi ha permesso di avere un lavoro, che mi ha fatto soffrire di bullismo da piccola, che mi ha fatto capire chi sono davvero: gitana e ne vado fiera. -zingarella ti avevo detto che ti avrei uccisa- Mi giro di scatto e più velocemente che posso mi scosto dalla sua mira. Era l'ultimo proiettile che aveva. Fortunatamente, non aveva colpito nessuno. -e chi ti di che che sta volta non tocchi a me provare ad ucciderti? - Presi la mia pistola e gli sparai ad una gamba. Non sono un'assassina. I miei compagni mi guardavano sbalorditi per l'agilità che avevo avuto, anche con una ferita appena operata, nell'evitare una morte imminente. Palermo gli si avvicinó, lo prese e lo legó stretto. Io immediatamente corsi da Bogotà e lo abbracciai fortissimo con le lacrime che sgorgavano a fiotti, lui fece lo stesso. Al nostro abbraccio si unirono tutti gli altri. Mancava solo Toky-Toky come la chiamo io, la mia migliore amica e la futura madrina di mio figlio. Bogotà preso dall'ira corse verso Gandia con gli occhi lucidi e imbracciando il fucile, puntandoglielo dritto in mezzo alla fronte. Stava per sparare, ma lo fermai in tempo. - non sei un assassino come lui e non ne vale neanche la pena, serve al professore- detto questo si lasció portare via da me, come un bambino impaurito. Andammo in un ufficio e mi medicó la mano. Non avevo lesioni gravi e mi sarei rimessa presto. I punti della ferita si erano in parte staccati, dovevano ricucirmi. Tutto questo si svolse in religioso silenzio. Io lo guardavo fisso negli occhi, lui non ci riusciva. Alzai la mano "buona" e gliela portai sulla guancia, gli feci alzare lo sguardo, mi avvicinai alle sue labbra e lo baciai dolcemente. Quando ci staccammo avevamo un sorriso a trentadue denti e gli occhi lucidi. Andammo a cercare Tokyo. Io sulla mia sedia mobile e gli altri che correvano. Tutti speravamo che non l'avesse uccisa. I piú preoccupati eravamo io, Rio, Denver e Stoccolma, che era diventata una delle nostre piú care amiche. La trovammo nello stanzino di comando di Gandia, sudata e incatenata. Appena mi vide sorrise e io feci lo stesso. Sapeva dei piani di Gandia su di me e tiró un sospiro di sollievo quando seppe che ero viva. Rio corse da lei e la abbraccio fortissimo, poi le diede un bacio a fior di labbra. -hei, ho rischiato la vita è non mi abbracci neanche Toky-Toky? - la canzonai io. Lei corse da me e mi riempì la faccia di baci, io ridevo come una bambina. Tutti ci guardavano commossi, ma ad interrompere quel momento di pura felicità fu il professore. -Palermo, prepariamoci per il piano Parigi... Come state, siete feriti? - chiese preoccupato lui. -Non tanto... Solo... Nairobi ha rischiato la morte per la quarta vola a causa di quella cazzo di polizia e Gandia ha un proiettile ben assestato nella gamba più altri lividi causati da Helsinki per aver provato a sparare a Nairobi sulla fronte... Ma del resto stiamo bene- rispose prontamente Palermo scatenando l'ilarità di tutti noi. Come aveva detto il professore era iniziato il piano Parigi e presto avremmo avuto anche Lisbona con noi. All'ordine del professore i miei compagni scattarono all'esterno per il piano, io restai giù per la mia momentanea invalidità. A sorvegliarmi e proteggermi, fino a quando non mi sarei rimessa, c'erano Manila e il ragazzino amico di Bogotà. Quando i miei compagni tornarono, Lisbona mi venne ad abbracciare. Non avevo mai avuto così tanti abbracci in una giornata. La sera, mi portarono in quello scomodissimo letto per farmi riposare e avrei avuto qualcuno sempre con me per sorvegliarmi. Il primo fu Denver. - sai Nairobi, tu e Tokyo siete le mie migliori amiche e ti voglio un bene dell'anima. So che posso sembrarti stupido, quando Gandia ha sparato quel colpo, non sono riuscito a non chiudere gli occhi, quando peró ho sentito la tua voce mi sono sentito... Bene, felice, era come se un peso mi si fosse tolto dallo stomaco. - - Denver, 1 anche tu sei uno dei miei migliori amici e 2 non sei affatto stupido, sei dolce, sensibile, anche un po scemo quando ti ci metti- qui Denver rise di gusto, ricordando tutte le volte che quella bellissima gitana lo aveva fatto ridere- ma ti prego non pensare mai di essere stupido. A questo proposito ho visto che hai litigato con Monica... Perchè? - - Alcune volte preso dalla paura mi comporto da stronzo, e lei non vuole un ambiente di rabbia per suo figlio, mi ha detto che non sa se vuole stare ancora con me, poi l'ho anche vista parlare con Rio a piedi nudi... - - Ahhhh.... Ho capito, abbiamo un Dever geloso... Non me l'aspettavo sai? Comunque lascia che sbollisca la rabbia e poi parlale, dille tutto ciò che ti passa per la testa, senza fermarti, raccontale come ti senti e perchè ti comporti cosí... Ah... e falle un regalo così sarai sicuro che ti perdonerà. - - l'ho già fatto- e le mostra il cuoricino fatto d'oro, appeso ad una catenina - Denver è bellissimo! Dai vai a parlarle, veloce- - Nairobi non posso lasciarti da sola, se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei- - allora cambia il turno con quello di Helsinki, dovrebbe essere lui con Stoccolma in questo momento- - sissignora- disse facendo una mossa teatrale. - ahahahah dai vai scemo e salutamela, poi voglio sapere tutto- faccia pervy - come vuole lei mia regina- detto questo corse via. Helsinki arrivó dopo dieci minuti il, il battito di Nairobi scendeva in picchiata sull'elettro cardiogramma. Era pallida e le usciva del sangue dal naso. Helsinki subito chiamò aiuto. Tutti accorsero con le lacrime agli occhi. Provarono a rianimarla con il massaggio cardiaco, ma niente, con le piastre, ma ancora niente. Ormai tutti piangevano a dirotto, Denver urlava e Bogotà anche. Nairobi aveva un sorriso sulle labbra, il bellissimo sorriso che la caratterizzava. L'elettrocardiogramma dette linea piatta e tutti avevano abbassato la testa. Un pezzo del loro cuore era morto con lei. Poi successe il miracolo... Nairobi aprí gli occhi. Nessuno se ne era accorto. Tutti avevano la vista offuscata dalle lacrime. Poi cominció a tossire e gli amici alzarono la testa di scatto. Lei era lì e sorrideva, sorrideva sempre. Nessuno poteva crederci. Cominciarono a ridere e piangere insieme. Agata sorrideva, Silene sorrideva, Annibal sorrideva, Monica sorrideva, Raquel sorrideva. Sorridevano tutti. -hey Zingara, ti sono mancato?- Gandia le puntava di nuovo la pistola, alla tempia precisamente, con lui c'era anche Arturo Roman. Tutti i sequestratori estrassero la pistola dal fodero, questa volta nessuno si fece intimorire da Gandia, ma nessuno poteva sparare, altrimenti Agata sarebbe morta. Spari Sangue Polvere Gandia era morto e Arturo era troppo codardo per sparare. Manila era spuntata da dietro e non avrebbe piú permesso che Nairobi avesse rischiato dinuovo la vita per quello psicopatico. Legarono Arturo e una volta per tutte Gandia rimase solo un brutto ricordo. 10 giorni dopo. Pov Nairobi stiamo scappando attraverso un tunnel. Io mi sono ripresa del tutto. Gli ostaggi sono nelle mani della polizia e noi stiamo tornando in Italia per riprendere Cincinnati e salutarci. Io e Bogotà andremo insieme poi il professore e Lisbona, Stoccolma e Denver, Helsinki e Palermo, Rio e Toky-Toky. Io e Bogotà andremo in Grecia, ho sempre sognato andare lí. A proposito, lascerà la moglie. È da un po che avevano problemi e ha già firmato i documenti del divorzio. Mi ha detto che mi ama, e che chiederebbe volentieri il permesso a mio padre per sposarmi. Anche subito. Lo amo da impazzire e non posso fare a meno di stare con lui e sognarmi in abito bianco, mentre percorro la navata per andare da lui, o con un bambino, Ibiza. Andró anche a trovare Axel e magari mi daranno anche l'affidamento. Non riesco a credere che dopo una vita infelice e vuota questo sia il premio. Sono felice e sono sicura che lo saró per sempre. THE END
   
 
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