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Autore: Fefy 95    09/04/2020    2 recensioni
Perché tutte noi meritavamo un lieto fine per Fred Weasley su cui scrivere fanfiction dolci come la burrobirra
Genere: Fluff, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Di giornate terribili, supereroi e drama queen

Centoventotto.

Centoventotto vittime fra gli undici e i novantasette anni, spazzati via dalla forza dell’esplosione in un battito di ciglia.
Lexy non poté fare a meno di chiedersi cosa avessero provato, se si fossero resi conto, in quella frazione di secondo, di essersi trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Si sorprese per  un attimo del fatto che, nonostante la sua familiarità con la morte sin dai tempi di Hogwarts, quella domanda continuasse ad essere costantemente presente in un angolo della sua coscienza, senza che riuscisse veramente a darsi una risposta soddisfacente.

<< È solo un attimo >>.

Era quello che Sirius aveva detto ad Harry quando era sul punto di consegnarsi  a Voldemort fra le ombre silenziose della foresta proibita. Ma il suo quasi fratellastro non ne aveva mai parlato e lei non se l’era mai sentita fino in fondo di chiedere.
Ripensò a come era morto suo padre, tradito dall’attacco senza perdono della Black che più rispecchiava quello che lui aveva da sempre rinnegato, un lampo di luce verde, e il sorriso dell’uomo che l’aveva amata e protetta per tutta la vita era rimasto impresso sul suo volto per sempre, sul viso perduto dietro al velo dell’arco di pietra.

<< Guaritore Weasley al secondo piano non riescono a trattare i feriti della seconda esplosione >>.

Si voltò verso Clarity Spencer, la tirocinante del primo anno dal volto paffuto e la risata rumorosa che era arrivata solo poche settimane prima, notò che non aveva indossato la divisa, segno di essere arrivata di corsa appena appresa la notizia, e che la sua maglietta rosa delle sorelle sinistre era abbondantemente rovinata da sangue e qualcosa di non definito, su cui Lexy preferì non indagare.

<< Che significa che non riescono a trattarli? >>.

La ragazza si passò il braccio sulla fronte sudata stando attenta a non contaminare i guanti sterili.
<< Sembra che l’esplosione sull’espresso sia stata causata da una maledizione che rende inefficaci tanto gli incantesimi quanto il dittamo >>.

Lexy distolse per un attimo l’attenzione che stava dedicando allo squarcio sul braccio dell’uomo di mezza età che si trovava di fronte per lanciare un’imprecazione, poi fece segno alla Spencer di terminare lei la medicazione e intercettò la Cho che passava li accanto con in mano una discreta quantità di ampolle.

<< Infermiera Chang ho bisogno che mi procuri degli aghi e del filo >>. Le disse sbrigativa prima che potesse sfuggirle chissà dove.
Cho la guardò confusa. <<  Ago e filo? >>.

Lexy tolse i guanti e li gettò nel cestino mentre rapidamente imboccava le scale verso il secondo piano.

<< Se non possiamo usare la magia li ricuciremo alla babbana >>.

Mentre si allontanava percepì distintamente un flusso colorito di parolacce sfuggire dalle labbra della sua ex compagna di scuola.
                                                                                     ***
Lexy si smaterializzò sul vialetto di ingresso della Tana al tramonto, dopo tre giorni interi passati al San Mungo, con il cuore pesante e il corpo terribilmente stanco. Strinse la presa sulla gabbietta leggera che le penzolava dalla mano destra e cercò di fare un respiro profondo e stamparsi in faccia un’espressione rassicurante che, almeno sperava, non avrebbe fatto preoccupare più del necessario la sua famiglia.
Sentì alcune voci provenire dal retro e si ricordò che lei e Molly avevano concordato, che, visto il clima particolarmente mite di quelle sere, avrebbero potuto piazzare i tavoli in giardino. Arthur come sempre super accomodante quando si trattava dei nipoti, si era procurato una discreta quantità di lanterne cinesi, che tanto affascinavano la sua nipotina, da incantare per farle restare sollevate a illuminare e riscaldare l’ambiente.

<< Mamma! >>.

Sua figlia era stata ovviamente la prima ad accorgersi del suo arrivo, mentre incrociava il suo percorso durante la folle rincorsa al piccolo James che, a giudicare dalla smorfia divertita e dalla faccia indignata di lei, doveva averle fatto qualche dispetto dei suoi.
Venti chili di Iris Ninfadora Weasley deviarono dalla traiettoria che stavano seguendo e le caracollarono direttamente sulle tibie, mentre sua figlia le abbracciava le ginocchia e sollevava la testolina mora per dedicarle il più splendente e soddisfatto dei sorrisi.

<< Ciao scimmietta >>. Si chinò posandole un bacio sui capelli profumati e pulendole con l’indice un vistoso segno di cioccolata dalla guancia morbida. << La mamma ha qualcosa per te >>.

Mentre anche quello scavezzacollo di suo nipote si avvicinava con malcelata curiosità alla zia e alla sua cugina preferita, Lexy posò a terra la gabbietta e fece scattare la sicura, mentre Iris si avvicinava con sguardo attento. La bambina udì un piccolo miagolio prima di veder comparire un grosso paio di orecchie nere e si rese conto che quello che stava guardando era proprio quel cucciolo di Kneazle nero che aveva insistentemente chiesto alla mamma e al papà dopo averlo visto a Diagon Alley insieme a zio Harry.

Vide sua figlia lanciare un urletto entusiasta prima di abbattersi nuovamente sulle sue gambe << Mamma sei la migliore del mondo! >>. La lodò con tono drammatico, prima di accucciarsi cautamente vicino all’animale per farsi annusare.

<< Dovrai educarlo tu e prendertene cura tu signorina >>.

Iris alzò la testa proprio mentre il gattino accettava di farsi grattare dietro le orecchie, stava probabilmente per risponderle che avrebbe fatto tutto quello che voleva pur di poterlo tenere, quando una testa rossa entrò nel campo visivo di Lexy, che sentì una mano stringersi attorno alla sua vita.

<< Credevo avessi detto che è troppo piccola per un animale domestico >>.

Fred la guardava con il sorriso sornione di chi aveva perfettamente previsto che sarebbe successo, il che in altre circostanze l’avrebbe fatta sicuramente irritare, ma visti gli avvenimenti degli ultimi giorni, si limitò ad appoggiarsi a lui stancamente e fargli una non molto matura linguaccia.
La carezza che lui stava per farle rimase a mezz’aria quando la loro dolce creatura si abbatté anche sulle sue di tibie, urlando con un tono di voce che indispose non poco lo Kneazle.

<< Hai visto papà? Te l’avevo detto che l’avrei convinta >>.

Poi sotto lo sguardo indignato di sua madre e quello di suo padre prese delicatamente fra le braccia l’animale e si diresse a passo spedito verso gli altri cugini seguita dal fedele James.

<< Dici che qualcuno si ritroverà senza un occhio prima della fine della festa? >>.

Harry si era avvicinato con  la piccola Lily appoggiata al fianco destro mentre stringeva con la mano sinistra quella paffutella di Sissi. Lexy sbuffò divertita, che nessuno osasse affermare che qualcuno idolatrasse il bambino che è sopravvissuto più della sua secondogenita.
Elizabeth, che fino a quel momento aveva concentrato tutta la sua attenzione sui propri piedi che muovevano passi incerti sul terreno lievemente scosceso, si accorse  allora della presenza della madre e si arrischiò a tentare una corsa incerta per volarle fra le braccia.
Lexy affondò il naso nell’incavo fra il collo e la spalla della figlia, e si appoggiò ancora di più a Fred pensando che alla fine affrontare quelle giornate orribili poteva avere un senso se poi poteva tornare dalla sua famiglia.

<< Io punterei su James >>. Sorrise al suo migliore amico avvicinandosi e facendo una carezza alla nipotina che le restituì un radioso sorriso sdentanto.

Puntò di nuovo gli occhi su Harry e come sempre si capirono, senza bisogno di dirsi quanto fossero stanchi e amareggiati per quegli ultimi giorni e si sforzò di ricordare che, l’ultima volta che si erano incrociati, lei urlava ordini agli infermieri con un ago infilato nel braccio di un paziente mentre lui faceva altrettanto con gli altri auror che stavano trasportando un numero sempre maggiore di feriti.

<< Andiamo a prendere un pezzo di torta al cioccolato. Ne ho bisogno >>.

Mentre si spostavano verso la zona dei tavoli Lexy intercettò Molly che spostava un vassoio e la ringraziò ,con aria vagamente colpevole, per aver finito di organizzare al suo posto la festa di compleanno di Iris. La suocera la guardò come se avesse bisogno di uno psicomago e l’abbracciò calorosamente dicendole che era assolutamente normale che organizzasse il compleanno di sua nipote mentre sua madre ricuciva arti al San Mungo.

Finì col sedersi accanto a un Hermione distrutta quasi quanto lei con la sua fetta di torta al cioccolato, mentre attorno a loro si radunavano anche gli altri adulti desiderosi di avere notizie dirette e allo stesso tempo timorosi di rubarle anche quei pochi attimi di meritata serenità.
Deglutì un pezzetto della torta della signora Weasley e prese fiato per parlare.

<< Hanno usato qualche fattura per rendere inefficace la magia sulle ferite >>.

La sua migliore amica la guardò terrorizzata mentre pensava al numero delle vittime che non era ancora stato aggiornato al ministero.
Lexy guardo sia lei che Harry che, avendo vissuto senza magia per una parte della loro vita, avrebbero sicuramente capito di cosa stava parlando.

<< Li ho ricuciti alla babbana, con ago e filo >>.

Vide Molly e Ron sbiancare all’istante. Mentre Harry spostava nervosamente il peso da una gamba all’altra.

<< Abbiamo trovato i responsabili >>. Lexy guardò con attenzione il salvatore del mondo magico.
<< Erano due ex ghermidori ricercati, ma pensiamo siano stati ingaggiati da qualcuno >>.

<< Pensi che ce ne saranno altri? >>. Lo disse mentre la mano che reggeva il bicchiere con il succo di zucca cominciava a tremare.

<< Non lo sappiamo >>.

Lexy annuì solamente troppo stanca per formulare qualsiasi altro pensiero, mentre terminava con poco entusiasmo la sua fetta di torta.
                                                                                                ***
Iris si accoccolò meglio sul cuscino mentre sua madre le rimboccava le coperte dopo averle letto la storia de “La fonte della buona sorte”. Guardò Barbossa, così aveva deciso di chiamare il suo nuovo animale domestico, che si era appollaiato ai piedi del suo letto e si sporse appena per accarezzarlo dietro alle orecchie.

<< Mi dispiace scimmietta >>. Alzò gli occhi su sua madre, aveva la voce triste come quando le raccontava di nonno Sirius.
<< La mamma voleva veramente passare con te il giorno del tuo compleanno >>.

Iris la fissò per un secondo inarcando appena le sopracciglia.

 << Papà dice che sei un supereroe >>. Fece una piccola pausa imbronciandosi.

<< Non ho capito tanto bene che significa ma da come lo dice lui mi sa che è una bella cosa avere la mamma supereroe >>.

Lexy si lascio andare ad una risata liberatoria per la prima volta da quando aveva iniziato il suo turno più infinito di sempre al San Mungo.
<< Un supereroe è qualcuno che aiuta gli altri quando ne hanno bisogno >>. Spiegò brevemente, consapevole di quanto sua figlia fosse curiosa.

La bambina soppesò le parole della madre e poi le sorrise sincera.
<< Come fai con me quando non riesco ad aprire il barattolo dei biscotti? >>.

Lexy annuì pensando a quanto potesse essere melodrammatica sua figlia sulla questione cibo.

<< Allora sei un supereroe sul serio! Devo dirlo a James >>.

Lexy scosse la testa dandosi della stupida per aver pensato che Iris potesse avercela con lei, le diede un ultimo bacio e si alzò, dirigendosi verso la porta dove Fred la guardava appoggiato pigramente allo stipite.

<< E per me nessun pentimento? >>. Le chiese lui mentre la guardava divertito.

<< E per cosa di grazia? >>. Gli rispose chiudendo la porta della cameretta.

<< Nemmeno un bacio o un “Fred sei tutta la mia vita non posso vivere senza di te” dopo avermi  lasciato tutto solo? >>.

Lexy scosse la testa, decisamente drammatico come sua figlia.

<< Sissi dorme? >> . Si informò mentre lui le passava un braccio attorno alla vita e lei soffocava uno sbadiglio.

<< Come se fosse sotto pozione soporifera, mamma >>.
Mentre parlava aveva cominciato a guidarli entrambi verso la camera. A Lexy sembrò di essere già entrata in uno stato di dormiveglia mentre lui le sfilava i vestiti sostituendoli con la camicia da notte e si accoccolava accanto a lei nel letto.

<< Fred? >> Lo chiamò quasi sussurrando mentre gli strofinava il naso contro la clavicola.

Lui non rispose, ma mosse il braccio sulla sua schiena, segno che non si era addormentato.

<< Credi davvero che io sia un supereroe? >>

Fred sorrise nel buio.
<< A parte il fatto che hai paura del vuoto e te la fai sotto ogni volta che devi volare? >>. Lei ridacchiò e gli diede un colpetto sulla spalla.
Pensò che si fosse addormentato quando parlò di nuovo.

<< Sono quasi convinto che dopo la guerra e tutta la storia di Tom-che- nome-di -merda-Riddle tu lo sia anche per il resto del mondo, ma, a prescindere da questo, posso affermare tranquillamente che sei il mio supereroe preferito e adorerei vederti in calzamaglia >>.

Lizzy ridacchiò di nuovo e si protese a schioccargli un bacio sul naso prima di riprendere il proprio posto sulla sua spalla. Mentre la coscienza la abbandonava per scivolare nel sonno pensò che si, per la sua famiglia poteva affrontare qualsiasi cosa come quel disagiato di Superman.
 
 
 
 
 
  
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