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Autore: NinaBlueOceanAndSky    11/04/2020    3 recensioni
I mesi che seguirono furono turbolenti ,tra il mio stato di salute e gli incubi...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Degel, Seraphina
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno della partenza è arrivato.

Ore 7 00.

Sento chiaramente i passi di mio fratello e i tuoi dirigersi verso l'ingresso del castello.

" buon viaggio signore" dicono la governante e il resto della servitù inchinandosi in segno di rispetto,e tu ringrazi con la tua immancabile gentilezza per i loro servigi.

"Mia sorella ti porge i suoi saluti,le dispiace di non poter essere qui ad accompagnarci, stanotte purtroppo, ha avuto qualche linea di febbre" anche se flebile comprendo chiaramente ogni parola di mio fratello

"Salutala da parte mia" anche se non ti vedo posso immaginare l'espressione dispiaciuta sul tuo viso. "contaci. Ci vediamo più tardi" dice mio fratello rivolgendosi alla servitù che lo saluta con rispetto mentre sento l'enorme porta di legno chiudersi.

Dopo qualche ora,stufa di starmene sdraiata a fissare il soffitto decido di alzarmi,ma non appena mi siedo mi sembra di vedere la stanza girare.

Appoggio la mano sul comodino in legno  massiccio alla mia sinistra, respirando a fondo tenendo gli occhi chiusi per poi riaprirli lentamente seguendo il respiro che diventa sempre più calmo.

Sorreggendomi ad esso mi do lo slancio per alzarmi,osservandomi attorno.

Gli occhi ancora mi pizzicano dandomi quella sensazione sgradevole di bruciore, evidentemente la febbre non si è ancora del tutto abbassata, ciononostante mi accingo ad avvicinarmi all'enorme porta finestra che da sul balcone e si affaccia sulla strada che porta dall'entrata del castello verso il paese.

Malgrado la finestra sia ben chiusa e il camino alla mia destra ancora acceso,la brezza invernale accarezza la mia pelle provocandomi lievi brividi con tanto della mia veste notturna.

Afferro con la mano destra la maniglia in bronzo al centro e l'abbasso aprendola un poco, giusto per respirare un po'di brezza mattutina. Fuori è tutto avvolto dal silenzio, ricoperto di bianco e il cielo è plumbeo,ma d'altronde Blue Grad è sempre stato ricoperto di neve e dal gelido inverno, anche  in primavera,amo vedere la forza del rinascere da sotto quello spessore candido.

Ci si abitua. È la nostra casa,la mia. E lo è stata anche la tua,fino ad oggi.

Per mio fratello sei stato più di un amico,il fratello che avrebbe voluto.

Io con il mio rango di futura principessa di BlueGrad, nonché prima erede,non sono stata molto presente e quelle poche volte che ci era concesso di giocare potevamo farlo a casa o nei giorni quieti.

Ma le cose sono cambiate da quando sei entrato nelle nostre vite e la mia ancora prima che questa malattia si destasse.

Di certo ora sarai arrivato al porto e ti accingi a prendere la nave che ti condurrà lontano da noi,da me.


E' trascorso un anno dalla scomparsa del tuo maestro,e anche se è stato per pochi istanti e un misto di emozioni, avevo sentito le tue lacrime sul mio viso. Mi dicevi che eri sollevato che fossi sana e salva. Ti sei sempre preoccupato per me anche se tentavi di nasconderlo, ero stata felice di accompagnarti quella sera, dopo tanto tempo che non ci vedevamo,nel mio cuore non desideravo altro che passare un po'di tempo con te.

Una serata mondana fuori da BlueGrad.

Francia, tuo luogo natio, della quale rimasi affascinata nel mirarla di persona, sembrava di vivere in un altro mondo.

Ma sapevo, che non eravamo lì per trascorrere una serata romantica, bensì ritrovare il maestro Krest, che era scomparso senza dare più sue notizie, l'ultima lettera che ti giunse era una richiesta di aiuto.

Non ho mai avuto problemi, grazie al sangue blu ad entrare nelle alte società. Il luogo della scomparsa era il castello di Madame Garnett, una donna dalla voce suadente in grado di incantare ogni persona che la udiva. Ma non tu,Degel.

Dopo il nostro ballo mi sedetti su una sedia e tu mi portasti un calice di champagne, dato che quello era un evento speciale. Il compleanno di madame Garnett. Mentre finivo il mio brindisi,non mi ero accorta che Garnett, una donna dai capelli corvini avvolta da un abito sfarzoso color rosso acceso,si era avvicinata dopo il suo canto di benvenuto,a noi. In particolare il suo sguardo incuriosito,era rivolto a te. Ti propose di ballare lasciandoci entrambi sorpresi della sua richiesta improvvisa.

Ma con maestria e gentilezza accettasti l'invito scusandoti con me per il lasciarmi li, ma ti dissi di non preoccuparti,e ti osservai dirigerti al centro della sala da ballo con lei che ti affiancava. Rimasi ad osservati. Fino a qualche minuto prima era bellissimo stare tra le tue braccia e lasciarsi cullare dalle note di una melodia familiare ma allo stesso tempo sconosciuta, perché in quel frangente mi ero persa nell'oceano dei tuoi occhi.

E nel mentre mi perdevo nuovamente nell'osservarti in quel ballo, un boato di uno sparo rieccheggio in tutto il castello.

Le porte vennero aperte bruscamente,e una donna da capelli biondi, raccolti in un chignon vestita di nero,con in braccio un fucile vi entrò furiosa. Rivolgendo tutta quella rabbia a Madame Garnett, incolpandola della morte del marito. Madame Garnet le rispose che la colpa fu solamente di suo marito,delle decisioni che prese. A quelle parole la signora Fraille non ci vide più ed era pronta a tutto pur di vendicarsi.

Ma un gruppo di ragazzini, nonché l'elite del palazzo entrarono in scena, bloccando la situazione disarmando la povera donna e mettendo al sicuro gli invitati.

Dopo che tutti i presenti si acquietarono,riprendendo le loro danze, mi portasti fuori dal castello insieme alla signora Fraille,dicendomi di tornare in albergo, che avevamo preso per un paio di giorni,portando con me Fraille.  Ti chiesi se eri certo si voler rimanere lì,e tu mi rispondesti che Garnett non ti convinceva,che nascondeva qualcosa,compresi quei ragazzini chiamati da lei jewels,e sapendo della pericolosità,tenendo per la mia incolumità, ti negai che mi dispiacque non poterti essere molto d'aiuto, ma che mi fece piacere di avermi portata con te,il tuo ringraziarmi mi rincuorò. Avrei voluto dirti altro ma le urla disperate della signora Fraille mi fecero sobbalzare,oltre a provare dispiacere per lei che aveva perso non solo l'uomo che amava,ma anche i suoi averi per i soldati che aveva ingaggiato per smascherare Garnett,ma nel mentre tentai di calmarla entrando nella carrozza, mi chiudesti lo sportello ordinando al cocchiere di partire.

Durante il tragitto,la signora Fraille diede libero sfogo alla sua rabbia per quella megera,"che venga punita per le sue angherie." Le risposi che di certo tu avresti scoperto la verità e che le cose per lei si sarebbero sistemate, ma qualcosa o qualcuno bloccò il nostro tragitto, sentivo il cavallo nitrire, e calpestare il terreno. Spaventato. Chiesi al cocchiere cosa stava accadendo ma non ebbi nessuna risposta. Delle ombre si aggirarono attorno alla carrozza. Cinque.se non di più. Uno di loro si affaccio alla porta mostrandosi con un sorriso divertito,per poi soffiare qualcosa dalla sua mano destra, una specie di sostanza soporifera che mi fece perdere i sensi.

Quando mi ridestai,oltre ad avere un fastidioso mal di testa, mi accorsi che ero sola, e che ero adagiata su un Kline. 

La stanza completamente buia,e non riuscivo a capire dove fossi, se non che dovevo ritrovare la signora Fraille,ma con rammarico mi resi conto che non potevo muovermi. Una catena da prigionia mi teneva immobilizzata la caviglia sinistra. Tutto questo inizio a mandarmi in confusione.

Perché i jelwels ci hanno assaliti? E perché mi hanno portata qui? Dove si trovava la signora Fraille.

Ma un lamento mi distolse dai miei preoccupanti pensieri,riconoscendo l'altra che si complimentava. La riconobbi subito,la voce di madame Garnett. Ero nei suoi alloggi,e quello che vidi mi terrorizzo. 

Madame Garnett si stava nutrendo di uno dei suoi sottoposti,quel corpo era privo di vita,se non già verso la decomposizione.

In un batter di ciglia. tentai di urlare ma il ritrovarmela  vicinissima con le sue dita affusolate sulle mie labbra per zittirmi mi fece rabbrividire. Mi disse che non c'era nulla per cui agitarsi,e che si stava prendendo solo un po' di vitalità,e che si sarebbe ripreso presto.

Allora capii che la signora Fraille aveva ragione,sul fatto che la gente spariva da quando era giunta al castello. Mi sfiorò il collo come quando ci si infila un cappio con fare lento e impercettibile,continuando a dire che la mia bellezza,il mio rango di principessa non sarei stata in grado di mantenere la tranquillità e la pace del mio paese,accattivandomi la benevolenza del popolo.

Che sarei per lei il sacrificio perfetto.quella donna era completamente pazza. 

Paura,terrore… e nella mia mente invocavo il tuo aiuto e il tuo nome, dopodiché più nulla. Di nuovo il buio mi riavvolse a sé.

Quando mi ridestai nuovamente ero stretta fra le tue braccia,la paura era cessata.

Avrei voluto dirti cos'era successo,ma avevo capito che ciò che era accaduto ti aveva scosso molto, non c'era bisogno di parole,mi bastò guardarti nel tuo silenzio per sentire il tuo grido soffocato…


I mesi che seguirono furono turbolenti,tra il mio stato di salute e gli incubi di quella notte,ma nonostante ciò,ci siamo dati entrambi appoggio reciproco,e talvolta il tuo potere placava il mio malessere, soprattutto la febbre.

Mi raccontastii anche del tuo compagno d'armi,che ha una malattia rara, ma che come me non si dà mai per vinto, anzi vorresti congelarlo in un feretro di ghiaccio per impedirgli di fare sciocchezze.


Ma ora,ora tutto sarà diverso.

Non ci saranno più i giorni,le notti,le ore,o i mesi. Se non anni a dividerci.

Non ti ho mai detto quello che davvero provo per te,lo tengo nel profondo del mio cuore, anche se fa male, perché entrambe le nostre vite non sono destinate ad unirsi. Ma, il solo averti conosciuto, l'aver passato momenti spensierati ed unici…

Non potrò mai ringraziarti abbastanza per tutto quello che ci hai donato. Che mi hai donato,Degel.

Grazie per ogni ricordo che conserverò per Sempre.


Un rumore simile ad un battito d'ali  mi distoglie dai miei pensieri. Osservo fuori sulla balconata ricoperta di neve, sopra la ringhiera vi e posato un cigno.

Mi si mozza il fiato nell'osservare la sua bellezza,la quale ho sempre sentito nominare da te e mio fratello,colui che porterà la pace  a Blue Grad,ed ora lui o lei è qui, proprio sul mio balcone,a pochi passi da me.

Non oso muovere un solo muscolo nel contemplare la sua eleganza con cui osserva con fare incuriosito l'interno della stanza facendomi trattenerne un sorriso,per il suo sbirciare allungando il collo guardando a destra e a sinistra piegando appena la testa come per dire" c'è qualcuno lì dentro?"

Il suo manto bianco come la neve,le zampe palmate nere,come il becco,leggermente tondeggiante sull'estremità,e una lieve striscia nera intorno agli occhi da sembrare truccato,testa e collo esili,il petto a guardarlo sembrerebbe robusto ma di certo al tocco sarebbe delicato,se non fragile,e le ali chiuse intorno ad esso. Mi dà una sensazione di calma e dolcezza,in un silenzio ancora più irreale, tant'è che l'improvviso suono della sirena che annuncia la partenza delle navi echeggiano sin dentro la mia stanza facendomi trasalire e anche il magnifico animale,spaventato dispiega le lunghe ali che potrebbero abbracciare una persona per la loro ampiezza, spiccando il volo,e mentre lo osservo volare alto nel cielo, alcune delle sue piume cadono dolcemente al suolo. Esco cauta prendendone una e continuare ad osservare quella creatura bianca. Percepisco appena una lacrima rigarmi la guancia,mentre noto che insieme al cigno vi si affianca un altro esemplare nel suo volo svanendo insieme all'orizzonte.

Continuo a fissare quel punto preciso dove i due cigni sono svaniti,e non so come ma ti vedo.

Sei su quella nave che lentamente si allontana, vedo mio fratello salutarti come se anch'io fossi li,ricambi il saluto mentre Unity,e Blue Grad svaniscono lentamente dalla tua visuale,una lieve brezza ti scosta i lunghi capelli color smeraldo,i tuoi occhi blu come il mare non distolgono lo sguardo da quel luogo, che per te è stato come la casa che non avevi,ma un richiamo ti fa distogliere l'attenzione da quell' orizzonte dove ora si vede solo acqua,alzi la testa verso il cielo grigio,sopra di te volano i due cigni che sono andati via insieme,e nello sbattere con grazia ed eleganza le ali altre piume cadono delicatamente verso di te,seguite da dei piccoli fiocchi di neve. Sta cominciando a nevicare.

Come ammaliato dalla loro bellezza li osservi e accogli istintivamente una di quelle piume nella tua mano.

Cosi come io la sto tenendo tra le mie, e mentre la sfioro ricordo quella sensazione nello stringere le tue mani,la stessa delicatezza e morbidezza. Riesco a sorridere appena, mentre mi accingo a rientrare nella mia stanza chiudendomi alle spalle la finestra,per evitare che la stanza si geli ulteriormente, appoggiandomi con la schiena contro il vetro respirando a fatica, tremando,portando le mani  alle labbra soffiandovi appena per riscaldarle.


Incontrarci, sfiorarci, ma non rivelarci…

Fino alla fine della mia vita non lascerò che questo mio sogno e sentimento fuggano via.

Li coltivero ogni giorno,e sarà come averti sempre accanto a me…

Addio, Degel.

 Questa è la mia prima oneshot dedicato al fandom di Saint seiya ( the Lost Canvas) 

I diritti e i personaggi sono della rispettiva autrice,Shiori Teshitogi.

Ho voluto creare, narrando parte del manga dal punto di vista di Serafina. Dato che su di lei non vi scritto molto,oltre a brevi comparse.

Per chi non avesse letto il manga vi è lieve spoiler.
Spero vi piaccia.

Dedicato a MaikoXMilo
  
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