Tutti i miei
sbagli – subsonica
Edward
Tu sai difendermi e farmi male
“Edward, ti prego, quello che è successo
con Jasper non è niente” sussurrò Bella cercando i miei occhi.
La mia decisione era stata presa, sentivo
un dolore lancinante all’altezza del petto. Che strano, il mio cuore era fermo
da più di un secolo, eppure, in quel momento faceva male. Ma non potevo sottrarmi. Il pensiero di lasciarla era
terribile per me, lei mi aveva cambiato. Per sempre. Inevitabilmente.
Niente sarà più come prima.
“Non sopporto che la mia natura metta in
pericolo la tua esistenza. Smettila di difendermi.
Facciamo parte di due mondi diversi. Siamo diversi. Non posso amare una fragile
umana.” Dire quelle parole mi era costato caro, avevo visto il dolore nei suoi
occhi. La sua espressione era terrorizzata, già una volta mi aveva confidato la
sua paura di perdermi, che da un momento all’altro io potessi scomparire.
Ammazzarmi e ricominciare
A prendermi vivo
“Edward, ti prego”. Una silenziosa lacrima
era sfuggita al controllo, mentre cadeva sulla sua guancia. Quella lacrima mi
stava uccidendo perché sapevo che a causa mia stava soffrendo.
Dovevo fare le cose per bene. Un taglio
netto. Sarebbe stato più semplice per lei ricominciare.
“Credevo fosse possibile per me… amarti.
Non fraintendermi, a modo mio, per quello che la mia natura mi consente, ti ho
voluto bene. Tengo a te. Ma tu sei inadeguata alle mie esigenze. Non è giusto
per entrambi continuare.” Dire quelle cose era stato necessario. Vidi la
comprensione nei suoi occhi di colpo freddi e distanti. E quello bastò per ammazzarmi.
“Mi hai fatto sentire vivo. Ma questo non basta. Non è abbastanza.” Dissi infine
lasciandola sola.
Sei tutti i miei sbagli
Allontanandomi velocemente, prima che lei
potesse reagire corsi più veloce del vento, lontano da lei. La mia falsa
maschera stava per cadere.
Lei era stata il risultato di tutti i miei sbagli. Lei. La cosa più bella che l’esistenza mi
avesse riservato. Ma che non meritavo. Le avevo fatto del male. Ero stato
egoista a pensare di poterle stare accanto. L’avevo ferita. Sia fisicamente che
nell’anima. Ne ero certo.
Bella
A caduta libera
Lui non c’era più. Mi aveva lasciata. Non ero abbastanza.
La consapevolezza che non sarebbe tornato mai più da me prese
possesso del mio cuore. E sentii il vuoto dentro di me. Nulla più aveva un
senso. E per questo avevo deciso di rivederlo per l’ultima volta.
Nei rari momenti in cui compivo un atto pericoloso sentivo la
sua voce. Se avessi tentato il salto dallo scoglio magari la mia pazzia mi
avrebbe concesso di rivederlo per l’ultima volta.
E per questo mi avvicinai al promontorio, e saltai. A caduta libera.
In cerca di uno schianto
Nulla aveva più un senso per me. Quindi
fare cose stupide o non tipiche di Bella andava bene. Non mi importava, e lo schianto con la moto mi aveva confermato
quanto pensavo.
Ma fin tanto che sei qui
Posso dirmi vivo
Io riuscivo a percepirti in quei momenti, fin tanto che eri lì con me, stavo bene.
Durava una frazione di secondo. Ma per quell’attimo rubato potevo dirmi viva.
Tu affogando per respirare
Al contatto con l’acqua gelida, persi quasi
coscienza. E eccoti, nella tua magnificenza. Arrabbiato per il mio gesto. Ma ti
prego Edward. Perdonami, sto solo affogando
per respirare.
Imparando anche a sanguinare
Non avevo perso giorno in cui non mi
facessi male, per poterti sentire, imparando
anche a sanguinare, perché l’attimo dopo l’euforia, il dolore tornava
forte, raddoppiato.
Nel giorno che sfugge
E si erano susseguiti i giorni, le notti,
l’alba, il tramonto. E non distinguevo più nulla. I volti, le parole. Gli
incubi una costante. La solitudine la mia compagna. E non c’era nulla a tenermi
legata ai quei giorni che sfuggivano
dal controllo.
Il tempo reale sei tu
Eri tu a scandire il mio tempo, il mio tempo reale sei sempre stato tu.
A difendermi e a farmi male
Tu che mi hai difeso da tutto quello che avrebbe potuto farmi male. Tu che mi hai fatto conoscere il vero Edward, tu che mi
hai fatto innamorare di te. Con il tuo animo, la tua generosità, il tuo cuore.
Sezionare la notte e il cuore
Ricordare faceva male, ma accadeva tutto
quando il controllo della ragione si ammorbidiva nella notte e il cuore tornava
a fare male. Dimenticare era impossibile.
Per sentirmi vivo
In tutti i miei sbagli
Per sentirmi viva, non avevo
altra scelta che affrontare tutti i miei
sbagli. Per l’ultima volta. E dimostrare il mio coraggio, e trovare la
pace. Per l’ultima volta.
E mi lasciai trasportare dal mare in
tempesta.
Edward
Non m'importa molto se
Niente è uguale a prima
“Bella, noooooooo”
vidi lei, il volto rivolto verso il mare, e poi, il salto. Si era buttata.
Perché? Perché? Questo gesto insensato e folle e pericoloso. La seguii dopo un
attimo, ero arrabbiato con lei, non avrebbe mai dovuto fare un gesto del
genere. Non aveva pensato a se stessa? Ai suoi cari? A me? Riuscii a prenderla
tra le braccia, aveva perso conoscenza. La portai a riva e il suo respiro era
debole e affaticato. Il suo cuore pure. Ero terrorizzato di perderla. Ancora. Non m’importava molto in quel momento se niente era uguale a prima. Ma dovevo
dirglielo.
“Bella, ti amo” sussurrai al suo orecchio
tenendola vicina a me. Quanto mi era mancata. Quanto? Il suo profumo, i suoi
occhi, il suono del suo cuore.
Le parole su di noi
Si dissolvono così
“Edward” sentii bisbigliare a bassissima
voce. Quasi un sospiro. Mi aveva sentito. E i suoi occhi a fatica si aprirono e
non lasciarono più i miei, “Edward”, disse di nuovo, quasi incredula. “allora,
allora è vero, sono in paradiso…” mormorò lei stupefatta.
E in quel momento mi vennero in mente le parole dette su di noi molto tempo
prima. Che se io avessi posto fine alla mia esistenza, altro posto non meritavo
se non l’inferno. Bella era di tutt’altra opinione, poiché secondo la sua
strana percezione io rappresentavo al contrario, un angelo.” E mentre nella mia
testa l’immagine di quella conversazione si
dissolvevano, all’improvviso capii. Lei si era buttata dallo scoglio per
morire.
Tu, mia piccola Bella, affogando per respirare, hai imparato anche a sanguinare
a causa mia. Ti prometto che se mi vorrai ancora, in questo giorno che sfugge, io non ti abbandonerò mai
più. Il tempo reale sei tu. A difendermi e farmi male, perché vedo dai tuoi
occhi che il perdono per il mio sbaglio mi farà comunque male, non merito
tanto. E passerò il resto della mia esistenza a farti capire che il mio cuore
ti appartiene, per sentirmi vivo ho bisogno di cancellare tutti i miei sbagli.
Fine.