He said “First let’s just unzip your religion down… heard that you were once temptation’s girl…”
- Tori Amos


La mattina in cui scopre che suo padre è morto, Robert Chase trova la piccola scatola piena di oggetti provenienti dalle vite passate che non vive più, e ritrova il suo rosario. Fa correre le sue dita sui grani piccoli e rotondi, indossati durante anni di preghiere vuote e-
Chase non prega mentre lascia scivolare la corona tra le dita con grande naturalezza, perché non ne ha bisogno, e perché non vuole. Sono passati anni da quando pregava con questo, comunque, anni da quando mormorava Ave Maria, i grani del rosario resi scivolosi dal sudore mentre scorrevano lungo le dita tremanti, fino a quando le parole esitavano e poi non venivano più, tutto insieme. Non riesce a ricordare il giorno in cui ha perso la fede, non saprebbe focalizzare il momento preciso. Semplicemente un giorno si è fermato e non è mai tornato indietro sui suoi passi.
Chase sfiora ripetutamente con il pollice uno dei grani, ricordando la scuola cattolica, ricordando i giorni in cui il sesso era nuovo ed eccitante e una mazzata nei denti a Dio, e tutti gli insegnamenti cui si piegavano giorno dopo giorno. Erano poco più che ragazzini e a stento sapevano cosa stavano facendo, ma ad ogni modo lo fecero. Le mani di Chase tremano sui grani mentre riscopre la sensazione di tenerle avvolte contro il suo polso, e la stretta di un altro ragazzo contro il proprio, di polso. Ricorda di quando si ritrovava legato con le braccia sopra la sua testa, e gli strattoni al rosario che non avevano mai voluto gettar via, e le mani sui suoi fianchi e nessun bacio, mai un bacio, e il modo in cui i lividi piccoli, rotondi e violacei ci mettevano settimane a sparire dai suoi polsi.
Chase fa scivolare i grani nella sua tasca, nauseato e pieno di vergogna.

***

House rompe il rosario, quel pomeriggio. Chase sta provando a reggere un centinaio di gel con una mano (o almeno questa sembra essere la sua sensazione), mentre l'altra corre lungo i grani, lasciando che un largo cappio penda dal suo pugno. House, per qualche ragione tutta sua, infila l'estremità del suo bastone all'interno di quel cappio e tira. La catena si rompe e i grani tintinnano sul pavimento. Chase guarda prima loro, e poi House. Lui non sembra affatto dispiaciuto. Chase sospira. Erano destinati a rompersi, un giorno o l'altro. Li aveva strattonati abbastanza.
"Faresti bene a raccogliere quella roba" mormora House, e Chase si inginocchia e comincia a raccogliere i grani attorno ai piedi dell'altro. Il respiro di House si spezza brevemente, e Chase realizza qualcosa. Per verificarlo, guarda House da sotto le sopracciglia e poi torna a volgere gli occhi al pavimento.
House si è eccitato guardando Chase mentre raccoglie l'ultimo grano e rimpiange di non aver intuito anni prima che un altro strattone deciso avrebbe spezzato il rosario. Si preoccupa di strofinare leggermente la sua testa contro l'inguine di House, mentre si rialza.
"Ho bisogno di ferie. Per il funerale" dice.
"Puoi avere una settimana" risponde House, calmo, come se non fosse successo nulla tra di loro in quel preciso istante. Chase quasi gli risponderebbe "grazie", se non fosse che ciò implicherebbe un favore e Chase non vuole avere debiti con nessuno. Stringe più forte la mano attorno ai grani e va via.
Chase guarda Wilson con durezza, al solo scopo di farlo sentire a disagio, mentre fa cadere i grani nella pattumiera. Si sente sporco e usato e non è sicuro del perché. Wilson si allontana e Chase considera le sue opzioni mentre fa scorrere le dita sui segni che i grani gli hanno lasciato nel palmo della mano. E capisce di odiarsi.
Chase ritorna indietro nel laboratorio, con House e la sua eccitazione, ed è come se i lividi non fossero mai sbiaditi dai suoi polsi.