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Autore: ludo22    13/04/2020    3 recensioni
“Il Signore Oscuro sta per fare la sua mossa!” disse asciuttamente la madre.
/O di Regulus che protegge Sirius...
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Orion Black, Regulus Black, Sirius Black, Walburga Black
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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N/A:
-Raccolta essenzialmente incentrata sulla famiglia Black (anche se dovrò far necessariamente comparire James, Remus e Peter in almeno un capitolo)!  
-Con l’occasione della quarantena, mi sono guardata (finalmente) i film di Harry Potter in italiano! Yay! Spero di aver azzeccato i nomi giusti (se non fosse il caso, scrivetemi, please).
-Perché essere fan di Severus Piton, quando puoi essere fan di Regulus Black?
-Non credo che riuscirò a seguire precisamente l’ordine cronologico degli eventi raccontati nei libri (ma sti cavoli)
-Ho un dubbio enorme su una costruzione lessicale presente nel testo. Se a qualcuno/a andasse di correggermela, gliene sarei super grata!
-No beta!
 
 

I thought we’d have more time…

 
 
Regulus Black non era tipo da “slanci di emozione”.
Era una persona molto riservata, fredda e distaccata.
E se le emozioni si fossero fatte prepotentemente sotto, aveva imparato a nasconderle, praticando un’abile “vuoto facciale” (come lo definiva Sirius) che aveva perfezionato, anno dopo anno.
Ecco perché, quando il tutto successe, lo colse ancora di più di sorpresa.   
Walburga disse – ringhiò, più che dire:
“Dobbiamo trovare Sirius!”
 
(Gli passarono davanti agli occhi milioni di frammenti della sua infanzia…
Sirius, steso sul suo letto che rideva… Sirius che gli insegnava a giocare a scacchi magici… Sirius mentre correva verso di lui, sventolando la lettera per Hogwarts… Sirius che veniva punito dalla loro madre per la sola colpa di credere in qualcosa di diverso… Sirius con tutte le sue cicatrici, inferrategli da Orion e da Bellatrix… Sirius che, durante i primi anni di scuola, gli aveva dato le parole d’ordine per entrare nella sala comune dei Grifondoro “In caso ti sentissi solo, Reg… non ti preoccupare! Mi troverai sempre!”… Sirius, il suo primo amico e unico fratello… Sirius, a cui Regulus voleva tanto bene… Sirius, per cui Regulus si sarebbe preso una maledizione senza perdono…  
E lo avete… lo abbiamo ripudiato! Che cosa volete ancora da lui?)
 
 
Regulus riscosse immediatamente l’attenzione dal noioso libro che stava leggendo per concentrarsi sulle parole della madre, gli occhi grigi immensi per la preoccupazione e la paura (e la voce gli tremò) mentre chiedeva:
“Perché mai dovremmo farlo?”
Si ricordò solo all’ultimo minuto di aver lasciato la facciata che metteva su ogni giorno, e così si costrinse a uno sguardo più simile a quello della madre, mentre aggiungeva:
“L’abbiamo disconosciuto, perché rivolere indietro quel sudicio traditore?” le parole erano come cenere nella sua bocca e voleva scappare, correre via, lo stomaco gli faceva male e avrebbe senz’altro vomitato da un secondo all’altro.
 
(Ricordava le parole della madre.
“Ometto stupido, debole e superficiale! Non ti lasceremo niente! Niente! Ti rovineremo! Ma prima ti uccideremo!”, aveva detto, puntando la bacchetta, leggermente tremolante, contro Sirius.
Walburga aveva bevuto parecchio quella sera.
Prima che la donna potesse sillabare l’incantesimo, erano intervenuti Orion e Regulus.
Il primo aveva messo una mano sulla spalla della donna, intimandole il silenzio con un secco:
“Basta, donna!”, mentre il secondo si era frapposto tra la bacchetta e il fratello, pregando silenziosamente che Sirius scappasse, che non ingaggiasse una lotta con la madre, che facesse quello che aveva giurato di fare fin dal Natale del suo primo anno passato a Hogwarts e…
Ti prego, ti prego, ti prego…
Fortunatamente Sirius sembrò leggergli nel pensiero, perché dopo appena un secondo, Regulus avvertì la porta chiudersi e i passi veloci del fratello scendere le scale che lo avrebbero condotto in strada… lontano da tutti loro… lontano da lui…)
 
 
“Il Signore Oscuro sta per fare la sua mossa!” disse asciuttamente la madre.
Regulus le restituì il più vacuo degli sguardi, nella speranza che Walburga perdesse interesse nel riacciuffare Sirius per concentrarsi sulla spiegazione delle mosse dell’Oscuro Signore.
Speranze vane, ovviamente.
“Non starebbe bene che un membro della famiglia Black parteggiasse con chi ci dovrebbe stare sotto per natura, Regulus caro! Soprattutto adesso che il Signore Oscuro sta reclutando… inoltre Bella sta cercando di mettersi in contatto adesso con sua sorella. Una volta che porteremo Sirius a casa, lui potrà portare il marchio nero, in quanto primogenito, e...”
“Preferirebbe morire piuttosto che unirsi ai mangiamorte” gli scappò dalle labbra, anche se sapeva bene che la cosa più intelligente da fare era stare zitto, annuire e accettare il destino di Sirius in silenzio, come gli avevano insegnato a fare.
“Allora è quello che gli succederà.” disse Walburga, con gli occhi fiammeggianti.
Una scarica di paura gli attraversò il corpo, e faticò a trattenere un brivido di terrore. La mente lavorava, cercando un’idea… qualcosa da dire… un modo per fermarla… un modo per proteggere suo fratello, perché se fosse accaduto qualcosa a Sirius – si stava per sentire male. Per Merlino, si sarebbe sentito senz’altro male, non poteva farlo.
Ma tenne la testa alta, orgoglioso e illeggibile, e calcolò ogni parola che pronunciava mentre diceva: “Non c’è bisogno di sprecare altro sangue purosangue, madre. Dimentica! Dimenticalo, e se morirà combattendo per il lato sbagliato, allora… beh morirà. Non ha senso curarci di lui… se io mi farò marchiare. Se sarò io a portare onore alla famiglia.”
 
(Non si rese conto della sua proposta fino a quando non gli uscì dalle labbra e… No! Sirius lo avrebbe ammazzato se lo avesse saputo!
Uccidere babbani, e streghe, e maghi, e… No!
Infliggere la maledizione Crociatus su bambini, e adolescenti, e… No!
Non poteva farlo, e sarebbe svenuto da un secondo all’altro, e…)
 
 
Walburga lo studiò, i begli occhi scuri socchiusi.
Regulus tenne ostinatamente lo sguardo dritto davanti a sé e giunse le mani dietro la schiena, in una preghiera silenziosa, desiderando contro ogni speranza che la sua disperazione non si manifestasse, che la madre non vedesse, che gli squali non sentissero la dolce fragranza del sangue nell’acqua…
“Sei giovane, Regulus! Troppo giovane! Non sei nemmeno all’ultimo anno di scuola!” disse la donna, continuando a scrutarlo da dietro le lunghe ciglia scure.
“Il che ci rende anche migliori, non trovi, madre? Sono così giovane e ho già capacità, bravura e coraggio equiparabili ai mangiamorte, no?” disse il ragazzino.
L’idea le piaceva, il fatto che fosse suo figlio a essere il migliore, era evidente per lui dall’occhiata orgogliosa che gli lanciò, dal modo in cui alzò il mento, dal piccolo sorriso che gli rivolse, e si sentì sollevato, tanto quanto disgustato.
“Vorresti unirti ai mangiamorte?”
No. No. No. Se si fosse unito ai mangiamorte, non ne sarebbe mai uscito, non sarebbe più potuto tornare indietro. NO –
“Sarebbe, per me, un onore.” rispose Regulus.
“Allora è quello che succederà!”       
  
   
 
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