«Alain e gli altri sono stati liberati! I dodici soldati sono stati liberati senza alcuna condizione! »
Oscar poggiò la fronte sul legno della porta e sospirò. Un piccolo sorriso nacque sulle sue labbra e alcune lacrime iniziarono a bagnarle delicatamente il viso.
Oscar fece girare la chiave nella toppa lentamente, sentì dietro di lei i passi di Celine e girò appena il capo per vedere cosa stesse facendo. Lei stava andando via e aveva aperto una porta di servizio nascosta nel muro. Il suo sguardo si addolcì, Celine era davvero una cara ragazza e se non fosse stato per le sue amorevoli cure forse non sarebbe neanche lì, a qualche centimetro di distanza da lui.
Aprì appena la porta per sbirciare fuori e lo trovò lì, con il braccio poggiato sul montante della porta che la osservava con il respiro pesante. Doveva aver corso.
«Entra… »
Disse con un filo di voce, era ancora provata per la crisi che aveva avuto quella mattina ma sentiva il bisogno di averlo accanto, di sentire la sua voce e di dimenticare almeno per qualche istante i suoi dolori. André entrò sotto lo sguardo sgomentato delle cameriere che invano avevano cercato di farla uscire dalla sua stanza per portarle da mangiare.
Si sorrisero imbarazzati, Oscar si avvicinò a lui e poggiò il capo sul suo petto inspirando il suo profumo, non aveva bisogno di altro. Si lasciò andare al pianto e lui la consolò, pensando ingenuamente che quelle fossero lacrime di gioia.
«Bernard ce l’ha fatta, sono liberi »
Ripeté André accarezzandole la schiena con dolcezza senza immaginare lo sgomento e la paura che scuotevano l’animo della sua amata. Oscar annuì silenziosamente e alzò lo sguardo verso di lui sorridendogli. Le finestre erano aperte e una leggera brezza entrò nella stanza muovendo appena le ciocche dei loro capelli. André le accarezzò il viso asciugandole le lacrime.
«C’è qualcosa che non va? Non ti senti bene? »
Oscar si irrigidì appena ma si ricompose subito scuotendo la testa. Era ovvio che prima o poi se ne sarebbe reso conto del suo dolore, ma non ora, non voleva confessarglielo ora.
«Va tutto bene…  »
Sussurrò avvicinando il viso al suo sfiorando le sue labbra ma non lo pensava veramente. Si era sentita morire quando quella stessa mattina le era mancato il respiro, aveva avuto paura di morire e di lasciarlo solo. Tremò scossa dal vento leggero che percepì gelido e prese il suo viso tra le mani. Chiuse gli occhi e lui poggiò la fronte sulla sua, stringendo le mani sui fianchi.
«Tienimi… »
Lo disse quasi in un lamento, André rafforzò la presa e posò la fronte sulla sua.
«Stringimi forte »
«Oscar… »
«Promettimi che non andrai da nessuna parte… e che non mi lascerai sola »
Disse Oscar allontanandosi appena cercando il suo sguardo. André le sorrise e asciugò con la punta delle dita le lacrime che bagnavano nuovamente il suo viso.
André la strinse a sé con forza, come se quell’abbraccio non bastasse per farli sentire vicini e uniti, come se non fosse vero potersi sfiorare e sentire il corpo dell’altro.
«Dove dovrei andare? Resterò al tuo fianco per sempre »
Detto questo la baciò dolcemente, avvolgendola con il suo calore. Oscar si allontanò appena e poggiò il capo sul suo petto e nel silenzio della stanza sentì distintamente il battito regolare del suo cuore.
“Non posso lasciarti… non ora…”



Angolo autrice:

E’ una piccola storia scritta di getto, senza grandi aspettative, ma la trovavo carina da pubblicare. Siate clementi!!
Voglio dare un grande abbraccio a tutti voi che leggerete questo “missing moment”.
Grazie.