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Autore: fujitoid    12/04/2020    0 recensioni
Goffredo Esposito di 43 anni ed Amanda Somma di 38, sono i genitori di Lucia; un’adolescente napoletana, di Napoli. All’età di 14 anni, decidono di cambiarle scuola spostandola a Grosseto, iscrivendola in un collegio molto severo, affinché le cose nella sua vita migliorino dopo essere stata piantata ed umiliata all’età di 12 anni, dal suo primo ragazzo Salvatore. Un fatto per lei sconvolgente, quest’esperienza le farà capire chi fossero veramente le persone che si sarebbe portata con sé nel corso della sua vita. Il destino sembra giocare con i suoi sentimenti quando un altro evento si prospetta davanti a lei, conoscere un ragazzo: Stefano, studente proprio di questo istituto, di cui si innamorerà per poi scoprire d’avere una concorrente sleale, Carmela.
Conoscere Stefano, arrivato per poter ottenere il tanto atteso diploma, la cambiò interiormente; era a conoscenza di poterlo vedere solo per quel periodo scolastico e poi chissà quando l’avrebbe rincontrato ma quei 5 anni le sarebbero bastati per poterlo inquadrare al meglio.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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19° Capitolo La dura vita al riformatorio (febbraio-marzo 2006)
La mattina di lunedì 20 febbraio verso le 9:00 del mattino venne svolto l’interrogatorio ufficiale e si sperava quello finale; questa volta non mancava nessuno c’erano tutti, compresi anche due poliziotti di guardia per controllare la situazione. L’ispettore Pellegrini era seduto di fronte a lei come proprio il suo collega – Allora Lucia, ci rivediamo! Mi sa che ci sono tante cose che ci devi dire ancora. – Aprì il fascicolo riguardante l’omicidio, tirando un forte sospiro. Lucia guardò l’avvocato avuto il permesso di parlare con il solo sguardo disse – Mi sembra di aver già detto quello che so, cosa dovrei aggiungere? – Non doveva farsi intimorire altrimenti sarebbe finita. Moretti proseguì dicendo – Che mi dici un pacchetto spedito da De Rosa Francesco a tuo nome non al collegio ma ad un ufficio postale dove tu hai detto di riceverlo? – A questo punto s’intromise la legale di lei – La mia cliente ha spiegato già la versione dei suoi fatti questo è un pacchetto che serviva per il collegio. – La difese tirando fuori un foglio con su scritto qualcosa.
Pellegrini non amava essere preso in giro – Avanti avvocato lo sappiamo che per quel mese non c’era alcuna ricerca da fare, i compagni di scuola c’hanno confermato che non era indetto nessun tipo di compito simile confermato anche dal suo professore di chimica e la preside.Moretti le fece vedere le dichiarazioni di queste persone – Esposito non ci faccia perdere tempo, ci dica come sono andati i fatti, è molto meglio per noi ed anche per la sua cliente. – Ormai avevano in pugno Lucia, quale cercava di resistere come poteva, spinta anche dai suoi genitori a dire la verità intervenendo all’interrogatorio. Pellegrini domandò con una certa severità - Cosa dovevi fare con quelle sostanze chimiche una volta ricevute? TU lo sai che combinate insieme possono creare il cianuro di potassio? – Al quanto irritato Moretti incalzò – Veleno che ha portato alla morte la Barbieri Carmela a soli 17 anni. Cosa mi dici a riguardo? Cosa ci dovevi fare con questo veleno? – Sbatté contro il tavolo il fascicolo della vittima, usando un tono alterato.
Passarono 4 ore, alla fine Lucia si rabbuiò ed il suo volto divenne diabolico - Quella stupida se lo meritava, voleva rubarmi il ragazzo, ho passato quasi 4 anni di scuola un vero inferno, ha provato ad andare a letto con lui non c’è la facevo più, la odierò per questo!!! E per essere sincera, non mi pento per nulla! – Scoppiò a piangere ma era più un pianto di rabbia e di sfogo non c’è la faceva più. I suoi genitori l’abbracciarono dicendole in coro – Ti vogliamo bene! – Solo queste brevi parole prima di vederla andare via, come sottofondo il pianto della madre stretta a suo marito.
Moretti, era uno che non aveva pietà – Comunque, penso che l'ergastolo non te lo toglierà nessuno. Anche se sei minorenne non uscirai molto presto. È questo quello che ti meriti, mentre il tuo Stefano sarà libero di continuare la sua vita. Che sia trasferita, al Carcere minorile di Napoli in attesa di giudizio, noi abbiamo finito. – S’alzò insieme al suo collega Pellegrini, il quale cercò di dare conforto ai suoi genitori - La ringrazio per l'aiuto commissario Moretti – Poi si rivolse ai genitori di Lucia Dovete sperare che il giudice le dia qualche attenuante, il vostro avvocato è bravo in qualche maniera si risolverà - Disse l’ispettore cercando di sorridere, mentre i poliziotti ammanettavano e portavano via la ragazza, accusata di omicidio premeditato e volontario. Salutò con la stretta di mano sia loro che la loro legale ed andò via. Arrivò la primavera, abbandonato il collegio da circa un mese Lucia si ritrovò all’improvviso in un luogo non adatto a lei, pieno di ragazze presuntuose che cercavano di metterla sotto, al carcere minorile di Nisida, isola appartenente al comune di Napoli.
Francesco fu accusato di concorso in omicidio rischiando di prendere una grossa pena dagli 8 ai 12 anni di carcere essendo per gli inquirenti un complice e Lucia rischiava dai 12 anni ai 20 anni fino all’ergastolo.
Stefano appena saputa la notizia, si buttò nella più disperata solitudine non interagendo più con nessuno tranne che con Serena e Davide ma ogni tanto. I due ragazzi non sapevano come commentare e preferirono non affrontare mai quel discorso, decidendo insieme a Stefano di seguire il tutto tramite la televisione ed i suoi genitori. Al contrario Miriam, Anastasia e Simona, incredibilmente si coadiuvarono insieme sperando nella massima pena per lei, pagando così il suo gesto.
L’alba di martedì 14 marzo iniziò male per Lucia, mentre il sole sorgeva con il sottofondo dei uccellini a richiamare l’arrivò imminente della primavera.
Una delle ragazze, sua compagna di cella la svegliò bruscamente – Ehi, Esposito! Sveglia, sono già le 7:00 del mattino è tardi hai dormito pure troppo. – Le tolse il lenzuolo di dosso in un modo presuntuoso tirandola da un braccio.
Era una ragazza 16 anni La Lucia che tutti conoscevano come quella forte ed intraprendente sembrava non esserci più o quanto meno messa da parte.
La ragazzina, si sentì tirata – Si, si mi sto alzando Valeria. V’ho sempre detto che non sono la serva di nessuno io. Anche se sono nuova non avete il diritto di trattarmi come Cenerentola. – Finì di parlare quando venne strattonata da un’altra ragazza – Sentì biondina, qui vigila la legge del più forte, e di certo non sei tu. Quindi vedi di lavarti e vestirti che ci sono tante cose da fare. – Disse Laura la più “anziana” della cella con i suoi 17 anni portati veramente bene.
In quel momento le mancava molto il collegio, anche lì c’erano delle bulle simili ma era diverso a differenza c’erano molti più controlli e più severità per questo tipo di persone. Le guardie carcerarie erano a conoscenza di queste situazioni, specialmente verso le nuove arrivate ma non dicevano niente. Finché non sarebbe successo niente di grave, ci passavano sopra, oltretutto era anche un test per capire se le ragazze nuove erano di carattere forte o deboli.
Per Lucia non si trattava essere tali ma solo capire quando far vedere il suo vero carattere e porre fine alle umiliazioni delle sue compagne di cella. Era già passato un mese circa ed era arrivato il momento di far vedere chi fosse Lucia Esposito. Ogni mattina si svolgeva la conta, fuori nel cortile; le ragazze si mettevano in fila in ordine ed una donna chiamava i cognomi delle detenute. Dopo c’era svago, ognuno era libero di svolgere l’attività che voleva, le zone più controllate erano le docce, il cortile e la parte riservata agli sport.
Quella mattina lei si trovava seduta su un muretto a guardare le altre giocare a pallavolo; ognuno di loro aveva un reato pesante da scontare ed altre più lievi, non aveva fatto amicizia con nessuna di queste e se ne stava in disparte.
Era immersa nei suoi pensieri quando le s’avvicinò ValeriaCiao Lucia, perché non giochi con le altre, non sei male in questo sport. – Le disse sedendosi accanto a lei.
Lucia, nonostante vedesse qualcosa di diverso in lei non le dava molta retta era della sua stessa età 16 anni ed era stata arrestata per aver tentato di uccidere uno che tentò di violentarla.
Nonostante la legittima difesa venne accusata lo stesso di omicidio colposo – Non mi va e poi non ho una gran confidenza con quelle ragazze, preferisco stare sola con i miei pensieri. – La guardava fissandola negl’occhi, appoggiando un braccio nel ginocchio. Valeria emise un sorriso – Veramente da quando stai qui, non hai stretto amicizia con nessuna. Anch’io ero come te quando arrivai, ora sono passati due anni e mi sono fatta l’abitudine e sono in buoni rapporti un po' con tutte.Lucia percepì della dolcezza in lei – Ma è vero pure che hai litigato con parecchie qui dentro. Tu stessa lo dicesti qualche settimana fa.La sua compagna s’alzò ti voglio dire una cosa: se vuoi essere rispettata, devi farti valere. – Stava per andarsene quando il pallone andò a finire proprio ai piedi di Lucia. Una ragazza robusta, di 17 anni andò da lei in modo provocatorio, prepotente e strafottente – Ehi, nanetta! Ridacci il pallone, o forse non ne sei capace. – Lei si chiamava Andrea, conosciuta per essere molto manesca e dal carattere mascolino, faceva palestra e questo spiegava la corporatura.
Lucia tirò un leggero calcio al pallone per farlo arrivare da lei – Non ho fantasia di discutere con te, eccoti il pallone. - si girò dall’altro lato. Andrea prese il pallone e glielo lanciò addosso – Non sai ch’è educazione parlare in faccia alle persone e non girate? I tuoi genitori non ti hanno insegnato niente? – Venne colpita in pieno viso, la forza che teneva venne trasferita alla palla per fortuna si riparò con le mani – Credi di farmi paura? – S’azzardo ad alzare la voce con lei alzandosi dal muretto – Solo perché sei muscolosa e sembri un maschio, questo non ti dà il dovere di rompermi le scatole. – Prese di nuovo quella palla e questa volta fu lei a lanciarla ad Andrea. La potenza non era lo stesso ma la prese come une sfida – Cos’è tutto ad un tratto hai tirato fuori il coraggio che hai? – Bloccò la palla con il solo piede. Nessuna delle presenti fiatava e Valeria stava per intervenire quando arrivò Laura l’altra compagna di cella di Lucia Andrea vedi di finirla e pensa piuttosto alle tue di compagne, ognuno si guarda il suo. – Obiettò andando da lei a scatti veloci.
Una volta avuta proprio di fronte Andrea si preparò a darle un pugno non si faceva comandare ma in quel momento intervenne Lucia, avvicinatasi a loro – Vedi di finirla mi hai stancato. Andrea ricordati che non esiste solo la forza fisica ma anche l’intelligenza. – Detto questo, le fece uno sgambetto facendola carambolare a terra.
Tranne qualche graffio non aveva niente, intervennero le guardie con i loro fischietti sedando un eventuale rissa.
Le tre ragazze vennero condotte nelle celle mentre camminavano Andrea Non finisce qui, nanetta! – Esclamò, spintonata dalle guardie.
Laura invece, pensava tutt’altro, aveva capito com’era fatta Lucia e questo non l’avrebbe dimenticato; la guardava come per dire “Hai capito la piccola!” L’unica che venne portata dalla direttrice fu Lucia e ne uscì dopo due ore di colloquio, al suo ritorno in cella, vide il suo letto ordinato e ben sistemato, la sua espressione diceva tutto infatti si domanda chi fosse mai stato e soprattutto perché.
Fine 19° Capitolo
   
 
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