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Autore: Mary Aisha    11/04/2020    1 recensioni
I Queen periodo anni '70. Freddie è alla ricerca di oggetti giapponesi quando entra in un negozio che gli ruberà gli occhi...e anche qualcuno...
Genere: Demenziale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Nuovo personaggio, Roger Taylor
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

E' una splendida giornata di primavera. In cielo ci sono nuvole dalle forme particolari che cambiano e si disperdono adagio al debole soffio del vento. Il profumo della salsedine sopraggiunge la zona di una cittadina ignota poco distante dalla spiaggia: bella, tranquilla e poco movimentata. Un ragazzo conclude la sua piacevole passeggiata in quei paraggi, raggiungendo un muretto dove farà sosta, stendendo le membra. Un bel giovane, con due occhi grandi come quelli di un bambino, di un celeste limpido nei quali ci si può persino specchiare. Indossa un berretto che copre piccola parte della sua chioma bionda, i suoi capelli lunghi scivolano sulle spalle, gli abiti che veste descrivono scrupolosamente la sua identità: camicetta floreale che lascia intravedere scollata piccola parte del petto, pantaloni marroni come il berretto e zeppe. Accostando le mani sul muretto beneficia del panorama marittimo, il quale sfoggia dei colori a dir poco spettacolari: sabbia finissima di un bianco candido, conchiglie e pietre coloratissime in riva al mare. Una nuvola in quel momento sembra volere abbracciare il sole, e regala l'effetto dei raggi solari che sbucano fuori mediante questa unione. I riflessi dei raggi si tuffano in acqua evidenziando il colore intenso del mare; mettendolo a confronto con gli occhi del ragazzo, non ha eguali. Per alcuni minuti rimane ad osservare quello spettacolo con la sua espressione da bambino che ha stampato sul viso. Sullo sfondo della strada, una sagoma molto alta avanza tranquillamente. Diventa sempre più nitida fino a quando giunge al muretto, per poggiare sulla spalla del ragazzo col berretto la sua affusolata mano. Quel tocco fa tornare nella realtà l'assorto, che adesso si volta: 'Brian!?' prorompe trasalendo con voce da tigrotto addomesticato. Si trova di fronte un tizio molto alto: occhi color nocciola, dai folti capelli ricci che sembrano una parrucca e vestito in modo semplice. Guardandolo fisso negli occhi continua: 'Ma tu non dovevi essere a scrivere--' non va a finire la frase che viene troncato da Brian. 'No, Roger. Oggi non sono in vena' scuote la testa con le palpebre abbassate. Dopo rimangono in silenzio a guardare il paesaggio. Roger volge le spalle all' amico, mettendo il piede sopra il muretto per sistemarsi il laccio della scarpa. I pantaloni, leggermente larghetti, scendono di un po' quando si ricompone, mettendo in evidenza le sue mutande. Il ricciolino porta gli occhi sul particolare e alcuni secondi dopo si pronuncia all'amico così: 'Porti le mutandine con fiorellini disegnati?' chiede con un'espressione sbigottita. Al suono di quella domanda il biondino salta sull'attenti portando lo sguardo verso Brian allibito, agitando le braccia senza riuscire a spiccicare parola. Guardando la reazione del ragazzo, il ricciolino esplode in un risolino tremulo, mentre l'altro non sa come reagire all'attenta analisi del suo amico, e visto che stava ridendo, si limita a tenere chino il capo. Nel cuore della cittadina, verso un muretto di una piccola casa in stile rustico, si intravedono due zampette nere che appartengono ad un gattino che raggiunge un'area d'ombra dove andrà a spaparanzarsi. Due ragazzi sono presi a camminare su una determinata fila di mattonelle del marciapiede adiacente al muro della casa. Anche costoro indossano indumenti molto glamour: il primo indossa una giacchetta dorata con fantasie di colombe e alcune strisce di arancione acceso, pantaloni di seta bianchi e delle zeppe. Porta i capelli lunghi, lisci di un nero intenso, mentre i suoi occhi color cioccolato; il secondo ragazzo alle sue spalle ha lunghi capelli castani scuri, occhi verdi, una maglietta bianca che si intravede dal gilet viola come il berretto, i pantaloni e zeppe di colore nero. Per quanto siano presi a percorrere determinate mattonelle, proseguono senza rivolgersi parola. Si può avvertire lontanamente che il moro sia turbato da qualche pensiero che lo innervosisce. 'Maledizione!! Nell'estrazione del vaso di porcellana che mi piaceva tanto, ho perso per un numero!!' esclama, sbraitando nel preciso istante in cui gli passano vicino due ragazze, che saltano dalla paura al suono della sua voce. Il ragazzo che sta dietro al primo sbuffa un po' per poi dire qualcosa: 'Freddie non ti riconosco più. Non te la sei mai presa per un motivo così....' disse il castano. 'Futile Deacy!? Si parla di un inestimabile vaso di porcellana GIAPPONESE al quale correvo dietro da anni! ' esclama per poi continuare 'Il mio numero era il sette e per sfrontata sfortuna è uscito il numero otto. Ma perché doveva vincere quella dannata?!' il nervosismo lo induce a sferrare un pugno a vuoto che per poco non colpisce il compagno. Egli, sconcertato per il comportamento di Freddie, rimane per un secondo fermo osservandolo continuare il suo cammino sbraitando, gesticolando, senza accorgersi di essere per i fatti suoi. Un venticello fa volare via il berretto a John che si appresta a rincorrerlo completando il marciapiede fino alla curva che porta al semaforo. Corre più veloce che può, volta di scatto l'angolo e inciampa, cadendo rovinosamente a terra. Si ricompone e raccoglie per un soffio il berretto viola che si trova quasi sull' asfalto stradale, stranamente pieno zeppo di automobili. Freddie è molto distante dal suo amico e sta stringendo le mani in pugni così stretti che le nocche diventano bianche. Chissà quando passerà quel momento di sconforto? Parla tra sé ad alta voce e non si accorge nemmeno di trasmettere terrore al gattino nero sul muretto, situato lì a riposare all'ombra, ancora immobile con gli occhi sgranati che fissano il ragazzo in una maniera disarmante da fargli passare la rabbia, tramutandola in tenerezza. Freddie non proferisce più parola perché focalizza soltanto quel micino così dolce. Lo prende con sé, poggiandolo sulla sua testa e tendendo a pavoneggiarsi per tutto il marciapiede per metri e metri, mentre passano dei turisti che gli scattano delle foto. 'Johnnuccio, guarda che amore!!' si gira intorno non sentendo la voce del suo amico rispondergli. 'Ma dove si sarà cacciato?' dice fra sé e sé. Il castano si volta indietro scorgendo il moro atteggiarsi con un qualcosa sulla chioma. Lo raggiunge correndo con la mano sul berretto per evitare di farlo cadere nuovamente a terra, fino a quando nota davanti a loro un negozio che vende vestiti e kimoni mai visto prima: è nel marciapiede opposto e devono aspettare che il semaforo segni il verde per poter attraversare la strada. John alza lo sguardo su Freddie cogliendolo in una specie di trance e capisce che il suo compagno ha messo occhio su quel negozio come lui, soltanto prima, e che non rispetterà il codice della strada rischiando di farsi investire dalle numerose automobili sfreccianti. Infatti, il ragazzo attraversa col rosso! Ma la cosa più assurda è che non viene linciato nell'attuazione del folle gesto. Schizza dentro il negozio come se niente fosse, con addosso la bestiola rimastagli sulla testa. Là dentro è circondato da kimoni molto più rifiniti di quelli che possiede. Una gamma di svariati colori e ricamature che farebbero gola a qualsiasi appassionato collezionista. 'Buon giorno, benvenuto al Biba Boutique!" dice la commessa. Una ragazza che poteva avere circa vent'anni. La faccia del ragazzo è scolpita dall'entusiasmo. 'Se avete bisogno di aiuto, chiamatemi pure.' Non ascolta nemmeno la giovane. Rimane immobile non riuscendo a pronunciare parola per la meraviglia che si trova davanti ai suoi occhi. All'interno della boutique, dalla vetrina alle spalle di Freddie, si intravede John perdere il suo berretto per la seconda volta, ora nell' impresa di acchiapparlo in strada trafficata. Dopo vari tentativi ci riesce e fa il suo ingresso strisciando dentro il negozio. 'Pant... alla faccia della cittadina tranquilla!!...Freddie, sei... pant ...sei un folle! Avevo quasi temuto per la tua vita pant (e la mia)!' e si accascia a terra provato.

  
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